Oggi vi propongo un viaggio nel tempo che fu. Niente preistoria, siamo agli inizi degli anni Sessanta.
Qui avevo pochi mesi. Dall'abitino leggero di mia madre e dalla capote tirata giù si capisce che siamo in piena estate. Sono "alla guida" della
Cinquecento di mio padre: la sua prima auto. Una grande conquista allora per un giovane avere un'auto. Forse i ragazzi di oggi la danno un po' troppo per scontato. Particolare piccante: noto che avevo già il neo sulla coscia sinistra.
Questa foto purtroppo è un po' sciupata ma l'ho voluta pubblicare per l'oggetto che vedete in primo piano:
un giradischi con tanto di 45 giri. Siamo sempre nell'estate del 1963 ed io, seduta sul seggiolone ancora non mi dilettavo ad inserire i 45 giri nel mangiadischi come avrei fatto di lì a qualche anno.
A proposito di apparecchi elettrici ecco spuntare, in quest'altra foto, dietro le mie gambine nude una grossa
radio a valvole, che faceva bella mostra sul mobile. Anche il vestitino di mia madre (sulla destra) ci rivela la moda di quel tempo (e anche la sua magrezza). Se penso che
mia nonna Vanda (sulla sinistra) aveva l'età che io ho oggi!
Ci avviciniamo a Natale ed ecco
i giocattoli di quarantacinque anni fa. Un
automobilina di metallo (la plastica ancora non imperversava del tutto)
e
un paperotto di gomma tra le mani di mia nonna.
Sulla destra troneggia il primo e mitico
frigo dei miei genitori, un possente e indistruttibile FIAT. Sul frigo si intravvede appena un vaso di ceramica regalato da mio nonno che viveva a Montelupo Fiorentino (zona di ceramisti) e che ho ancora (grazie a mia madre che non butta via nulla).
Ma ecco
le vetrine natalizie della mia infanzia: molte palle di vetro per l'albero, qualche bambola e diverse macchinine. Niente Winx o Gormiti.
Di questa foto non so bene l'anno.
Presumo di avere circa tre anni e stringo
la bambola preferita del momento. Si chiamava Roberta e, portento della tecnologia, cammina! Come sono orgogliosa di questo vestitino (insolito per me sempre sportiva) che mi fa sembrare più
bambola di Roberta! Ma almeno così gli estranei una volta tanto non mi prendono per un bambino, io che ho sempre i capelli corti e i pantaloncini. Sono sulla terrazza della nostra casa (nostra si fa per dire in quanto siamo in affitto e solo dopo molti anni e molti sacrifici i miei riusciranno a comprarsi un appartamento). Siamo al settimo piano di un palazzo di periferia ed infatti la vista è costituita soprattutto da altri palazzi fine anni cinquanta inizio anni sessanta (anche se essa si estende fino al Cupolone ed alle colline).
Questa foto invece porta dietro l'annotazione della data: 1966 (chissà perché andava tanto di moda fare fotografie davanti allo specchio).
Sono nella camera dei miei genitori. Si nota l'arredamento delle
camere da letto che dovevano durare tutta una vita. Armadio di legno lucido con un grande specchio e tappezzeria a fiori. Sapete cosa è l'oggetto misterioso sullo sfondo a sinistra?
L'unico televisore di casa: a valvole, in bianco e nero, talmente prezioso che veniva coperto perché non prendesse polvere.
Ed infine eccomi un po' più grandicella (ma neanche tanto visti gli incisivi mancanti) con il mio
vestito cucito dalla mamma. Sono sempre nella sua camera ma davanti al
cassettone questa volta, su quale spicca un
orologio carillon a forma di gondola veneziana. Mi ricordo che, mentre suonava, il gondoliere e la ballerina si muovevano a tempo.
Spero che questo viaggio nel tempo, in questa domenica grigia e piovosa, col giornale pieno di notizie deprimenti, abbia distratto e rilassato anche voi quanto me.
Grazie ad
Unodicinque per l'idea.