Sveglia alle quattro per essere in piazza Stazione alle cinque. Partiamo con il pullman che la città è ancora buia e deserta. Colazione presso l'autogrill dove incontriamo i colleghi che sono partiti da Firenze con altri pullman. Ci scaricano tutti davanti alla stazione della metropolitana a Rebibbia. Non riusciamo a prendere il primo treno ma subito arriva il secondo. Usciamo alla fermata del Circo Massimo e ci incamminiamo verso piazza Bocca della Verità dove è previsto il concentramento del corteo del sindacato. Gli studenti si stanno radunando in altri tre punti della città.
Il tempo sembra mite. Qualche nuvola ma nessun rischio di pioggia.
Piazza Bocca della Verità è piena di palloncini colorati della CGIL e di striscioni dei vari enti di ricerca e delle varie università. Aspettiamo più di un'ora prima di partire perché devono arrivare altre delegazioni (almeno così dice l'altoparlante).
Il nostro ente ha ben quattro striscioni di cui uno dei precari del Buconero che indossano tutti una maglietta bianca e distribuiscono questo simpatico badge:
Il tempo sembra mite. Qualche nuvola ma nessun rischio di pioggia.
Piazza Bocca della Verità è piena di palloncini colorati della CGIL e di striscioni dei vari enti di ricerca e delle varie università. Aspettiamo più di un'ora prima di partire perché devono arrivare altre delegazioni (almeno così dice l'altoparlante).
Il nostro ente ha ben quattro striscioni di cui uno dei precari del Buconero che indossano tutti una maglietta bianca e distribuiscono questo simpatico badge:
Finalmente e lentamente si parte. Grande successo dello slogan che mi porto appeso al collo e che mi ha suggerito Cristiana. In molti mi chiedono di fotografarlo. Lungo il percorso è un continuo incontrare colleghi di altre città, spesso più lontane, e la prima domanda che sorge spontanea è: "Ma a che ora sei partito stamani?" Catania, Bari, Venezia, Trieste, Genova, Napoli. Una grande passione spinge questa gente a saltare la notte, a rimetterci la giornata di sciopero, a tornare tardi la sera. Per esserci. Per manifestare la propria preoccupazione e il proprio dissenso.
Arriviamo in Piazza Navona e cominciano i comizi dei sindacalisti e le testimonianze di alcuni precari. Ogni tanto l'altoparlante ci annuncia che il corteo degli studenti sta arrivando. Aspetta, aspetta, ma questi studenti non si vedono arrivare. Finiscono gli interventi.
Ci incamminiamo verso Torre Argentina ed eccoli là gli studenti: tanti, molti più di noi, belli, giovani, rumorosi. Corre voce che vogliano andare verso i palazzi del potere, ma il dispiegamento di poliziotti antisommossa che abbiamo visto a chiudere la strada che porta a Palazzo Madama ci preoccupa. State attenti ragazzi!
Una mia collega mi fa: "Non potevamo tornare a casa senza vederli. Sono la cosa più bella della giornata!"
Ha ragione. Non potevamo non vederli. Sono la nostra speranza, speranza che illumina il volto radioso e sorridente di Belphagor. Peccato che non mi sono potuta fermare che solo per un saluto (sarà per un'altra volta, Belphagor!).
Ritorniamo a Rebibbia, riprendiamo il pullman e ripartiamo.
A casa arriviamo verso le 20.30. L'unico TG ancora disponibile è quel cesso del TG2. Della manifestazione parlano due secondi quasi alla fine. Che vergogna!
Non importa quanti eravamo. Cinquecentomila, duecentomila, trentamila. Non è questo l'importante. L'importante è che l'Onda non si fermi.
Ci incamminiamo verso Torre Argentina ed eccoli là gli studenti: tanti, molti più di noi, belli, giovani, rumorosi. Corre voce che vogliano andare verso i palazzi del potere, ma il dispiegamento di poliziotti antisommossa che abbiamo visto a chiudere la strada che porta a Palazzo Madama ci preoccupa. State attenti ragazzi!
Una mia collega mi fa: "Non potevamo tornare a casa senza vederli. Sono la cosa più bella della giornata!"
Ha ragione. Non potevamo non vederli. Sono la nostra speranza, speranza che illumina il volto radioso e sorridente di Belphagor. Peccato che non mi sono potuta fermare che solo per un saluto (sarà per un'altra volta, Belphagor!).
Ritorniamo a Rebibbia, riprendiamo il pullman e ripartiamo.
A casa arriviamo verso le 20.30. L'unico TG ancora disponibile è quel cesso del TG2. Della manifestazione parlano due secondi quasi alla fine. Che vergogna!
Non importa quanti eravamo. Cinquecentomila, duecentomila, trentamila. Non è questo l'importante. L'importante è che l'Onda non si fermi.
P.S. La prima foto è tratta dal sito de L'Unità.
Le mie foto invece sono visibili in questo album.
Oltre che bello è anche bravo! :o)
RispondiEliminami viene da dire sinceramente grazie, a te e a tutti quelli che c'erano.
RispondiEliminaChe bella giornata, che bella manifestazione, ordinata composta e gioiosa, e che bel regalo vederti, anche solo un attimo, è bello conoscere anche una "presenza" Artemisia !!
RispondiEliminaGrazie, caro! Sei arrivato a Montecitorio poi? Sono contenta che tutto è andato bene. Scusami per queste ansie "materne".
RispondiEliminaCi saranno sicuramente altre occasioni. Capita che debba venire a Roma anche per lavoro e magari mi offrirai uno dei tuoi leggendari cocktail.
Ciao!
che l'Onda non si fermi, concordo
RispondiEliminamarina
Contro la scuola dei padroni, 10 100 1000 occupazioni!
RispondiEliminaMa perchè non ci sentono?
Bof...
Brava Artemisia, la fatica di esserci è valsa sicuramente la pena...
RispondiEliminaAnche qui a Torino proseguono le iniziative di dissenso: la scorsa settimana il teatro Regio è rimasto aperto tutto il giorno, con prove pubbliche, per protestare contro i tagli alla cultura.
Il 21 ci sarà lo sciopero generale regionale promosso solo dalla CGIL (sic!).
Grazie per aver partecipato...also in my name:-)))!!!
Avrei voluto esserci.
RispondiEliminaGrande Arte!
A presto.
S.
C'ero anch'io!
RispondiEliminaE condivido. :-)
Caspita, Giulia, potevi dirmelo: ti avrei salutata volentieri!
RispondiEliminaSei una vera forza Artemisia e infondi speranza ed ottimismo.
RispondiEliminaCristiana
Mi commuovo sempre quando leggo di queste cose: un moto dell'anima mi spinge a sperare, anche se solo per un attimo....
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