La coerenza è un tema molto sentito quando osserviamo gli altri, assai meno quando riguarda noi stessi. Spesso e volentieri infatti ad ognuno di noi piace sottolineare le ambiguità che vediamo mentre, nello stesso tempo, siamo i primi a peccare di incoerenza senza rendersene conto.
Quando io, per esempio, predico uno stile di vita rispettoso dell'ambiente, è probabile che sia apparsa come una perfettina impeccabile maestrina in questo campo. In realtà anch'io ho le mie belle ambiguità. Per esempio, sono la prima a criticare l'usa-e-getta perché incrementa inutilmente la produzione dei rifiuti, ma continuo ad usare fazzoletti e tovaglioli di carta perché, lo ammetto, mi fa fatica lavare (stirare poi non ne parliamo) quelli di stoffa. So benissimo che le merendine confezionate fanno male perché contengono grassi insalubri, ma la mia pigrizia mi impedisce di mettermi a confezionare con le mie manine sane torte per la merenda dei miei figli.
Delle nostre piccole quotidiane incoerenze parla un libro della psicologa Simona Argentieri che si intitola "Ambiguità" e di cui ho sentito la sua presentazione sia a Fahrenheit Radio 3
sia al Festival della mente (qui ne trovate una recensione su La Stampa).
L'Argentieri, facendo tesoro della sua esperienza clinica, ci illustra la diffusa forte tentazione di fare click in qualche nostro ideale e nello stesso tempo disattenderlo senza che questo ci procuri alcun tipo di disagio o di malessere. Spesso si proclama tranquillamente la propria indignazione e non è difficile individuare negli altri i meccanismi della malafede, salvo poi fare lo stesso in modo del tutto naturale.
Non si tratta di due aree una conscia e l'altra inconscia. Sono meccanismi che vivono entrambi nel conscio ma semplicemente non comunicano. Anche nella vita quotidiana se si prova a far confrontare qualcuno con il suo "funzionamento ambiguo", dice l'Argentieri, la risposta è paradigmatica "Sì, però..." formula magica per far coesistere le ambiguità. Secondo la psicologa si tratta di una creatività perversa che consente di mantenere l'autostima e un alto concetto di sé, avere degli ideali e disattenderli.
Come recita una vignetta di Altan:
"Nasciamo con un amore sconsiderato per la verità ma siamo pronti a liberarcene non appena ci sia d'impaccio."
Attenzione: qui non stiamo parlando di cinismo, precisa l'autrice. Il cinico è colui che fa come gli pare e lo sa (e fa l'esempio dei politici divorziati che difendono strenuamente l'integrità della famiglia). Nell'ambiguità di cui si parla l'inganno è fatto anche a noi stessi. Secondo l'Argentieri l'ambiguità ci dà dei vantaggi momentanei ma alla lunga è un cattivo affare.
Non ho capito bene in realtà cosa la psicologa proponga per superare la nostra ambiguità. Personalmente ritengo che non si possa pretendere da noi stessi di essere coerenti al 100% con i nostri principi. Però è vero che, come dice l'Argentieri, il primo grande passo sia quello di essere consapevoli del meccanismo. In fin dei conti, diciamolo, la coerenza è una gran fatica.
Quando io, per esempio, predico uno stile di vita rispettoso dell'ambiente, è probabile che sia apparsa come una perfettina impeccabile maestrina in questo campo. In realtà anch'io ho le mie belle ambiguità. Per esempio, sono la prima a criticare l'usa-e-getta perché incrementa inutilmente la produzione dei rifiuti, ma continuo ad usare fazzoletti e tovaglioli di carta perché, lo ammetto, mi fa fatica lavare (stirare poi non ne parliamo) quelli di stoffa. So benissimo che le merendine confezionate fanno male perché contengono grassi insalubri, ma la mia pigrizia mi impedisce di mettermi a confezionare con le mie manine sane torte per la merenda dei miei figli.
Delle nostre piccole quotidiane incoerenze parla un libro della psicologa Simona Argentieri che si intitola "Ambiguità" e di cui ho sentito la sua presentazione sia a Fahrenheit Radio 3
sia al Festival della mente (qui ne trovate una recensione su La Stampa).
L'Argentieri, facendo tesoro della sua esperienza clinica, ci illustra la diffusa forte tentazione di fare click in qualche nostro ideale e nello stesso tempo disattenderlo senza che questo ci procuri alcun tipo di disagio o di malessere. Spesso si proclama tranquillamente la propria indignazione e non è difficile individuare negli altri i meccanismi della malafede, salvo poi fare lo stesso in modo del tutto naturale.
Non si tratta di due aree una conscia e l'altra inconscia. Sono meccanismi che vivono entrambi nel conscio ma semplicemente non comunicano. Anche nella vita quotidiana se si prova a far confrontare qualcuno con il suo "funzionamento ambiguo", dice l'Argentieri, la risposta è paradigmatica "Sì, però..." formula magica per far coesistere le ambiguità. Secondo la psicologa si tratta di una creatività perversa che consente di mantenere l'autostima e un alto concetto di sé, avere degli ideali e disattenderli.
Come recita una vignetta di Altan:
"Nasciamo con un amore sconsiderato per la verità ma siamo pronti a liberarcene non appena ci sia d'impaccio."
Attenzione: qui non stiamo parlando di cinismo, precisa l'autrice. Il cinico è colui che fa come gli pare e lo sa (e fa l'esempio dei politici divorziati che difendono strenuamente l'integrità della famiglia). Nell'ambiguità di cui si parla l'inganno è fatto anche a noi stessi. Secondo l'Argentieri l'ambiguità ci dà dei vantaggi momentanei ma alla lunga è un cattivo affare.
Non ho capito bene in realtà cosa la psicologa proponga per superare la nostra ambiguità. Personalmente ritengo che non si possa pretendere da noi stessi di essere coerenti al 100% con i nostri principi. Però è vero che, come dice l'Argentieri, il primo grande passo sia quello di essere consapevoli del meccanismo. In fin dei conti, diciamolo, la coerenza è una gran fatica.
Personalmente penso che nessuno possa riuscire ad esser coerente fino in fondo.
RispondiEliminaAnche se è giusto e saggio mantenere una propria coerenza penso che bisogna inoltre esser attenti poichè talvolta può sfociare nella chiusura mentale che danneggia...
Nah... vuoi dirmi che tu non sei perfettina? Perche' io questo avevo capito ;-)))
RispondiEliminaSecondo me pero' stai cercando (credo inconsciamente) di nuovo di ricadere nel "perfettinismo" nelle ultime frasi del tuo post. Cioe', dici che il primo passo e' quello di capirne i meccanismi, e quindi tu che ti sforzi in questo post di capirne i meccanismi, sei gia' sulla via della "redenzione".
Certo non si puo' nemmeno dire che "imperfetti e' bello", perche' allora si e' imperfetti non per incoerenza ma per ricerca dell'imperfezione giustificata come la ricerca del bello. E allora uno e' incoerente per coerenza.
Secondo me il problema e' che si parte sempre dall'esaltazione del se. A noi stessi concediamo un pochino di piu', perche' in fondo siamo meglio degli altri, e quindi abbiamo diritti piu' ampi.
Personalmente, mi stanno piu' simpatici gli imperfetti dei perfetti (o, come dici tu, con altre parole, non si puo' pretendere di essere coerenti al 100% coi nostri principi) ma cio' non toglie che secondo me bisogna comunque tendere a questo grado di coerenza, perche' altrimenti si rischia di giustificare l'opposto dei nostri principi.
Dai ,dai, ci rimettiamo a litigare sui massimi sistemi?
Dario, sara' perche' e' un paio di notti che non dormo un tubo ma il tuo commento mica l'ho capito, sai.
RispondiEliminaE certo che bisogna tendere verso la coerenza. Questo lo do per scontato. Semplicemente e' giusto fare i conti con le proprie debolezze senza per questo autoflagellarsi. A che servirebbe?
Allora proviamo a metterla cosi'. Io ce l'ho con gli evasori fiscali, li ritengo deprecabili, ecc. ecc. Poi salgo sull'autobus e non timbro il biglietto. Ebbene qualche volta lo faccio, mi sento in colpa e mi dico: "Si, pero' sono solo due fermate, in fin dei conti lo timbro sempre. Per una volta che sara' mai, ecc."
Oppure detesto chi va in bicicletta contro senso o sul marciapiede. Pero' quando torno dalla palestra percorro un pezzettino sul marciapiede. E mi dico: "Si', pero' sono solo 20 metri, poi vado piano piano, cerco di non disturbare i pedoni, ecc."
Ecco un paio di altri esempi personali del meccanismo che l'Argentieri mette a nudo.
Ecco io non ho capito cosa suggerisce l'Argentieri? Devo smettere di criticare gli evasori o i ciclisti indisciplinati e continuare? Devo assolutamente, caschi il mondo, fare il biglietto o fare il giro lungo per non infrangere la regola? Tu cosa ne dici?
Arte, ovviamente non lo so cosa suggerisce l'Argentieri.
RispondiEliminaSpero di riuscire a spiegarmi meglio.
La maggior parte di persone che conosco criticano gli altri di incoerenza, salvo poi concedersi la stessa incoerenza che criticano.
Faccio un esempio realmente avvenuto. Ho un amico che ha fatto il giornalista all'Unita' ai tempi in cui il Comunismo significava ancora qualcosa. Con lui uscivo spesso, e mi ricordo una volta che entrammo in un pub di sua conoscenza, la cui gestrice era pure altrettanto comunista. Si e' seduta a chiacchierare con noi riguardo al fatto che c'e' evasione fiscale e se non ci fosse anche le attivita' commerciali come la sua avrebbero vita piu' semplice. Lei diceva cosi', e noi eravamo tutti e due d'accordo. Peccato che poi quando siamo usciti non c'e' stato alcuno scambio di scontrini fiscali.
Io dico che chi evade milioni sulla dichiarazione dei redditi e' un criminale. Ma non ha senso accusarlo se noi siamo disposti a fare lo stesso. Se sono disposto a non richiedere lo scontrino fiscale, o a non timbrare il biglietto dell'autobus o... allora forse se fossi miliardario penserei che evadere milioni dalla dichiarazione dei redditi e' cosa brutta ma in fondo si puo' chiudere un occhio.
Mi sembri un po' irritata... se sbaglio bene, se no, guarda che io non ti sto additando, ma e' un discorso proprio in generale, sai!
Dimenticavo la risposta alla tua domanda:
RispondiEliminapenso che il fatto che l'infrazione a una regola possa essere giustificata da noi stessi dal fatto che si tratta di piccola cosa non e' una scusa, ecco.
Io cerco di esserlo, coerente, a volte mi riesce, anzi quasi sempre. Ma mi domando: è proprio sempre un bene, Artemisia?
RispondiEliminaAffatto adirata. Molto rincoglionita si'. "Tu cosa ne dici?" voleva dire TU, non l'Argentieri. Allora sei per la coerenza a tutti costi caschi il mondo? Per intendersi, timbrare sempre comunque il biglietto del bus? Ho capito bene?
RispondiEliminaIn teoria sono d'accordo pero' nel mio tentativo di essere piu' coerente possibile spesso mi sento cogliona. Che ci posso fare.
Vivo perennemente questo conflitto scoprendo mille piccole mie ambiguita'. Poi vedo quelli con le ambiguita' macroscopiche che vivono benissimo e mi deprimo.
Capisci?
D'altra parte qualche commento fa anche tu dicevi di avere un conflitto interno simile. Mi sembra che scrivesti qualcosa tipo che condanni il capitalismo ma ci sguazzi, se non ricordo male.
Allora la domanda e': tu come li risolsi (se li risolvi) questi conflitti? Non mi sento per niente additata (tanto mi addito da me comunque) cerco solo consigli.
Bravo Fabio, molto sinteticamente hai espresso lo stesso mio dubbio.
RispondiEliminaArtemisia, io non sono perfettino, anzi. Lo scontrino fiscale lo pretendo da sempre. Il biglietto del tram... be'... non prendo il tram. Pero' i fazzoletti di carta li uso anch'io. Addirittura una volta mi e' capitato di parcheggiare negli spazi dei disabili per piu' di mezz'ora (e ho pure preso la multa!).
RispondiEliminaMacroscopicamente un esempio e' proprio quello che dici tu. Sguazzo nel capitalismo.
No, non risolvo i conflitti, anche se ci provo nel mio orticello... insomma... un po' come fai tu.
Quello che mi fa star male di piu' e' che poiche' io sono cosi', e poiche' vedo che la maggior parte della gente e' cosi' (una parte piu' piccola, ma sempre consistente e' di chi se ne frega di essere incoerente, e una parte veramente piccola e' chi e' coerente davvero), allora mi convinco che la soluzione non esista. Io forse sono differente dalla maggioranza semplicemente perche' mi rendo conto che alla fine e' colpa mia come e' colpa di tutti. Cioe', io non vado in giro a predicare contro l'evasione fiscale perche' mi rendo conto che se c'e' evasione fiscale e' anche colpa mia, visto che qualche volta capita di non richiedere lo scontrino fiscale.
Insomma, si puo' parlare di grandi temi, tipo... chesso'... la raccolta differenziata. Poi pero' io non ci riesco a dare la colpa a chi non fa la raccolta differenziata, visto che anche io do' il mio contributo (piu' o meno grande) a sporcare il mondo.
Se posso intervenire sull'intervento di Fabioletterario, non per criticarlo ma per spiegare meglio il mio pensiero, certo che e' un bene essere coerenti, perche' l'alternativa sarebbe ammettere che i principi a cui si vuole essere coerenti non sono validi. Se uno ha principi deve sempre tendere alla loro realizzazione nel massimo grado possibile, altrimenti non vale.
:-) certo non puoi dirmi che io sia altrettanto sintetico eheh...
L'eccezione alla regola è accettabile. Non vorrei mai avere dei genitori perfetti al 100% che mi insegnino ad essere un figlio perfetto al 100%. Le nostre energie non sono illimitate: dobbiamo scegliere liberamente dove metterle finchè ne abbiamo: tutto non si può fare. Dobbiamo assumerci la responsabilità della nostra umanità (nel senso che non siamo onnipotenti come gli Dei, ma neanche impotenti).
RispondiEliminaVorrei sparigliare un po la discussione:ma se uno stronzo è coerente al 100% è un bene ? (Mi ricorda una vecchia battuta di Paolo Rossi :"Tutti a dire facciamo il salto di qualità ! Ma se un pirla fa un salto di qualità, lo diventa di più o di meno ?") Cioè voglio dire che la coerenza, per me, di per se non è una virtù: i repubblichini erano indubbiamente coerenti, Provenzano è uno che è rimasto coerente, anche Pol Pot in quanto a coerenza non scherzava. Insomma, secondo me uno non deve neccessariamente chiedersi se ciò che fa al momento è coerente, ma solo se è giusto, nel particolare:odi i ciclisti che vanno sul marcipapiede ? Credo che venti metri non ti pongano in questa categoria, specie se non pedali con strafottenza ma fai atenzione a non disturbare. Sei ambientalista ma usi i fazzoletti di carta: questo è sbagliato, ma potresti pensare che so, a quanto spenderesti di elettricità per lavare e stirare fazzoletti da tavola o da moccolo. Per finire: non si può essere manichei !
RispondiEliminaPer finire ancora di più:Arte sei grande, riposati che il 14 c è da camminare !!
Uso i fazzoletti di carta, si' pero con il marchio ecolabel. :-)))))
RispondiEliminaGrazie, Belphagor!
Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti,non hanno inciampato. la loro è una virtù spenta di poco valore. A loro non si è svelata la bellezza della vita.
RispondiEliminaParole rubate a Boris Pastenak dal Dottor Zivago
Un abbraccio
Sileno
Secondo me il perfezionismo (magari pignolo o intransigente) e la coerenza non hanno molto da spartire, anzi non ci azzecca proprio.
RispondiEliminaPerché io considero la coerenza semplicemente il contrario del famoso detto: "predicare bene e razzolare male".
Pertanto, in questo senso, ritengo che la coerenza sia ovviamente una dote preziosa per tutti, ma fondamentale soprattutto per chi ha una qualsiasi funzione educativa verso i giovani; figli, allievi o semplicemente amici o conoscenti che siano.
Che poi non si riesca ad essere coerenti al 100%, o addirittura fino alla fissazione maniacale, è un fatto ed è anche un bene, purché nel limite del possibile si cerchi di perseguire la corenza fin quando è nelle nostre possibilità (spesso non è poi così difficile), e non pretenderla solo dagli altri.
Insomma, al di là del risultato, è l'intenzione sincera che conta, (o il "tendere verso..." come Artemisia ha detto).
Ecco perché non prendo nessuna decisione in base all'etica o a un'ideologia.
RispondiEliminaAnche perché la coerenza è impossibile. Per vivere come credo sia giusto, dovrei stare sotto un ponte, completamente nuda, e morire di fame.
Sono totalmente d'accordo con Irnerio, credo.
RispondiEliminaAlicesu... non so se riesco bene a capire il tuo punto di vista.
Se cosi' fosse allora la coerenza etica non sarebbe compatibile con la vita dell'uomo?
E allora che cosa serve la morale se non a farci vivere meglio, o almeno, come minimo, a darci l'illusione che vivere meglio e' possibile?
No, io credo di aver capito benissimo cosa Alice voglia dire, e non ha tutti i torti nemmeno lei (semmai lascio a lei chiarire meglio).
RispondiEliminaIo però non farei della coerenza un valore così assoluto, quasi un dogma. Se dessimo ad essa un valore un po' più relativo, ovvero condizionato al nostro modo di vivre e di esistere (anche se molto "imperfetto", appunto, nostro malgrado) allora la coerenza diventa possibile. Non possibile da raggiungere, come abbiamo già detto, ma da perseguire, e magari, se ci crediamo, da insegnare ai nostri figli.
Se come valore assoluto, la coerenza non esiste, esiste però quella che molti di noi hanno appreso dai nostri genitori o nonni o insegnanti, ecc.
Voi credeteci o no, chiamatela come volete, io posso dire che i miei genitori nella loro cultura e nel loro mondo possibili, erano persone abbastanza coerenti; e io li ringrazio di avermi insegnato ad apprezzare la coerenza, che io intendo soltanto in senso positivo come, ripeto, una sintesi del predicare bene e razzolare di conseguenza.
Grande virtù umana (quindi imperfetta), la coerenza.
Gia', ma se poi il rigore per realizzare quella coerenza relativa non fosse sufficiente per salvare il mondo, allora saremmo tutti fregati, non trovi?
RispondiEliminaCom'e' che si stabilisce quale sia il ragionevole limite di coerenza oltre al quale non bisogna eccedere nella trasgressione alle regole?
Dario,
RispondiEliminaArtemisia ci ha dato uno spunto chiaro: "La fatica della coerenza", mi sembra che la parola "fatica" sia in sintonia con ciò che io vado dicendo.
Non stiamo parlando di "eroismo" e tanto meno di "supremo sacrificio" e che sarebbero necessari per tentare di "salvare il mondo". Anche questo è un altro discorso che tende all'assoluto.
No, noi dovremmo decidere caso per caso se vogliamo essere ligi ai nostri principi e alle nostre convinzioni, anche se a volte (non sempre) ci costa "fatica", o fare solo chiacchiere; però magari pretendere la coerenza dagli altri.
Qualcuno ha parlato della coeranza di chi ha fatto del male per tutta la vita. Io, che intendo la coerenza una virtù solo positiva (ovviamente, senno che virtù sarebbe), spiegherei molto semplicemente la "corenza in negativo" con il celebre detto latino: "Errare humanum est, perseverare autem diabolicum".
Ecco, è diabolico... non certo coerente!
Altro non saprei dire.
Considerando che per me la coerenza si ha quando pensiero-azione-parola battono all'unisono, a mio avviso è più facile essere coerenti che incoerenti... nell'incoerenza si sprecano troppe energie.
RispondiEliminaRino.
Mi sembra che sia venuta fuori un'ottima discussione!
RispondiEliminaI coerenti a tutti i costi mi sanno di persone poco flessibili, diposti a fatica a cambiare idea. Detto cò credo di essere una persona abbastanza coerente, se per coerente intendi il predicare bene ed il razzolare altrettanto. Poi la vita è in contiuo movimento, e cambiare rotta è possibile ed anche giusto, se se ne ravvisa la necessità.
RispondiEliminaMa forse tutto questo non c'entra con il post. Ho le idee confuse
:-))
Si' il tema e' proprio quello del predicare bene e razzolare male, Anna.
RispondiEliminaSi, non si può essere coerenti al 100%: si può minimizzare l'incoerenza.
RispondiEliminaLa coerenza e' una parola ambigua per certi versi..bisogna sapere bene quando viene tirata in ballo..Coerenza al 100% quoto xpx non esiste.
RispondiEliminaio credo che un buon obiettivo sia essere "sufficientemente" coerenti.
RispondiEliminaed essere un po' tolleranti con gli altri.
Io ci sono cose sulle quasi sono sempre coerente, per es. timbro sempre il bigletto del bus. Però non ti giudico se ogni tanto tu non timbri 1) perchè non mi pare un delitto (fossero queste le evasioni!!!) 2) perchè io sono incoerente in altre cose nelle quali magari tu sei coerentissima o molto impegnata e attenta (è per fare un esempio x) Insomma, tu come alcuni altri, sei una persona nel complesso coerente, il che è stimabile, che su qualcosa cedi... mi pare semplicemente umano.
Quello che a volte è brutto è sentire i classici predicatori che giudicano tutti e razzolano malissimo,
diciamo che non siamo perfetti e che l'iportante è fare del nostro meglio con impegno ma un po' di tolleranza per noi stessi e per gli altri.
Poi è anche vero che le energie non sono illimitate, bisogna scegliere.
xSempre per es. ora che vivo in 22 metri quadri, a parte la carta non faccio più la differenziata. perchè? volendo tutto si fa, ma sono sempre di corsa, torno tardi e il vasetto di vetro dovrei buttarlo ogni volta che c'è (non ho molto spazio :) e ammetto che è una rottura di... . così mi arrendo.
In compenso uso molto i mezzi pubblici e su tante cose sono molto "verde". si fa qual che si può, accettando i proprio limiti, senza troppe colpe. si cerca di essere "sufficientemente" brvai :)
P.s. Mi viene in mente che per anni andavamo a fare la camminatona domenicale... siamo amanti del verde... tra andare e tornare: 3-4 ore di auto... che amanti dell'ambiente eh? ma come ci si può privare di certe cose??
Liber, hai fatto un esempio calzantissimo. Anch'io trovo contraddittorio fare trekking nella natura che comportino 3-4 ore in macchina. Eppure molte escursioni proposte da associazioni come la Boscaglia dove la maggior parte dei soci sono ambientalisti, vegetariani, amanti del bio, ecc ecc non si fanno scrupolo di montare in auto e sparare la loro dose di CO2.
RispondiEliminaPer il resto mi pare che si possa concludere dicendo che ognuno fa i suoi conti con le proprie ambiguità.
Allora, mo' intervengo di nuovo perche' se no sembra che sono io a remare controcorrente (o forse e' egocentrismo il mio e nessuno l'ha notato a parte me? ;-))
RispondiEliminaIo sono d'accordo che essere coerenti al 100% non e' possibile, e chi non ha colpa scagli la prima pietra eccetera eccetera.
Pero' questo non puo' essere un alibi. Faccio l'esempio di quel che descrive Liber (e si noti che qui lo cito solo per spiegare il mio punto di vista, non la si ritenga una critica... oppure la si ritenga una critica per piu' o meno tutti, me in cima alla lista, e non solo per lui).
Sostanzialmente dice "io sono amico del verde ma la differenziata non la faccio". Male, la differenziata va fatta, salvo che poi trova delle scuse apparentemente piu' che valide "vivo in 22 metri quadri, sono sempre di corsa..." e quindi ammette che risparmiare al mondo un vasetto di vetro nell'indistinto sia una "rottura di..."
Insomma, in soldoni dice questa cosa va fatta, ed e' possibile farla ("volendo si fa tutto") ma poi non la fa per questo e quest'altro motivo. Incoerente? Mah... non credo che lo sia, infatti nel suo ragionamento e' coerentissimo: faccio tutto quel che posso fino al limite della "rottura di..."
Ora, anch'io faccio cosi'. Magari non sulla raccolta differenziata, ma lui stesso ha fatto un esempio che mi calza come un preservativo: io faccio a volte ore di auto per andare a fare una escursione nella natura.
Pero' io non mi assolvo affatto. Non mi sognerei mai, se non per "esigenza narrativa" in questo commento, di criticare Liber perche' non fa la raccolta differenziata.
Questa auto-assoluzione per l'incoerenza applicata al problema ecologico (ma potrei anche applicarla credo a tutti gli altri campi del vivere sociale) dimostra quindi che il problema ecologico non si risolve con la buona volonta' del singolo, perche' il singolo non e' disposto ad essere coerente, e quindi io produco troppo CO2 e Liber produce troppo indistinto. Se tutti facessimo cosi' in pochi minuti staremmo a nuotare nell'immondizia e boccheggeremmo per la calura dell'effetto serra.
Certo se la mia auto andasse a benzina anziche GPL sarebbe peggio, e se Liber non riciclasse nemmeno la carta sarebbe peggio. Ma questi sforzi che facciamo sono sufficienti per ripulire il mondo?
Perche' alla fine, lo scopo del mio spirito ecologista e' proprio quello. E se non ci riusciamo cosi', allora il mio spirito ecologista va a farsi fottere.
Riassumendo il mio pensiero applicato all'argomento del post: tutti siamo d'accordo che predicare bene e razzolare male sia una fesseria. Tutti siamo altrettanto d'accordo che la coerenza totale sia impraticabile, oltre che antipatica.
Ma allora, dov'e' il limite che determina il livello di accettabilita' della coerenza? Dov'e' il punto di separazione tra incoerenza accettabile e predicare bene-razzolare male?
Quindi insisto, l'incoerenza non e' mai accettabile, per me. In questi temi. Poi vabe', siamo umani e dobbiamo pur vivere, e quindi finisce che involontariamente siamo incoerenti. Ma, non so voi, io non mi autoassolvo per utilizzare 3 ore l'auto per andare a fare un'escursione, come non mi autoassolverei se buttassi il vetro nell'indistinto.
Mi perdoni chiunque si sia eventualmente sentito offeso dalle mie parole.
Dario, sei stato chiarissimo. Condivido tutto quello che hai scritto. L'unica cosa che potrei aggiungere e' che non mi sembri affatto controcorrente. Io credo che nessuno qui si "autoassolva" nel senso che siamo tutti consapevoli delle proprie debolezze (ampiamente illustrate) e probabilmente molti di noi fanno quotidianamente piccoli sforzi per correggerle. Per questo ti dico che la consapevolezza e' il primo passo. Non perche' sia sufficiente, ma perche' e' quella che ci porta a fare altri piccoli sforzi verso il modello che abbiamo in mente.
RispondiEliminaHo imparato ad amare le mie zone d'ombra e le miei inevitabili contraddizioni. Non sono perfetta, cerco di migliorarmi, ma provo ad accettare i limiti. Per quanto ne so la psicologia non sostiene che si possa essere perfettamente e sempre in un perfetto equilibrio.
RispondiEliminaQuesto per dire che un po' d'indulgenza nei nostri e negli altrui confronti migliorerebbe la vita di tutti.
Dario sono un femmina :)
RispondiEliminacmq vorrei rispondere a questa tua domande:
dov'e' il limite che determina il livello di accettabilita' della coerenza? Dov'e' il punto di separazione tra incoerenza accettabile e predicare bene-razzolare male?
secondo me sta nella dimensione della "rottura di..."
a volte qualcosa è una rottura, ma con un piccolo sacrificio la si fa.
ci si mette un po' di impegno, perchè in certe cose ci si crede.
a volte la rottura supera il nostro limite.
quando supera il nostro limite è meglio assolversi un po'.
per la differenziata (sempre x usare lo stesso esempio) nella mia cucina (?) di 2x1,5 metri farci stare tutto è per me una rottura troppo rottura. allora trovo il compromesso, la carta. trovo il mio limite personale, dovuto anche ad una situazione contingente (la casa minuscola e quasi senza cucina).
in compenso sto tenendo delle lezioni per legambiente e sono l'unica che ci va in bus... ma è un piccolo sacrificio che sta all'interno dei miei limiti e nelle mie capacità organizzative.
:) ciao
Liber:
RispondiEliminaScusa per il cambio di sesso, mi e' venuto effettivamente il sospetto di aver sbagliato ma solo dopo che avevo gia' inviato il commento... sorry... e' che c'hai un nome ambiguo!
Allora. Partiamo dal fondo. E' vero, ognuno ha delle cose cui tiene di piu' e ha il limite della rottura diverso da chiunque altro per quelle cose. Ad esempio io ho un debole sui mezzi pubblici. Nel posto dove sto adesso non e' proponibile, perche' mi farebbe arrivare al lavoro con un'ora di ritardo, e dopo una settimana mi licenzierebbero. Quando pero' stavo a Torino il problema era non perdere tempo. In qualunque posto dovessi andare, a qualunque ora, impiegavo meno della meta' del tempo in auto piuttosto che il bus. E' vero, l'avrei potuto fare lo stesso, ma superava il mio limite di rottura.
Invece il limite di rottura per la differenziata ce l'ho molto piu' lasco del tuo. Quando stavo a Torino abitavo in un monolocale con angolo cottura, eppure differenziavo praticamente tutto. E quello che non era differenziabile evitavo di comprarlo il piu' possibile. Morale, buttavo un sacchetto di indifferenziata ogni tre-quattro mesi. Si puo' fare, se uno ha il limite di rottura lasco.
Pero' io volevo spiegarmi meglio. La mia domanda sul limite che determina il livello di accettabilita' della coerenza era provocatorio. Vengo e mi spiego.
Un tema come l'ecologia e' sociale, ammetterai. E quindi tutti quanti dobbiamo dare il nostro contributo a salvaguardare l'ambiente. Se uno di noi non lo da' o lo da' troppo poco allora succede che da una parte gli altri devono subire il suo comportamento, e dall'altra il loro impegno a riguardo e', almeno parzialmente, vanificato. Faccio un esempio.
Ho un piccolo giardino che, per essere reso piano, e' stato realizzato con un muro di contenimento e della terra riportata (lavoro realizzato dal costruttore dell'edificio prima che io acquistassi l'appartamento).
Io ci sto coltivando evitando concimi chimici e parassitari non approvati dall'agricoltura biologica. Addirittura, come puoi vedere qui, se sei interessata, in primavera acquistero' larve di coccinella per combattere i parassiti delle mie pesche.
Bene. Io so che la terra riportata dal costruttore e' piena di immondizia, che include anche vernici chimiche e materiali plastici. Che faccio? Continuo a comprare coccinelle per combattere gli afidi e poi continuare a mangiarmi la diossina?
Naturalmente l'esempio e' volutamente esagerato, ed e' chiaro che nel mio caso non si tratta di scarsa coerenza, ma del costruttore di quell'edificio che e' un figlio di p... (e non per colpa della madre). Ma l'esempio mi porta a dire che, in un caso come questo, se il limite di di accettabilita' della coerenza e' diverso, allora il mio impegno e' totalmente vano.
Il punto e' che su un argomento che riguarda tutti il limite non lo si puo' mettere individualmente.
Il mio limite di rottura che mi induceva a prendere l'auto per risparmiare meta' del tempo era una scusa che mi concedevo per inquinare l'ambiente e che aveva come conseguenza il rendere vano l'impegno di chi, come te, riesce a prendere l'autobus.
Questo non significa che io allora morisse la morte da ora in poi prendo l'autobus e vendo la macchina, ma che tutte le volte che posso prendere i mezzi e prendo l'auto mi sento in colpa, e non c'e' scusa che tenga.
Ma perche' io mi devo sentire in colpa se utilizzo un anticrittogrammico mentre quel cretino di costruttore se ne fotte di mettermi sacchi di rifiuti edilizi sotterrati in giardino? Perche'?
Vedo che il concetto di coerenza si è inevitabilmente ristretto alle nostre responsabilità individuali in campo ecologico, in quello dello spreco, e in altri ambiti, diciamo così, di impegno sociale e civile.
RispondiEliminaBene, rispondo a mio modo alla ricorrente domanda: dove sta il limite tra coerenza e incoerenza?
Secondo me il limite sta nel non sentirsi in colpa per quella che qui chiamiamo "nostra incoerenza" o, se volete, "la fatica della coerenza".
E quando ci si sente in colpa?
Premesso che capita di sentirsi in colpa con sè stessi quando si è abituati a fare i conti (grossi o piccoli che siano) con la propria coscienza; se poi uno questa abitudine non ce l'ha, allora probabilmente non si fa nemmeno tante domande sulla propria coerenza.
Io credo che non ci si debba sentire in colpa tutte le volte che non siamo stati coerenti, ma quando con un piccolo sforzo potevamo esserlo.
L'esempio di Liber: mancanza di spazio e quindi rinuncia alla differenziata (eccetto che per la carta) mi sembra tutto sommato perdonabile, soprattutto se, come immagino (mi scuserà se sbaglio) lei vive sola e quindi il "danno" è ridotto al minimo.
Però, siccome da quello che dice, una coscienza dimostra di averla, cerca di essere coerente in altri ambiti. Cioè dove può, o dove, valutando in buona fede e non secondo il proprio comodo, non gli costa un sacrificio troppo pesante.
Conclusione: Liber non è una persona coerente al 100%, ma che cerca di esserlo quando può.
Dato che siamo d'accordo che la coerenza assoluta non esiste, non sarebbe forse già un buon risultato se tutti agissero secondo questo principio?
Liber mi perdonerà se ho preso spunto dal suo commento per tentare di dare una risposta alla domanda di cui sopra, anche se quello che ho detto non dovesse rispondere a verità. Si fa per ragionare, e questo stiamo facendo.
Dario, a parte che quello che ha fatto il costruttore è illegale e punibile. e già qua c'è un confine, un bel confine. perchè la scelta del bus/auto e differenziata in monolocale o meno sono già su un altro piano.
RispondiEliminaNon tutto è lasciato alla scelta personale, certe cose sono illecite e c'è una ragione, proprio perchè la legge riconosce che il danno agli altri è tale da dover porre un limite che non sia quello messo individualmente ma uno unico per tutti. Sono due piani diversi, non si può equiparare una scelta personale con un atto illecito.
tu per me dai troppa responsbilità al singolo. Il singolo può contribuire in bene o in male, ma sono le leggi, i servizi, che fanno la differenza. non possiamo prenderci la respondabilità di tutto l'inquinamento, semplicemente perchè non abbiamo il potere in mano. i veri sprechi andrebbero stroncati dall'alto (a proposito di responsabilità cittadino/governanti, ho un amico che lavora all'inceneritore... sai che fine che fa qui gran parte della differenziata... meglio che non te lo dico...)
possiamo impegnarci a essere cittadini abbastanza buoni, ma sentirsi in colpa perchè si prende l'auto mi pare troppo!
e chi prende l'auto non vanifica l'impegno di chi va a piedi, perchè cmq è una macchina in giro contro 2.
e poi dobbiamo vivere, e vivere sereni. siamo fortunati ad essere nati in un paese ricco, godiamecelo anche nelle piccole comodità, cercando di non sprecare, di fare le piccole scelte giuste che riusciamo e appoggiamo i politici che hanno attenzione per certi temi e accettiamo eventuali limiti posti, questo è il nostro compito.
Per me tu sei troppo estremo. Addossi troppa responsabilità al singolo.
Dario se solo tutti gli occidentali si impegnassero la metà di quello che fai tu... e soprattutto se i governi facessero il loro lavoro in proprosito.. saremmo già a buon punto...
bello il pesco :)
(chiudo altrimenti povera Artemisia...!! ciao!)
Io penso la coerenza tra azioni e parole sia una delle cose più importanti che esista. Non solo a livello morale - concetto assente, pare, nella mente di molta gente -, ma anche concretamente. L'incoerenza è uno dei peggiori mali che affliggono codesto mondo, poiché tutti - o quasi tutti - non ne conoscono il significato. Parlano, discutono, conversano, sproloquiano, ma quando agiscono sono un altro individuo. Perdono ogni simbolo evocativo, e diventano anime senza ragione.
RispondiEliminaNel mio piccolo, tento sempre di restare il più coerente possibile; ma ogni uomo ha debolezze incolmabili. Ergo, è impossibile non essere incoerenti.
Ma sai cosa diceva Ralph Waldo Emerson?
"Una stupida coerenza è l'ossessione di piccole menti, adorata da piccoli uomini politici e filosofi e teologi. Con la coerenza una grande anima non ha, semplicemente, nulla a che fare. Tanto varrebbe che si occupasse della sua ombra sul muro. Dite quello che pensate ora con parole dure, e dite domani quello che il domani penserà con parole altrettanto dure, per quanto ciò possa essere in contraddizione con qualunque cosa abbiate detto oggi."
Lorenzo
No, no, Liber, continuate! E' così bella la vostra discussione!
RispondiEliminaIo però mi sento in colpa delle mie incoerenze. Forse sbaglio ma non ne posso fare a meno. E' questo senso di colpa che mi fa migliorare passino dopo passino, giorno dopo giorno. E quello che dapprima scartavo perchè stava al di là del mio limite di rottura, una volta provato a farlo vincendo la pigrizia, mi accorgo che non era poi questo sforzo tremendo e sono contenta.
Sono d'accordo con te, Liber: per ogni volta che evito di prendere il motorino e vado in bici o in bus, è sempre comunque un motorino in meno che circola.
Sono interessata anche al discorso della differenziata che va a finire nell'inceneritore.
beh, quello dell'inceneritore credo che abbia radici nel fatto che nella nostra legislatura la spazzatura bruciata è assimilata a fonte rinnovabile. quindi beneficia di aiuti economici (cip6 o qualcosa del genere) così gli inceneritori hanno interesse a bruciare il più possibile in temini di massa.
RispondiEliminaqui parte della differenziata, se non viene venduta o ceduta ad una ditta di riciclaggio, viene bruciata, diciamo che spesso non si sforzano troppo a trovare chi la piglia, tanto non ci perdono, guadagnano lo stesso. così mi dice l'amico, che è fra i responsabili della gestione (non è lui che sceglie ovviamente)
ciao :)
Sì la cosa del CIP6 la sapevo. Grazie.
RispondiEliminaArte, lo so che non c'entra nulla, però riprenditi Calvino, quello meno conosciuto , leggi ad esempio "Se una notte d'inverno un viaggiatore". E' un libro geniale ed affascinante nel quale perdersi per tornare sempre da capo. Io, Calvino , l'ho scoperto tardi come altri autori d'altra parte, ma per queste scoperte devo ringraziare Belphagor. A volte mi chiedo come ho fatto a generare un genio !?! :o)))
RispondiEliminadario: la morale, per fortuna, non esiste. E' solo un concetto dell'uomo che vive nel suo tempo. La morale di oggi è contrapposta a quella di domani ed è differente da quella di ieri. Spesso gli uomini più interessanti non si ritrovano nella morale del proprio tempo, ed è per questo che sono uomini interessanti.
RispondiEliminaNon credo che l'etica sia compatibile all'uomo, ma dipende da quale tipo di etica.
Per fare un esempio spicciolo: l'etica del non fare male agli altri, comporterebbe davvero ad un'ascetismo impossibile quasi da concepire.
Questo ovviamente dal mio punto di vista che, per fortuna, non rappresenta niente nel vasto mondo delle ipotesi.
Ad Alice piace dire delle cose forti. Dette cosi' in estrema sintesi appaiono semplicemente provocazioni. Magari invece c'e' dietro una profonda riflessione.
RispondiEliminaSe la morale non esistesse davvero, avrei gia' ucciso diverse persone. Ultimo della lista: il dirigente sportivo che impedisce a mio figlio di andare a giocare nella squadra dove giocano i suoi amici. A questa persona mi piacerebbe proprio riservare il trattamento che Giuditta riserva ad Oloferne nel dipinto che ho scelto come avatar. Magari non esistesse la morale! :-)
Alicesu, io ho un mio pensiero un po' diverso dal tuo, ma non me la sento di intavolare una discussione a riguardo. Gia' sono logorroico su temi ben piu' semplici!
RispondiEliminaLiber... ma quello che fanno con il riciclabile e' illegale!!! e allora, io mi chiedo, per quale motivo bisogna differenziare se una volta differenziato tutto va a finire nell'inceneritore?
Guarda che il parallelo con quello che succede sul mio giardino e' straordinariamente calzante.
Credo che sia illegale bruciare plastica nell'inceneritore. E lo e' anche buttarla come materiale per riempire giardini riportati. E credo che bruciare il riciclabile rende vana la raccolta differenziata cosi' come il mio sforzo per utilizzare metodi biologici e' reso vano dalla diossina che c'e' gia' nel terreno.
Parlando di cose serie, tanto per precisare, il mio giardino e' stato alzato di un paio di metri da una parte ed e' stato addirittura abbassato di un po' dall'altro (vivo in montagna). E' un giardino piuttosto piccolo (36mq), e quello che ho fatto e' stato letteralmente togliere a braccia con zappa, pala e carriola i primi cinquanta centimetri, filtrarli (dai sassi, oltre che dai rifiuti del cazzone di costruttore), e rimettere la terra buona, e poi acquistare sacchi di terriccio (50 sacchi da 80 litri!!!) per rimpiazzare il materiale asportato. In totale quindi ho sollevato a braccia diciotto metri cubi di terra. Considerando che la terra (sassi compresi) pesa ben piu' dell'acqua (infatti va a fondo), e che un metro cubo di acqua pesa una tonnellata, in totale ho sollevato a braccia ben piu' di diciotto tonnellate di materiale. Dopodiche' ho separato (perche' io faccio la raccolta differenziata) i sassi (che ho rovesciato in luogo appropriato a circa trecento metri di distanza, percorrendo con ottantasette viaggi con carriola ventidue gradini e una lunga discesa - il ritorno per fortuna era a carriola vuota), la plastica, il ferro e il legno. Tutto il resto nell'indistinto. Ho riempito cinque sacchi (di quelli neri, per intendersi) di plastica, un po' meno di altri materiali. Piu' di cosi' non ho fatto, e adesso sono sicuro di avere mezzo metro di terreno buono, ma sotto, sul lato a valle non ho la minima idea di che cosa ci sia. Per dare un'idea di che cosa ci ho trovato dentro: una camicia, uno stivale di gomma da pescatore, un secchio (vuoto, ma con qualche rimanenza) di idropittura murale, un guanto di pelle, un ombrello, qualche bottiglia di plastica, delle quali una ancora piena e sigillata, un'infinita' di pezzetti di quei tubi di plastica che usano gli elettricisti. Questo solo per elencare un po' di roba "tossica" perche' sassi e legno... chesso'... ho trovato delle tazzine da caffe', ad esempio. Dei pezzi di quei ferri che servono per fare i cementi armati. Per non parlare di mattoni rotti, forati, pezzi di piastrelle che non appartengono a nessuno degli appartamenti del condominio (segno inequivocabile che hanno preso tutto quel materiale altrove e l'hanno portato coscientemente li' per riempire il mio giardino!).
Bene, e tu mi dici che questo e' illegale. Lo so anch'io che e' illegale, e allora che faccio? Denuncio? Tieni conto che nella famiglia del costruttore ci sono due avvocati dei quali uno e' assessore.
Francamente penso che mi accontento del mio mezzo metro di terra buona. E mi mangio le mie pesche alla diossina.
Okay, ma ora, finita la premessa (sorry per la logorrea), volevo cercare di spiegare il mio punto, che forse non si e' capito del tutto.
Allora, io non penso che sia un problema di legalita', come dici tu, ne' di morale/etica come dice Alicesu. Piuttosto, assodato che una cosa bisognerebbe farla (ad esempio riciclare), quel che voglio dire e' che se il valore di quella cosa e' dato dal fatto che TUTTA la collettivita' agisca in un determinato modo, allora bisogna agire in quel determinato modo, altrimenti lo sforzo degli altri diventa vano.
Faccio un esempio volutamente estremo. Tu dici, e Artemisia conferma, che se invece di usare il motorino oggi uso la bici e' sempre un motorino in meno. Bene, e' vero e siamo tutti molto contenti. Ma se il signor Mario Rossi muore di cancro al polmone causa inquinamento della citta', il fatto che ci sia in circolazione un motorino di meno non cambia le cose, lui continuera' a morire di cancro per inquinamento della citta'. Se invece TUTTI andassero in bici, la citta' non sarebbe inquinata e Mario Rossi non morirebbe di cancro. Okay, esempio idiota che fa acqua da tutte le parti, ma se invece consideriamo l'effetto serra causato dal CO2 che la mia auto produce, ebbene, secondo me siamo ad uno stadio tale che TUTTI dovremmo darci una forte regolata. Okay, se io prendo la macchina una volta di meno allora l'aria e' un po' migliore, ma la riduzione dell'effetto serra si ottiene con misure di gran lunga piu' restrittive, e che non possono essere affidate sulla buona volonta' della gente, e nemmeno sulla morale, sull'etica e sulla legge, ma su un cambiamento drastico dello stile di vita globale.
Tutto questo c'entra poco con il tema del post. Quel che pero' mi da' fastidio di tutto questo e' che tutto venga affidato sulla buona volonta' della gente. Vale poco, perche' se io, te, Artemisia e Alicesu siamo tutti belli buoni e bravi, ci sono tanti che invece regolano il proprio punto di rottura dove cavolo gli fa comodo e cosi' riescono a mettersi a posto la coscienza vanificando il lavoro di molti, tipo quell'idiota del costruttore o quelli che gestiscono l'inceneritore del tuo amico.
Spero di essermi spiegato meglio, ora.
;-) e spero di non essere stato logorroico al punto di aver superato il tuo punto di rottura prima di finire di leggere il mio messaggio.
Dario, ti trovo in gran forma!
RispondiEliminaAridaje con i massimi sistemi!
OK stiamo tutti aspettando con ansia la rivoluzione che tu auspichi ma nel frattempo che facciamo?
Lo so che si muore di cancro lo stesso anche se io vado in bus ma almeno posso dire che la mia parte l'ho fatta (aridaje col colibri', ognuno c'ha le sue fisse).
Non e' che ti stai autoassolvendo anche tu? Se da casa tua prendere i mezzi pubblici e' improponibile, tranquillizzati. Vorra' dire che sarai (e lo sei) piu' virtuoso su altri aspetti come quello dell'orto o della spesa al GAS.
Riguardo a quello che dice Liber sull'inceneritore non mi meraviglia affatto. Un assessore regionale a Terra Futura spiego' che se una partita di vetro o di plastica ottenuta con la raccolta differenziata non e' sufficientemente buona (metti che ci siano troppi elementi estranei) non e' commercialmente valida. Le aziende non se la pigliano. E allora, mi immagino che vada a finire in discarica o, se c'e', nell'inceneritore. Liber aggiunge che i gestori dei rifiuti probabilmente non si sforzano tanto di trovare a chi vendere quella partita perche' piu' bruciano e piu' contributi CIP6 ottengono. Credo davvero che sia cosi'.
Per questo io sono contraria agli inceneritori. Non per quelle stupidaggini allarmistiche del Montanari che non sono affatto provate, ma perche' una volta costruito un inceneritore soprattutto grazie ai contributi che prende non c'e' nessun interesse a fare la raccolta differenziata che quindi va a farsi friggere.
:-) Massimo e Sistema sono i miei secondo e terzo nomi.
RispondiEliminaLo so, intanto che scrivevo sono finito sui miei massimi sistemi, ma ribadisco ancora una volta per essere proprio chiaro chiaro. La domanda e' come si fa a lasciare il diritto a ciascheduno di stabilire quale sia il proprio punto di rottura? Guarda che la domanda e' cruciale perche' il punto di rottoura determina il fatto che se non lo superi sei a posto con la coscienza. E allora basta regolare opportunamente il potenziometro del punto di rottura per autoassolversi nel momento in cui si butta una bomba atomica.
Quel che dice Liber non mi e' nuovo nemmeno a me. Certo mi chiedo che cosa succederebbe se non ci fossero gli inceneritori. Posto che comunque una parte di indifferenziato rimane, anche ad essere integralisti come certi fondamentalisti islamici, di quell'indifferenziato che cosa si fa? Discariche? Ma le discariche non sono peggio degli inceneritori? Boh.
E poi che mi dici di quegli impianti tipo Brescia che vengono descritti come "virtuosi"? Non lo sono?
Poi, un'altra cosa. Io, oltre la differenziata (parlando di colibri', e non di massimi sistemi!!!) cercherei di spingere invece altre cose che funzionano meglio. Cioe' il riuso. Ad esempio l'acqua in bottiglie di vetro (sempre che non usi quella del sindaco). Sono decenni che non butto un sacchetto di plastica, ad esempio. E scelgo i prodotti con meno imballo possibile. Ultimamente sto cercando di portare all'estremo questo discorso e finisce che ho ridotto drasticamente, oltre all'indistinto che era gia' poco poco, anche il riciclabile.
Si', del riuso e del riutilizzo ne abbiamo gia' parlato e siamo d'accordo che sono prioritari.
RispondiEliminaSull'inceneritore di Brescia ne ho sentite diverse. Il discorso sarebbe lungo. Comunque anche con l'inceneritore rimane un 25% di residuo (le ceneri) che non e' facilmente smaltibile.
Dario, stavo pensando che anche nel nostro giardino la terra e' piena di schifezze (infatti ci crescono solo le erbacce). Non e' che c'hai un finesettimana libero? :-))))
Be', io per schifezze intendevo altra roba, non le erbacce, ma, in ogni caso, per darti una risposta, io dietro pagamento faccio qualunque cosa, una volta pattuito il conquibus ;-)
RispondiEliminaGia' che ci sono aggiungo una cosa.
Informandomi riguardo alla situazione disastrosa del mio giardino, ho scoperto che praticamente tutti i costruttori utilizzano queste pratiche. Il problema e' ovviamente piu' evidente dove c'e' terreno riportato in muri di contenimento, ma c'e' anche altrove, visto che comunque bisogna riempire dove si fanno gli scavi per le fondamenta.
Io non escluderei che sotto le erbacce del tuo giardino ci sia della immondizia lasciata li' dai costruttori di quell'edificio. Alla faccia di chi come me, te e Liber dice che e' illegale!
E infatti io non intendevo le erbacce, intendevo proprio "corpi estranei" nella terra. Non come quelli che hai descritto tu ma pezzi di plastica, tappini, cocci, ecc.
RispondiEliminaIo non ho detto che e' illegale perche' non me ne intendo quanto l'ingegnera Liber.
:-) allora, fai un'offerta tu o devo farti io una richiesta?
RispondiEliminaciao, un saluto solo per dire che ho letto il segioto! :)
RispondiElimina;-) stoica!
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