mercoledì 17 febbraio 2010

Ma chi lo deve dare il buon esempio?

Forse perché sono un po' ansiosa ma se c'é una cosa che mi irrita è la mancanza di puntualità. Un contrattempo può succedere a tutti ma quelli che arrivano sistematicamente in ritardo mi fanno imbestialire. La trovo una grande mancanza di rispetto. E' come se il loro tempo valesse di più di quello delle persone che li stanno aspettando. Forse perché hanno succhiato quest'ansia insieme al latte, i miei figli sono piuttosto puntuali (ma per fortuna non ansiosi come la mamma).
L'altro giorno il grande mi raccontava invece che i suoi amici, con i quali fa insieme la strada per andare a scuola, sono sempre in ritardo di dieci, quindici, venti minuti e talvolta addirittura saltano la prima ora. Mio figlio alla fine ha smesso di aspettarli e se, ad una certa ora non li vede arrivare, si incammina. Gli ho chiesto che cosa succede quando arrivano a scuola in ritardo e pare che alcuni insegnanti si arrabbino mentre la maggior parte lascia correre. Gli ho chiesto cosa dicono i genitori quando devono giustificare l'ora saltata e pare che non battano ciglio. D'altra parte, a quanto mi dice mio figlio, anche gli insegnanti non sono puntuali. Si va dai cinque/dieci minuti della maggior parte ai venti/trenta di una in particolare.
Sarò moralista ma mi turba il pensiero che se, come auguro loro, questi ragazzi prima o poi lavoreranno, difficilmente potranno non rispettare un orario. Non a caso mio figlio mi ha chiesto: "E' vero che al lavoro se uno arriva in ritardo gli tolgono una parte di stipendio?" "Dipende dove lavori. Chi te lo ha detto?" "Il Mister. Dove lavora lui fanno così".
Ecco, prima che ci sbattano la testa, non sarebbe il caso di abituarli sin da piccoli che la puntualità non è un optional?
Se non lo danno gli adulti di riferimento (famiglia e scuola), chi lo deve dare il buon esempio?

29 commenti:

  1. Quella della puntualità è una cosa che proprio mi fa imbestialire. E il primo esempio, oltre a quello dei genitori, lo da la nostra televisione. Gli orari dei programmi sono un'indicazione di massima, un "circaquasicome'.
    Io non ho ansia quando ho un appuntamento. Solo una frase di uno dei miei figli anni fa mi ha fatto pensare: "Papà, sei in ritardo!!! dovevi venire alle 12.30 e sono le 12.25!!!".
    In effetti se ad un impegno non arrivo almeno 15 minuti prima mi sento in ritardo, Magari quei 15 minuti li passo in strada ad aspettare l'ora giusta...
    Pace e benedizione
    Julo d.

    RispondiElimina
  2. Anche a me fa imbestialire, per le stesse ragioni che dici tu.

    Una volta, alle prove per una serata di pianobar, la cantante mi ha dato un ritardo di ben tre ore (cioe', dico, tre ore!). Pero' era proprio carina, le si perdonava tutto.
    ;-)

    RispondiElimina
  3. La vostra puntualita' la si vede anche dall'orario dei commenti :-)
    Buona giornata a tutti e due.

    RispondiElimina
  4. ;-) mi hai scovato eh?

    E' bello sapere che c'e' gia' qualcun altro in giro a quest'ora del mattino!

    RispondiElimina
  5. io faccio un lavoro dove non ho l'obbligo di timbrare o rispettare un orario rigido... e infatti lavoro molto più di quello che dovrei. Per anni - e in ogni caso ne sono ancora convinto - mi sono detto che era meraviglioso potersi muovere senza l'ansia di arrivare in ritardo. Poi ho tirato le somme e ho scoperto che ero quasi sempre in anticipo, perché odio fare tardi: concordo con te, in ogni caso. Conosco persone che sono sempre in ritardo e ritardano anche sul ritardo... ed è snervante... ciao

    RispondiElimina
  6. Io sono un puntuale senza ansia: da buon pigro, penso che organizzarsi per arrivare in orario sia meno faticoso che disorganizzarsi per arrivare tardi:-)
    Anch'io considero il ritardo degli altri una mancanza di rispetto, e la cosa mi indispone sempre assai.
    Però sono anche cosciente che la puntualità è un concetto quasi solo occidentale e legato più spesso ad un concetto di efficienza che di praticità...e se uno fosse meno stressato patirebbe di meno la questione.
    Al proposito, ci sono splendide pagine di Kapuzinski in "Ebano" riguardo ad attese di autobus sulle piste africane, dove il margine di tolleranza rispetto alla puntualità si misura in giorni...ed a me è capitato in Brasile, vent'anni fa, che una partita di calcio "italiani contro locali" convocata per una certa ora di un certo giorno finisse per svolgersi semplicemente il giorno dopo senza che nessuno se la pigliasse...:-)

    RispondiElimina
  7. Mah... io piu' modestamente credo che l'ansia si generi quando c'e' il rischio effettivo di arrivare in ritardo ad un appuntamento dove qualcuno sta aspettando.
    Mica e' una questione di efficienza. Se sono mio malgrado in ritardo ad un appuntamento la prima idea che mi viene e' "poveraccio, quello e' li' ad aspettare me, mentre io sono in ritardo!", cosa che mi porta alla riflessione "se io fossi nei suoi panni mi girerebbero i coglioni!". E questa cosa genera ansia.

    In una societa' in cui le convenzioni fossero diverse e gli appuntamenti in genere non fossero fissati in modo preciso, non sarebbe necessario arrivare in orario, ma non sarebbe nemmeno necessario che l'altro aspetti a proprio quell'orario.

    Quello che mi fa girare le scatole e' quando uno non rispetta le convenzioni stabilite esplicitamente oppure implicitamente. Di conseguenza cerco in ogni modo di rispettarle io.

    RispondiElimina
  8. Concordo, essere puntuali è in primo luogo segno di rispetto nei confronti degli altri e naturalmente l’esempio lo devono dare gli adulti ai ragazzi.
    Detto questo, ho però la convinzione che la puntualità del mattino (e solo quella!) sia purtroppo un’inclinazione personale che potrà essere guidata, domata, indirizzata, incanalata, repressa, persuasa, ma il risultato sarà sempre “forzato”.
    Da bambina mio padre si svegliava di default alle 6 anche la domenica (retaggio di anni di collegio?) e la mia mamma giusto mezz’ora dopo; seguiva il mio fratellino e sempre ultima la sottoscritta. Risultato : genitori puntualissimi sul lavoro e figli puntualissimi a scuola.
    All’epoca i bambini andavano a letto dopo Carosello e io passavo intere notti con la pila sotto le coperte a leggere perché non avevo sonno.
    Alle superiori facevo notte sui libri in vista dei compiti in classe, mentre mio fratello ripassava puntando la sveglia all’alba. E così siamo rimasti da adulti. A me col lavoro è andata bene perché ho un orario flessibile: entro alle 9 e mi “spazzano via” le signore delle pulizie e devo dire che il mio dirigente apprezza molto il fatto di avere una risorsa su cui contare dopo le 18, quando i colleghi entrati alle 7,30 sono scomparsi da un pezzo.
    Concludo dicendo che ho salutato con gioia l’iscrizione di mia figlia all’Università, dopo essermi dovuta svegliare per anni per prima combattendo per farla arrivare puntuale a scuola (mi somiglia...)
    Buona giornata a tutti
    Dolores

    RispondiElimina
  9. Anche io in genere sono puntuale, e se per caso mi capita di non esserlo, vado in ansia. Non mi piace far aspettare la gente, la trovo una mancanza di rispetto.
    Continua quindi ad edcuare come fai i tuoi figli e pretendi dagli insegnanti che lo siano anche loro. Mi sembra proprio il minimo, anche perchè se poi non lo sono gli alunnti: apriti cielo!!! Due metri e due misure.
    Un abbraccio

    RispondiElimina
  10. Quello che racconta Lupo e' interessante e capisco che in certe societa' il concetto di tempo sia ben diverso dal nostro. Pero' se la nostra societa' da' un valore economico al tempo, giusto o sbagliato che sia, bisogna adeguarsi. Se poi si e' fortunati e si trova un lavoro dove c'e' l'orario flessibile e non si deve render conto a nessuno se non a noi stessi, meglio.

    RispondiElimina
  11. Penso anch'io, come Dario, che la puntualità è connessa a una cultura che prevede appuntamenti. Certo che se vivessi in Africa, come dice Luposelvatico, il punto di vista cambierebbe, nel senso che si può vivere anche senza fissare orari: ci si vede quando ci si incontra, prima o dopo non importa.
    Mi volevo invece fissare un attimo su un altro aspetto, ed è della scuola come istituzione. Qui non è più una questione interpersonale di rispetto reciproco, ne va piuttosto del funzionamento di un pubblico servizio, e trovo davvero gravissimo che ci siano insegnanti che arrivano in ritardo ed anche che tollerino ritardi ingiustificati degli studenti. Voglio cioè dire che qui ci sta di mezzo l'intera comunità, così che la mancanza di rispetto è verso tutti, è analoga, seppur certo meno grave, della violazione della legge.

    RispondiElimina
  12. La buona educazione in questo povero Paese non è più una virtù e il degrado comincia anche dalle piccole cose come non rispettare l'orario o non cedere il posto in autobus, poi l'arroganza diventa la norma.
    Brava Artemisia che puntualizzi sempre questi piccoli problemi, ma che piccoli non lo sono proprio.

    RispondiElimina
  13. In effetti, Artemisia, ho pensato anch'io all'orario flessibile. Da qualche tempo ce l'ho, e ce l'ho avuto anche nel mio precedente posto di lavoro. Non l'ho mai utilizzato perche' mi ha sempre fatto piu' comodo arrivare prima per potermene andare piu' presto, ma e' una questione di scelte.

    Il punto e' che se c'e' l'orario flessibile, il ritardo non e' un vero ritardo, a meno che ci si mette esplicitamente d'accordo con qualche collega su un impegno comune. Se c'e' l'orario flessibile e' come nell'Africa dell'esempio di Lupo, nessuno e' tenuto ad arrivare in orario, e quindi nessun altro e' tenuto ad aspettarlo.

    RispondiElimina
  14. Sono d'accordo con Vincenzo: il ritardo degli insegnanti e' ancora piu' grave.

    Dario, orario flessibile cioe' significa anche la liberta' di arrivare prima. Pensa pero' a chi veramente non ha orario. Metti uno scrittore o un artista che riesce a mantenersi con le sue opere. Ottima cosa ma appannaggio veramente di pochi fortunati.

    Mettiamo da parte un attimo il lavoro e pensiamo a chi ha figli piccoli. Non ci si puo' permettere di arrivare tardi a ritirarli al nido o all'asilo. Una volta lo puoi fare ma se lo fai sempre alla fine chiamano i carabinieri per abbandono di minore. Insomma la vita prima o poi ti chiede conto.

    RispondiElimina
  15. ;-) mi sembra di poter concludere che e' bene riuscire a rispettare gli orari che noi stessi, la buona creanza o l'ambiente ci impone, ma, se non desse fastidio a nessuno sarebbe bello potersi giostrare i tempi come piu' ci pare.

    RispondiElimina
  16. benchè sia abbastanza tollerante con i ritardi (a volte si fanno cento cose e ci si incasina) trovo che la puntualità sia il primo segno di rispetto verso l'altro e di affidabilità della persona. e infatti, anche se qualche volta mi accade, odio essere in ritardo.
    quando l'anno scorso ho tenuto tante lezioni di un corso lungo con ragazzi giovani, ero allibita dai ritardi continui, all'orario d'inizio c'era metà classe. Tanto che un giorno mi sono trovata a dir loro che la puntualità è il loro primo biglietto da visita.
    Era incredibile la non chalance con cui arrivavano dieci minuti, quindici, in ritardo, mi laciava veramente allibita.
    Che lo faccia un docente però, mi lascia ancora più allibita. Se succede spesso lo trovo veramente intollerabile e inaccettabile.

    RispondiElimina
  17. Se c'è una cosa che non sopporto è chi arriva in ritardo per abitudine: lo trovo una mancanza di rispetto verso il prossimo e proprio non mi va giù. L'esempio ai giovani va dato dalla famiglia in primis, ma anche dalla scuola e dall'ambiente dove i ragazzi fanno sport. Gli adulti, tutti gli adulti, hanno il DOVERE d'essere un buon esempio EFFETTIVO non a parole, così i ragazzi vedono, assorbono e imparano a comportarsi nello stesso modo. Il rispetto chiama altro rispetto. Questa è una regola di vita a casa mia.
    Saluti

    RispondiElimina
  18. Io sono una puntuale cronica! la mancanza di puntualità mi manda in bestia. Comunque se i professori arrivano in ritardo sono ca..i loro. Forse non si ricordano di essere responsabili PENALMENTE di eventuali incidenti che accadano mentre non sono presenti in classe nella loro ora?
    L'esempio lo dovrebbe dare la famiglia da piccoli e la scuola dovrebbe seguire appena li accoglie.
    marina

    RispondiElimina
  19. Com'e' che qui non c'e' neanche un ritardatario? I ritardatari tacciono per vergogna?

    RispondiElimina
  20. Infatti, com'e' che tutto intorno a me ci sono fascisti, leghisti, ignoranti, ritardatari... ma nessuno di questi sta nel tuo blog?

    RispondiElimina
  21. Pubblico selezionato, caro Dario.
    :-)))

    comunque i ritardatari sono bipartisan, credo.

    RispondiElimina
  22. Mah... magari pubblicheranno qualche commento solo tra qualche settimana...

    RispondiElimina
  23. Non credo proprio che tacciano per vergogna, magari si vergognassero!
    Di solito sono persone serenamente maleducate, che non si sforzano nemmeno di scusarsi.
    Tralascio i ragazzi, che forse devono ancora trovare la piena maturità, ma per gli adulti si tratta di maleducazione e basta.
    Partecipo spesso a corsi di formazione nei quali qualche collega adulto, non pago di arrivare in ritardo, dilatata pause caffè e pause pranzo con olimpica serenità, rientrando in aula senza alcuna considerazione nè per la docenza esterna (che figura...) nè per i colleghi che sono in aula da un pezzo e provano vergogna per il suo comportamento. Il ritardatario è comletamente a suo agio.
    Saluti
    Dolores

    RispondiElimina
  24. "olimpica serenita'" e' un gioiello
    ;-)

    RispondiElimina
  25. io arrivo sempre in anticipo a scuola e controllo con fermezza i ritardi dei miei alunni, che devono giustificare il giorno dopo,
    è una delle regole della scuola e deve essere rispettata
    purtroppo non tutti sono come me, ma quest'anno ho la fortuna di lavorare con colleghe che sono ancora più fiscali di me
    Comunque spesso sono proprio i genitori a non preoccuparsi minimamente dei ritardi dei loro figli e non firmano neppure i voti che gli scriviamo sul libretto apposito
    Forse è più comodo così ma non fai certo il bene dei ragazzi e non insegni loro ad essere responsabili!

    RispondiElimina
  26. Arte, se non sapessi che è impossibile non volermi bene, non scriverei quanto segue xD

    Io sono un inguaribile ritardatario. Non da ore o mezze ore, ma i 5, 10 minuti accademici con me ci sono sempre.
    Credo sia proprio nel mio DNA: anche se ho tutto il tempo per organizzarmi per arrivare in orario, arrivo in ritardo.
    È che proprio a me piace la lentezza, non so che farci.

    Certo, sul lavoro la puntualità è importante. E lì evito di arrivare in ritardo, traffico o imprevisti permettendo. Ma, non vogliatemene, mi mettono ansia le persone che chiamano o mandano l'sms "dove sei?" dopo appena 2 minuti oltre l'orario stabilito per un aperitivo... e che cavoli, ragazzi, rilassatevi; portatevi un buon libro (che con me non manca mai) e magari nell'attesa accrescete un po' la vostra cultura!

    RispondiElimina
  27. ps: comunque ormai i miei amici mi conoscono... e anche molti della mia comitiva sono ritardatari, per cui ci troviamo sempre insieme... in ritardo! XD

    RispondiElimina
  28. Oh finalmente qualcuno che fa outing.
    E' davvero impossibile non volerti bene, Marco. :-)

    RispondiElimina
  29. Una cosa è la puntualità e un'altra cosa è una mania:quelli che telefonano o mandano un sms per sapere dove sei tre minuti dopo l'ora fissata non sono puntuali, sono stressati, soprattutto se l'appuntamento era per un aperitivo. Ricordano tanto Carlo Verdone quando faceva Furio...
    Ciao
    Dolores

    RispondiElimina