venerdì 11 marzo 2011

Mal'aria invernale

Tutti gli anni verso gennaio torna alla ribalta l'inquinamento delle città e si ritorna a parlare di sfondamento dei limiti previsti dalla legge, provvedimenti antismog, centraline, ecc. Mi sono sempre chiesta perché quest'argomento durante il resto dell'anno passi un po' di moda e ultimamente ho cominciato a darmi delle risposte. Una prima cosa da considerare, per quello che ho capito, è che ci sono vari tipi di inquinanti. Contro alcuni si è già fatto molto, come il monossido di carbonio che era la bestia nera un decennio fa e che ora pare che sia un problema abbastanza marginale, mentre per altri non si è ancora trovata la soluzione, come per le polveri sottili, dal PM10 in giù, che sono al centro dell'attenzione in questi ultimi anni.
Come continua a ripetere il mio sindaco (assai poco incline a scoraggiare l'uso dell'auto), il traffico veicolare incide solo per un terzo sulla produzione di polveri sottili. Gli altri due terzi pare siano imputabili alle attività industriali e al riscaldamento. Renzi cita, per dimostrare ciò, la giornata di sabato 18 dicembre (successiva alla grande nevicata e per questo con traffico quasi inesistente) quando le centraline di controllo hanno registrato uno sfondamento dei limiti dovuto appunto al massiccio uso del riscaldamento.
Ma anche le caldaie a metano inquinano? Pare di sì, ovviamente molto meno di quelle a gasolio. Da quello che ho capito, ogni combustione di qualsiasi tipo produce sostanze inquinanti. Il fattore riscaldamento spiega il perché d'estate, quando pure l'aria è molto pesante, non si parla tanto di inquinamento.
Un mio collega ricercatore, che studia il particolato atmosferico, mi ha detto che hanno rilevato forti produzioni in corrispondenza di stufe a pellet ed anche di camini. Ma come, il nostro romantico focolare che fa tanto atmosfera? Lo conferma anche il Dott. Tomasi, del Dipartimento di Prevenzione della USL di Lucca, che, intervistato a Controradio, afferma che bisogna purtroppo sfatare questo mito che bruciare legna sia ecologico, "basti pensare che bruciare un kg di legna è come fare 217 km con un'auto a benzina Euro 0".
E allora dobbiamo spengere i camini? Magari intanto abbassiamo il termostato del riscaldamento (l'ordinanza comunale a Firenze prevede di non superare i 18 gradi, che non è tanto, ma è di sicuro più che sopportabile) e, se possibile, bisognerebbe cercare di eliminare le dispersioni con interventi di coibentazione delle case. Gli edifici pubblici però dovrebbero dare il buon esempio. I miei figli si sono sempre lamentati di quanto sono surriscaldate le varie scuole che hanno frequentato, per esempio. Nella puntata di Ambiente Italia del 5.2.2011 è stato fatto un esperimento termometro alla mano ed sono stati rilevati anche 25 gradi in un ufficio pubblico a Milano, senza contare la vergogna dei negozi con la porta aperta (è stato mostrato come dai 4 gradi misurati all'esterno si passi ai 22 misurati appena entrati in una profumeria). Altro che caminetti!

4 commenti:

  1. Ciao, grazie per essere passata da me.
    Mi succede che argomenti come questo di cui parli tu oggi ma tanti altri mi stanno "distruggendo"...
    Sono bloccata perché non ho la forza di agire con determinazione e in prima persona contro tutto ciò che non va e dall'altra non ho nemmeno la capacità di estraniarmi e coltivare con amore il mio "orto".
    E' un periodo di inettitudine, pigrizia e disperazione...
    Che dire? Passerà!
    Un saluto affettuoso.

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  2. Accidenti, Alchemilla! Ammirevole il trasporto con cui vivi queste cose. Capisco il tuo scoramento e in un certo sento provo anch'io qualcosa del genere. Penso però che bisogna farsi una corazza, altrimenti a che serve stare male e basta? Coraggio! Un abbraccio.

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  3. Sono appena stato a Bologna per tre giorni e ne sono tornato sfiancato dall'infernale caldo dei luoghi chiusi.
    Come mai faccio a casa mia in Sicilia, ho dormito ogni notte con la finestra aperta, dovendomi talvolta scoprire per evitare di "scoppiare" dal caldo. Tutto ciò in una camera d'albergo (ne farò un post...) con il riscaldamento apparentemente staccato. Ti lascio immaginare il corridoio, il ristorante e il resto dello stabile. Questo problema riguarda gli autobus, i negozi, gli uffici e ogni altro luogo chiuso, ascensori compresi!
    E secondo me, sempre da abitante delle zone tropicali dell'Italia, tutto ciò è esagerato e fuori da ogni logica. Alla faccia dell'inquinamento, ma soprattutto della crisi economica!

    P.S.: mi piace molto la tua frase "altrimenti a che serve stare male e basta?". Si tratta di un pensiero che faccio spesso anch'io! =)

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  4. L'espressione che fa equivalere un certo quantitativo di legna bruciata con un certo chilometraggio sarà efficace, ma in sè non ha alcun senso. La combustione è un processo complesso che non può non dipendere dalle condizioni di combustione e dal tipo di combustibile. Inoltre, molti problemi di inquinamento dipendono anche da dove avvengono. Sarebbe buona norma che gli esperti resistano alla tentazione di semplificare fino a dare informazioni sostanzialmente false.

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