domenica 4 settembre 2011

Amazzonia, addio!

In ufficio sono arrivata alla sofferta conclusione che debbo mettere a tacere i miei scrupoli di ambientalista. Il mio lavoro consiste soprattutto in maneggiare delle carte (vedi immagine a destra che ho scelto anche come desktop sul PC sul quale lavoro) e, ahinoi, nonostante qualche proclama che ogni tanto viene buttato là, posso assicurare che nella pubblica amministrazione italiana la strada per l'abbandono (o almeno la consistente riduzione) della carta è molto molto lontana. Portali web di tutti i tipi (il più delle volte fatti veramente con i piedi), posta elettronica certificata, firma digitale. Gran belle parole!
Nella sostanza ad ogni nuova norma che entra in vigore corrisponde un aumento della produzione di documenti e quindi di fogli di carta. L'intento è sicuramente quello di un maggiore controllo della spesa pubblica e questo è certamente positivo. Purtroppo però il controllo va di pari passo con l'ossessione della documentazione. Bisogna documentare tutte le spese, le scelte, le mosse. Tuttavia, alla resa dei conti, se non cambia la mentalità, se non si capisce che quello che è di tutti va trattato con più cura e attenzione di quello che è di nostra proprietà (utopia, certo), hai voglia a mettere paletti e controlli! Alla fine aumenta solo la carta!
Ci aggiungiamo inoltre la pigrizia dell'impiegato medio: è possibile che uno stesso manuale di istruzioni all'uso (udite, udite!) della firma digitale consistente in 41 pagine (peraltro tranquillamente scaricabile dalla rete) mi venga mandato due volte (prima una volta per fax e poi per posta) e per di più fotocopiato su un solo lato? Ahi, il fronteretro, questo sconosciuto!
L'altro giorno stavo firmando un mandato di pagamento di una fattura di Euro 3,24 (ripeto:trevirgolaventiquattro) e mi è venuta la fantasia di contare i fogli che erano di corredo a questa spesa "da capogiro": 1 mandato di pagamento, 2 pagine di fattura, 1 DDT, 4 pagine di ordinativo (si trattava di un articolo facente parte di una lunga lista di oggetti ordinati), 3 pagine per la dichiarazione per la tracciabilità dei flussi finanziari (legge 138/2010), per un totale di 11 FOGLI DI CARTA!!. Sempre in questi giorni ho firmato un'ordine di di acquisto per 92 Euro, fogli allegati: 21!
Con buona pace di Greenpeace e della sua campagna "Deforestazione zero", temo che l'Amazzonia ormai sia persa.

6 commenti:

  1. Come ti capisco...non è facile convivere con il proprio lavoro e l'anima ambientalista!
    E oltre la carta c'è tutto l'inchiostro...
    Speriamo sempre nel futuro!

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  2. Sembra pure a me che l'informatica nella P.A. sia servita solo per sperperare risorse e alla fine sia solo un doppione di quello che già si faceva prima e con costi aggiuntivi.
    La tua anima ecologica sicuramente ne soffre, ma sei in buona compagnia, pensa che da l'Elba mio figlio mi ha costretto a riportare a casa due scatole di rifiuti, una di carta e una di plastiche, perché dove eravamo non c'erano i bidoni per la differenziata!

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  3. Non mi meraviglia, Sileno. Quando vado in Lunigiana mi rendo conto della differenza abissale di attenzione al tema rifiuti che c'è nei piccoli comuni rispetto alla mia città (con le dovute eccezioni in entrambi i sensi, ovviamente).

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  4. Da buon informatico e rispettoso dell'ambiente non posso che darti ragione per il tuo sfogo...
    Ho pensato la stessa cosa proprio l'altro giorno quando sono andato alla posta per sistemare il conto corrente.. mucchi di carte firmate in doppia copia che non ti dico...

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  5. Impressionanti i numeri che riporti.

    Pero', giusto qualche tempo fa, mi chiedevo se e' piu' dannoso all'Amazzonia lo spreco di carta necessaria (direi che dei 21 fogli che citi almeno 20 non sono necessari!) oppure quello per la produzione dell'energia necessaria all'informatizzazione di quelle pratiche.

    Certo, dato che il pc e' gia' acceso, lo spreco di energia e' inutile, quindi non si tratta di vera alternativa...

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  6. Anche nel privato, la situazione non è migliore. Negli ultimi dieci anni ho condotto una strenua e vana battaglia per la dematerializzazione, nella mia azienda: partecipando a tutti i convegni sul tema, proponendo, stimolando...
    Lo sai che le grandi aziende di servizi (telecom, enel, eni, ...) continuano a stampare ed a mandarsi tra di loro centinaia di migliaia di bollette cartacee che lasciano poi marcire negli archivi, visto che per aggiornare la propria contabilità usano comunque "informazioni" su file e non le vanno certo a reperire sulla carta? Eppure non c'è verso di introdurre la fatturazione elettronica vera (scambio di flussi con firma digitale e marca temporale) tra chi potrebbe farla...persino l'Agenzia delle Entrate è più avanti delle aziende!

    Anzi, c'è persino qualcuno che quando parlo di "fattura elettronica" pensa che si tratti della versione PDF della fattura di carta (sigh!), e che la "firma digitale" sia...l'immagine in formato bitmap delle propria firmaaaa!! (triplo sigh!!!)

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