Tra i miei desideri di bambina, annotati scrupolosamente sul diario, vi era "di essere una fanciulla della Resistenza". Di certo risentivo dell'influenza della mia maestra che mi aveva sempre dipinto quelle vicende con un'aura epica e non capivo quanto ci fosse di quotidianamente pericoloso nell'essere, per esempio, una staffetta partigiana. Così, quando con i miei andavo su Monte Morello per i tipici picnic estivi, mi piaceva talvolta allontanarmi un po' nel bosco fino alla lapide per i caduti della Battaglia di Fonte dei Seppi e, immersa nel silenzio rotto solo dallo stormire degli alberi, fantasticavo di veder spuntare tra essi questi partigiani con il loro fucile. Solo recentemente, studiando questo territorio, ho scoperto che in quella zona nel 1944 il bosco non c'era (frutto di rimboschimenti successivi) ma solo brulla macchia. Morirono tutti i ragazzi della Brigata Fanciullacci, tutti tranne Silio Fiorelli, detto Saltamacchie, che strisciando tra i rovi e approfittando della polvere alzata dalle bombe a mano, riuscì a fuggire. Lo videro passare di corsa verso il suo paese, graffiato e stravolto, gridando "Li hanno ammazzati tutti!" Non ebbe il coraggio di dire ai suoi genitori che nella battaglia era morto anche suo fratello, Egizio.
Davvero un periodo drammatico, quello dell'estate del 1944, per il territorio di Sesto Fiorentino e di Monte Morello (come per tutta la Toscana). Nelle mie recenti perlustrazioni, mi sono imbattuta anche nella lapide che ricorda Pietro Quinteri, che non era un partigiano, ma che lasciò la vita per mano tedesca davanti alla Villa di Carmignanello, dopo aver partecipato ad un'azione insieme ai soldati alleati. Così come a Querceto ho appreso del martirio di Don Eligio Bortolotti, giovane parroco originario del Trentino, che si prodigò per proteggere i suoi parrocchiani e che fu torturato e fucilato dai Tedeschi il 5 settembre.
Particolarmente toccante la storia dei 23 bambini e del giovanissimo chierico colti dalle bombe alleate in via delle Porcellane, l'8 febbraio 1944, mentre rientravano nel Collegino di San Pietro che li ospitava. I pompieri della Manifattura di Doccia impiegarono quattro giorni per ritrovare i loro resti e di tre bambini non fu ritrovano nulla. Nessuno dei frequentatori del Cimitero Maggiore di Sesto Fiorentino mi sapeva indicare la loro sepoltura finché finalmente un anziano signore me l'ha mostrata ed ha aggiunto: "Pensi che uno di quei bambini era mio compagno alla scuola elementare."
Oggi è il 25 aprile e mi sembra giusto ricordare questi avvenimenti e queste vittime.
Davvero un periodo drammatico, quello dell'estate del 1944, per il territorio di Sesto Fiorentino e di Monte Morello (come per tutta la Toscana). Nelle mie recenti perlustrazioni, mi sono imbattuta anche nella lapide che ricorda Pietro Quinteri, che non era un partigiano, ma che lasciò la vita per mano tedesca davanti alla Villa di Carmignanello, dopo aver partecipato ad un'azione insieme ai soldati alleati. Così come a Querceto ho appreso del martirio di Don Eligio Bortolotti, giovane parroco originario del Trentino, che si prodigò per proteggere i suoi parrocchiani e che fu torturato e fucilato dai Tedeschi il 5 settembre.
Particolarmente toccante la storia dei 23 bambini e del giovanissimo chierico colti dalle bombe alleate in via delle Porcellane, l'8 febbraio 1944, mentre rientravano nel Collegino di San Pietro che li ospitava. I pompieri della Manifattura di Doccia impiegarono quattro giorni per ritrovare i loro resti e di tre bambini non fu ritrovano nulla. Nessuno dei frequentatori del Cimitero Maggiore di Sesto Fiorentino mi sapeva indicare la loro sepoltura finché finalmente un anziano signore me l'ha mostrata ed ha aggiunto: "Pensi che uno di quei bambini era mio compagno alla scuola elementare."
Oggi è il 25 aprile e mi sembra giusto ricordare questi avvenimenti e queste vittime.
Ieri ho portato mia figlia (10 anni ) a "festeggaire " questa data , sia in Piazza Tasso che in Santo Spirito , dove abbiamo incontarato "il Biondo " nome di battaglia di un partigiano presente nel momento che "Potente" fu ferito , cosi ci ha raccontato come era successo e di quando lui nella battaglia avvenuta alle Cascine sia stato ferito gravemente ad una gamba tanto da essere stata amputata . Non so se ha capito fino in
RispondiEliminafondo l'importanza di ricordare questo giorno , ma quello arriverà da più grande , intanto spero possa avere l'effetto che i racconti della tua maestra hanno avuto su di te .
Grazie Artemisia per le tue storie
angela
Quanto ritengo puerile le discordie annuali sul 25 Aprile. Ha riassunto bene il capo dello stato quando ha detto che è la festa di tutti.. e come è vero!!! Ognuno, a suo modo, anche ora ricordando quei tragici momenti, ha partecipato e partecipa affinchè non succedano più eventi del genere..
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