mercoledì 25 dicembre 2024

E son sessantadue...

 

In questo giorno in cui tutti si telefonano e si fanno gli auguri, la giornata splendida e ventosa la prendo come un augurio a me che compio oggi sessantadue anni. Me li faccio davvero perché il gioco della vita si fa duro. Devo mantenermi in forma come mi sento oggi e accettare le sfide che mi aspettano.

Calza a pennello il bel film che ho visto in questi giorni: Nyad - Oltre l'Oceano, che parla proprio di una mia coetanea, una nuotatrice che alla nostra età compie l'impresa che non era riuscita a portare a termine a trent'anni. Non ho in mente niente del genere (anche perché nuotare non mi riesce e l'acqua non mi piace), ma per tutte noi ultrasessantenni il compito è proprio questo, non arrendersi mai, stringere i denti e godersi tutto quello che il nostro tempo ci regala ancora. Per me, la mia bella nuova casa, i miei familiari, il mio podere in campagna, il mio nuovo tempo libero, le tante piccole soddisfazioni che vorrei ancora togliermi prima di "levare le tende". 

Auguri a me!

martedì 3 dicembre 2024

Tempo di badare a me stessa

In questo periodo mi sento come se godessi di privilegi immeritati.

Ogni mese arriva sul mio conto una pensione dignitosa, non esagerata, ma sufficiente per vivere con tranquillità. Ho potuto comprare una casa a ciascuno dei miei figli. Ho la mia macchina e il mio scooter per muovermi. Godo di buona salute ed ho una discreta forma. Vivo in una città in cui ci sono tutti i servizi, in un quartiere tranquillo, in un palazzo borghese con vicini educati. Ho vissuto in una casa grande e confortevole e adesso abito in una casa più piccola ma più bella, alla quale ho fatto fare gli abbellimenti che ho ritenuto opportuni. Ho le vacanze assicurate in una bella casa in campagna dove posso dormire al fresco d'estate e respirare aria buona. Posso fare le attività che mi divertono: cantare in un coro, iscrivermi a scuola di ballo, migliorare la mia cultura con corsi e conferenze. Ho una buona connessione alla rete internet con tutte le possibilità che ne conseguono.

Pensavo a questo percorrendo a piedi la distanza tra casa nuova e casa vecchia (40 minuti circa, un po' meno di quattro chilometri) in una giornata splendida, con un cielo fantastico sul quale di stagliavano i bellissimi colori dei ginko biloba. Purtroppo sono stata sempre vittima di un senso del dovere gigantesco. Prima di me e delle mie esigenze ho sempre messo il resto: i genitori, i figli, la famiglia, il lavoro. E non cesso di stupirmi che, arrivata a questo punto, posso mettere me stessa al centro dell'attenzione.

Finché durerà, e ci vuole poco perché il vento giri, finché starò in salute e finché la mia mamma sarà autonoma, posso davvero preoccuparmi solo di me stessa e di cosa ho voglia di fare in questo mio nuovo tempo libero? Chissà per quale benevola sorte mi è toccato. Quindi ne approfitterò il più possibile, perché la vita è breve e la morte, ma anche la malattia e la sfortuna, sono sempre in agguato.

Carpe diem...

venerdì 29 novembre 2024

E quindi uscimmo in terrazza a veder le stelle

 


Mi sembra tutto magico in questi primi giorni in casa nuova. 

Dimenticando la fatica di disfare le scatole e trovare un posto alle nostre cose, il disagio di trovarci in una cucina molto piccola e delle zanzare che ci fanno compagnia giorno e notte, ci godiamo ampiamente la bellezza del nostro appartamento all'ultimo piano. 

Oggi, prima giornata serena da quando siamo qua, che bello far colazione con il sole che mi abbaglia, che meraviglia il cielo azzurro e il tepore in terrazza nel primo pomeriggio, che spettacolo il tramonto dalla veranda mentre stendo il bucato ed infine che stupore il cielo stasera: Sirio davanti a noi sopra le colline di Bellosguardo, Giove lassù in alto e il rossiccio Marte alla nostra sinistra sopra Fiesole.

martedì 26 novembre 2024

In casa nuova

 Giornata impegnativa questa. Mi sono svegliata ovviamente ben prima del suono della sveglia, tanto l'adrenalina era alta. Prima delle otto è arrivato il camion. Mentre il mio compagno assisteva al caricamento delle nostre masserizie, io mi sono avvantaggiata verso casa nuova con una macchina piena di generi alimentari. Prima del loro arrivo ho fatto in tempo a scaricare e a fare un salto al parco dove ho preso acqua al fontanello. Meraviglioso il parco in questo periodo. Gli alberi offrono spettacolo di colori.

E' andato tutto bene: giornata tiepida e praticamente serena, tanto che abbiamo potuto sfruttare la nostra bella terrazza per lo stoccaggio temporaneo, mentre gli operatori montavano i mobili. Sono stati bravi, hanno montato tutto bene, velocemente e stando molto attenti al parquet nuovo (altro motivo di ansia). 

Abbiamo già sistemato qualcosa, ma il resto lo faremo con calma. Ho fatto la mia prima lavatrice nella nuova casa. Abbiamo festeggiato con spritz e patatine il nostro nuovo tavolo che sta a meraviglia con le nuove sedie. 

Filmino in poltrona e poi a nanna nel nostro letto a terra alla giapponese, in attesa dell'arrivo del nuovo letto.

lunedì 25 novembre 2024

Addio casa della mia età di mezzo

Ultima sera nella mia vecchia casa. Mentirei se dicessi che la cosa mi lascia indifferente.

E' ovvio che arrivata a questo punto non vedo l'ora che questa operazione si concluda: è tutto imballato e inscatolato, non ho a portata di mano gli oggetti che ho usato per anni, ho voglia di abitare la nuova casa nella quale, ormai da quasi un anno, ho investito soldi, tempo, energie e ansie.

E tuttavia... ora che la vedo spoglia, con i segni dei mobili sui muri e sui pavimenti, con il laniccio della polvere che spunta da tutte le parti provo un moto di malinconia. Trent'anni e mezzo tra queste mura. Vi arrivai trentenne con un bimbo piccolo, ci ho cresciuto due figli, ci abbiamo fatto feste di compleanno, ci abbiamo trascorso il lockdown durante il COVID. Su questo divano dove sono seduta, e che sarà presto destinato alla discarica, ho passato tante serate, ho visto tanti film, ho navigato in rete, ho scritto post per questo blog. Nell'ampia cucina, quanti pasti cucinati, quante verdure pulite, tagliate e cotte, magari ascoltando podcast o programmi televisivi. La tristezza delle tante cose trascurate e che necessiterebbero riparazione e manutenzione: portafinestra del giardino che non si apre bene (e talvolta mi ha persino chiuso fuori), rubinetto di cucina che perde, porte che non si chiudono, sportellini del mobile del bagno che si staccano, parquet consumato e rigato, persiane che chiudono male, zanzariere rotte, corrimano delle scale oscillante.

Addio casa della mia età di mezzo! Difficilmente ti dimenticherò.

Stasera si conclude anche la nostra "vita in famiglia". Di solito i figli, una volta grandi, se ne vanno. Ed invece ce ne andiamo noi e lasciamo nostro figlio minore ancora per un mesetto qui, in attesa della agibilità della sua casa. Nulla di ché, saremo vicini e ci vedremo spesso.

E tuttavia... è un momento di svolta sia per noi che per lui, per il quale finisce oggi il suo "status di figlio convivente". E anche questo non può non farmi provare emozione e anche malinconia.

Vado a dormire e spero di riuscirci, perché domani sarà una giornata faticosa.

venerdì 22 novembre 2024

Godersi il foliage nel mio nuovo tempo libero

Quante volte, quando lavoravo, ho guardato fuori dalla finestra e visto passare splendide giornate di cui non potevo usufruire. Poi chinavo il capo sulle mie pratiche e tiravo dritto.

Stamani mi sono svegliata con un tempo grigio e minaccioso ma, dopo un bel acquazzone con grandine, il cielo si è aperto ed è spuntata fuori una giornata bellissima. Ecco che ora posso! Sìììì posso davvero decidere all'ultimo momento di inforcare la bici e godermi la bellissima luce autunnale, il cielo azzurro, l'aria tersa e i meravigliosi colori degli alberi di questo periodo. SI PUO' FARE!!!!









Serate all'Opera

Dopo anni sono tornata a vedere opere liriche al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Madama Butterfly un mesetto fa con la mamma e Traviata ieri sera con il mio compagno.

Sin da piccola in casa mia ho sentito parlare di opere liriche. Soprattutto mio padre e la nonna ne erano appassionati. Anche da ragazza mi piacevano, soprattutto Verdi. Il primo atto di Traviata lo conosco praticamente a memoria. Adesso forse apprezzo di più Puccini. Non sono una raffinata intenditrice di musica. Il mio giudizio vale per quel che vale.

Traviata è come un oggetto di buona fattura fatto da un abile artigiano. Tutto torna alla perfezione, non annoia, scorre bene, direi quasi orecchiabile. Anche l'allestimento di ieri corrispondeva a quanto di tradizionale ci si aspetterebbe. Gli interpreti, per quello che posso capire, corretti senza essere travolgenti.

Puccini ha invece dei momenti altissimi alternati a dei momenti di stanca. Alcune arie di Butterfly sono capaci di arrivare nel profondo dell'animo. Tutte le volte che ascolto "Un bel di' vedremo" vengo percorsa da brividi. Anche nel tragico finale non posso fare a meno di commuovermi e Carolina Lòpez Moreno ci ha messo nelle vesti della povera Cio Cio-san.

Se posso sintetizzare con due parole il mio personale giudizio sulle due rappresentazioni direi Traviata apprezzabile e Butterfly potente. 

Ma ci voglio tornare più spesso all'Opera. 

martedì 12 novembre 2024

Ecco perché si chiama "età libera"

Prima lezione per l'Università dell'Età Libera. In realtà l'avevo frequentata quando ero giovane e lavoravo, trascinata dalla mia capuffico che cercava una complice per seguire un corso di psicologia che interessava a lei. A parte la sua compagnia, l'esperienza mi era piaciuta e l'avevo trovata molto interessante. Poi le passò la fantasia e croce sopra sulla U.E.L., che rimase comunque un desidero nel cassetto.

Così quest'anno mi sono finalmente ho potuto iscrivermi e ho scelto ben sei corsi, tre da remoto e tre in presenza. Sono corsi di dieci ore, cioè cinque lezioni da due ore, e spalmati un po' per tutto l'inverno. Niente di particolarmente impegnativo dal punto di vista tempo. Gli orari ovviamente sono calibrati per persone di una certa età (dalle 10 alle 12 o dalle 16 alle 18). Io ho scelto argomenti vari: storia, urbanistica, filosofia, psicologia e botanica.

Oggi la prima lezione su "Firenze svelata", cioè monumenti e aspetti della mia città poco conosciuti o comunque cambiati nel tempo. La prima lezione è stata sul Codice Rustici, un libro scritto da un orafo intorno alla metà del Quattrocento con bellissimi disegni che riproducono chiese e monumenti della Firenze dell'epoca. Soprattutto bravi i due relatori, appassionati e appassionanti.

Il corso è in videoconferenza. Ero curiosa di vedere come se la cavavano i miei anziani compagni con queste "diavolerie" moderne. Ed invece sono stati bravi, qualche microfono aperto ma poca roba. 

Perché seguire questi corsi? Per passione ovviamente: niente esami, niente diplomi, niente obbighi. La libertà di approfondire ciò che ci ha sempre incuriosito o ciò che ci ha stuzzicato in tarda età e con tutta la comodità di orario che il nostro tempo di pensionati ci permette. Ecco perché "età libera", finalmente l'ho capito.

giovedì 31 ottobre 2024

Avanti tutta

Risolto il problema delle infiltrazioni di acqua piovana, si prosegue a gran passo verso il concretizzarsi della nostra nuova dimora. Dopo le finestre, è in corso l'imbiancatura. Questa settimana finalmente è arrivato il piano cottura a induzione (sogno da sempre del mio compagno). Ma soprattutto il pezzo forte di questi giorni: la posa in opera del parquet. In effetti ora la casa ha tutto un altro aspetto e, pur vuota, pare già calda ed accogliente tanto che il mio primo istinto è stato quello di sdraiarmi sul pavimento.

Ci rimane adesso da studiare qualche mobile per aumentare lo spazio di stoccaggio nel ristretto cucinotto e risolvere il problema della cappa aspirante, un enorme corpo a forma di camino ma assai poco funzionale.

Intanto approfittiamo di qualche giorno di alta pressione per goderci il cielo azzurro della Lunigiana e il nostro modestissimo foliage del sorbo e dell'acero americano. 

Prima del rush finale...


 



sabato 19 ottobre 2024

Pezzi del puzzle

Cercare, trovare, comprare, ristrutturare casa e trasferirvisi. Vendere e svuotare casa. Imballare, traslocare, sballare e sistemare.

Per tanti è una cosa quasi ordinaria, soprattutto per chi nella sua vita ha cambiato città o addirittura paese. Ma conosco persone che comprano e vendono casa e traslocano con grande frequenza e disinvoltura. Per queste il trasloco è quasi un evento ordinario.

Per me e il mio compagno invece è un evento epocale. Anche solo coordinare muratore, elettricista, idraulico, fornitore di serramenti, acquisto di mobili, ditta di traslochi per noi è faticoso. Sarà che abbiamo una certa età, sarà che non ci piace affatto fare acquisti, sarà che della nostra casa ci piacciono sono gli aspetti pratici e di confort, mentre abbiamo sempre trascurato ambizioni da interior designer.

Senza contare l'ansia quando l'abile gioco di incastri sembra bloccarsi. Finalmente installate le sospirate finestre, ha cominciato a piovere dal soffitto in sala. Come immaginare quindi di chiamare l'imbianchino e il montatore di parquet? Tutto fermo. Disperazione.

Ecco il muratore condominiale ha l'intuito di far ispezionare lo scarico delle acque pluviali e, ancora più fortuna, la ditta di spurghi è programmata per lo stesso giorno. Videoispezione (quante cose si imparano!) e individuazione del problema che (ancora la fortuna ci ha baciato) non è sul tetto ma sulla terrazza. Provvedimento tampone. Grandi piogge di questi giorni: soffitto asciutto. Sollievo.

Ecco che l'imbianchino si è precipitato a fare il suo lavoro e in settimana il montatore piazzerà il parquet.

Così procediamo ad ordinare letto e tavolo e a fissare con il traslocatore una data possibile tra circa un mese.

Quando i pezzi del puzzle si incastrano, ti senti più leggera e la fatica del cambiamento ti sembra più sopportabile.

Di nuovo dita incrociate e avanti tutta...

martedì 8 ottobre 2024

Il punto

Giorni e settimane frenetiche. Ho sempre preso in giro chi, in pensione, dice "non ho avuto tempo" eppure mi ritrovo a dirlo spesso. E' chiaro che bisognerebbe dire "non ho avuto abbastanza tempo" o, meglio ancora, "ho avuto altre priorità".

Se ci penso adesso che sono riuscita a fermarmi un attimo davanti al PC, mi rendo conto che ne ho fatte tante in queste cinque settimane.

Sono stata dietro ai lavori in casa nuova. Abbiamo fatto installare i condizionatori nuovi, abbiamo tolto, trattato e imballato la canna fumaria, installato lo Wifi e comprato il frigo. Infine in questo momento stanno montando le sospirate finestre, che in effetti sono molto belle.

Abbiamo organizzato già qualche evento con amici in questa casa in progress: un drink dopo cena in terrazza, una cena, una merenda con té e pasticcini, un rinfresco con gli ex colleghi.

Ho cercato anche di seguire, incastrandolo un po' a fatica, qualche evento culturale: un paio di visite guidate, un paio di conferenze e qualche evento in occasione della liberazione di Firenze.

Ho gettato le basi per un paio di attività che spero siano di lungo corso: sto facendo formazione per una attività di volontariato in una associazione che si occupa di accogliere i migranti e sto cominciando a seguire un coro.

Ho continuato lo svuotamento della vecchia casa, liberandomi di un blocco di libri in inglese e vendendo un paio di oggetti tramite FaceBook.


Ed eccomi qui, nell'angolino che ho puntato da quando abbiamo comprato questa casa: una veranda con panorama a 180 gradi. Un posto magico, circondato da alberi. So che per buona parte dell'anno non sarà vivibile. Troppo calda d'estate e probabilmente troppo fredda di inverno. Ma intanto ci sto in questa giornata grigia di autunno, con la pioggia che batte forte sul tetto di plexiglass e il PC portatile su un tavolino di recupero che avevo persino pensato di buttare.

Ho diverse ansie per le cose che sembrano non incastrarsi ma anche qualche fibrillazione per questo grande cambiamento: cambiare casa dopo trent'anni, alla mia età. Incrocio le dita e mi ributto nella mischia. Stay tuned!

venerdì 20 settembre 2024

Premio per chi oggi va in bici!

Ho sempre fatto del volontariato, anche se sporadicamente, ma ora che campo alle spalle della comunità vorrei rendermi utile anche in maniera più continuativa.

Intanto oggi, giorno in cui si conclude la settimana europea della mobilità, mi sono offerta di aiutare a distribuire la colazione (succo di frutta e merendina o cracker) per chi oggi va al lavoro o a scuola in bici, iniziativa promossa da Legambiente e Firenze ciclabile con il contributo di Coop.

Così dopo tanto tempo mi sono alzata che era ancora buio e ho inforcato la bici mentre una bellissima alba dorava le nuvole. Appuntamento al circolo della mia zona per ritirare il materiale (sarebbe stato utile venire in scooter ma non ho avuto il coraggio di farlo per non passare da incoerente) e trasporto di vettovaglie e banchino fino alla piazza dove passa una bella pista ciclabile.

Sono stata piacevolmente impressionata nel vedere quanti si muovono in bicicletta, vanno al lavoro, portano i bambini a scuola anche ingegnandosi (come padre e madre ciascuno con un figlio sul seggiolino o madre con una bella bicicletta munita sul retro di due comodi seggiolini). E' vero la stagione è quella più favorevole e il meteo ha aiutato, tuttavia credo che per molti non sia stata un'eccezione.

E poi le reazioni alla nostra offerta "oggi un premio per chi va in bici". Molti sembravano diffidenti e probabilmente hanno pensato che volessimo vendere loro qualcosa ("uhm, dove starà la fregatura?"). Alcuni invece piacevolmente sorpresi. Molti altri schizzavano via di fretta quasi arrotandoci. Un giovane ha persino afferrato al volo la colazione senza fermarsi!

Un'ora e mezza circa in compagnia di una simpatica ragazza di Legambiente che ho aiutato poi a riportare il banchino e il materiale avanzato. Fa piacere (e fa bene) ogni tanto avere a che fare con i giovani (accostandosi a loro con umiltà e curiosità, senza salire in cattedra) perché altrimenti si finisce con circondarsi sempre di coetanei boomer o di anziani. E si sa, la considerazione della vita e del mondo alla nostra età è sicuramente più grigia e buia.

mercoledì 11 settembre 2024

Decluttering: il bambino lontano

 E' dal 1996 che sostengo un bambino a distanza. Si tratta di fare una donazione ad una associazione che opera principalmente in Africa permettendo a bambini di famiglie povere di frequentare la scuola (dove tra l'altro usufruiscono forse dell'unico pasto completo della giornata) e di conseguire, se tutto va bene, un titolo di studio.

"Adottare un bambino a distanza" in realtà è un modo di dire solo per fare presa. Sì, ti assegnano un bambino (nella maggior parte dei casi, ahinoi, maschio; in tanti anni mi sono capitate solo due bambine che presto hanno lasciato la scuola), ti mandano la sua scheda e alcune foto. Ti arrivano poi "letterine" che perlopiù sono disegni con qualche frase di circostanza scritta in francese di solito dal maestro, spesso incomprensibile a causa della calligrafia. Ti arriva anche ogni anno la pagella e quella è più interessante: ci sono bambini che hanno appena la sufficienza, ma va bene lo stesso. Uno dei miei invece ha sempre avuto ottimi voti ed infatti ha terminato il ciclo di studi (mi pare fino a 14/15 anni).

 Anche noi tutori dobbiamo scrivere a questi bambini ed io l'ho fatto, anche se sporadicamente. Non c'è un vero e proprio "dialogo". Noi scriviamo le solite frasi "fai il bravo", "impegnati a scuola che è importante", "come sei carino nella foto", "buon Natale","tanti saluti alla tua famiglia", ecc. E loro dall'altra parte (ma, secondo me, scritto appunto dai maestri) "grazie tutore", "sto bene", ecc.

In realtà, se ho capito bene, non è che la mia donazione va a quello specifico bambino, ma è all'associazione, la quale porta avanti i suoi progetti indipendentemente da quel versamento in particolare.

Quanti bambini in tutti questi anni! Con i loro visini smunti, i loro occhioni, le loro ciabatte di plastica ai piedi o le maglie da calcio. Congo, Burkina Faso, Mali. 

Nella mia operazione di decluttering ho trovato inutile conservare i loro disegni "di circostanza". Ho scansionato le schede e le foto e mi tengo con minimo ingombro le loro digitalizzazioni.


 

martedì 10 settembre 2024

Primo cielo grigio

 

Stamani parto con la mia bici per il solito giro ma il cielo è grigio, non minaccioso, ma nebbioso. E tutto mi sembra negativo. I tasselli del puzzle non stanno andado al loro posto.

Sono passati dieci giorni di settembre e nella nuova casa abbiamo fatto poco. Più che altro per molte cose, al solito, siamo bloccati dalla mancata disponibilità altrui e questo smorza il mio entusiasmo e mi dà un senso di impotenza.

Non sono ancora usciti gli annunci del Comune per alcune attività a cui volevo partecipare.

Insomma mentre pedalo ho un momento di malinconia che è normale ma doloroso dopo i picchi di entusiamo dei giorni scorsi.

Ma ho fatto bene a inforcare la bici e ad andare. Arrivata fino alla fine della pista ciclabile (oggi più deserta del solito) le nubi si sciolgono e il sole fa capolino.

Mi fermo. Non c'è  nessuno. L'Arno scorre tranquillo e silenzioso alla mia destra. Gli uccellini cinguettano a tutto spiano. Chissà se hanno consapevolezza che l'estate è finita e che arriveranno giornate ben più grigie, fredde e umide di questa. Sotto i maestosi pioppi l'animo si rasserena e l'umore migliora.

Riparto e sono già più ottimista.



venerdì 6 settembre 2024

Cliente INPS!

 Giornata piena oggi. 

Comincio col farmi un bel giro in bici di una ventina di chilometri, circa un'ora, quasi tutto su pista ciclabile. E' singolare il tipo di persone che si incontra di giorno feriale su questa pista lungo il fiume Arno. Un giorno ne parlerò...

Poi vado a fare la spesa. Quando lavoravo ho espresso il proposito di non andare mai, da pensionata, a fare la spesa di sabato perché ho sempre detestato gli anziani che intralciano i supermercati nei giorni in cui, chi lavora, è costretto a fare la spesa. Sono rimasta stupita nel constatare quanta gente c'è di venerdì alle 11 del mattino! E non solo anziani, anzi. Giovane donna con bambini? OK, sarà una casalinga. Ma anche coppia con bambini? In ferie entrambi? Giovani universitari? OK. le lezioni non sono ancora cominciate. Ma anche tanti stranieri e comunque clienti di tutte le età. 

Dopo pranzo preparo una crostata di ricotta e fichi (visto che devo impiegare la grande quantità di questi squisiti frutti che abbiamo raccolto in campagna). Stavolta uso la pasta brisé invece che la pasta frolla e devo dire che il risultato è migliore.

Poi porto un vassoietto di fichi a mia zia che me li aveva chiesti, giusto prima di una visita guidata per il borgo di Peretola sulle "trecciaiole" cioè le donne che, a fine Ottocento o inizio Novecento, intrecciavano la paglia (soprattutto per i famosi cappelli fiorentini) nei cortili di questo borgo periferico. Interessante anche se la bella e simpatica brasiliana che ci ha guidato in realtà non aveva tante informazioni da raccontarci. Mi riprometto di approfondire l'argomento magari cercando un libro.

Ma l'evento più significativo ed emozionante di oggi è un messaggio che ho ricevuto sulla APP IO (e poi per SMS): domanda di pensione accolta!!!! E pagamento della prima mensilità per il 20 settembre. Sono molto contenta perché mi avevano detto che ci potevano volere anche due mesi ed invece sono stati velocissimi. Ora posso dire di essere davvero una pensionata a tutti gli effetti.



giovedì 5 settembre 2024

Tempo supplementare

Una sorta di regalo inaspettato ripartire per la campagna dopo soli sei giorni di rientro in città e anche deciderlo all'ultimo momento, senza dover chiedere ferie né render conto a nessuno. Non ci posso credere.

La città ancora arroventata, le notti ancora tropicali ed insonni, gli impegni ancora non sono partiti e l'idea di un altro finesettimana estivo qui ci deprimeva.

E così ci siamo goduti questo "tempo supplementare", queste belle giornate settembrine, ancora calde e soleggiate ma con una luce già tutta particolare, tra l'altro con la gradita visita della nostra amica S. che ha dato il tocco da maestra al nostro murales.

Mai colti tanti fichi come quest'anno anche perché non abbiamo mai avuto la possibilità di esserci in questo periodo quando i deliziosi frutti sono al massimo della maturazione e non hanno ancora subito gli acquazzoni di fine estate che li fanno marcire. Quasi trenta barattoli di ottima marmellata! Oltre alla lussuria di mangiarne a volontà direttamente dalla pianta. Senza contare il consueto abbondante raccolto delle nostre mandorle.

Ancora non ci credo mica...

Alla rottura dell'anticiclone, sotto un cielo grigio e una pioggia scrosciante è meno doloroso il distacco e il ritorno in città. Ora c'è da rimboccarsi le maniche.



domenica 1 settembre 2024

Il mio nuovo tempo libero

Da oggi non sono più una lavoratrice dipendente, non faccio più parte della cosiddetta "popolazione attiva".

Ho delle remore a definirmi "in pensione" perché ne avrò la certezza quando l'INPS risponderà alla mia domanda. Di sicuro domani non dovrò andare in ufficio, niente cartellino da timbrare, niente pratiche di acquisto, niente email da sbrigare, niente portali da imparare, niente consulenza ai colleghi ricercatori, niente pagamenti da firmare, niente riunioni.

Si volta pagina. Era questo era uno dei grandi cambiamenti in vista a cui accennavo ad inizio del 2024. Confesso che questo, per il momento, mi suscita incredulità ed eccitazione

"Incredulità" perché dopo quarantadue anni di lavoro (avevo diciannove anni quando, salendo la collina di Arcetri, andavo incontro alla mia prima giornata di lavoro), non ricordo più cosa vuol dire non avere i giorni irregimentati. Una sorta di "terzo tempo" della mia vita. Dopo il tempo della formazione, dopo il tempo della "produzione", viene ora il tempo della "libertà". E adesso è tutto da inventare finché la salute me lo permetterà.

"Eccitazione" perché, dopo l'inaspettata emozione del congedo dai miei colleghi, mi vengono continuamente idee di cose da fare, da imparare, da seguire, più o meno impegnative. So già che avrò delle delusioni ma qualcosa di sicuro nascerà. Non mi sento affatto "collocata a riposo", anzi, se mi conosco bene devo stare attenta alla mia tendenza a riempire troppo le mie giornate. Devo imparare a tollerare i tempi vuoti, i ritmi blandi, devo imparare a sopportare anche la noia.

"Verso nuovi orizzonti" mi ha scritto la mia cara amica S., già in pensione da qualche anno.

 

giovedì 22 agosto 2024

L'ingrato compito della manutenzione, ovvero, l'eterna lotta contro l'entropia

E così le vacanze volgono al termine. Siamo qui (tranne brevi intervalli) da metà luglio e, come tutti gli anni, abbiamo impiegato questo nostro tempo nella manutenzione della nostra casa e del nostro podere in campagna.

  • Tagliata l'erba sui pianelli del podere  
  • Ripulite le piccole piante dalle erbe infestanti
  • Svuotata più volte la grondaia dalle foglie secche che la ostruiscono
  • Contenuta la pergola del glicine tagliando i rami che si espandono continuamente sia verso l'alto che sul terreno
  • Tagliate acacie e rovi che spuntano continuamente da tutte le parti
  • Riverniciata la balaustra di cemento che le intemperie dei mesi invernali e i muschi cercano di sbriciolare
  • Restaurati e riverniciati i due portoni delle cantine
  • Puliti i marmi dei muretti e del tavolo sui quali si formano d'inverno i licheni che li corrodono
  • Ritoccate le ringhiere delle finestre nei punti dove si affacciava la ruggine
  • Scartato, imbiancato e ritoccato il grande murales della terrazza 
  • Pulita la terrazza da licheni e muschi
  • Riverniciate le due sedie di cucina
  • Potate le siepi grande e piccola di lauro ceraso
  • Potati e ripuliti i cespugli di salvia e rosmarino
  • Puliti vetri e persiane delle tredici finestre
  • Lavati teli parapolvere, cuscini e copripoltrone
  • Areati e soleggiati tutti i materassi

La casa, ma soprattutto, il podere sono come un universo regolato da una vita propria. Noi ce le mettiamo tutta per mantenerli come piacciono a noi, per tenere a bada l'entropia, consapevoli che, col tempo, essa si riprenderà il suo spazio.

E noi ricominceremo daccapo perché il gioco è questo. Ci sarà di nuovo da svuotare la grondaia, tagliare l'erba, ridurre la pergola, riverniciare, potare, pulire, ecc.

 

giovedì 15 agosto 2024

Grigio luce

 "Consigli per il colore delle porte delle cantine? Che ne dite del grigio?"

Parenti e amici storgono il naso. Il grigio non piace. Chissà, per i più è associato alla tristezza, all'indecisione (la zona grigia), al brutto tempo, alle malinconiche giornate autunnali. Ma alla fine, una volta finito il lavoro, il risultato sta piacendo a tutti:


A parte che si accosta bene con il portone rosso veneziano, a parte che si collega alla balza della facciata ma soprattutto il colore RAL 7035 non è affatto un colore triste. Non per niente si chiama "grigio luce" (light grey in inglese, gris luminoso in spagnolo).

E che grigio sia il colore di questa vacanza "con il pennello in mano" come ormai lo sono da anni i mesi di agosto trascorsi nella nostra casa di campagna: restauro di porte, portoni, balaustre, ringhiere, muretti e del grande muro perimetrale della terrazza, gli ottanta metri quadri di superficie che mi aspettano ogni anno.

Anche su questi, ho deciso di recuperare e sfruttare la vernice di avanzo della facciata e così il nostro "albero degli ospiti" quest'anno avrà il suo cielo grigio, che poi è anche il colore del cielo di oggi, finalmente piovoso.

domenica 28 luglio 2024

Ferie particolari

 Ho ceduto la stampante alla collega che ne aveva bisogno. Ho regalato i manifesti con le foto degli operai negli anni Venti ad un ragazzo che probabilmente li butterà e riutilizzerà le cornici. Ho buttato via montagne di carta dei miei quarantanni di lavoro. Ho staccato le foto dei miei viaggi a piedi che ravvivavano gli sportelli dell'armadio. Ho portato via, la mantella di lana, preziosa per quando in ufficio non funziona il riscaldamento, le cornici con le foto dei miei amici partigiani e la piantina grassa regalo di mio figlio. Ho salutato tanti che passavano davanti alla mia stanza e che non ci saranno a fine agosto, quando chiuderò davvero bottega.

E sono andata in ferie, nella mia adorata casa in Lunigiana, con le mie piantine, i miei alberelli, le cene in terrazza, le sagre, il murales da restaurare. Sono ormai trent'anni che passo qui le mie ferie, in fuga dalla città rovente. Ma quest'anno hanno un sapore particolare. 

Lavorerò ancora tre o quattro giorni a fine agosto, per le ultime consegne alla collega che prenderà il mio posto, l'ultimo saluto a chi ci sarà e per portare via le ultimissime cose, come la foto di me piccola in braccio a mio padre.

Intanto mi godo queste quattro settimane assaporando il fatto che non devo necessariamente fare tutte le manutenzioni estive perché ci sarà ancora possibilità. Intanto registro questa piacevole sensazione.

mercoledì 19 giugno 2024

#allavoroinbici

 Mi mancherai argine del Mugnone, con le tue pozze che mi riempiono di fango, la polvere bianca che mi impasta gli ingranaggi, con i timidi raggi di sole flebile ristoro dei gelidi mattini di inverno.

Mi mancherai giovane donna che tutte le mattine, armata di sacchettone, guanti e pinze porti via i rifiuti con dedizione e grande senso civico.

Mi mancherete ragazzi del Professionale di Agricoltura con i vostri capannelli in attesa della campanella e anche voi solitari che aspettate appartati, a capo chino sul cellulare.

Mi mancherete coppie che con grande costanza ogni mattina, con il freddo e con il caldo, fate la vostra marcia di mantenimento. E anche tu tenera signora anziana che cammini incerta, un po' storta, con aria sofferente e con magliette improbabili, tipo quella con la scritta Erasmus. Si capisce che te l'ha ordinato il dottore di farti la tua camminata ogni giorno. Davvero ammirevole!

Non mi mancherete venditori ambulanti di strane verdure cinesi che occupate con le vostre cassette tutta la pista ciclabile a disprezzo di ogni regola (compreso, immagino, il possesso di regolare licenza, figuriamoci il rilascio di scontrino fiscale).

Mi mancherai pista ciclabile tra i campi coltivati e l'aeroporto, con il canneto, le albe spettacolari e gli uccelli acquatici di tutti i tipi, garzette, aironi, ibis, cavalieri d'Italia.

Mi mancherà la mia pedalata mattutina (forse più di quella del ritorno). Quella decina di chilometri a buon ritmo che mi dà lo sprint per la mia giornata di lavoro.

domenica 16 giugno 2024

Decluttering: medaglie e distintivi


 Abbiamo tutti in casa: targhe, medaglie, coppe, trofei. Fa piacere riceverli ma poi rimangono lì e la memoria dell'occasione in cui ce li hanno consegnati si perde nel tempo.

Principalmente le mie sono medagliette di tornei di pallavolo, sport che praticavo da ragazza, tra i sedici e i ventidue anni. Non ho mai vinto niente di prestigioso e infatti queste sopra sono sicuramente di piccoli tornei amatoriali, per i quali una medaglietta non si nega a nessuno. Poi c'è la scuola di sci di chissà quale settimana bianca e la medaglietta della mia prima comunione. Mia madre aveva persino conservato i guantini di pizzo e la borsettina di tulle. Non butta via niente la mamma!

Ma, per quanto mi riguarda, questi ricordi sbiaditi, simboli di un pezzetto della mia vita, possono rimanere una semplice foto sul computer.

Forse terrò i distintivi delle due associazioni di sangue per cui ho donato, perché mi pare di essermeli meritati. Per il momento li conservo, poi ci penserò quando saremo in procinto del trasloco.

Meteora

Alle sei del mattino di domenica la mia città è bella e deserta. L'attraverso con te per accompagnarti al bus per Roma. 

E così riparti con la tua valigina ormai scassata, figlio mio così ermetico e così sfuggente. Due settimane di ferie a casa nostra e ti abbiamo visto sì e no per tre cene. Sempre così parco di parole, sempre distratto dalle tue cose. Una meteora. E non si può neanche dire "arrivederci a..." perché il tuo futuro è così sospeso e precario che neanche tu sai quando ritornerai in Italia.

Non ce la faccio ad aspettare il pulman che parte. Ti bacio, ti abbraccio e mi rincammino verso il sole giallo che sta nascendo sulla periferia cittadina, ingoiando il solito magone.

A presto, ragazzo mio! 💜

martedì 11 giugno 2024

Ciao, zia Giovanna

  Eri la più grande delle numerose sorelle e del fratello di mia madre. Per questo da ragazza devi esserti un po' sacrificata aiutando la nonna nella difficile gestione della famigliona. Mi sa che ti sei divertita poco da giovane. Per fortuna questo non ti ha impedito di trovare un marito affettuoso e presente fino all'ultimo dei tuoi giorni e di avere due figlie e tre nipoti.

Ricordo che ti piaceva tanto cucinare e avere tavolate di ospiti a casa. C'era infatti un periodo in cui invitavi continuamente tutti a pranzo.

Una persona semplice e gentile, timida, riservata, una donna del sud. Voglio ricordarti come in questa foto, ben prima dei lunghi anni di decadenza cognitiva e fisica e della lunga agonia.

Addio, zia Giovanna. Riposa in pace. 😢