domenica 14 giugno 2009

Carne per tutti?

"Ma se vi vendiamo le nostre terre io porrò una condizione: l'uomo bianco dovrà rispettare gli animali che vivono in questa terra come fossero suoi fratelli. Perché ciò che accade agli animali prima o poi accade anche all'uomo."
Lettera che il gran capo Seattle scrisse nel 1855 al Presidente degli Stati Uniti d'America che stava comprando la terra della sua tribù














Da anni sono consapevole e preoccupata degli effetti che gli allevamenti industriali hanno sull'ambiente, sulla qualità delle carni e sul trattamento degli animali. E' questo il motivo per il quale sono diventata prima "aspirante vegetariana" e poi da qualche mese "quasi del tutto vegetariana" (magari un giorno vi spiego il "quasi del tutto"). Perciò quello che hanno fatto vedere nella puntata di Report del 17 maggio non mi è risultato affatto nuovo. E' stata comunque molto interessante (devo dire che trovo le puntate di Report sull'alimentazione le più interessanti).
Il consumo di carne come simbolo dell'opulenza.
I banchi dei supermercati strapieni di carne ad un costo troppo basso per essere prodotti rispettando animali e ambiente.
Pulcini che in 37 giorni diventano quello che la natura li farebbe diventare in cinque o sei mesi.
Mucche che producono fino a 60 litri di latte al giorno perché sovrastimolate (un ritmo naturale potrebbe arrivare ai 20-25 litri) e dopo due anni sono da abbattere perché sono stressate e non si riesce più ad ingravidarle.
Le migliaia di polli contenuti nei capannoni del veronese che producono ingenti quantità di pollina (escrementi) che si smaltisce negli inceneritori.
Uso massiccio e intensivo di antibiotici su tutti gli animali perchè allevati numerosi in uno spazio ristretto e perché in tal modo crescono più in fretta.
Troppe proteine e grassi animali consumati nei paesi sviluppati che provocano malattie vascolari (ipertensione, diabete mellito, arteriosclerosi, ecc.)
Vasti territori dove si coltivano cereali destinati agli allevamenti che potrebbero invece sfamare molte persone denutrite.
Enorme consumo di acqua (15.500 litri per produrre un kilo di carne) e forte inquinamento da nitrati nelle zone dove sono gli allevamenti.
Questo è solo un elenco parziale degli argomenti trattati. Vi consiglio, se non l'avete fatto, di vedere tutta la puntata.
La via d'uscita? Se la scelta vegetariana non è per tutti, di sicuro bisognerebbe comprare poca carne ma di qualità come quella cooperativa a sud di Roma oppure quella della rete di produttori biologici dell'Emilia Romagna delle quali si parla nella puntata. Costa di più ma è di sicuro migliore dal punto di vista nutrizionale e, con un salutare consumo più sobrio, si può compensare il maggior costo.

Altri post sull'argomento:
Il cibo, il pianeta, l'economia
Il prezzo giusto del cibo

21 commenti:

  1. Oramai sono circa 20 anni che sono vegan, e confesso che oltre a migliorare la mia salute è migliorata anche la mia mente (sic!).
    E, caso vuole, ritorno or ora da una saga vegan a pochi chilometri da Impruneta. Mi permetto lasciare il link: http://www.sagradelseitan.it/

    Una felcie serata.
    Rino.

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  2. Mi scuso del lapsus calami: sagra e non saga.

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  3. il costo , in fondo non dovrebbe essere IL problema, stante la quantità enorme di cibo che gettiamo via (e questa si è una vergogna). Un po' siamo stimolati al consumo alimentare esattamente come tutti gli altri consumi, un po' c'è un timore atavico di patire la fame ( e noi genitori a volte siamo i primi a trasmetterlo ai nostri figli). Quando ero piccolo io (non mi dire che sono noioso......) la carne si mangiava al massimo un paio di volte a settimana. Ad ogni modo da noi non è esattamente di casa :o))

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  4. Sì, Rino, ho visto i cartelli che pubblicizzavano questa sagra. Mi hanno colpito perchè erano in "controtendenza" rispetto alle tradizionali sagre a base di salsicce, cinghiale, ecc.

    Seneca: capisco il timore atavico di patire la fame che però ti togli molto di più con i carboidrati che con la carne. Penso che invece la carne sia appunto un simbolo del benessere raggiunto e il tuo accenno al passato lo conferma.

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  5. io sono diventata vegetariana in italia 2 anni fa, scelte, la maggior parte delle persone mi insultavano e facevano battute stupide, pero c e l ho fatta!!! (fierissima di esserci riuscita) ma qui in turchia é decisamente impossibile e l idea di "dar fastidio" o rendere la vita difficile a chi mi ospita non mi aggrada. quando torno si ricomincia.
    e vero gaspare, migliora anche la mente!
    bacio arte =)

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  6. Vero Artemisia, le puntate di "Report" sull'alimentazione sono tra le più interessanti e gradevoli, forse perchè è un argomento talmente quotidiano che nessuno può dichiararsi esente.
    Quanto alla carne verifico che ne sto mangiando molto meno di una volta: forse una o due volte, ma non per conversione vegetariana, quanto per le conoscenze apprese riferite al trattamento innaturale degli animali e un'istintiva ripulsa ad avvalorare il mercato.
    Con l'arrivo dell'estate, poi, ci si può sbizzarrire in cucina anche divertendosi.
    Ho aggiunto un commento anche al post precedente.
    Ciao Artemisia :-)

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  7. Saretta: vegetariana a 17 anni? Stai attenta alla carenza di ferro. Specialmente per noi donne è importante.

    Frank: che vuol dire "conversione" vegetariana se non la sensibilità di cui parli anche tu?
    Visto il lungo e gradito commento al post precedente.

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  8. Non so. Lo confesso, sono un maledetto crapulone, ma non credo che potrei mai rinunciare alla carne, e devo dire che alcuni fondamentalismi vegetariani mi infastidiscono pure (un amico mi disse una volta "non mangerei mai ciò che ha avuto una famiglia" ?!?!?!), però il discorso del consumo mostruoso di risorse per gli allevamenti, risorse che potrebbero essere convertite direttamente in calorie per esseri umani, mi tocca molto. Che dire, dovrei riuscire a mortificare il mio palato, non son convinto di riuscirci...

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  9. Uhm... a me la carne mi piace, anche se... be'...
    Teoricamente sono d'accordo con te.
    Pero' io sono anche per la salvaguardia delle tradizioni. E le tradizioni sono legate alla carne.
    Questo quesito me lo sono posto molte volte, e sono giunto alla conclusione che il problema non e' se mangiare carne oppure no, ma, come dici tu, quanta se ne mangia.
    Le tradizioni a cui io sono molto legato e di cui non voglio fare a meno, vengono direttamente dai nonni dei miei nonni e dai loro nonni. E a quei tempi l'economia mondiale era sostenibile. Ora non lo e' piu'. Perche'?
    La casseula (stufato di maiale e cavoloverza che "definisce" la cucina lombarda) e' una cosa cui io non voglio rinunciare. Ma e' una cosa che i nonni dei miei nonni e i loro nonni si mangiavano si' e no una-due volte all'anno. Per il resto dell'anno tiravano la cinghia con i prodotti dell'orto. Insomma, la carne era elemento fondamentale della loro cultura gastronomica. La mangiavano. Ma la mangiavano in piccolissime quantita' rispetto i banchi dei supermercati che tu menzioni. Tiravano su un maiale l'anno e con quello ci mangiavano in decine e decine di persone, senza avanzare nemmeno un pezzo di cotenna.
    Sono mesi che invece mia moglie sta cercando in tutti i negozi della zona delle zampe di gallina per una ricetta popolare che vuole provare, ma non le trova. Che le galline ora crescano senza zampe?

    Il secondo problema (last but not least) e' la sovrappopolazione. La quantita' di carne che dobbiamo tenere sotto controllo non e' quella che mangiamo singolarmente, ma quella che si consuma in totale.
    Ho paura che pero' questo problema non sia risolvibile. Se tutta la popolazione umana avesse accesso alle stesse risorse alimentari credo che crescerebbe a dismisura. Brutto a dirsi ma, allo stato attuale, credo che la morte per fame e' un efficacie quanto crudele metodo naturale per il controllo demografico. Se la popolazione aumentasse grazie alla distribuzione equa delle risorse alimentari, le risorse alimentari comunque non sarebbero sufficienti per sfamare la popolazione aumentata. Credo sia un problema di disciplina. Per quanto mi riguarda non ho figli miei generati, e questo e' il mio contributo al porre un freno alla crescita demografica.
    Poi c'e' anche quindi il problema dell'invecchiamento della popolazione. Se c'e' il benessere la gente invecchia di piu' e quindi bisogna rimpolpare le nuove generazioni per mantenere la media di eta' entro limiti accettabili. Quindi non fare figli non e' la soluzione al problema demografico. Piuttosto bisognerebbe morire piu' giovani. Ma, francamente, questa soluzione pare un po' immorale anche ad uno come me che, come sai, predilige trovare risposte nei massimi sistemi. I colibri' come la pensano?

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  10. Chiedo scusa. Colto dalla foga che questo argomento mi da', ho inserito il commento senza leggere i precedenti.
    In piu' preciso che non ho guardato la puntata di report menzionata, cosa che mi ripropongo di fare nonappena riesco.

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  11. Belphagor e Dario: lungi da me demonizzare gli amanti della carne. In casa ho tre "cicciai" incalliti e non vi dico quanto mi prendono in giro. Per me non si tratta di rinuncia perche' a me la carne non piace. Certo se sono fuori (ospite o al ristorante) non lo dico che sono vegetariana perche', come dice anche Saretta, non voglio rendere difficile la vita a chi mi offre qualcosa. Questo e' il mio "quasi". Nelle scelte quotidiane a casa mia la carne non la mangio e nemmeno il pesce. Tutto qua.

    Dario: i colibri' sono confusi dalle tue ipotesi demografiche :-)
    Siamo alle solite: secondo i colibri' la domanda complessiva di carne e' fatta dalla somma delle singole domande individuali.

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  12. Arte: ;-) non ho ben capito cos'e' che confonde i colibri', ma fa niente.
    Fondamentalmente volevo solo dire che se c'e' poca gente che mangia poca carne il problema non si pone. Se invece c'e' tanta gente che vuole mangiare tanta carne, come dici tu, sommando le sindgole domande individuali siamo fottuti.
    Per il resto io, pur mangiando pochissima carne e pochissimo pesce (confronto alla media), credo che mai riusciro' a rinunciare a quella quantita', per questioni culturali, piu' che altro.
    La sagra del seitan, ad esempio, mi pare un po' una contraddizione, perche' in genere una sagra e' qualcosa che propone un alimento tradizionale, e il seitan non appartiene alla nostra tradizione. Con cio' non dico affatto che e' una sagra sbagliata, anche se io la chiamerei con un altro nome, tipo "festival". Ne' che non bisogna mangiare seitan. Semplicemente secondo me e' giusto preservare la cultura di un popolo, e la carne fa parte di questa cultura. Dai, immaginati la tradizione gastronomica italiana senza prosciutto di parma, senza... mmmh... bagnacaoda, senza casseula, senza risotto alla milanese, senza 'o capitone a natale, senza nemmeno i cannoli siciliani, che' sono fritti nello strutto, e riempiti di ricotta, senza la cinta senese e i crostini di fegato, visto che sei toscana ;-). Potresti mai vivere senza pecorino di Pienza? E la 'nduja calabra? La soppressata?. Ma che cosa ci resta? L'insalata? Bene sarebbe rimpinzarci di insalata, ma guai perdere le nostre tradizioni! Be', scusa la solita logorrea, mi sono un po' fatto prendere dalla fame ;-))))

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  13. Non sono vegetariano, ma quasi, e comincio ad essere preoccupato, per non dire ossessionato, dal problema degli alimenti prodotti su scala industriale.

    Ossessionato perché ogni tanto si viene a conoscenza delle schifosaggini che siamo, volenti o nolenti, costretti a subire e ingurgitare anche in campo "vegetariano", e ci aprono gli occhi gente come la Gabanelli, ecc. (e ultimamente anche Licia Colò che qualche giorno fa ha fatto un confronto tra prodotti ortofrutticoli piccoli, brutti, ma buoni, da agricoltura biologica e le mostruosità del grande, bello e luccicante, ma insipido, innaturale e dannoso per la salute dei prpdotti non secondo natura, ma secondo il profitto).
    Non mi preoccupo per me, ma per i giovani e non oso pensare cosa mangeranno in futuro se continueremo di questo passo.
    Anche questo problema fa parte di un mondo sempre più INGIUSTO, DISUMANO E VERGOGNOSO! (Tanto per cambiare)

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  14. Dario, hai fatto venire fame anche a me accidenti. E dire che questa settimana volevo stare un po' leggera!!!
    Sulla sagra del seitan sono d'accordo con te.
    Non è questione di carne o non carne è questione di cibo, per cintare il solito buon Petrini, "buono, giusto e pulito". Anche nell'agricolutura infatti siamo alle solite (come sintetizza Irenrio e come abbiamo già discusso a proposito di un'altra puntata di Report).

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  15. Mo' che mi ci avete fatto pensare ho aggiunto il link al precedente post sull'agricoltura industriale raccontata dagli stessi giornalisti di Report.

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  16. io non credo che riuscirei a diventare vegetariana, la carne mi piace, però ne mangiamo poco, al massimo due volte per settimana. adesso che lui ritorna siamo decisi a ricominciare la "cassetta biologica" (io ho abbandonato perchè senza auto er difficilissimo), e anche a cercare qualche produttore di carne non industriale locale. meglio pagarla il doppio, ma mangiare qualcosa di sano e che provenga da un allevamento decente (anche eticamente), vuol dire che per salvare il portafoglio ne mangeremo di meno, con beneficio per la salute.
    è un progettino che aspetta da tempo le condizioni per essere concretizzato, prima non c'erano i soldi, poi non c'eravamo noi.. forse ore finalmente ci siamo ... :)

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  17. Uhm, Carlin Pedrini, "Buono, giusto, pulito". Ecco, Arte, sono d'accordo con te.

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  18. Ecco, Liber, il mio problema e' proprio trovare un fornitore di carne prodotta come si deve visto che gli esempi riportati da Report non sono alla mia portata geografica.
    Mi riprometto di cercarlo.

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  19. Altrove ho commentato sul fatto che sono contraria a tutte le forme di estremismo; quindi non penso che potrei diventare vegana e se lo diventassi, cercherei come dici tu, di essere comunque rispettosa verso gli altri. Il maltrattamento degli animali invece è una cosa gravissima, una delle poche che NON si possono tollerare. Credo che dopo aver letto il tuo post cercherò di acquistare carne proveniente da allevamenti "sicuri".

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  20. in zona tua non dovrebbe essere difficile. so che in casentino ce ne sono (un po' lontano forse) ma che vendono solo quantità "importanti", da uso di congelatore insomma.

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  21. Ho visto anche io la puntata di Report. Ciò che l'unomo fa in nome della produzione e del Dio Denaro è distruggere tutto incluso se stesso.

    Se posso compro carne il meno possibile e sempre di allevamento biologico

    Clelia

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