lunedì 13 aprile 2009

Per amore della Calabria

"La disperazione peggiore di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile." (Corrado Alvaro)
C'è una regione dove questa frase è particolarmente vera: la Calabria.
La 'ndrangheta: più lungimirante di Cosa Nostra, più organizzata della camorra, più spietata della Sacra Corona Unita. Centocinquanta anni fa una semplice organizzazione di pastori dedita al pizzo e ai sequestri di persona, oggi una holding internazionale capace di fa scorrere in tutto il mondo fiumi di sangue e di cocaina: 155 cosche conosciute, un esercito di 6000 soldati, con succursali in tutto il mondo.
Recentemente ho letto su Repubblica che non si riesce più a trovare magistrati che vogliano fare il pubblico ministero in Calabria e quelli che ci sono se ne vanno. Mi è subito tornata in mente l'intervista rilasciata a Le Storie qualche tempo fa da Nicola Gratteri, magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, che ha scritto "Fratelli di sangue" nel quale si racconta la tragedia di un'intera regione.
Nell'intervista Gratteri spiega come la 'ndrangheta abbia approfittato dell'attenzione concentrata sulla mafia siciliana, nel periodo delle stragi degli anni novanta, per abbandonare l'aspetto agropastorale e buttarsi sul traffico della cocaina, capendo per tempo i mutamenti nei consumi di droga. Il fatturato della 'ndrangheta in quanto a traffico di stupefacenti si attesterebbe intorno al 2,9% del PIL nazionale ma, mentre le cosche diventano sempre più ricche, la Calabria rimane inchiodata agli ultimi posti degli indicatori economici.
Afferma il magistrato: "Gli ignoranti dicono che l'ndrangheta porta lavoro mentre porta solo sottosviluppo e degrado." I proventi dei traffici di cocaina infatti vengono investiti nel Nord d'Italia o in Europa o negli USA, mentre l'imprenditoria pulita scappa dalla Calabria perché sa che deve pagare il pizzo.
Il momento più toccante è stato quando Augias ha chiesto a Nicola Gratteri perché, avendo vinto brillantemente il concorso per la magistratura e potendo scegliere tra molte sedi, alcune anche privilegiate, ha scelto di rimanere a Reggio Calabria. "Il posto più bello è dove si è nati e quindi ho pensato di poter fare qualcosa per quella terra" è stata la risposta.
Dopodiché Augias gli ha chiesto quale fosse, dopo ventitre anni il suo bilancio umano. Qui il magistrato ha indugiato un attimo e con un po' di imbarazzo ha risposto: "Penso che valesse la pena"



Altri post sulla criminalità organizzata:
Quando per scrivere ci vuole coraggio
Il ritorno del Principe
Il punto sull'antimafia
Ed infine anch'io ho letto Gomorra
L'oro della camorra
Piccoli eroi dimenticati

3 commenti:

  1. Bentornata mia cara Arte.
    Ieri ho visto "Fortàpasc" di Dino Risi, che consiglio, sulla vita e morte di Giancarlo Siani, giornalista morto a 26 anni per mano della Camorra...
    e dopo aver letto il tuo post mi viene da pensare ormai ad un'Italia completamente in mano alla criminalità organizzata... con la complicità di una politica corrotta..
    ma per fortuna esistono ancora persone come Gratteri (magistrato) o Saviano (giornalista/scrittore)o altri emeriti sconosciuti, ma non meno valorosi, che hanno il coraggio di rimanere nella loro terra e combattere con il loro lavoro per fare qualcosa per la loro/NOSTRA terra...
    ciao
    Stefi

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  2. Ciao Stefi! Sì, Fortapasc l'ho già messo tra i film da vedere.
    Grazie.

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  3. ciao amica e ben tornata.
    Oggi gironzolo un po' e da te trovo come sempre un articolo interessante. Ma mi sento così sfiduciata e avvilita dalle condizioni di questo paese che non mi viene nessuna frase sensata
    perdonami, marina

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