giovedì 6 ottobre 2011

Possiamo ancora dirci un paese cattolico?

Roberto Cartocci, docente di Scienze Politiche all'Università di Bologna, ha presentato il libro "Geografia dell'Italia cattolica" sia a Fahrenheit Radio3 sia a Le Storie Rai3. La ricerca di Cartocci, basata su dati ISTAT, ha cercato di fare il punto sull'adesione degli Italiani al Cattolicesimo secondo diversi parametri: frequenza più o meno assidua alla messa, insegnamento a scuola, otto per mille, matrimoni civili o religiosi, ecc.
I dati direi che non stupiscano affatto. La tabella che riepiloga a grandi linee la situazione è stata mostrata nella trasmissione di Augias e trattata un po' più a fondo nella puntata di Fahrenheit (per chi è interessato all'argomento consiglio l'ascolto di quest'ultima):
  • Cattolici militanti 10%
  • Cattolicesimo di minoranza (assidua pratica religiosa) 20%
  • Cattolici di maggioranza (ridotta pratica religiosa) 50%
  • Non cattolici che hanno fiducia nella chiesa 10%
  • Non cattolici/indifferenti/anticlericali 10%
Alla domanda del titolo non possiamo che rispondere come ha fatto il prof. Cartocci: "Dipende dove vogliamo tracciare la linea." Non ho potuto fare a meno di pensare al mio amico blogger Spunto Cattolico (che credo si collochi nella prima categoria) e alle suo suo sentirsi in minoranza. Da atea convinta e per di più residente in una delle regioni più secolarizzate d'Italia (come un'altro grafico tratto dal libro di Cartocci) capisco perfettamente come possa sentirsi.

18 commenti:

  1. Mi era sfuggita questa puntata di Fahrenheit, però devo dire che a mio avviso i dati sono ottimistici (naturalmente per me :-) ). Io pensavo che i 'cattolici militanti' (quanto non mi piace questa definizione) fossero al massimo, volendo essere ottimisti, l'8%.

    Ma anche con la mia sensazione non mi sento 'male'. D'altra parte tutto è incominciato con una dozzina di persone... siamo sempre stati minoranza. Ma se Lui ci ha detto di essere il sale, una pietanza con troppo sale è immangiabile :-)

    Pace e benedizione
    Julo d.

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  2. Mi fa piacere ed onore che mi hai pensato per questo blog.
    Personalmente non mi piacciono queste schematizzazioni e statistiche in quanto, come ben sappiamo tutti, sono facilmente manipolabili a seconda delle evenienze, men che meno mi piace il termine militante.. (mica si fa parte di un'esercito..). Poi cattolici non praticanti si possono definire cattolici?

    Volevo approfittare dell'occasione per sottolineare che non mi fa rabbia esser in minoranza bensì esser trattato (e questo il sig. Augias ne dà continuamente dimostrazione) come un fenomeno da baraccone, ridicolo perchè credente e pure ascoltato con un misto tra pazienza e compassione.

    La vera laicità è mettere da parte i preconcetti, come facciamo io e te, concorrere tutti con il proprio bagaglio personale al bene comune: ascoltarsi, condividere e discutere apertamente.. altrimenti si parla di laicismo e fondamentalismo cattolico

    Scusate lo sfogo..

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  3. Mah, secondo me pero' manca una categoria (che, immagino sia spalmata su alcune delle altre). Quella dei cattolici che non hanno fiducia nella chiesa. Che, per altro, credo comprenda una buona maggioranza di italiani.
    Almeno mi piace crederlo.
    Per quanto mi riguarda sono decisamente nell'ultima sottoclasse dell'ultima categoria, cioe' dovunque vogliano tracciare la linea, al di sotto di essa :-)

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  4. Ma a me invece la parola militante piace perchè sottolinea proprio che queste persone non si limitano a seguire i precetti della propria fede ma spendono tempo ed energie per seguire le proprie convinzioni etiche, dote assai rara oggigiorno. Quindi io, fossi in voi, sarei onorata di fare parte di quel 10%.

    Riguardo al resto, non mi pare proprio che i cattolici "convinti" in Italia siano perseguitati o irrisi o compativi. Anzi.
    Certo, capisco Spunto, che ti piacerebbe una società molto diversa che vedesse realizzati di più i tuoi principi ma purtroppo dobbiamo fare i conti con un mondo ingiusto ed egoista e vivere i propri ideali più come una meta che come una realtà.
    Io, comunque, fossi una cattolica convinta me la prenderei assai di più con quel 50% di "cattolici di convenzienza" (mi pare che il primo post che ha segnato l'inizio della nostra amicizia sia stato proprio su questo).
    Non me ne voglia Julo, ma quando si parla di cattolici io penso sempre: "Chissà cosa direbbe Spunto su questo?" :-)

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  5. Dario, infatti credo che nella ricerca questi rientrino nel 50%. Non vi focalizzate sulla tabella, ragazzi. La ricerca e il libro in questione sono ovviamente più articolati e completi.

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  6. Dovrei preoccuparmi solo se volesse dire che non mi ritieni cattolico. Ma siccome non penso che voglia dire questo non me la prendo proprio per niente. In fondo anch'io quando penso ad esempio ai santi, mi vengono subito in mente alcuni e non altri.

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  7. Mah, francamente neanche a me piace molto il termine "militante". Sai che sono pignolo riguardo al linguaggio. Pero' credo sia soltanto una questione di gusti. :-)

    Artemisia, la categoria dei cattolici che non hanno fiducia nella chiesa non la intendevo come quella di chi e' cattolico per convenienza. Bensi' quella dei cattolici (convinti o no) che pero' rifiutano l'organizzazione della chiesa in se. Personalmente non ho niente contro i cattolici. Mi pare pero' che la mia personale liberta' in italia sia schiacciata dalla presenza invadente nella politica e nella societa' del Vaticano.

    Io sono non credente, nel senso che non credo che esista un essere superiore cosciente e dotato di volonta' che abbia creato o in qualche modo controlli l'andamento del tempo e dello spazio. Non esiste quindi ne' Dio, ne Allah, ne' altra entita' comunque la si voglia chiamare che assuma queste caratteristiche. Di conseguenza (per fortuna o mio malgrado?!?) non sono cattolico.
    Io non sfotto gli altri per eventuali credenze diverse dalle mie. Tuttavia non vedo come Spunto possa ritenersi limitato da preconcetti atei o piu' o meno agnostici quando io debba fare i conti quotidianamente con gente sorpresa e quasi scandalizzata del fatto che mi sono sposato con rito civile (per giunta con una donna divorziata), che non frequento gli oratori, che mi rifiuto di fare entrare il prete a benedirmi la casa quando arriva natale. Ho una anziana madre che prima delle Feste Comandate al confessore si pente di come ha educato un figlio miscredente. I mass media mi propinano il papa come prima notizia perche' ha il raffreddore, mentre milioni di povera gente in guerra passa in secondo piano... e potrei continuare pressoche' all'infinito.
    Ma Spunto si sente limitato da Augias che mostra in tv una statistica sui cattolici?

    O forse ho capito male?

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  8. No, non credo che Spunto intenda questo. E comunque non sta a me fare l'avvocato di Augias.

    Certo, Dario, sei proprio un miscredente: il prete benedice le case prima di Pasqua, non prima di Natale. ;-)

    Sarà che vivo nella zona più secolarizzata d'Italia ma io non sento affatto pressioni nè condanna per le mie scelte personali in fatto di religione: sono anch'io sposata civilmente con un divorziato, i miei figli non sono battezzati, non hanno mai frequentato l'ora di religione a scuola, ma non si sono mai sentiti discriminati o additati. Per fortuna, nella città in cui vivo c'è un tale melting pot di tendenze confessionali che non ci sono proprio problemi di intolleranza.

    Certo, l'influenza del Vaticano sulla politica italiana è ben altra cosa (e lo accenna anche Augias). Ma eviterei di aprire un dibattito infinito e sterile su questo.

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  9. Be', si', non volevo parlare di politica in quel senso. Volevo semplicemente dire che la chiesa controlla la politica e la politica controlla la TV, quindi mi pare un po' tirato per i capelli dire che Augias parlando in quella TV discrimina i cattolici. Se anche fosse, credo che gli esempi in cui avviene l'esatto opposto siano di gran lunga piu' numerosi.

    Fortunata te che vivi in una zona cosi'... mmmh... tollerante (anche se pure questo e' un termine che non mi piace).
    Qui da noi sembra di stare nello stato Pontificio. Forse c'e' anche differenza tra citta' e campagna. Probabilmente gia' a milano i tentacoli della santa inquisizione non sono cosi' opprimenti

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  10. Cara Arte, non mi piace il termine 'militante' perchè svia dal vero significato dell'essere cristiano: non si appartiene per convinzione o peggio per status quo ma perchè si è scoperto Qualcosa che è vero amore che stravolge la propria vita. E' un pò come la differenza tra rispettare l'ordine e donare amore.

    Dario, non ho detto che mi sento limitato dagli atei ma che, come capita al contrario a te, ci sono molte persone che hanno pregiudizi e per questo continuamente ti prendono per allocco e credulone perchè credi in Dio. Mi riferisco a persone come (e qui mi dispiace per Arte) Augias e Odifreddi i quali pur essendo degni di tutto rispetto nei loro campi, quando parlano di religione lo fanno sempre con una vena polemica, cercando sempre l'incoerenza e il modo di denigrare e rendere ridicolo le religioni (in modo ancor più spregevole facendoci sopra soldi con i propri libri).

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  11. Dario: sì confermo la differenza città-campagna. Una mia amica che vive ad Altopascio (provincia di Lucca) mi conferma un'atmosfera simile a quella che descrivi tu.

    Spunto: quindi se capisco bene la fede non è una "convinzione". Allora giustamente il termine "militante" non si addice, e nemmeno il termine "convinti" come avevo suggerito io. Temo che siate veramente pochi a vivere tale esperienza. Almeno a quello che posso constatare personalmente.
    A me piace Augias ma lungi da me fargli da avvocato difensore. I suoi libri (come quelli di Odifreddi) non li comprerei mai, ma se qualcuno li compra significa che hanno mercato. Ma la puntata l'hai vista?

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  12. Si, hai colto stavolta il nocciolo di quel che intendevo..
    Infatti, l'unico mio malumore verso la Chiesa (intesa come clero a tutti i livelli) è che negli ultimi decenni (come si fosse adagiata su se stessa) non abbia comunicato con efficacia il messaggio al popolo in modo da trasmettere queste esperienze (che lo auguro di cuore di trovare a tutti).
    Pure io non comprerei un libro di Augias, ma il fatto è che lui sfrutta la sua notorietà per vendere libri in cui non ha competenze e dice cose false spacciandole per vere. Poi visto che molti non hanno alle spalle conoscenze, si lasciano convincere ed iniziano a spargere cavolate in giro...

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  13. Mmh... Spunto,
    Mi sa che avevo capito male. Avevo capito che senti intorno a te una certa ostilita' generalizzata nei confronti dei cattolici "convinti" come te (scusa, ho capito che la parola "convinti" non e' appropriata, ma non so quale altra utilizzare per definire quel tipo di fede).
    Ebbene, io questa ostilita' non la vedo proprio, anzi mi pare all'opposto, cioe', almeno per quanto riguarda la zona in cui vivo, c'e' aperta ed esplicita ostilita' nei confronti di chi non segue i precetti della chiesa cattolica. Verrebbe da dire che e' la gerarchia ecclesiastica che inculca questo tipo di atteggiamenti nella gente comune, ma questa e' solo una divagazione.

    Se invece ti riferisci solo a Augias e Odifreddi, be'... allora me ne sto zitto.

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  14. Per andare più nello specifico e concreto, mi riferivo, oltre ai due che hai tu citato, ad alcuni blog in cui mi è capitato di partecipare (beninteso non questo di Arte.. magari fossero tutti come questo!).

    Ecco io deploro sia l'integratismo fondamentalista laicista che quello religioso..

    Mi piace pensare che la società abbia bisogno di tutti (escludendo solo le parti più intransigenti e sorde all'ascolto dell'altro) per il proprio bene: di sacro e profano, di destra e sinistra, di uomini e donne, di bianchi e neri, di ricchi e poveri...

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  15. Mah, Spunto.
    Mi sa che tra un po' Artemisia giustamente mi rinfaccera' la mia usuale logorrea ;-)
    Ma e' solo "pour parler"...

    Non riesco bene a capire quello che dici sul bisogno di atei e credenti da parte della societa'. Cioe', o dio esiste e magari e' fatto come dicono i cattolici, e allora sarebbe bene che tutta la societa' fosse cattolica, perche' li' e' la verita', oppure dio non esiste, e tanto meno somiglia al dio dei cattolici, e allora sarebbe bene che nella societa' non esistano i cattolici ma siano tutti atei, perche' la verita' e' costi'.
    La terza alternativa e' che non ci sia alcuna certezza sull'esistenza e la forma di dio, nel qual caso ognuno dovrebbe poter scegliere secondo la propria coscienza, ovviamente senza disturbare il vicino e anzi integrandolo quantunque la pensi in modo diverso (e mi pare che sia tu sia io sia Arte possiamo racchiuderci in questa categoria). Ma non mi pare che questa alternativa possa essere considerata un bene per l'umanita', perche' presuppone la non conoscienza.

    Cioe', non e' che dio esiste per qualcuno e non esiste per qualcun altro. O dio esiste per entrambi, o dio non esiste per alcuno, anche se nessuno dei due conosce la verita'.

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  16. L'umanita'? No, volevo dire la societa'!

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  17. Augias e Odifreddi, quando toccano il tema della regione - e talvolta non solo quello - hanno un atteggiamento irritante e supponente che mi farebbe venire voglia di mettere alla finestra le insegne della Città del Vaticano...
    Dolores

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  18. @Dolores
    ahahahah hai ragione.. pure a me da fastidio il loro modo di fare.

    @Dario
    Si, propendo con decisione per la terza via che tu esponevi. E sono convinto inoltre che sia la via maestra per l'umanità in quanto, oltre ad esser convinto che sono più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono, è dall'esperienza e dall'apporto di ogni diversità che si possono fare le cose più giuste..
    Se fosse presente una sola saremmo nell'ambito del totalitarismo..

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