Dopo una giornata mediamente faticosa, passata ad arginare i capricci e le paturnie dei miei colleghi viziati, salgo sullo scooter e mi avvio verso casa con un buon tasso di nervosismo addosso. Al semaforo mi affianco ad un auto vecchiotta con i finestrini aperti e, mentre aspetto il verde, sento l'uomo che sta alla guida che comincia a cantare una vecchia canzone di Baglioni. Da fuori non percepisco la musica che sta ascoltando ma solo la sua voce anche ben intonata: "....ho girato e rigirato... senza sapere dove andare... ed ho cenato a prezzo fisso... seduto accanto ad un dolore... tu come stai?... tu come stai?... tu come stai?.."
Quanti ricordi! Claudio Baglioni era una delle mie passioni di adolescente. Chi della mia generazione non ha sognato a quindici anni su "quella sua maglietta fina, tanto stretta al punto che immaginavo tutto"? Oggi quelle canzoni mi paiono melense, musicalmente banali, intrise di buoni sentimenti nazionalpopolari.
Tuttavia mi piace quest'uomo che canta questa canzone malinconica che si intona a questo sole obliquo di un pomeriggio di autunno. Mi piacerebbe guardarlo in faccia e fargli un sorriso, ma sono troppo timida e temo che smetta di cantare sentendosi scoperto. Scatta il verde l'auto prosegue diritta mentre io giro a sinistra e...
... ma sì, in fin dei conti è così liberatorio cantare! Raccolgo il testimone e proseguo: "...tu come vivi... come ti trovi... chi viene a prenderti... chi ti apre lo sportello... chi segue ogni tuo passo... chi ti telefona... e ti domanda adesso... tu come stai?..."
Anche io, qualche anno dopo, ho cantato, urlato, pianto e sognato sulle canzoni di Baglioni...
RispondiEliminaChe ricordi!
baglioni a casa mia è un classico: mia madre lo adora!
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