Una delle (tante) cose che mi piacerebbe studiare e approfondire è la linguistica. Il bello della lingua italiana (come di tutte le altre) è il fatto di essere una creatura viva, che cambia, si trasforma, si adatta. Capita così che certe regole che noi di una certà età abbiamo faticosamente imparato a scuola, oggi le troviamo, con nostro stupore e un pizzico di disappunto, non più tassative.
Il tipico esempio è contenuto nel titolo del libro "Ciliegie o ciliege?" presentato a Fahrenheit Radio 3 dall'autrice Valeria Della Valle. Dei 2046 dubbi che la linguista, insieme a Giuseppe Patota, aiuta a sciogliere intanto ho scoperto che le due forme del titolo si possono usare entrambi anche se la tradizione voleva corretta solo la prima (come io sapevo). La professoressa Della Valle non è preoccupata dall'influenza dei nuovi mezzi di comunicazione sull'Italiano (come l'affermarsi del "pò" negli SMS invece della forma con l'apostrofo) perchè comunque hanno il vantaggio di costringere a scrivere qualcosa anche chi sarebbe restìo a prendere in mano una penna ed un foglio.Se c'è invece una lingua che sembra rimanere immutabile è quella del burocratichese, oggetto di un'altra puntata di Fahrenheit con ospiti Anna Maria Testa e Angela Frati, ricercatrice che, insieme a Stefania Iannizzotto, sta scrivendo un vademecum per semplificare il linguaggio della pubblica amministrazione.
Il tipico esempio è contenuto nel titolo del libro "Ciliegie o ciliege?" presentato a Fahrenheit Radio 3 dall'autrice Valeria Della Valle. Dei 2046 dubbi che la linguista, insieme a Giuseppe Patota, aiuta a sciogliere intanto ho scoperto che le due forme del titolo si possono usare entrambi anche se la tradizione voleva corretta solo la prima (come io sapevo). La professoressa Della Valle non è preoccupata dall'influenza dei nuovi mezzi di comunicazione sull'Italiano (come l'affermarsi del "pò" negli SMS invece della forma con l'apostrofo) perchè comunque hanno il vantaggio di costringere a scrivere qualcosa anche chi sarebbe restìo a prendere in mano una penna ed un foglio.Se c'è invece una lingua che sembra rimanere immutabile è quella del burocratichese, oggetto di un'altra puntata di Fahrenheit con ospiti Anna Maria Testa e Angela Frati, ricercatrice che, insieme a Stefania Iannizzotto, sta scrivendo un vademecum per semplificare il linguaggio della pubblica amministrazione.
Tentativi che io trovo benemeriti in quanto usare un linguaggio comprensibile anche al cittadino di bassa cultura è una questione di democrazia. Un linguaggio incomprensibile e vessatorio impedisce di far valere i propri diritti fino in fondo o per lo meno costringe a trovare il tempo e la fatica per decodificarlo.
Perché si continua a trovare espressioni come "Atteso che allo stato non risultano circostanze ostative al prosieguo del previsto iter procedurale tendente all'accoglimento dell'istanza ...” quando si potrebbe rendere perfettamente l'idea con un “non essendoci impedimenti si può accettare la domanda”? Tanto per citare uno dei numerosi esempi portati in puntanta. Lo spiega bene Anna Maria Testa quando racconta che, durante un corso per magistrati, erano proprio i giovani procuratori a fare resistenza verso una semplificazione del linguaggio affermando che per essi, magari di umili origini, l'acquisizione di un linguaggio complesso pieno di tecnicismi giuridici era stata una tale conquista sociale che non avevano nessuna intenzione di rinunciarvi. Così come ad un corso per sindacalisti, gli interessati affermavano di averci messo anni ad imparare come dovevano esprimersi e quindi non erano affatto favorevoli ad una semplificazione. Ciò conferma la mia tesi espressa in questo vecchio post.
Senza contare che usare un linguaggio volutamente oscuro serve anche per affermare il proprio potere di burocrate ed allontanare, mediante l'incomprensione, eventuali discussioni. Per esempio, dietro la forma impersonale come "E' opportuno che venga attuato..." si nasconde facilmente la responsabilità di chi deve attuare la cosa.
E pensare che già nel 1940 Whiston Churchill aveva raccomandato: "Chiedo ai miei colleghi ed al loro personale di scrivere testi più brevi che espongano i punti principali in una sequenza di paragrafi brevi e incisivi. E' ora di mettere fine a frasi come queste: 'E' altresì di estrema importanza tenere presenti le seguenti considerazioni' oppure 'Dovrebbe essere presa in considerazione la possibilità di porre in essere'. La maggior parte di queste frasi fumose non sono che vuota verbosità.“
Perché si continua a trovare espressioni come "Atteso che allo stato non risultano circostanze ostative al prosieguo del previsto iter procedurale tendente all'accoglimento dell'istanza ...” quando si potrebbe rendere perfettamente l'idea con un “non essendoci impedimenti si può accettare la domanda”? Tanto per citare uno dei numerosi esempi portati in puntanta. Lo spiega bene Anna Maria Testa quando racconta che, durante un corso per magistrati, erano proprio i giovani procuratori a fare resistenza verso una semplificazione del linguaggio affermando che per essi, magari di umili origini, l'acquisizione di un linguaggio complesso pieno di tecnicismi giuridici era stata una tale conquista sociale che non avevano nessuna intenzione di rinunciarvi. Così come ad un corso per sindacalisti, gli interessati affermavano di averci messo anni ad imparare come dovevano esprimersi e quindi non erano affatto favorevoli ad una semplificazione. Ciò conferma la mia tesi espressa in questo vecchio post.
Senza contare che usare un linguaggio volutamente oscuro serve anche per affermare il proprio potere di burocrate ed allontanare, mediante l'incomprensione, eventuali discussioni. Per esempio, dietro la forma impersonale come "E' opportuno che venga attuato..." si nasconde facilmente la responsabilità di chi deve attuare la cosa.
E pensare che già nel 1940 Whiston Churchill aveva raccomandato: "Chiedo ai miei colleghi ed al loro personale di scrivere testi più brevi che espongano i punti principali in una sequenza di paragrafi brevi e incisivi. E' ora di mettere fine a frasi come queste: 'E' altresì di estrema importanza tenere presenti le seguenti considerazioni' oppure 'Dovrebbe essere presa in considerazione la possibilità di porre in essere'. La maggior parte di queste frasi fumose non sono che vuota verbosità.“