martedì 15 luglio 2025

Giornata di una privilegiata

 Sveglia spontanea tra le otto e le nove e mezzo. Mi alzo con calma dopo i consueti esercizi di stretching. Colazione senza fretta insieme al mio compagno. La mattina mi piace dare uno sguardo ai social che sono rimasti la mia unica fonte di informazione, visto che non guardo la televisione, non sento la radio, né tanto meno compro i giornali. Pochi canali, accuratamente scelti, mi bastano. 

Poi preparo il pranzo, cioè quasi sempre un'insalata con carboidrati (alternando pane, cous cous, cereali misti integrali), verdure fresche come cipolla, carota, cetriolo e rucola, qualche sottaceto (aboliti i sottoli), una fonte proteica che può essere legumi, uova sode o, raramente, tonno in scatola (al naturale). Con questa insalata e l'aggiunta di frutta è assicurato un pranzo leggero e completo che ci permette di lavorare fino a tardi mattinata. Talvolta ho da stendere il bucato o mettere al sole materassi, cuscini, ecc. In questi giorni bisogna andare a raccogliere le nostre squisite prugne che sono cadute nella notte dall'albero. Insomma tra una cosa è l'altra si fa le dieci passate.

E' ora di cominciare a lavorare. I nostri lavori di manutenzione sono stagionali. C'è il periodo in cui va tagliata l'erba, il periodo delle potature di alberi e siepi. D'estate è il momento del restauro del murale. I famosi ottanta metri quadri di muro che tutti gli anni vanno scartati e riverniciati in gran parte. Un lavoro rilassante e anche divertente ma, che va fatto prima che sopraggiunga implacabile il sole. Per i lavori agricoli invece si va fino all'una e mezza, talvolta anche le due.

Ecco quindi il nostro pranzo estivo sotto la pergola di glicine, dopodiché tocca la telefonata quotidiana alla mia mamma per sentire come sta e farle un minimo di compagnia.

Dopo pranzo, mentre il mio compagno riposa e fuori fa troppo caldo, l'alternativa è cucinare (ad esempio le verdure per la sera o snocciolare la frutta per le marmellate) oppure, come adesso, sedermi al computer. Quest'anno ho dedicato questi momenti a riordinare i files di vecchie foto e documenti di famiglia.

Verso del quattro e mezza, cinque ci aspetta il caffè dalla nostra vicina di casa, una indistruttibile signora di novantasette anni. Per fortuna la stenta conversazione d'estate si ravviva perché ci sono suo figlio e sua nuora che sono simpatici e con cui ci troviamo molto bene.

Dopo la parentesi sociale, avanzano un paio di ore circa prima della cena. Durante le ondate di calore mi tocca l'innaffiatura del podere che mi prende da una a due ore a seconda di quanto sono accurata. Se invece ha piovuto di recente, posso ritagliarmi una seduta di ginnastica in terrazza.

Le cene in terrazza sono una delle cose più belle del vivere in questa casa. Il sole che cala, gli uccelli che cantano, il fresco che arriva quasi subito, i nostri alberelli lassù sulla collina che oscillano al vento, le chiacchiere e le battute tra noi due "vecchietti bizzosi" (come ci autodefinisce il mio sarcastico compagno) e, perché no, un po' di vino che non fa bene al corpo, ma sicuramente allo spirito.

Dopo cena, se è tardi bevo in terrazza la tisana fatta con le nostre erbe, guardo le stelle e poi vado a letto. Se invece ho abbastanza tempo a disposizione mi piace guardare un film. Spesso i film su RaiPlay sono deludenti ma un filmino ogni sera è un rito che mi piace mantenere ed ogni tanto incappo in qualche buona pellicola. 

A letto tra le undici e mezzanotte, una mezz'oretta di lettura che concilia il sonno e poi una notte, in genere molto riposante. Qui non fa mai troppo caldo, non c'è bisogno di condizionatore, anzi, spesso si può dormire a finestra chiusa con copertina, c'è silenzio. Insomma tutta un'altra storia rispetto alla casa di città.

Vita noiosa? Forse. Privilegiata? Sicuramente sì!  Clima gradevole. Aria buona. Casa ampia e confortevole. Giusta alternanza di attività fisica e relax. Niente code. Niente folla. E da quest'anno: niente ferie (che finivano sempre troppo presto). Ora come ora francamente non desidero altro. 



martedì 24 giugno 2025

Amato tiglio

 


Non è un refuso con "f-iglio". Sto proprio parlando di questo nostro albero che un post se lo merita tutto. E' stato uno dei primi alberi che abbiamo piantato nel nostro podere nel 2015 (quelli preesistenti furono messi a dimora dai miei suoceri nei primi anni Novanta). Un conoscente in paese ci consigliò questo tipo di albero in quanto molto robusto. E in effetti, non ci ha mai dato ansie (al contrario di quelli seccati al primo anno, quelli tirati giù dal vento, quelli macchiolati di malattie fungine varie, quelli che soffrono troppo la siccità, quelli che le potature "andiamoci piano", quelli che dopo dieci anni sono più bassi di noi e l'elenco sarebbe lungo). In secondo luogo, già dopo un paio di anni, ci ha regalato profumatissimi fiori, molto apprezzati dagli insetti (e anche molto buoni come infuso rilassante). Inoltre, senza bisogno di innaffiature, ha prodotto delle bellissime fronde ombrose e ora svetta lassù, maestoso colorando di un bel verde il nostro podere giallognolo.

Lunga vita al nostro tiglio! 

sabato 21 giugno 2025

Cogli l'attimo

 Una signora sulla settantina che frequento in villeggiatura ha avuto un brutto infarto lo scorso febbraio. E' sopravvissuta, abbastanza miracolosamente pare, e oggi, a distanza di quattro mesi, è ancora ricoverata. Il mio ex direttore, sessant'anni quest'anno, ha avuto un brutto ascesso da qualche parte nella gola ed è stato tenuto intubato per qualche giorno dopo l'operazione di asportazione per timore che l'infezione si propagasse ad organi vitali. Per fortuna, è fuori pericolo.

Si suole dire "oggi ci siamo, domani chissà" ma in realtà non so quanto ci crediamo. Sotto sotto ci illudiamo di essere eterni o comunque di avere davanti a noi chissà quanti anni. Facciamo programmi, progetti, rimandiamo cose che potremmo fare subito. E' normale che sia così ed è anche giusto.

Tuttavia è quanto mai necessario avere sempre a mente che dietro l'angolo ci potrebbe essere la nostra fine oppure, ancor peggio a mio avviso, ci potrebbe essere un evento che peggiora inesorabilmente la nostra vita.

Per questo, mai rimandare quello che ci piace e che è alla nostra portata. Mai dire "va beh, lo farò il prossimo anno". Assaporare e godersi tutto. TUTTO: un tramonto spettacolare, una giornata di sole, una cena risultata particolarmente gustosa, un buon vino, una tisana fatta con le nostre erbe spontanee, le chiacchierate con il nostro compagno o con un'amica, il sorriso di nostro figlio, un film che ci è piaciuto, una canzone che ci ha fatto ballare o cantare, un gruppo di rose sbocciate nel nostro podere.

Domani chissà... 



mercoledì 4 giugno 2025

Bye bye America

Cominciamo dal personale. Il soggiorno a casa di mio figlio è stato bello oltre le aspettative. Abbiamo condiviso il suo piccolo appartamento con amore e rispetto reciproco. L'ho trovato maturato, tollerante, persino premuroso nei nostri confronti. Al di là dell'orgoglio di mamma, sono contenta che sia una così bella persona. Si merita davvero di trovare chi sappia apprezzare le sue innegabili doti.

Raleigh mi ha positivamente stupito. Una città molto vivibile con abitanti gentili ed educati. Non così vivibili New Orleans e Chicago, due città affascinanti (per motivi molto diversi).


Degli Stati Uniti, ci sono delle piccole cose che ho apprezzato: bagni pubblici e puliti abbastanza frequenti con annessi fontanelli di acqua fresca (superclorata, ma pazienza). Nella mia città spenna-turisti hanno tolto tutte le fontane pubbliche dal centro e se ti scappa pipì devi pagare. In USA non si vede una cacca di cane sui marciapiedi, mentre da noi va fatto lo slalom. Altra cosa bella i parchi pubblici (molto curati soprattutto al centro e al nord) e la vegetazione rigogliosa (soprattutto al Sud) con specie che da noi non si vedono.

Inoltre mi ha colpito la quantità di giovani dai quali mi sono sentita circondata. È vero che nella mia vita quotidiana tendo a frequentare ambienti destinati a persone ageé. Tuttavia è stato davvero piacevole, una volta tanto, sentirsi in minoranza.


In generale però è un paese che non mi piace. Molto caro. La parola più diffusa in giro è pay seguita in graduatoria da fine (multa). Secondo mio figlio che ci vive da più di due anni, in America se sei ricco vivi meglio che in Europa. Mi ha colpito anche la quantità di persone zoppicanti a causa di problemi alle anche. Problemi comunissimi anche da noi, ma qui normalmente il sistema sanitario ti paga l'operazione, lì a quanto pare in molti non se la possono permettere. Temo che sia lo stesso anche per le cure odontoiatriche. Dal punto di vista umano, può capitare di trovare persone gentilissime, ma anche di notare tanta indifferenza per i disperati che si trascinano per le città. In America i ricchi sono troppo ricchi e i poveri troppo poveri.


Altra cosa che non mi piace è il cibo. Difficilissimo mangiare sano fuori ma, anche avendo per fortuna una cucina propria, è una impresa trovare al supermercato cibi non troppo processati. Ad esempio trovare prosciutto cotto senza aggiunta di zucchero o miele.


Infine ho fatto una gran fatica con l'inglese. Me la cavo con la reading comprehension ma non capisco mai nulla quando mi parlano (sono sempre andata peggio quanto a listening comprehension ma temo che la mia ipoacusia abbia peggiorato ulteriormente le mie capacità). Mi sono sentita continuamente idiota e non ho trovato grande comprensione negli americani.


Insomma bilancio più che positivo ma sono contenta di tornare nella nostra vecchia cara Europa.

martedì 3 giugno 2025

Chicago


Sono rimasta sorpresa dalla bellezza di questa metropoli, cosi' raffinata, scintillante, attraente. Non solo belli i grattacieli (che mi aspettavo) ma affascinante il River Walk, percorso pedonale lungo il fiume che fa un po' Venezia moderna, sorprendenti le fontane come la barocca Buckingham Memorial Fountain o la magnifica Nicholas J. Melas Centennial Fountain, vivace e nello stesso tempo rilassante il Millennium Park e il Lakefront Trail. E poi il famoso skyline che ti accompagna ovunque tu vada, in lontananza dall'aeroporto, dal molo Navy Pier, nel riflesso nel Cloud Gate, tra il profumo dei fiori del Lurie Garden, dal novantaquattresimo piano del 360 Chicago.

Certo, una citta' molto turistica, affollata e anche molto molto cara. Se non hai nessuna preoccupazione economica, te la puoi godere al massimo, ma se sei appena un po' moneywise, finisci per non fare altro che camminare e camminare col naso all'insu.

Contenta di averla vista ma anche di tornare nella piu' tranquilla e umana Raleigh.

martedì 27 maggio 2025

New Orleans


New Orleans e' una citta' diversa dalle altre negli Stati Uniti. Il Quartiere Francese, con suoi edifici spagnoleggianti (pare che quelli del periodo francese siano stati distrutti da un incendio), con le balconate in ferro battuto, e' davvero bello e risente della cultura europea. Cosi' come la cucina creola e cajun rappresentano un misto culinario unico derivante da influenze francesi, spagnole, portoghesi, italiane, dei nativi americani e africane. Appena fuori dal Quartiere Francese (fatto solo di alberghi, pub, cafe' e ristoranti) ma sempre nell'Historical District, le case hanno lo stesso stile ma sono fatiscenti e spesso abbandonate. Pare che molti non siano tornati dopo l'uragano Katrina del 2005.

La gente e' allegra, colorata, estrosa. Molti giovani. I locali sono praticamente tutti neri e irrimediabilmente grassi. Io, donna bianca e magra, mi sono sentita davvero in minoranza. Purtroppo ci sono anche tanti disperati. Ho visto una ragazza buttata a dormire in terra senza scarpe sul lungo Mississippi dove scorrazzavano topi e scarafaggi. Ho visto una persona (non sono riuscita nemmeno a capire se donna o uomo, giovane o vecchio) raccogliere da terra un pezzo indistinguibile di cibo pesticciato chissa' da quante scarpe e metterselo in bocca.

A New Orleans il clima e' pessimo. Caldo afoso tropicale (e di conseguenza aria condizionata a palla in tutti i luoghi compresi i bus e i tram) e frequenti temporali.

New Orleans vive di turismo (quindi del suo passato, come Firenze del resto) e cerca di spennare i visitatori come puo'. Bourbon Street la sera e' un insieme cacofonico di musica sparata da ogni locale, anche quelli attigui, creando un unico caos dove la gente cammina, barcolla, beve, urla per sentirsi, ride e si fa trascinare dal vortice della vita notturna. Non oso pensare come sia il carnevale!

Una citta' comunque affascinante, che merita di essere visitata... carta di credito in mano.

giovedì 22 maggio 2025

Viaggiare stanca

Per spezzare il nostro soggiorno a Raleigh e anche per dare un po' di respiro al nostro solitario figlio, abbiamo fatto un giro di tre giorni con l'auto a noleggio verso il South Carolina.

Impressioni. 

Guidare in USA e' molto facile, l'auto va quasi da sola, il traffico e' lento e tutti sono molto pazienti. L'unica difficolta' e' non addormentarsi percorrendo le larghe e monotone autostrade. Cio' nonostante abbiamo assistito ad un rocambolesco incidente con auto ribaltata e successivo incredibilmente esagerato dispiegamento di vigili del fuoco.

Citta' considerate storiche e quindi attrazioni turistiche, come Charleston (South Carolina) e Wilmington (North Carolina), sono alla fine molto tranquille e poco affollate in confronto a mete anche mediamente gettonate in Italia. Per rendere l'idea, questo il cuore della citta' di Wilmington, 120 mila abitanti, un mercoledi' mattina alle dieci.

Son sincera, sara' perche' queste due mete non mi hanno emozionato piu' di tanto, sara' perche' avrei preferito qualcosa di piu' naturalistico, ma questi tre giorni mi hanno abbastanza stancata. Ho percorso a piedi dai quindici ai ventimila passi al giorno. Faccio fatica a leggere cartelli esplicativi in inglese che spesso capisco solo in parte. Peggio che mai l'inglese parlato. Anche scoprire come funzionano le cose, le pompe di benzina, i parcheggi, ecc. mi richiede un discreto impegno.

Spero che sia un buon esercizio cognitivo... 

domenica 18 maggio 2025

Raleigh, North Carolina, USA



Eccoci qua a far visita al nostro pargolo (e a stravolgergli la sua metodica vita da scapolo). Il suo piccolo appartamento e' carino e sufficientemente spazioso per lui. Due stanze con un piccolo patio che affaccia sul giardino condominiale ornato da begli alberoni affollati di scoiattoli e uccellini che ci svegliano la mattina. Le rifiniture purtroppo lasciano un po' desiderare. Ne' il bagno ne' (peggio) la cucina hanno finestre, il lavandino butta poco, le mattonelle sono in realta' dei pannelli di plastica che le simulano, meta' appartamento e' occupato da una pelosissima moquette. Visto quanto costa l'affitto potevano dargli qualcosa di piu', ma lui e' un ragazzo che bada all'essenziale e si adatta.



Raleigh e' una citta' molto vivibile, sicura, pulita (non ho visto una cacca di cane in terra), molto verde e poco trafficata. Un buon posto per vivere. Anche per un turista e' una meta piacevole (anche se di per se' non giustifica un volo transoceanico). Interessanti, ben allestiti e persino gratuiti i musei. I bus non sono frequentissimi ma sono gratuiti per i ragazzi fino a diciannove anni e per gli anziani oltre i sessantacinque. In ogni edificio pubblico trovi pulitissime e gratuite toilette con annesso fontanello di acqua fresca (in Italia stanno eliminando anche le poche fontane che c'erano per costringerti a comprare acqua in bottiglietta).

Impressioni sugli USA. Sono consapevole che di Americhe ce ne sono tante e molto diverse tra loro. Quindi penso che il North Carolina, e soprattutto una citta' come Raleigh, sia un angolo un po' troppo privilegiato per giudicare gli Stati Uniti. Qui sono quasi tutti bianchi e credo anche piuttosto benestanti (a giudicare dalle bellissime case). E quindi per ora l'impressione e' quella di un paese molto civile. Sono molto ossequiosi, si fermano sempre con le auto per farti passare a piedi, pochi homeless e non molestanti, strade pulite e nessuna cartaccia in giro. Siamo entrati nel campus della NC State University girando tranquillamente negli edifici senza che nessuno ci abbia chiesto nulla, ne' ci abbia guardato con sospetto. Certo, sull'attenzione all'ambiente ci sono spazi di miglioramento: la raccolta differenziata e' un po' una farsa e soprattutto la temperatura degli edifici (e anche dei bus) e' esageratamente bassa! Non c'e' assolutamente bisogno di tenere 17 gradi se fuori ce ne sono 25 (pur con tasso di umidita' piuttosto alto). A parte qualche ragazza e ragazzo palestrati, sono tutti vistosamente sovrappeso, sintomo di scarsa educazione alimentare. A voglia a scrivere le calorie a caratteri cubitali sulle confezioni e sui menu dei ristoranti! Non ingrassare qui credo sia una missione impossibile!



Nei prossimi giorni andremo a visitare altri stati ed altre citta' e potremo vedere le eventuali differenze.

lunedì 12 maggio 2025

Pensieri e aggiornamenti alla rinfusa

Dall'ultimo post, che risale a più di un mese fa, ho pensato molte volte di scrivere qualche impressione, ma poi, presa dal vortice degli eventi, non sono riuscita.

Un giorno, per esempio, ho provato una piacevole sensazione di sollievo cedendo il mio posto in una qualche fila o dando la precedenza anche se era il mio turno o insomma facendo qualche altra gentilezza "gratuita". E mi è venuto in mente che una delle libertà che sto sperimentando è quella di essere gentile aggratisse (come dicono dalle mie parti). Non che mi fosse proibito quando lavoravo, ma, quando si è di corsa, quando tutto è incastrato nella giornata e soprattutto quando le colleghe intorno a te sono sempre preoccupate di far valere i loro diritti/privilegi, ti senti in dovere di tenere duro e di farti rispettare a tutti i costi. Invece ora ho tempo, non ho doveri che mi pressano e posso permettermi di far passare avanti le persone che devono "correre a produrre". Mi posso fermare anche a scambiare due parole con chi non conosco, a fare una battuta, a regalare un sorriso a chi incrocio per la strada. Insomma una sensazione di libertà di chi non ha pressioni. 


Altre sensazione bella me l'hanno data i due spettacoli a cui ho partecipato con il coro. Un attore si è occupato di narrare la storia dell'eccidio dell'Istituto Farmaceutico Militare di Firenze avvenuta il 5 agosto 1944 mentre noi abbiamo cantato sei brani inerenti alla resistenza o alla pace. Al di là della riuscita che spero dignitosa, mi sono divertita assai. Mi piace essere su un palco, ma non essere la protagonista. Mi piace fare le cose in gruppo. Mi piace lo sguardo attento degli spettatori. 

Infine quest'ultima settimana è stata caratterizzata dagli inviti a cena di amiche approfittando del fatto che il mio compagno era in viaggio. Amo le donne che si trovano tra loro e chiacchierano in libertà. Una sera alcune ex colleghe, un'altra un paio di care amiche e una con le ex compagne di palestra. Piacevoli serate nella nostra pergola bioclimatica dove sembra di essere all'aperto, luci soffuse, la luna che sorgeva, e buon cibo preparato anche dalle mie ospiti. 

E ora fibrillazione per il nostro viaggione dall'altra parte dell'oceano... Stay tuned!

martedì 8 aprile 2025

E.... ballo!

Fine settimana alle terme per il Festival del ballo. Cosa c'entro io che non ho mai saputo ballare?

Da gennaio ho voluto provare un'attività che si chiama Balla&Snella. Al di là della trovata di marketing (per dimagrire ci vuole altro che ballo!), si tratta di un allenamento abbastanza aerobico fatto di simpatiche coreografie dove passi di ballo veri e propri si mescolano a normali esercizi di ginnastica. Mi sono divertita e penso di rifarlo il prossimo autunno anche perché mi sembra un buon esercizio psicomotorio, come ho accennato in questo post.

Nel frattempo mi sono iscritta a questo evento (insieme alla mia amica S. che, anche più coraggiosa di me, si è unita pur non avendo la minima idea di cosa ci avrebbero proposto). A parte i piacevolissimi bagni e idromassaggi termali, in questi giorni i tanti partecipanti non hanno fatto altro che ballare dalla mattina alle nove a notte fonda!

Sono rimasta stupita, ammirata e anche un po' invidiosa per la passione di queste persone, donne e uomini, giovani e meno giovani. Salsa, bachata, kizomba, cha cha cha, samba. Passi, figure, coreografie. Sui tacchi a spillo o con le scarpe da ginnastica. Che meraviglia!

Oltre alle tre sedute di Balla&Snella, noi abbiamo provato solo un paio di lezioni per principianti, una di balli di gruppo e una di salsa portoricana. 

Ballare, a mio avviso, fa bene al corpo ma soprattutto allo spirito. Devo assolutamente imparare!

giovedì 27 marzo 2025

L'Isolotto

Il mio nuovo quartiere ha una storia interessante. Fino agli anni Cinquanta del secolo corso qui era campagna e di ciò troviamo le tracce in vari piccoli borghi con casette monofamiliari ormai soffocate dai palazzi. Ho scoperto anche che qui vicino c'era un lazzaretto fatto di baracche dove, nel periodo della Prima Guerra Mondiale, avevano rinchiuso i malati di spagnola.

Nel secondo dopoguerra il sindaco La Pira pensò di risolvere il problema degli sfollati (e anche della forte migrazione dalla campagna) costruendo un quartiere di edilizia popolare ma ben pianificato da diversi studi di architetti. L'ente INACASA costruì quindi tutta una serie di case popolari di vario aspetto e tipologia prevedendo però anche tutta una serie di servizi, una chiesa, scuole e anche un bel po' di verde, privato, condominiale, ma anche pubblico. Nel 1954 le case furono consegnate ma i servizi e il verde ancora non c'erano e mancava persino l'asfalto sulle strade, che quindi erano un gran polverone.

L'Isolotto, questo il nome del quartiere, era quindi una periferia disagiata ma anche solidale. Vi sorse una comunità popolare e impegnata socialmente (grazie anche alla parrocchia del famoso prete scomodo don Enzo Mazzi). 

Quello che mi colpisce oggi percorrendo queste strade è la gran quantità di verde, perché, se allora gli alberi non c'erano, oggi sono numerosi e alti. Le case sono probabilmente modeste internamente ma si nota esternamente una certa ricerca architettonica (a partire dall'uso frequente della pietra forte in facciata che richiama i palazzi storici di Firenze). Le strade si chiamano tutte con nomi botanici (via degli Aceri, viale dei Pini, Lungarno dei Pioppi, ecc.).

 

 

 

Geniale e moderna l'idea del viale pedonale, contornato da alberi, che permette ad ogni bambino del quartiere di arrivare a piedi alla scuola senza attraversare strade trafficate. Non per nulla è stato chiamato Viale dei Bambini e va dalla chiesa alla passerella pedonale, al di là della quale c'è una specie di collinetta (sicuramente fatta di terre di scavo) chiamata la Montagnola, sopra la quale è la scuola dell'Infanzia e Primaria.



 Successivamente all'operazione di La Pira, la città si è espansa anche al di fuori di quel nucleo di settant'anni fa ma purtroppo in modo disorganico, con enormi palazzoni stile alveare che ricordano le periferie dimenticate che troviamo in tutte le grandi città. Per fortuna, il verde è stato mantenuto (in particolare il mio palazzo è adiacente ad un bel parco). 

 

 

 

Mi fa una sensazione strana camminare per queste strade (che pure conoscevo ma solo sommariamente), come di vivere in una città diversa, di cui mi godo in questi giorni la fioritura primaverile.


 

venerdì 7 marzo 2025

Primavera venata di spleen

Volge al termine una settimana di tempo splendido. Dopo tanta pioggia, dopo le giornate di vento, dopo il grigiore, finalmente primavera. Una luce stupenda e una temperatura piacevolissima. Quando arrivano queste giornate mi pervade un'ebrezza speciale, un'eccitazione che non so tenere a bada. Vorrei fare tutto, vorrei essere dappertutto, ho paura di perdermi qualcosa, un tramonto, un panorama, un fiore appena sbocciato, una gemma dischiusa. La primavera mi è sempre piaciuta. Sin da ragazza mi pareva di rinascere in questa stagione.

Ma con gli anni una venatura di malinconia mi impedisce di godermi a pieno la mia stagione preferita. Inevitabilmente il secondo pensiero che affiora alla mia coscienza è che questa bellezza non è infinita. Mi viene in mente quando si dice "avere molte primavere sulle spalle" per intendere di essere anziani. Ed invece io lo sento al contrario: quante primavere ancora? E anche quando d'inverno mi dico: "Basta freddo! Non ne posso più!" adesso mi fermo e mi dico che quel freddo, quella stagione non tornerà più. I fogli del calendario si girano e poi si butta il calendario e quella data non la scriverò più. 

Poi mi scuoto e mi impongo di non pensarci. Prendo lo smartphone e via a fotografare il primo tulipano e il primo narciso sbocciati nella mia nuova casa.

Anche perché per l'alta pressione se ne sta andando e ci aspetta una bella settimana di pioggia...
 


 

 

mercoledì 12 febbraio 2025

Contrastare ma anche accettare

Ho superato i sessant'anni e da ora in poi il mio compito sarà quello di contrastare il più possibile il declino fisico e cognitivo. L'età riflessiva, l'ha chiamata gentilmente la mia professoressa di Filosofia dell'Università dell'Età Libera. E ci ha anche spiegato che, secondo il filosofo coreano Byun-Chul Han (Il profumo del tempo), per essere felici bisogna vivere il tempo cairologico, fatto di cicli e di fasi della vita e non il tempo cronologico che ci vuole sempre uguali, sempre giovani ed efficienti.

E' pensiero comune (e anche il mio compagno è convinto di questo) che continuare a lavorare rallenti il decadimento cognitivo. Io ho sempre contestato questa convinzione però ammetto che ha il suo fondamento. 

Da quando sono andata in pensione (ormai sono quasi sei mesi) sono stata presa del vortice dei lavori nella nuova casa, trasloco, svuotamento e vendita della vecchia e non ho avuto tempo di riflettere e di meditare. In questi giorni, in cui sta cominciando la nuova routine, il mio cervello ha cominciato a rimuginare. 

Mi sono resa conto quindi di avvertire un sottile di smarrimento a causa di mie difficoltà nell'affrontare operazioni che fino a sei mesi fa erano la quotidianità. Piccole cose: per esempio la compilazione di una richiesta online o la comprensione di alcune istruzioni. Diciamolo: mi è capitato di non riuscire a fare questo tipo di cose che erano il mio pane quotidiano e ciò mi ha dato molta noia.

Come tutti, ho il terrore del decadimento fisico ma ancora di più di quello cognitivo. L'ansia mi fa leggere come "segnali" questi miei "inciampi" e, unita alle difficoltà visive (ahi, cercare un libro in biblioteca senza gli occhiali da lettura!) e uditive (accidenti a chi parla piano e biascicando!), mi rende preoccupanti banali operazioni burocratiche. Comincio quasi a capire mia madre (e tutte le persone della sua età) che spesso rinunciano a fare una cosa perché temono di non saperla fare, di non riuscire a capirsi con gli addetti (sia dal punto di vista uditivo che cognitivo). Ho paura di passare da vecchia rincoglionita per dirla proprio in soldoni. 

Forse sto esagerando. Forse ero così anche negli ultimi anni in cui lavoravo, ma allora avevo a fianco delle colleghe della mia età molto più perse di me di fronte ad uno strumento informatico da imparare o ad una schermata poco amichevole. Anzi, spesso chiedevano aiuto a me, tanto che talvolta mi sentivo più "assistente" che capufficio! E quindi la mia autostima non risentiva di eventuali débâcle, che pure c'erano. Ma ora non entro negli uffici con la mia bella etichetta di funzionaria, ora per la società sono una pensionata (considerata quindi imbranata e probabilmente anche un po' sorda).

Di queste mie mancanze di prontezza, mi sono data tre spiegazioni (due positive e una negativa):

a)  Potrebbero essere un rigetto da parte mia verso operazioni che ho dovuto fare per anni. Quanti portali fatti male, poco chiari e poco amichevoli sono stata costretta ad imparare! Quante imprecazioni! Può essere che ora, di reazione, non ne voglia sentir parlare e difatti le mie energie le sto investendo su altre cose più divertenti (cantare, ballare, studiare storia o altro).

b)  Può essere un problema di calo di adrenalina con conseguente calo di lucidità. Lavorando ci è richiesto di essere all'altezza delle situazioni, di essere "problem solving", di affrontare sempre cose nuove. Questo ci fa drizzare le antenne e mantenere alta l'adrenalina. Ciò spiegherebbe tutta l'insonnia di cui soffrivo e che adesso è molto migliorata, anche se non del tutto debellata.

c) Potrebbe essere invece che lavorare sia una "ginnastica cognitiva" che, esattamente come quella muscolare, si mantiene solo essendo costretti a farla. Come la muscolatura fisica alla mia età si perde in poco tempo se non si esercita, così potrebbe essere per la "muscolatura mentale" (cioè neuroni e sinapsi). Spero proprio che non sia così ma, per cautela, cercherò di non rifuggire di fronte a queste incombenze che ormai fanno parte della vita nelle società occidentali.

Parola d'ordine: accettare i segnali e contrastarli con tutte le forze o comunque con l'esercizio. 

 

Intanto l'alberino di mimosa davanti al mio palazzo ci regala i suoi bei fiori. Altro che moduli online!


 


mercoledì 5 febbraio 2025

Michela e la sua casetta di libero scambio

Michela Noli era una giovane donna che lavorava all'Aeroporto di Firenze e viveva nel quartiere in cui sono approdata. In realtà conoscevo già la sua triste fine (uccisa a coltellate dal suo ex marito) e le tante iniziative che sono prese in sua memoria. Una di queste è stata di intitolarle un giardino che costeggio quasi tutti i giorni perché vi passa la pista ciclabile che mi conduce verso l'Arno e da lì verso il centro di Firenze. E' un piccolo giardino ricavato in una piazza. Vi sono i giochi per bambini, la fontanella, le panchine. Ultimamente ho scoperto che c'è anche una piccola casetta di legno, come quelle che hanno messo in tanti giardini e che servono per libero scambio di libri.

Quanto vedo i punti di bookcrossing sono sempre curiosa di guardare i libri che vi sono. Spesso sono schifezze che la gente mette lì invece che nel cassonetto, ma talvolta qualcosa di interessante ci si trova. Dalla free library dedicata a Michela ho preso un libretto sulla Coop del quartiere (curioso), uno su come i Senegalesi vedono gli Italiani (non l'ho finito perché troppo retorico) e l'autobiografia di Giorgio Amendola (le autobiografie sono la mia passione). Mi piace dare un'altra vita ai libri. Una volta letti (o almeno iniziati) li rimetterò nella casetta. Magari qualcun altro li leggerà.

sabato 25 gennaio 2025

Ginnastica per il corpo e per la mente

 Sono già due mesi che viviamo nella nostra nuova casa e sono quasi cinque mesi da quando sono in pensione. Incredibile come fugge il tempo! Ancora dobbiamo svuotare completamente la vecchia casa e già questa mi sembra così familiare!

Intanto le giornate si riempiono e non solo di incombenze noiose. Oltre al coro, questo mese due corsi dell'Università dell'Età Libera: uno sui giardini toscani non entusiasmante e uno di filosofia invece molto stimolante, anzi, sfidante (come dice la simpatica prof).

Ho cominciato anche un corso a metà tra l'aerobica e il ballo che ha un titolo è accattivante: Balla & Snella (in realtà credo che qualcosa di simile ci sia in quasi tutte le palestre). Questo invece è presso una casa del popolo (a dire il vero un luogo molto decaduto che sopravvive proprio grazie a queste attività che sfruttano la sala da ballo). L'approccio non è stato dei migliori: difficile seguire i passi e le coregrafie, impossibile per l'insegnante correggerci perché siamo veramente tante. Ora però, dopo la quarta lezione, comincio ad orientarmi e anche a divertirmi un po'. Non mi interessa lo "Snella", perché non ho bisogno di dimagrire, quanto il "Balla". Mi sto rendendo conto quanto la musica sia importante perché diverte, aiuta l'umore e contrasta l'invecchiamento. Sono convinta che lo sforzo di concentrarsi per seguire l'insegnante e memorizzare passi e movimenti sia un buon esercizio psicomotorio, al di là di quello atletico che comunque ho sempre fatto e continuo a fare. Mi vedo nello specchio così legnosa e sgraziata ma tanto non devo dimostrare nulla a nessuno! "Età libera" vuol dire anche questo.

E anche godersi la nostra nuova bella pergola bioclimatica... 😍


 


giovedì 9 gennaio 2025

Evviva le biblioteche!

Gennaio 2023, proposito  per l'anno: usufruire della biblioteca di quartiere. Ero convintissima di averlo scritto qui sul blog ed invece lo avevo postato su Mastodon

(Ebbene sì, sono anche su Mastodon, e in effetti anche su Bluesky e pure su Instagram. Mi sono fatta prendere la mano dai social ma resisto a Facebook, che tra l'altro ormai è obsoleto e va bene solo per vendere la roba su MarketPlace).

Grazie a mio figlio che stava facendo il servizio civile presso una biblioteca comunale, ho scoperto lo splendido servizio del prestito interbibliotecario. Lo so, sono "antica": per me "cercare un libro in biblioteca" significava fare il giro di tutte le biblioteche della città fino a scovare quella che lo aveva. Ed invece esiste un bellissimo catalogo OPAC sul quale si può cercare il libro desiderato presso tutte le biblioteche della provincia, poi andare a quella più vicina e farselo recapitare lì, gratuitamente, in un paio di giorni. 

Finito il servizio di mio figlio, mi sono chiesta perché non continuare ad usufruire di questa ottima iniziativa. E così da inizio 2023 ho affiancato alla mia lettura di ebook quella di un libro cartaceo ottenuto tramite il prestito interbibliotecario e ritirato (e restituito ovviamente) alla sfigata bibliotechina del mio vecchio quartiere. 

In questi ultimi mesi ho interrotto queste letture perché troppo presa dai lavori e dal trasloco ma oggi, proposito del 2025, mi sono riproposta di ricominciare. Tra l'altro la biblioteca del mio nuovo quartiere è assai più bella, ben fornita, accogliente e molto attiva. Un luogo davvero piacevole da frequentare e vi lavorano giovani motivati.

Primo libro preso in prestito, "Ragazza partigiana" di Elsa Oliva, una piccola autobiografia di una partigiana. Libro sconosciutissimo ma è proprio quello che mi piace. Sono tutti buoni a chiedere i best seller. Mentre un giorno un bibliotecario ha deciso di comprare questo libretto del 1969 che probabilmente pochissimi hanno letto e/o preso in prestito.

Viva quindi le biblioteche, soprattutto quelle pubbliche! Usiamole, frequentiamole, facciamole vivere!

lunedì 6 gennaio 2025

Epifania

Oggi terminano le cosiddette "feste", che non ho mai sopportato. Sempre odiate le aspettative, le riunioni familiari, gli acquisti obbligati, i riti, le ipocrisie, le abbuffate, le litanie dei  buonnatalebuonannobuonefesteauguri. Ho sempre salutato con sollievo questo giorno un po' insipido di fanalino di coda delle vacanze invernali.

Tuttavia invecchiando qualche lato positivo di queste due settimane di "pausa" riesco a trovarlo. Anche solo il piccolo stop alla routine quotidiana.

Quest'anno poi le feste mi hanno fatto rivedere il figlio emigrato, sempre riservato, sfuggente e parco nelle parole ma comunque siamo stati un po' insieme e questo mi ha fatto piacere. Spero anche a lui.

Con l'incredula contentezza di NON dover tornare in ufficio, domani si riprendono le attività da me cercate e anche qualcuna nuova. Ritorna anche qualche nodo da sciogliere, qualche magagna da risolvere, ma speriamo che sia solo un piccolo sforzo rimasto da compiere.

Intanto inforco la bici e mi faccio il mio giro di un'oretta e passa all'aria aperta anche se la giornata non è delle migliori.



mercoledì 1 gennaio 2025

Si principi il 2025

E un altro anno se ne va. Anno di grossi cambiamenti nella mia vita. Anno di progetti per fortuna quasi tutti andati in porto.

Il mondo va piuttosto male: guerre, stragi, povertà. Nel frattempo io vivo nella mia torre d'avorio, con i miei piccoli, banali desideri: imparare cose, cantare, ballare, mantenermi in forma, stare con i miei cari, curare le mie piante in campagna (e adesso anche in città), leggere libri, guardare film. 

Conduco una vita normalissima ma mi sento sempre più una privilegiata. 

Trattengo il respiro, incrocio le dita e spero che continui il più possibile così. Non chiedo altro.