mercoledì 25 febbraio 2009

Spengi la televisione

La Società Italiana di Pediatria ha lanciato la campagna "Un giorno senza TV" per sollecitare le famiglie a trovare alternative ai pomeriggi, alle serate - e soprattutto ai pasti - davanti alla TV. Le indagini che ogni anno questo organismo svolge su "Abitudini e stili di vita degli adolescenti" (12-14 anni) dimostrano una correlazione tra un eccesso di fruizione televisiva e alcuni effetti negativi come la maggiore propensione a bere alcolici, ad assumere sostanze, ad una alimentazione poco corretta ed anche a comportamenti sociali negativi, (più aggressività o più tendenza a giustificare gli atti violenti).
E' certo che la proposta ha valore simbolico perché un giorno senza TV non risolve niente ed è anche vero che la televisione in sé non è il male assoluto. Pare che vi siano indagini, per esempio, che dimostrano il contrario, cioè la correlazione tra un buon profitto scolastico e l'utilizzo massiccio della TV. Secondo la sociologa Marina Damato comunque tutte le indagini hanno un unico comune denominatore: quando i ragazzi possono fare un'altra cosa la preferiscono. Si torna sempre quindi alla responsabilità dei genitori e degli adulti in genere nel proporre alternative e nel monitorare la qualità oltre che la quantità.
La cosa però che mi ha colpito di più nella puntata di Fahrenheit che ha trattato questo argomento sono stati i dati sulla quantità di spot che i ragazzi italiani "assorbono".
Secondo la SPI, se un ragazzo vedesse Italia1, il canale di gran lunga più seguito, due ore tutti i giorni dalle 15.30 alle 18.30, in un anno vedrebbe 35.000 spot pubblicitari.
La professoressa Damato cita una ricerca, a cui ha partecipato e che si è appena conclusa in 11 paesi europei, sugli spot pubblicitari alimentari nella fascia dalle 15 alle 20 dalla quale è emerso che:
- l'Italia ha il doppio degli spot alimentari nei programmi per bambini di tutta Europa;
- le reti Mediaset battono la RAI 6 a 1;
- ogni 5 minuti c'è qualcuno o qualcosa "che induce a mangiare" (non a caso siamo il paese con più bambini obesi d'Europa);
- mentre in altri paesi si pubblicizza il prodotto con le sue caratteristiche e il suo sapore, da noi si vendono tutti i prodotti con l'associazione ad una qualche felicità (gadget, ecc.).

15 commenti:

  1. "Ogni volta che i bambini possono fare qualcos altro, lo preferiscono". Come è vero ! Penso a mia sorella, che quand era più piccolina voleva costantemente disegnare-ritagliare-giocare con qualcuno, anzichè passare i pomeriggi davanti alla TV, ovvio che quando c era qualcuno disposto a starle dietro lo faceva...altrimenti ecco che si buttava sul divano (per fortuna la maggior parte delle volte trovava un interessato). Però questo xonferma la responsabilità dei genitori nel saper trovare una alternativa ! Gli spot sono assolutamente deleteri, specie quelli per bambini. E quelli per bambine ancor di più, con lolite truccatissime che sembrano veline mignon !

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  2. Si', Belphagor, nella trasmissione si accennava anche agli stereotipi di genere proposti dalla pubblicita' che sono quanto di piu' arretrato si possa immaginare. Ma essendo solo un accenno non ne ho parlato visto che era oggetto anche di un altro post:
    http://artemisia-blog.blogspot.com/2008/10/perch-i-nostri-figli-crescono-troppo-in.html

    Non mi sento pero' di scagliarmi troppo contro i genitori perche' capisco perfettamente la difficolta' di trovare il tempo di stare accanto ai figli per proporre loro attivita' alternative. A cio' si aggiunge che nelle citta' non ci sono spazi dove mandare i ragazzi a giocare liberamente all'aria aperta. E quindi la vita di questi ragazzi si alterna tra attivita' superorganizzate (corsi, sport, ecc.) oppure solitudine e noia.
    Semmai quello che mi sento di consigliare dalla mia piccola esperienza e' comunque il monitoraggio sulla qualita' dei programmi, cioe' meglio una videocassetta di cartoni animati o un film in DVD senza assorbimento pubblicita' che "pispolettare" tra i canali senza nessun controllo su quel che vedono.
    Questo si puo' fare senza tanto sforzo.

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  3. C'è tanto di meglio che perdere del tempo prezioso della propria vita davanti alla televisione!!!
    Direi però che la cosa migliore è guardarla con moderazione poi dipende anche da che si guarda, cioè un documentario ad esempio è tutt'altra cosa rispetto ad un reality (spesso diseducativo).

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  4. Le pubblicità, alimentari (merendine e affini) e non, in tivvù nelle 'fasce protette' per i bimbi (ma anche i canali sky del settore) sono devastanti... quando passano, con mia figlia facciamo a gara a chi dice prima di andarsene e farci vedere quello che ci interessa ('via, via'...); ma mi rendo conto che per chi 'parcheggia' i figli davanti alla tv è più complicato... comunque, Artemisia questo ce l'eravamo già detto qualche tempo fa, basta un piccolo sforzo per stare assieme ai figli e decidere con loro (e per loro) cosa vedere... un dvd, un cartone animato non stupido... oppure leggere un libro...

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  5. E se facessimo un "giorno senza Tv" per i genitori, magari "una serata a monopoli" con i figli...come dici te, richiamo alle responsabilità di una generazione di immaturi, la nostra!
    ps vorrei essere tua figlia!

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  6. In casa mia "un giorno senza TV" non farebbe ne' caldo ne' freddo: nessuno la guarda mai (tranne qualche partita di calcio). Invece se si stabilisse "un giorno senza PC" penso che scoppierebbe la rivoluzione :-)

    Grazie per il complimento, Angela. Non so quanto lo meriti.

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  7. Si anch'io penso che sarebbe meglio proporlo ai grandi il giorno senza tv , spesso sento dire dai miei "stupendi " colleghi : si ho visto un po di "quello" e poi " quell'altro " , ma ieri non c'era niente ! Ma allora perchè la guardi ?! Credo che questo tipo di genitori non riesca nemmeno a proporre un'alernativa alle schifezze televisive dal momento che loro stessi non rinunciano mai ,anche quando "non c'è niente".
    Un saluto angela

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  8. non mı ha stupıto nulla dı cıo che haı scrıtto... nulla.
    anche perche anche ıo rıcordo dı aver passato tantooo, ma tanto tempo davantı a quell aggıeggıo ınfernale.
    ın realta neppure mı pıaceva, dıcıamo pıu che mı rıcordo che m "ınebetıva" (per farmı capıre)...
    e ovvıamente se avevo altro da fare, non aspettavo un attımo.
    ma da quando ero pıccola ıo (ed é davvero pochıssımo tempo fa) la sıtuazıone é decısamente e drastıcamente peggıorata.
    e sono tanto tanto contenta dı aver potuto vedere un po (non esagerıamo) dı "bella tv".un abbraccıo =)

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  9. Interessante post, ho anch'io affrontato questo argomento evidenziando i danni della tv e del pc: troppo tempo passato davanti agli schermi porta ad isolarsi, per non parlare poi dei messaggi negativi che ricevono i ragazzi da programmi discutibili e da strane e riprovevoli pubblicità. Le famiglie, per quel poco che stanno insieme dovrebbero parlarsi, non mugugnare davanti ad un schermo: i ragazzi vanno acoltati e supportati con la comprensione e spiegazioni varie.
    Se offriamo loro un bagaglio fatto d'amore, di partecipazione, sapranno difendersi dagli attacchi televisivi e da quelli di Internet.
    Ciao cara ti auguro una buona giornata.
    Un abbraccio, Annamaria*.

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  10. on sapevo che abbiamo i bimbi più obesi, cavolo!
    quoto entusiasticamente belphagor: le pubblicità mettono in scena bimbe mostruose!
    marina

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  11. Ahimè, non ho la televisione da decenni, che fare?
    In ogni caso, a parte gli scherzi, la maggior parte dei programmi televisivi, con le dovute sane eccezioni, sono un invito ad annullare l'essere umano: loro pensano per noi, ragionano per noi, masticano per noi, sognano per noi, litigano e piangono per noi... tutto quello che dobbiamo fare è semplicemente guardare e assorbire comodamente.
    Per non parlare di coloro che fanno colazione, nel vero senso della parola, con notizie tanto negative che la digestione si ferma, o coloro che guardano neri telegiornali e bui programmi fra una deliziosa pasta al pomodoro e una verde, viva, sana insalata.
    E il caffè? Meglio con un film dove mostri, vampiri, morti ammazzati e cadaveri viventi possono far meglio della caffeina.

    Rino, satirico al punto giusto.

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  12. Mi associo a quanti richiamano l'attenzione sulla responsabilitò della generazione dei genitori. E' un po' quello che mi viene da pensare quando ci sono i dibattiti su "Droga e Giovani", in cui mamme si accucciano nell'angolo perchè il figlio si fa le canne, salvo poi essere perennemente annoiate e/o iperattive.
    Traggo spunto da un intervento precedente anche per richiamare l'attenzione su "Figli ed internet": siamo poi tanto sicuri che invece internet sia così "sano"? Non alludo a pedofilia, youporn, etc., ma alla troppo spesso illusoria "partecipatività" di internet: è poi proprio vero vero che internet, al contrario della tv, invia messaggi meno massifibati e massificanti?
    Purtroppo temo che tv o internet abbiano ugualmente bisogno di un "contorno" educativo ed ambientale (e critico).
    Ciao a tutti

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  13. Ciao Giam! Mai detto che internet sia più sano della TV e non mi sembra che lo abbia detto nessun altro.

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  14. Ciao Arte :-)
    No, non è che l'ha detto qualcuno... Nei fatti (anche a casa mia) internet sta sostituendo la TV. Fra l'altro aggiungo un vago dubbio, una vaghissima traccia di riflessione: ma 'sto fatto di avere tante persone a portata di click (entrarci in contatto con un click, recidere un rapporto - magari anche minimo - con un click), per altro attenersi alla netiquette o, all'opposto, inveire daun (spesso illusorio) aninimato, saltellare senza approfondire da un argomento all'altro (ne accennavi, di sfuggita, in un post sui "commenti"), il "multitasking" (di cui parla Baricco (magari alla Baricco...) ne "I barbari", etc. cosa sta comportando? quali modificazioni induce nei comportamenti?
    Ciao a tutti :-)

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  15. Fai domande difficili, caro Giam!
    Noto con piacere che nonostante i tuoi passaggi siano rari e fulminei, sei un lettore attento.
    Che dirti? Io sono una metodica e provo fastidio alla superficialità dei rapporti fatti di click. Ma d'altra parte spesso anche i rapporti de visu sono superficiali. E' stato sempre un mio cruccio, ma ormai ci son abituata.

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