Ringrazio gli amici blogger che sono stati al gioco. Spero che lo abbiate trovato divertente come io ho trovato le vostre risposte. Mi sembra confermato che, dialetto o come lo si voglia chiamare, ci sono parole ed espressioni fiorentine che non sono comprese nel resto d'Italia. D'altra parte è anche vero che, sottoponendo il test ai miei figli, il risultato è stato disastroso e ciò forse fa riflettere. I ragazzi di oggi hanno un linguaggio omologato che sembra aver perso molto delle tradizioni locali. E' così anche da voi?
Ed ecco le soluzioni (le note tra parentesi sono mie):
BULLETTA: Chiodo. (evvai Julo!)
BOLOGNA: Mortadella (con sorpresa ho scoperto che si usa in tutta l'Italia tranne a Bologna).
CINCI: Pene.
DESINARE: Il pasto principale della giornata, di solito a mezzogiorno. “Dopo desinare”, Dopo pranzo.
(Questa la conoscono in diversi)
IMPIANTITO: Pavimento della casa. (Non solo di legno!)
INCIGNARE: Il primo taglio che si fa su qualcosa come una forma di formaggio, un prosciutto, un salame…
“Incigna i’ prosciutto”, Inizia il prosciutto.
(bravo Julo! Giam ci dice che esiste un analogo napoletano).
LAMPREDOTTO: È uno dei quattro stomaci dei bovini, quello più grossolano, che viene cotto a lungo (lessato) in acqua con pomodori, cipolla, prezzemolo, sedano, sale e pepe e altre spezie che non è dato sapere, segreto di ogni buon cuoco.
(Conosciuto da qualcuno di voi, anche assaggiato? E' buono, parola di vegetariana!)
MIDOLLA: Mollica del pane. (Pare assai sconosciuta)
SÌSTOLA: Tubo di gomma o di plastica che si usa per annaffiare.
(Anche questa sconosciuta anche se noi Fiorentini siamo convinti che sia italiano)
TAMBURLANO: Simbolo di oggetto ingombrante e antiestetico. Usato anche per “Mi hai fatto una testa come un tamburlano”, Mi hai rintronato con le chiacchiere o col frastuono.
TROMBAIO: Operaio addetto alla riparazione di tubature e condutture d’acqua nelle abitazioni. [da tromba nel significato antico di ‘pompa’]. Per estensione, idraulico in genere, fontaniere.
(Nonostante questo termine ispiri le più turpi congetture e faccia sbellicare dal ridere i miei figli, è abbastanza usato a Firenze e, a quanto ci racconta Dario, anche in Lombardia).
DA’ DI BARTA: Ribaltare, capovolgersi, anche perdere la testa. “A preso la ‘urva a tutto spiano e gl’ha da’o di barta”, A preso la curva molto velocemente e si è capovolto. “Ma te t’ha da’o di barta...”, Hai proprio perso la testa...
(Chissà perchè molti di voi hanno pensato ad un significato a luci rosse!)
DI BUZZO BONO: Di buona volontà, con impegno. (Questa pare sia nota)
FA’ A MICCINO: 1) Usare qualcosa con parsimonia, poco alla volta. “Fa’ a miccino ce n’è poco!”. 2) Essere avari nel comprare qualcosa, “T’ha’ fatto a miccino!”.
(Vi confesso che anch'io fino a poco tempo fa non conoscevo questa espressione. Carinissima l'ipotesi di Julo: fare le fusa)
TRA NINNOLI E NANNOLI: Tra una cosa e un’altra. “Perdersi tra ninnoli e nannoli”.
(Indovinata da Belphagor)
VOLECCI LE BINDE: Con grande sforzo e tempo. Da binda, argano [dal tedesco antico ‘winde’, argano].
(Fantastica l'ipotesi di Seneca52: "mi viene in mente "desiderare la Bindi (nel senso di Rosy) ma mi sembra impossibile!!!")
Queste definizioni sono tratte dal divertente "
Vohabolario del Vernaholo Fiorentino e del Dialetto Toscano di ieri e di oggi" (edizione: Maggio 2008) che vi consiglio di scaricare e sfogliare (notare anche le illustrazioni).
Ed infine il premio (quello sì a luci rosse):
NÀCCHERO: Letteralmente: Piccolo uomo sciancato ma utilizzato quasi sempre per richiamare vivamente l’attenzione di qualcuno. “Oh nàcchero, ma chi tu credi di piglia’ pe’ i’ culo!”, Ehi te ma chi credi di prendere in giro!
BOLLORE: Quando fa molto caldo, “L’è un bollore oggi”, Oggi fa veramente molto caldo.
Il complemento oggetto.... ve lo lascio immaginare.