Per superare lo spleen di una domenica dal sapore novembrino ed affrontare la settimana a venire in cui non mancheranno le notizie deprimenti, ho voglia di parlare di cose positive e di buoni esempi concreti.
L'AssociAzione dei Comuni Virtuosi nasce nel maggio del 2005, nella sala consiliare di Vezzano Ligure, su iniziativa di quattro comuni: Monsano (AN), Colorno (PR), Vezzano Ligure (SP) e Melpignano (LE) ed ha attirato altri 18 comuni in tutta Italia che stanno cercando di cambiare la politica con azioni concrete.
Marco Boschini, anima e animatore dell'associazione, spiega a Parla con me che sono cinque le linee di intervento che identificano un comune virtuoso: 1) la gestione del territorio; 2) l'impronta ecologica della macchina comunale; 3) i rifiuti; 4) la mobilità; 5) gli stili di vita.
Mi ha colpito in particolare la prima che mi ha ricordato un'intervista su ArcoirisTV a Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano (MI), che ho ascoltai sul treno tornando dalle vacanze.
In un momento in cui tutti cementificano, Finiguerra è riuscito a fare approvare il progetto "Crescita Zero", cioè nel comune di Cassinetta non si può più costruire ma solo ristrutturare l'esistente e recuperare aree in disuso.
Quell'intervista mi fece capire infatti che i comuni italiani soffrono di una sorta di ricatto: il bilancio è in negativo? Basta concedere concessioni edilizie e come per magia, con gli oneri di urbanizzazione, il problema è risolto. Cassinetta invece ha detto "no" a nuovo consumo del territorio decidendo di non cedere più al ricatto e trovando nuove risorse con risparmi e ritoccando le tasse. I cittadini pare abbiano apprezzato la sua scelta. Da questo è partita la campagna "Stop al consumo di territorio".
Dal punto di vista dell'energia l'Associazione Comuni Virtuosi, prima di entrare nella questione del nucleare, vuole dimostrare che se ne può fare tranquillamente a meno. Alcuni di questi comuni hanno tagliato la bolletta energetica del 70%. Anche il Comune di Padova, che non è piccolissimo, ha risparmiato 400.000 euro di bolletta solo cambiando le armature della illuminazione. Dopo un bel taglio alla bolletta, le fonti rinnovabili cominciano a diventare significative.
Per quanto riguarda invece i rifiuti i Comuni virtuosi puntano sul porta-a-porta che in alcuni comuni fa sfiorare il 90% di raccolta differenziata. Questo insieme a una efficace politica di riduzione dei rifiuti come quella attuata a Ponte nelle Alpi dove si è riusciti a ridurre le tariffe convincendo i cittadini a praticare buone abitudini dai detersivi alla spina, ai pannolini lavabili negli asili comunali, all'acqua del rubinetto nelle scuole.
La parte del leone in questo campo la fa il comune di Capannori, in provincia di Lucca, primo comune in Italia ad aver adottato la "Strategia Rifiuti Zero", cioè l'impegno approvato in consiglio comunale di arrivare al 2020 con una produzione nulla di rifiuti. Su questa realtà ho una testimonianza diretta di una mia carissima amica la quale mi ha raccontato che, una volta vinte tutte le immancabili perplessità e paure dei suoi compaesani, l'operazione sta andando a gonfie vele grazie all'attivissimo Assessore all'ambiente Alessio Ciacci.
L'obiezione più comune è che questo tipo di cose si possono fare solo in piccole realtà ma Marco Boschini non si lascia turbare e dice che anche San Francisco ha adottato la "Strategia Rifiuti Zero" arrivando al 70% di raccolta differenziata. "Se lo ha fatto San Francisco", dice Boschini, "lo può fare anche Roma."
In controtendenza rispetto a chi parla di centrali nucleari, inceneritori e grandi opere, facciamo un po' di pubblicità a queste scintille di buon senso.
L'AssociAzione dei Comuni Virtuosi nasce nel maggio del 2005, nella sala consiliare di Vezzano Ligure, su iniziativa di quattro comuni: Monsano (AN), Colorno (PR), Vezzano Ligure (SP) e Melpignano (LE) ed ha attirato altri 18 comuni in tutta Italia che stanno cercando di cambiare la politica con azioni concrete.
Marco Boschini, anima e animatore dell'associazione, spiega a Parla con me che sono cinque le linee di intervento che identificano un comune virtuoso: 1) la gestione del territorio; 2) l'impronta ecologica della macchina comunale; 3) i rifiuti; 4) la mobilità; 5) gli stili di vita.
Mi ha colpito in particolare la prima che mi ha ricordato un'intervista su ArcoirisTV a Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano (MI), che ho ascoltai sul treno tornando dalle vacanze.
In un momento in cui tutti cementificano, Finiguerra è riuscito a fare approvare il progetto "Crescita Zero", cioè nel comune di Cassinetta non si può più costruire ma solo ristrutturare l'esistente e recuperare aree in disuso.
Quell'intervista mi fece capire infatti che i comuni italiani soffrono di una sorta di ricatto: il bilancio è in negativo? Basta concedere concessioni edilizie e come per magia, con gli oneri di urbanizzazione, il problema è risolto. Cassinetta invece ha detto "no" a nuovo consumo del territorio decidendo di non cedere più al ricatto e trovando nuove risorse con risparmi e ritoccando le tasse. I cittadini pare abbiano apprezzato la sua scelta. Da questo è partita la campagna "Stop al consumo di territorio".
Dal punto di vista dell'energia l'Associazione Comuni Virtuosi, prima di entrare nella questione del nucleare, vuole dimostrare che se ne può fare tranquillamente a meno. Alcuni di questi comuni hanno tagliato la bolletta energetica del 70%. Anche il Comune di Padova, che non è piccolissimo, ha risparmiato 400.000 euro di bolletta solo cambiando le armature della illuminazione. Dopo un bel taglio alla bolletta, le fonti rinnovabili cominciano a diventare significative.
Per quanto riguarda invece i rifiuti i Comuni virtuosi puntano sul porta-a-porta che in alcuni comuni fa sfiorare il 90% di raccolta differenziata. Questo insieme a una efficace politica di riduzione dei rifiuti come quella attuata a Ponte nelle Alpi dove si è riusciti a ridurre le tariffe convincendo i cittadini a praticare buone abitudini dai detersivi alla spina, ai pannolini lavabili negli asili comunali, all'acqua del rubinetto nelle scuole.
La parte del leone in questo campo la fa il comune di Capannori, in provincia di Lucca, primo comune in Italia ad aver adottato la "Strategia Rifiuti Zero", cioè l'impegno approvato in consiglio comunale di arrivare al 2020 con una produzione nulla di rifiuti. Su questa realtà ho una testimonianza diretta di una mia carissima amica la quale mi ha raccontato che, una volta vinte tutte le immancabili perplessità e paure dei suoi compaesani, l'operazione sta andando a gonfie vele grazie all'attivissimo Assessore all'ambiente Alessio Ciacci.
L'obiezione più comune è che questo tipo di cose si possono fare solo in piccole realtà ma Marco Boschini non si lascia turbare e dice che anche San Francisco ha adottato la "Strategia Rifiuti Zero" arrivando al 70% di raccolta differenziata. "Se lo ha fatto San Francisco", dice Boschini, "lo può fare anche Roma."
In controtendenza rispetto a chi parla di centrali nucleari, inceneritori e grandi opere, facciamo un po' di pubblicità a queste scintille di buon senso.