Anche se non scrivo sull'argomento da molto, l'attenzione al consumo sostenibile da parte mia è sempre viva. Quando devo comprare qualcosa, ormai è diventato un riflesso automatico per me farmi delle domande e ogni volta c'è sempre da trovare il giusto compromesso. E' meglio un prodotto biologico ma che viene da lontano oppure uno normale ma di una piccola azienda locale? Tra un prodotto di una multinazionale ma con un elenco di ingredienti chiari e abbastanza "salubri" oppure uno di una piccola azienda ma con qualche ingrediente dubbio o vago? Passar sopra ad un imballaggio eccessivo oppure sacrificare un po' di qualità per una confezione di minore impatto? Il vecchio post "La dura vita della consumatrice critica" rimane sempre attuale.
Mi ha fatto piacere notare che, anche chi considero più avanti di me quanto ad attenzione all'ambiente, si dibatta nei medesimi dubbi e magari approdi a compromessi analoghi al mio. Come Alessandro Angelini, presidente della cooperativa Effecorta, il negozio di Capannori che vende prodotti alla spina e di filiera corta. Angelini, insieme a Stefano Floris della bottega Eticamente di Scandicci, è stato intervistato a Questione di stili (trasmissione di Controradio riascoltabile qui: http://www.controradiolive.info/podcastgen/?p=episode&name=2010-04-18_qds18aprile.mp3).
L'imballaggio è quell'oggetto a cui, come consumatori, dedichiamo più odio e più amore: al momento dell'acquisto lo amiamo perché ci attira, ci parla del prodotto e di chi lo fa e rimane importante finché è nel nostro frigo o nella nostra dispensa. Ma appena diventa rifiuto lo tocchiamo anche con un certo ribrezzo e vorremmo liberarcene prima possibile. Da alcuni studi risulta che il 60/70% degli imballaggi venga da prodotti alimentari e solo 50% viene riciclato (operazione che comunque ha un costo economico e energetico).
Ad Effecorta hanno bandito ogni tipo di imballaggio e soprattutto la plastica. Vi sono ormai 250 prodotti alla spina: tanti tipi di pasta, riso, spezie, legumi, cereali, biscotti, caffè, zucchero, uova, ecc. Il tutto fornito con sistemi innovativi che hanno superato i numerosi controlli delle autorità in fatto di igiene.
Nella scelta dei fornitori, Effecorta fa un accurato studio privilegiando i prodotti locali (in tutta la filiera, cioè per la pasta si parte dal grano coltivato in zona) e la qualità (dai biscotti di un forno artigianale alle uova di galline ruspanti, ai detersivi biodegradabili al 98% in 24 ore). E il biologico? Non sempre, anche perché talvolta il piccolo produttore non si può permettere la certificazione ma la sua qualità non è certo inferiore e si privilegia, in questo caso, la conoscenza diretta.
Una cosa che mi è piaciuta molto di questo negozio è il fatto che non è destinato alla solita clientela di nicchia ma cercano di attirare i consumatori normali. Infatti hanno fatto testare i detergenti ad alcune famiglie senza dire loro che erano biodegradabili al 98% ma solo per verificare che funzionassero bene. L'ecosostenibilità deve essere un valore aggiunto alla qualità.
Prima o poi una scappata a Marlia ce la farò ma è chiaro che lo sforzo quotidiano rimane quello di scovare i prodotti "sostenibili" vicino a casa mia. La caccia continua.
Mi ha fatto piacere notare che, anche chi considero più avanti di me quanto ad attenzione all'ambiente, si dibatta nei medesimi dubbi e magari approdi a compromessi analoghi al mio. Come Alessandro Angelini, presidente della cooperativa Effecorta, il negozio di Capannori che vende prodotti alla spina e di filiera corta. Angelini, insieme a Stefano Floris della bottega Eticamente di Scandicci, è stato intervistato a Questione di stili (trasmissione di Controradio riascoltabile qui: http://www.controradiolive.info/podcastgen/?p=episode&name=2010-04-18_qds18aprile.mp3).
L'imballaggio è quell'oggetto a cui, come consumatori, dedichiamo più odio e più amore: al momento dell'acquisto lo amiamo perché ci attira, ci parla del prodotto e di chi lo fa e rimane importante finché è nel nostro frigo o nella nostra dispensa. Ma appena diventa rifiuto lo tocchiamo anche con un certo ribrezzo e vorremmo liberarcene prima possibile. Da alcuni studi risulta che il 60/70% degli imballaggi venga da prodotti alimentari e solo 50% viene riciclato (operazione che comunque ha un costo economico e energetico).
Ad Effecorta hanno bandito ogni tipo di imballaggio e soprattutto la plastica. Vi sono ormai 250 prodotti alla spina: tanti tipi di pasta, riso, spezie, legumi, cereali, biscotti, caffè, zucchero, uova, ecc. Il tutto fornito con sistemi innovativi che hanno superato i numerosi controlli delle autorità in fatto di igiene.
Nella scelta dei fornitori, Effecorta fa un accurato studio privilegiando i prodotti locali (in tutta la filiera, cioè per la pasta si parte dal grano coltivato in zona) e la qualità (dai biscotti di un forno artigianale alle uova di galline ruspanti, ai detersivi biodegradabili al 98% in 24 ore). E il biologico? Non sempre, anche perché talvolta il piccolo produttore non si può permettere la certificazione ma la sua qualità non è certo inferiore e si privilegia, in questo caso, la conoscenza diretta.
Una cosa che mi è piaciuta molto di questo negozio è il fatto che non è destinato alla solita clientela di nicchia ma cercano di attirare i consumatori normali. Infatti hanno fatto testare i detergenti ad alcune famiglie senza dire loro che erano biodegradabili al 98% ma solo per verificare che funzionassero bene. L'ecosostenibilità deve essere un valore aggiunto alla qualità.
Prima o poi una scappata a Marlia ce la farò ma è chiaro che lo sforzo quotidiano rimane quello di scovare i prodotti "sostenibili" vicino a casa mia. La caccia continua.