sabato 27 agosto 2016

Il murales e il profumo della carota selvatica

24 agosto 2016, ore 16

Era da diversi anni che non passavo tre settimane di fila in ferie. E in effetti non sono poche.
Eppure è stato davvero piacevole questo periodo nella mia casa in Lunigiana, allietato dalle gradite visite di amici e dei miei figli, ormai autonomi giovani adulti.
Un periodo sereno ed anche divertente. Ora che volge al termine, in queste giornate calde di fine agosto ma dalla luce settembrina, mi prende una malinconia tutta particolare.
Quest'anno, oltre all'amorevole cura delle nostre piantine "selvatiche" e dei nostri alberelli, ci siamo dedicati anche a quella che nei campi antimafia chiamerebbero "manutenzione del bene", cioè scartavetrare e imbiancare i muri, ripulire il muretto di marmo, restaurare il cancellino di legno, eccetera.
E' stato bello offrire agli amici la superficie di un alto muro che era ingrigito e fatiscente per dare spazio alla loro creatività. E infatti, dapprima timidi e titubanti, ciascuno di loro si è espresso secondo la propria personalità: chi con il rigore del disegno col pennellino fine, chi con l'impeto della spugna intinta nel colore che va a creare la forma. Mi sembra sia venuta una bella opera collettiva.

Da fissare nella mente anche le sensazioni delle passeggiate notturne. Come non pensarci prima! La mia solita strada pochissimo trafficata, (che faccio spesso a piedi ripulendola dai rifiuti),  percorsa di notte, sotto il cielo stellato, con lampi lontani oltre l'Appennino, il canto dei grilli e i profumi che cambiano ad ogni tratto a seconda della flora che la costeggia. Scoprire così che quando gli occhi vedono poco, l'olfatto si acuisce e che i fiori bianchi della carota selvatica, così insignificanti di giorno, la notte, con l'umidità, restituiscono un profumo intenso.
Ed infine la visita di mio figlio con la sua ragazza. Chi è questa creatura con gli occhioni blu e il sorriso radioso che ormai è parte imprescindibile della sua vita? Che sensazione strana e bella vedere l'intesa tra queste due persone, questo affetto che dà loro sicurezza e fiducia in sé stessi ma che li rende anche vulnerabili.
E così, per questi due giorni residui di ferie, rimaniamo soli di nuovo io e il mio compagno e il magone che mi prende ora vedendo partire i ragazzi non è solo perché loro tornano in città, ma anche per il sentimento di qualcosa che volge al termine. Sì, certo, ci saranno altre estati (spero!) qui in questa bella casa. Ci saranno altri momenti di condivisione e di convivialità, ma non ho più la spensieratezza di un tempo. Con gli anni si ha paura del futuro e si è attaccati alla dolce serenità del momento come fosse una delle tenere piantine di olmo che ho messo a dimora e che spero di veder crescere rigogliosa e forte.