domenica 30 dicembre 2007

La regina delle arance che non sa scrivere

Mi piacciono tanto le storie dove qualcuno che parte svantaggiato riesce ad essere così bravo e caparbio da superare le avversità e riuscire nel suo sogno. Se poi la storia riguarda una donna mi entusiasma ancora di più. Ecco perchè oggi voglio segnalare come buona notizia la storia di Amina Al Amrani, 57 anni, una donna yemenita che ha sfidato la famiglia per fare un lavoro da uomini (commerciare frutta) ed è diventata una ricca donna d'affari.
Amina non sa leggere nè scrivere. Nel suo paese, se ci sono soldi in casa, non si spendono certo per far studiare una bambina. Nascere femmina sembra una colpa da espiare per tutta la vita. Ma Amina ha sempre avuto un grande senso degli affari ed ha cominciato col vendere collane e bracciali di corallo nel 1983. Una volta una donna le disse che l'avrebbe pagata quando avrebbe venduto le pesche che stavano maturando. Amina decise di prendere in pagamento le pesche e di rivenderle. Da allora, puntando i piedi contro la propria madre e i fratelli che le davano di svergognata, ha proseguito nel suo commercio di frutta.
Oggi, come racconta la CNN, è chiamata la "Regina delle arance" ed è una dei più importanti venditori di frutta all'ingrosso dello Yemen, una degli otto commercianti con licenza del mercato ortofrutticolo di Sana'a. Ogni giorno vende 200 tonnellate di frutta, ha un giro d'affari di migliaia di dollari, 30 uomini al suo servizio e oltre 400 contadini come fornitori.
"La competizione è molto dura perché questo è un settore tutto maschile", dice Amina che è diventata un modello per tutte le donne yemenite, gira il mondo e frequenta conferenze sull'agricoltura. Amina vive con il marito, che non le ha mai messo i bastoni tra le ruote, e con i sette figli ma mantiene anche le famiglie dei suoi fratelli che non le rivolsero la parola per quattro anni.
Speriamo proprio che l'imminente 2008 ci porti tante storie così!

(fonte CNN)

martedì 25 dicembre 2007

Spleen da Natale

26/12/79
"Il giorno del tuo compleanno" "Il giorno di Natale" "Festeggiamo il Natale" "Festeggiamo il tuo compleanno" Ma che vuol dire? Che deve essere un giorno diverso? Diverso come? Perchè diverso? D'accordo io accetterei che sia un giorno come gli altri, MA NON ACCETTO che tutti tentino di renderlo "migliore" per me, mentre non vogliono capire che a quel modo non lo renderanno altro che peggiore. Non riesco ad apprezzare il loro sforzo, mi fa solo tanta rabbia, rabbia che devo reprimere perchè non la posso sfogare. E poi questo sforzo di "farmi divertire" mi sembra che voglia dire: "Ti vogliamo consolare per la tua sfortuna." Non ho bisogno di essere compatita! "Noi ti vogliamo far dimenticare che sei povera e non potrai mai andare a sciare, o avere una casa a tre piani in campagna o al mare, ti vogliamo far dimenticar e il tuo mal d'orecchio, la tua micosi ..." Il fatto è che così con questi miseri sforzi me lo fate ricordare, non dimenticare! Io capisco di più il mio mal d'orecchio che ha pensato bene che il giorno di Natale-mio compleanno è un giorno come un altro per venirmi a trovare.
Queste sono le considerazioni (come al solito amare) del giorno di Natale alias giorno del mio compleanno fatte il giorno dopo a freddo (per modo di dire).

Caspita come mi giravano a diciasette anni! Oggi ne ho quarantacinque e vi dimostro la raggiunta serenità citando Benjamin Franklin:

"A vent'anni regna la volontà; a trenta, l'umorismo e a quaranta il giudizio."

domenica 23 dicembre 2007

Il Natale di Padre Alex Zanotelli

Un Buon Natale è possibile

Un altro Natale è possibile: ci può essere ancora un Buon Natale!

Con il Natale la vita vince nonostante tutto.
Ogni bimbo che nasce è il segno che Dio non si è ancora stancato dell'umanità (Tagore).

Viola, la perla bianca di Anna, nata nel cuore della ricca Brianza ha davanti a sè ottanta anni di vita (se tutto va bene) e una dote iniziale di 25.000 euro.

Njeri, la perla nera di Rachele, nata nella baracca di Korogocho ha davanti a sè quaranta anni di vita (se tutto fila liscio) e una dote iniziale di soli 250 euro.

Due mondi, due bimbe, divise da un invisibile muro di vetro.
La prima, Viola, fa parte del 20% dell'umanità che si "pappa" l'83% delle risorse mondiali.

La seconda, Njeri, fa parte dell' oltre un miliardo di 'esuberi umani' che devono accontentarsi dell' 1,4% delle risorse, costretti a vivere con meno di 1 dollaro al giorno: sono gli innocenti di cui si rinnova la strage oggi. E Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata perché essi non ci sono più.

Milioni di bimbi muoiono di fame, malattie, aids: un bimbo muore di fame ogni due secondi, 11 milioni ne muoiono all'anno per malattie meno gravi di un raffreddore, centinaia di milioni non inizieranno neanche la prima elementare.

Due mondi, due Natali.
Il nostro è il Natale dell'opulenza, delle luci, dei regali, del consumismo, degli affari. È un business senza fine, è uno shopping anche di domenica.

Questo sfavillio di luci natalizie sembra un meraviglioso "acquario" in cui guizzano costosissimi pesciolini esotici. A scrutarlo centinaia di milioni di bimbi dal volto scuro che guardano affascinati l'acquoso ed esotico luccichio.

Fino a quando la parete di vetro proteggerà il banchetto degli esotici pesciolini?
Per assicurarci che la parete di vetro sia davvero infrangibile e ci protegga eternamente da quei visi sognanti di bimbi affascinati noi investiamo somme astronomiche in armi: Usa ed Europa nel 2003 programmano di spendere 750 miliardi di dollari.

Un altro Natale non solo è possibile ma è urgente e necessario!
Boicottiamo il Natale dei pesciolini esotici: il Natale dei consumi, dei regali, degli affari, un Natale 'pagano' che ha ben poco da spartire con quel Bimbo che nasce in una mangiatoia alla periferia dell'impero, fuori dell'acquario anche lui indistinguibile volto nero in mezzo agli altri volti scuri.

Diciamo no al consumismo vieppiù indotto e incentivato e diciamo sì alla festa natalizia della famiglia allargata a nonni, cugini, zii, nipoti ma anche alla famiglia dell'immigrato che lavora per noi o che ci è più vicino.

Diciamo no al decadente e ripetitivo tango di regali, e diciamo sì ad un consumo critico, al regalo fatto in casa con amore e con le proprie mani, o a quello equo e solidale di lavoro fatto "in dignità".

Diciamo no alla stupida pervasività televisiva e diciamo sì alle relazioni umane in famiglia, ritornando a raccontarci gioie e dolori e a riprendere confidenza con l'immaginario, la fiaba prendendo a cuore anche la bellezza del celebrare insieme il fascino del Natale.

Diciamo no alla violenza e alla guerra e diciamolo con fierezza, e diciamo sì alla pace e alla nonviolenza con evidenza mettendo bandiere arcobaleno ai nostri balconi e camminando con uno "straccetto bianco di pace".

Solo così il Natale ritornerà ad essere la festa della vita che farà rifiorire la speranza di un altro mondo possibile.
Coraggio, dunque, ci può ancora essere un Buon Natale!

Alex Zanotelli

16/12/2002 (ma ancora sempre attuale purtroppo, N. d. Artemisia)

venerdì 21 dicembre 2007

I bambini...

I bambini ci arrivano in misure, pesi e colori assortiti.
Li troviamo dovunque: sulla cima, di sotto, dentro il, mentre si arrampicano su, dondolano da, corrono per.
Le mamme li adorano, le sorelle e i fratelli maggiori li tollerano, gli adulti li ignorano, il cielo li protegge.
Un bambino è la verità con la faccia sporca, la saggezza con i capelli arruffati e la speranza nell'avvenire con un ranocchio in tasca.
Il bambino ha l'appetito di un cavallo, la digestione di un mangiatore di spade, l'energia di una bomba atomica, la curiosità di un gatto, i polmoni di un dittatore, la fantasia di Giulio Verne, la timidezza di una violetta, l'insidia di una trappola d'acciaio e quando si mette a fabbricare qualcosa ha cinque pollici per mano.
Gli piacciono i gelati, i temperini, le lime, il Natale, i giornalini a fumetti, il bambino che abita di fronte, l'acqua (nel suo ambiente naturale), i grossi animali, il babbo, i treni, la domenica e il carro dei pompieri.
Non vede di buon occhio il catechismo, le visite, la scuola, i libri senza illustrazioni, le lezioni di piano, le cravatte, il barbiere, le persone grandi e il momento di coricarsi.
Nessuno riesce a ficcare in una sola tasca un temperino arrugginito, una mela rosicchiata, un metro di spago, un sacchetto di tabacco vuoto, due caramelle, dieci lire, una fionda, un pezzo di ignota sostanza e una raccolta di figurine dei calciatori.
Nessuno si alza così presto la mattina o arriva a cena così tardi.
Un bambino è una creatura magnifica; potete chiuderlo fuori dalla vostra stanza ma non dal vostro cuore.
Potete scacciarlo dalla vostra casa, ma non dalla vostra mente.
Tanto vale che vi rinunciate; è il vostro carceriere, il vostro superiore, il vostro padrone; un terremoto in miniatura dalla faccia lentigginosa.
Ma quando siete stanchi, delusi e non vedete futuro nel vostro servizio, lui può rimettervi a nuovo con due parole magiche: "Ciao, Akela!"
Gianni B., capo scout CNGEI Sezione di Firenze

mercoledì 19 dicembre 2007

Caro Babbo Natale

quest'anno vorrei un regalo speciale.

Vorrei un paese dove chi rispetta le regole e fa il suo dovere è considerato un ganzo.

Un paese dove ci si mette in fila ed si aspetta pazientemente il nostro turno senza cercare di passare avanti con le raccomandazioni o con la prepotenza.

Un paese dove si fa volentieri due passi in più a piedi perchè si sa che così si respirerà un po' di CO2 in meno.

Un paese dove si pagano volentieri le tasse perchè si sa che ne beneficerà chi ha più bisogno di noi.

Un paese dove si rispettano le cose di tutti più delle nostre.

Un paese dove chi gestisce soldi pubblici li considera sacri perchè sa che qualcuno ha lavorato per produrli.

Un paese dove chi rappresenta i cittadini è ancora più integerrimo degli altri e non aspetta di essere condannato per dimettersi dalla sua carica.

Vorrei un paese dove Marco Travaglio non ha più argomenti per scrivere i suoi articoli e i suoi libri ed è costretto ad occuparsi di orchidee.

Carissimo Babbo Natale, se non puoi portarmi un paese così, allora ti prego rimani al calduccio a casa tua e risparmiati il viaggio.

Con affetto,

Artemisia

domenica 16 dicembre 2007

Pulcini in sciopero contro genitori ultrà

Gli sbagli degli adulti uccidono il nostro gioco

No alle parolacce, sì al divertimento dei bambini

Genitori non litigate, fateci giocare!

"Non rovinate il divertimento dei vostri figli"

Sono alcuni degli slogan presentati dai ragazzi dell’US Ponte a Elsa 2005, vicino ad Empoli in provincia di Firenze, all'annuale festa di Natale. Le squadre dei Pulcini 1997, 1998 e 1999 questo fine settimana non sono scese in campo per protestare contro i propri genitori autori di gesti “indisciplinati” durante le partite dei figli. L’idea di questo “sciopero” è arrivata da Michele Mango, direttore sportivo, Gino Ghiorazzo, dirigente e Danilo Barnini, presidente della società.

Come mamma di due giovani calciatori, posso assicurarvi che questa iniziativa è proprio una bella notizia.

Fonte: www.Educalcio.it
Foto: Il Tirreno

venerdì 14 dicembre 2007

Piccoli rassicuranti riti quotidiani

Nelle nostre vite da privilegiati, nelle nostre esistenze cadenzate da ritmi innaturali, nelle nostre giornate pressate da doveri e incombenze che spesso non abbiamo scelto ma che ci siamo ritrovati nostro malgrado, nella nostra quotidianità dove c'è sempre qualcosa che ci preoccupa, che ci dà ansia o che per lo meno non abbiamo risolto come volevamo, ci sono invece piccole abitudini che non ci richiedono impegno, piccoli riti ci danno sicurezza, piccoli piaceri che ci concediamo, piccoli spazi solo per noi. Ognuno ha i suoi, più o meno intimi, più o meno confessabili.
Da quando vivo con mio marito la colazione del sabato e della domenica si fa in pasticceria. Il piacere, almeno per me, non sta tanto nel caffè più buono o nella pastina, quanto nella passeggiata fino al bar chiacchierando con lui delle cose che mi sono frullate nella testa, nelle bischerate che dice il barista carrarese, nella tappa all'edicola e soprattutto del non avere davanti una giornata di lavoro (anche se di cose ce n'è sempre da fare).
Un altro momento magico è la doccia dopo l'ora di palestra. La ginnastica è una cosa che devo alla mia salute, ma la doccia calda è proprio un piacere che meriterebbe di finire in bellezza andando subito a letto invece di avere ancora da cenare, sparecchiare e litigare con i figli che non vogliono mai andare a letto.
Nessuno mi tocchi poi il rito della merenda. Lo so che sembra una cosa un po' infantile ma bisogna tener conto che il mio pranzo è praticamente inesistente e quindi quando torno a casa il pomeriggio ho una fame che mi mangerei il frigo. E nessuno mi deve disturbare quando sono davanti alla mia bella tazzona di tè fumante accompagnata da pane con ricotta zuccherata o marmellata o miele o con un bel pezzo di cioccolata.
Anche il viaggio quotidiano in bus è rassicurante perchè, non guidando io, non devo stare attenta al traffico e mi devo solo lasciar trasportare ascoltando il mio lettore di mp3 che mi regala un mondo di parole, di racconti, di evasione.
Talvolta anche la televisione può essere un momento di rilassante disimpegno. Di solito mi piace vedere programmi impegnativi, che arricchiscono la mia cultura e mi danno spunti di riflessione. Quando sono stanca e non ho voglia di impegnare il cervello invece guardo "Parla con me" e mi faccio sane risate con le imitazioni di Neri Marcorè o con i citofoni di Andrea Rivera.
Sono sempre stata un'iperattiva, amante delle novità e nemica della routine. Ma si vede che sto invecchiando e con l'età si apprezzano sempre di più i nostri irrinunciabili riti quotidiani.
E i vostri quali sono?

mercoledì 12 dicembre 2007

Lavorare dall'alba al tramonto

Tranquilli, nessuna drammatica storia di sfruttamento. Oggi parlano le immagini.



La mattina, uscendo di casa per andare in ufficio, spesso mi incanto ad ammirare l'alba e la citta' che si sveglia.









Quando il mio autobus arriva a destinazione, la piana fiorentina talvolta e' avvolta da mille colori.









Finita la mia giornata di lavoro, il sole, gia' basso all'orizzonte, mi fa compagnia lungo il mio viaggio di ritorno.




Grazie a Dona per l'idea.

lunedì 10 dicembre 2007

La TV di qualità va in onda a notte fonda

Segnalo due trasmissioni per chi non ci sta a farsi appiattire il cervello dalla televisione commerciale e per chi, come me, ha a cuore le sorti del pianeta e dei suoi più sfortunati abitanti.

E-CUBO: Ecologia, Energia, Economia, un magazine di otto puntate (30 minuti l'una) sulle tematiche ambientali. Che sia destinato ad un pubblico giovane, lo si capisce dallo stile veloce e pieno di effetti speciali, tanto che una persona della mia età fa un po' fatica a seguirlo. Ma le domande (e le risposte) che pone attraverso filmati, interviste, ecc. sono importanti. Cambiamenti climatici: la macchina del clima si sta rompendo? Scienziati a confronto. Kyoto: trattato che gli USA non hanno firmato puntando il dito su India e Cina quando l'impronta ecologica procapite in USA è di gran lunga superiore a quella degli altri due paesi. Il piano energetico europeo che prevede entro il 2020 di un taglio drastico delle emissioni di CO2. La situazione nei paesi in via di sviluppo tra rispetto dell’ambiente ed esigenze di sviluppo. Le città e l'inquinamento: viabilità, mezzi di trasporto pubblici, l’auto ibrida. Quanto i giovani italiani sono informati e/o preoccupati sull'impatto che il loro stile di vita ha sull'ambiente? Le fonti di energia: i biocarburanti sono davvero una valida alternativa ai combustibili fossili?
E-Cubo va in onda su RAI3 il martedì su RAI3 alle 0:40. Quella di domani è l'ultima puntata ma tutte si possono rivedere su internet: http://www.ecubo.rai.it/puntate.asp

Per chi ha stomaco forte, consiglio i documentari della serie "C'era una volta" a cura del bravo Silvestro Montanaro, che ci mettono davanti agli occhi le terribili realtà nella quali vive una grossa parte dell'umanità e le responsabilità che noi occidentali abbiamo di questa situazione.
Il nostro turismo alle Maldive o a Capo Verde che non porta alcun vantaggio alla popolazione locale oppressa da una dura dittatura e dalla miseria (Il paradiso).
La cruda verità di quanti al mondo vendono un rene sperando in questo modo di dare una svolta alla loro vita di privazioni a beneficio di malati che vivono nei paesi industrializzati (Cavie umane).
Le vergognose responsabilità dei maschi occidentali (non solo italiani) sul turismo sessuale in Thailandia, in Brasile, in Romania, ecc (Bambole).
Vedere tutto questo e sentire le voci dei protagonisti fa fare brutti sogni al consumatore occidentale specialmente in questo periodo di orgia natalizia. Infatti C'era una volta va in onda il mercoledì alle 23:30 su RAI3. Anche questi video però sono in internet su Rai.tv.

sabato 8 dicembre 2007

Per combattere il razzismo impariamo dai bambini

PROPOSTA A TUTTI I BLOGGER: FACCIAMO TUTTI UN POST CONTRO LE FORME DI RAZZISMO CHE STANNO INVESTENDO IL NORD ITALIA, FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE (su suggerimento di Duccio).

Vorrei raccontare la mia piccola esperienza personale sul tema della convivenza con gli stranieri.
Nella classe di mio figlio alle elementari 8 bambini su 24 erano stranieri, provenienti da varie parti del mondo. Le maestre hanno fatto uno splendido lavoro sull'intercultura e non ci sono mai stati problemi. Poteva capitare che i bambini prendessero di mira un loro compagno perchè grasso ma mai per il colore della pelle o per la sua provenienza.
I migliori amici di mio figlio undicenne sono stranieri.
Mejronick, filippino, dolce, intelligente ed educatissimo, che partecipa alle riunioni con i professori per tradurre al giovanissimo padre quello che viene detto.
Payam, compagno di scuola e di squadra, figlio di due iraniani da tantissimi anni in Italia. Il padre non si perde neppure una partita di calcio dei due figli. La madre, medico ospedaliero, ostenta (a ragione) la sua bellissima capigliatura nera.
Karim, paffuto e chiacchierone, figlio di una marocchina e di un egiziano, è orgogliosissimo della sua fede islamica. Memorabile quando in pieno Ramadam andò dalla maestra per dirle: "Maestra, io ho fame!".
Freddy, dal Camerun, simpaticissimo, una vera lenza. Con i suoi innumerevoli fratelli e sorelle rende un concentrato di allegria la sua festa di compleanno in pizzeria.
Questi sono i suoi migliori amici. Senza contare Giorgiana, la bambina rumena, innamorata per cinque anni di mio figlio che lo faceva arrossire con i suoi complimenti; Ting, la bambina cinese, che lo ha invitato al suo ristorante; Adelajdo, albanese, formidabile mediano della sua squadra; Ghani, un dolcissimo marocchino, che tutte le volte che mi incontra mi chiede di mandare i suoi saluti a mio figlio che ha visto due ore prima; e tanti altri.

Per combattere il razzismo impariamo dai bambini.

venerdì 7 dicembre 2007

Report: come è andata a finire?

Sono tanti quelli come Spunto, che non riescono a dormire la notte dopo aver visto la deprimente realtà messa a nudo dall'ottima trasmissione Report di RAI3. E allora la buona notizia potrebbe essere semplicemente che Report è finito.
Ma per chi ce l'ha fatta ad arrivare in fondo alla puntata di domenica scorsa, dopo il mal di stomaco procurato dal vedere le condizioni di lavoro nel tessile e la mafia che regna nel mondo della moda e delle griffe, è stato ricompensato. Milena Gabbanelli nella rubrica Come è andata a finire? (18 min. e 40) ha risposto ai tanti che le scrivono chiedendo come mai dopo le loro denunce non succede mai niente e ha fatto una carrellata di conseguenze delle loro inchieste:

- Puntata "Roba nostra" (5/11/2006) sui soldi sequestrati dalla magistratura che scopre degli illeciti (vedi la scalata alla Antonveneta) e che rimangono in mano alle banche e alle poste quando lo stato potrebbe farne un utilizzo migliore. A seguito della trasmissione è stata nominata una commissione composta proprio dai magistrati che avevano denunciato la cosa. La commissione ha proposto: la creazione di un'agenzia che farà l'inventario dei beni sequestrati in Italia e all'estero; i corpi di valore che giacciono negli scantinati dei palazzi di giustizia italiani saranno venduti (riducendo anche i costi di gestione); i 1.700 ML di Euro sequestrati saranno fatti fruttare al tasso legale; si dovrà informatizzare il processo penale per evitare fascicoli dimenticati; è prevista la creazione di una società all'interno del Ministero delle Finanze che si preoccuperà di incassare le spese processuali (700 ML di Euro ogni anno di cui se ne incassano non più di 40) e le pene pecuniarie. La costituzione di questi due nuovi enti sarà a costo zero perchè si finanzierà con i soldi che riuscirà a recuperare. La proposta è in approvazione al parlamento e sarà operativa dal prossimo anno.

- Dopo la puntata del 14/10/2007 sugli investimenti cosiddetti "Derivati di credito strutturati" venduti alle Pubbliche Amministrazioni come la Regione Piemonte o il Comune di Napoli, la Corte dei Conti del Piemonte sta indagando e la procura di Milano ha aperto un'inchiesta.

- Il 20/05/07 Report aveva rivelato l'esigua mole di lavoro delle nove procure militari esistenti in Italia: 3 udienze al mese, 3000 processi pendenti per tutte le nove procure che rappresentano un quarto di quelle che ha una sola procura ordinaria di provincia. E' passata al Senato la proposta che riduce i tribunali militari da 9 a 3, i magistrati da 103 a 58, gli altri passeranno alla magistratura ordinaria.

- Il 13/5/07 avevano parlato della vendita di Wind da parte di ENEL senza gara e successivamente la procura di Roma ha fatto partire un'inchiesta con l'ipotesi di corruzione.

- Nel maggio 2006 erano state messe in luce le convenzioni universitarie grazie alle quali c'era chi poteva laurearsi dando solo 6 esami su 24. Il ministro Mussi ha portato il riconoscimento dell'esperienza lavorativa ad un massimo di 60 crediti invece di 120/130.

- Report del 23/4/2006 aveva raccontato il finanziamento pubblico ai quotidiani (667 ML di Euro l'anno). Il sottosegretario competente per l'editoria ha dichiarato di aver tenuto conto della trasmissione per preparare la nuova legge presentata ad ottobre scorso e che prevede: un solo giornale di prenderà contributi, niente cooperative fittizie come Il Foglio (almeno il 50% dei dipendenti deve essere socio), le copie in omaggio non danno diritto ai contributi. Altri tagli sono in finanziaria.

- Nella puntata del 22/10/2006 si era messo in evidenza come la Società Sviluppo Italia, nata per lo sviluppo economico del Mezzogiorno, fosse un'idrovora di denaro pubblico e una calamita di clientele. A marzo c'è stato un cambio dei vertici e sono stati ridotti i consiglieri da 9 a 3. La Sviluppo Italia sta uscendo intanto dalla società dei fratelli Cuffaro.

- Recentemente sono stati indagati per abuso d'ufficio il sindaco di Milano Letizia Moratti e il direttore amministrativo a seguito di quanto emerso nella puntata del 19/11/2006 sull'incremento di spesa del Comune di Milano e sulla nomina di ben 54 dirigenti esterni.

Come dice la Gabbanelli, non è tutto lavoro buttato al vento.

martedì 4 dicembre 2007

Fabbriche

La storia dell'Italia dalla fine dell'Ottocento ad oggi vista da un'angolazione molto particolare: quella delle fabbriche. E' il tema della serie di Alle otto della sera intitolata appunto "Fabbriche" di Antonio Galdo.
Dalla FIAT alla Olivetti, dalla Riello alla Fabbri, dalle Acciaierie di Terni alla grappa Nardini.
Si racconta di un capitalismo paternalista ma duro. Nel 1869 la Marzotto aveva già 200 dipendenti, di cui 50 donne e 11 fanciulli sopra gli 11 anni. Gli uomini venivano pagati 1 lira e 50 centesimi al giorno, le donne 1 lira e i fanciulli 50 centesimi.
Si racconta di uomini provenienti da famiglie modeste e senza cultura, come Aristide Merloni figlio di un contadino marchigiano o Pilade Riello che aveva appena la quarta elementare, che sul loro talento e sulle loro intuizioni hanno costruito imperi industriali aiutati probabilmente dalla fortuna ma anche dalla comunità. Nel 1930 è Don Rinaldi, parroco di Albacina, a dare tutti i suoi risparmi ad Aristide Merloni per impiantare la sua fabbrica.
Si racconta di come il capitalismo italiano sia stato strettamente legato alla società e alla politica. Fu nella casa di Enrico Falck, grande capitano delle omonime acciaierie, in via Tamburini 1 a Milano, che il 1 settembre 1942 nacque la Democrazia Cristiana.
Si racconta come le grandi fabbriche italiane non rappresentassero solo un posto di lavoro ma un universo intorno al quale vivevano città intere. Come Valdagno in provincia di Vicenza il cui sviluppo sociale e urbanistico dipese dalla Marzotto. Gaetano Marzotto soleva dire: "lo Stato ci dà solo il sale e i sigari. Tutto il resto a Valdagno lo do io."
Si racconta soprattutto degli operai che vi lavoravano e che spesso vivevano in case che si affacciavano negli stabilimenti. L'operaia dell'Italsider Maria Scherillo racconta: "Noi la fabbrica l'avevamo dentro casa. La polvere nera e rossa era dappertutto sul balcone, dentro le camere da letto, sui panni stesi, sulla pelle. Le ginocchia dei miei figli dovevo lavarle con la retina. Era tutto nero. Se poi passeggiavi per le strade di Bagnoli in pochi minuti ti trovavi la camicia piena di macchie di vapore acqueo e attorno sentivi un odore di fumo che sembrava nebbia. Ma era polvere e per noi quella polvere valeva oro".
Pietro Barilla, arrestato dai fascisti con l'accusa di collaborazionismo, fu liberato grazie ad una petizione dei suoi 600 operai.
Le mamme di Pontedera raccomandavano alle figlie di sposare un piaggista, considerati l'aristocrazia della classe operaia. Mario Panattoni, piaggista per 40 anni nella fabbrica di Pontedera, racconta: "Le assunzioni si facevano così. Ti presentavi dal caporeparto che ti chiedeva un piccolo disegno di un pezzo della Vespa. Se lo facevi, eri assunto."
Si racconta infine delle crisi degli anni Settanta-Ottanta, dei tentativi dello Stato di far sopravvivere queste aziende e della nuova classe operaia, invisibile e silenziosa, quella che lavora nel palazzo di alluminio anodizzato di Athesia.

Per chi fosse interessato, il racconto di Antonio Galdo è contenuto anche nel suo libro dall'omonimo titolo "Fabbriche".

domenica 2 dicembre 2007

Soldi ben spesi /4

Se si ha a cuore le sorti di questo pianeta e si vuole difenderlo, la prima cosa è cercare di avere uno stile di vita più leggero possibile. Certo si potrebbe fare di più ma, incastrati come siamo negli impegni quotidiani, chi ce la fa a trovare il tempo per ripulire i sentieri in montagna, per promuovere presso i giovani l'amore per la natura o per fare pressione sulle autorità affinchè prendano provvedimenti a favore dell'ambiente?
Ecco che non ci rimane altro che sostenere le tante associazioni che tutto questo lo fanno: WWF, Legambiente, Lipu, Greenpeace, ecc. Ognuno si scelga quella che lo convince di più.

Per quanto mi riguarda, da quest'anno sono socia dell'associazione Firenzeinbici (tessera annua 15 euro) che promuove l'uso della bicicletta come mobilità sostenibile. Come già scritto in passato, in realtà, la bici la posso usare poco per motivi di salute però sono grata a queste persone perchè impiegano il loro tempo libero a sollecitare l'amministrazione comunale verso scelte a vantaggio della mobilità sostenibile. Per esempio, si stanno studiando tutti i progetti della costruenda tranvia fiorentina in modo da portare al tavolo tecnico con il comune le loro osservazioni. Il mio minuscolo contributo quest'anno è stato quello di partecipare ad un sondaggio, una specie di "contabici", dal quale sembra che sia risultato che Firenze sia una città sempre più ciclabile, speriamo anche più respirabile.

Sono invece socia da vari anni del Club Alpino Italiano, un'associazione nata quando ancora l'ambiente non era un problema e che ha come scopo "l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale”.
Pagavo la tessera CAI (46 Euro) anche quando in montagna non avevo la possibilità di andarci per motivi familiari sapendo che in questo modo ci sarebbe stato qualcuno che nel tempo libero avrebbe continuato a ripulire i sentieri e a curarne la segnaletica (i famosi segni bianchi e rossi).
Le montagne, scriveva John Ruskin nel 1869, "sono le grandi cattedrali della terra, con i loro portali di roccia, i mosaici di nubi, i cori dei torrenti, gli altari di neve, le volte di porpora scintillanti di stelle, sono guglie che si ergono lontane dal fumo delle città, dal rumore, dalle industrie e dalla loro schiavitù."