lunedì 31 agosto 2009

Non c'è gara

Non che mi aspettassi che con l'estate qualcosa sarebbe cambiata nella situazione politica e morale del mio paese, però è dura ricominciare a leggere le notizie e constatare che si va sempre più giù, il fondo sembra non arrivare mai e gli elementi di speranza sono sempre più flebili per non dire inesistenti.
In Val Maira ho utilizzato il mio personale sonnifero naturale, già sperimentato in altre situazioni in cui mi sono trovata a dormire fuori casa, soprattutto con altre 8, 12, 15 persone: l'ascolto di conferenze e dibattiti con il lettore mp3. Quest'anno ho sentito più volte Roberto Scarpinato da un file audio scaricato da Arcoiris TV. Di questo magistrato e del suo libro "Il ritorno del Principe" ho già parlato in un precedente post. Confesso che ancora non ho letto il libro che sta sullo scaffale in lista d'attesa da alcuni mesi.
In ogni caso Scarpinato mi piace. Mi piace quello che dice e come lo dice. Mi piace la sua capacità di analisi lucida e spietata, senza sconti e, purtroppo, come lui stesso ha ammesso, senza lieto fine.
Le sue parole mi sono risuonate spesso nella testa tanto che ho sentito il bisogno di metterle nero su bianco.

"In genere si suole ripetere che ogni popolo ha la classe dirigente che si merita. Io non credo che sia così: ogni popolo è ciò che la sua classe dirigente lo fa essere perché la classe dirigente dirige anche la formazione dell'opinione pubblica, dell'etica collettiva, costruisce la memoria sociale, decide cosa deve essere dimenticato e cosa deve essere ricordato, offre gli esempi, i modelli. I Francesi dicono che i figli non si educano con le parole, ma con gli esempi e lo stesso, io credo, valga nel rapporto tra governanti e governati. Non si può pretendere dai governati un tasso di moralità superiore a quello dei governanti."

"C'è un avvelenamento dei pozzi, un'istigazione all'odio sociale che depista il cittadino medio dalle reali cause del malessere sociale. Di volta in volta si offre a questa rabbia sociale, che nasce da condizioni di ingiustizia, il capro espiatorio oggi dell'impiegato pubblico fannullone, domani del professore meridionale, dopo domani dell'immigrato. Tutti che odiano tutti è un vecchio trucco del potere, è una guerra tra poveri, mentre nel frattempo c'è una classe dirigente sempre più autoreferenziale che sta commettendo un grave delitto: quello di rubare il futuro ai nostri figli."

"Per dimostrare l'eternità di questa abitudine del potere di plasmare le coscienze in modo da assoggettare la psiche delle persone e depistarle, vi leggo quello che il conte De Maistre all'inizio dell'Ottocento scriveva: <<Se la folla governata può credersi uguale al piccolo numero che governa, non c'è più governo. Il potere deve essere fuori della portata di comprensione della folla dei governati. L'autorità deve essere tenuta costantemente al di sopra del giudizio critico mediante gli strumenti psicologici della religione, del patriottismo, della tradizione, del pregiudizio. Non bisogna coltivare la ragione del popolo, ma i suoi sentimenti. Occorre dunque dirigerlo e formare il suo cuore, non la sua ragione.>> Sembra scritta l'altro ieri."

"Nel 1800 negli stati del Sud degli USA la legge vietava ai negri di imparare a leggere e scrivere. I negri hanno conquistato la loro libertà imparando a leggere la storia della Bibbia. Qualsiasi potere antidemocratico ha sempre temuto la cultura e ogni cultura vera, smascherando le imposture, è l'unica strada che si può percorrere per riconquistare la libertà individuale. Per questo in Italia dove un'esigua minoranza legge dei libri, dove pochi leggono i giornali, dove la cultura passa attraverso la televisione, io credo che una vera opposizione dovrebbe mettere al centro del suo impegno la conquista di quello che oggi è il nuovo Cardinale Mazzarino, la televisione di stato. Se non partiamo da lì non possiamo risollevarci. La TV di Stato dagli anni Cinquanta in poi ha fatto gli Italiani, ha insegnato a leggere e a scrivere e ha fatto conoscere la dialettica politica. La televisione oggi trasmette spazzatura, impostura. Senza una presa della Bastiglia, non c'è gara."

venerdì 28 agosto 2009

Da Berlino in chat

Dal lungo colloquio in chat con mio figlio tredicenne che si trova a Berlino con dei nostri amici.

me: ti piace Berlino?

E: berlino è bella
poi
ti muovi che è un piacere

me: me lo avevano detto

E: ci sono tantissimi mezzi pubblici
che passano in continuazione

me: Bella roba! Noi siamo indietro di secoli!

E: mooooolto
poi qui ogni marciapiede ha una pista ciclabile

me: evvai!!!

E: cioè del tipo, ti muovi benissimo anche se non hai la macchina
vai ovunque

me: buono!

E: oggi pomeriggio abbiamo noleggiato delle bici

me: ganzo!
...
E: ah
vedessi come vanno le persone in bici

me: sparate?

E: molto

me: come ad Amsterdam?

E: si
madonna
noi con il nostro passo italiano

me: Lì sì che è un paese civile!

E: mentre questi ci sfrecciavano accanto
si, davvero
un altro mondo
....

Se l'alto livello di mobilità sostenibile di una città è la prima cosa che nota anche un ragazzino di tredici anni (che non è affatto ambientalista fissato come sua madre), significa che a Berlino hanno fatto davvero un buon lavoro.
Perchè in Italia non ci si riesce?

martedì 25 agosto 2009

Di ritorno dalla Valle Maira

Per anni territorio di esercitazioni militari, la Valle Maira si sta aprendo al turismo solo negli ultimi anni. Le sue montagne, i suoi panorami, i suoi scenari non hanno niente da invidiare, secondo me, alle valli alpine più note, ma dalla sua ha il fatto di essere ancora poco frequentata. In tutta la settimana, pur essendo in pieno agosto, abbiamo incontrato solo qualche escursionista o ciclista tedesco.
La cosiddetta identità occitana mi è parsa una trovata turistica per dare un tocco originale ai posti tappa ("locande occitane") o al sentiero segnato in giallo ("percorso occitano"). A quanto ho capito non c'è molto che unisce i pochi abitanti dei numerosi borghi di questa valle con i provenzali di là dalle Alpi. Piuttosto ci sono delle tradizioni valligiane che si riscontrano nelle case dai tetti di ardesia e con la stalla sotto le stanze per avere più caldo, nella vita semplice improntata all'autosufficienza a causa dell'isolamento invernale, nel progressivo spopolamento degli ultimi decenni.
Ricatapultata nell'afa e nello smog cittadino, provo a chiudere gli occhi ed a rievocare l'aria sottile e il cielo terso, lo spettacolo a 360 gradi dalla vetta del Monte Cassorso (2776 m), il silenzio dell'Altopiano della Gardetta rotto dai fischi delle marmotte, il caleidoscopio di farfalle sulla fioritura di menta.


Altre immagini del mio viaggio a piedi in Val Maira.

Altri post sui miei viaggi a piedi:
Perchè fare un viaggio a piedi?
I misteri dei tufi etruschi
Uno dei "salotti buoni" del pianeta Terra
Di ritorno dal Parco Nazionale d'Abruzzo
Engadina
Corsica Mare e Monti

venerdì 14 agosto 2009

Di nuovo in partenza


Ebbene sì. Non me ne vogliate, ma riparto. Lascio la mia città bollente e le sue notti appiccicose. Zaino in spalla, vado dove "Il vento fa il suo giro" (chi ha visto questo piccolo prezioso film capirà).
Un caro saluto a tutti,
Artemisia

martedì 11 agosto 2009

C'è sempre qualcosa che non ti aspetti

Sono ben diciassette anni che trascorro un periodo più o meno lungo in estate in Lunigiana e devo dire che ogni anno questa terra riesce sempre a riservarmi qualche sorpresa.
Un breve elenco delle cose che mi sono rimaste impresse in queste due settimane:

1) la vista dalla cima del Pizzo d'Uccello (Alpi Apuane) così come l'ha resa la mia carissima amica S. attraverso uno dei suoi acquerelli steineriani.


2) il Festival della Resistenza "Fino al cuore della rivolta", a cui sono riuscita finalmente a partecipare, e in generale la scoperta che la tradizione anarchica e antifascista degli ex cavatori trova ancora qualche erede.

3) la Via Vandelli, impressionante opera realizzata dall'omonimo abate per il capriccio di un duca, oggi suggestiva salita al Passo della Tambura.


4) l'attesa del sorgere della luna piena tra le cime delle Apuane.


5) i ragazzi che finalmente, dopo anni, hanno magicamente trovato dei compagni per la partitella nel campino adiacente alla chiesa.

6) I camion carichi di scorie delle cave che da quest'anno imperversano in quella che era una tranquilla strada provinciale e che, attraversando borghi storici, creano pericolo, inquinamento e dissesto sia nelle case che nel manto stradale ed infine la rivolta della popolazione di questi borghi capitanata dal giovane Sindaco di Fosdinovo.


In questo album altre immagini significative di questo periodo.