giovedì 5 settembre 2024

Tempo supplementare

Una sorta di regalo inaspettato ripartire per la campagna dopo soli sei giorni di rientro in città e anche deciderlo all'ultimo momento, senza dover chiedere ferie né render conto a nessuno. Non ci posso credere.

La città ancora arroventata, le notti ancora tropicali ed insonni, gli impegni ancora non sono partiti e l'idea di un altro finesettimana estivo qui ci deprimeva.

E così ci siamo goduti questo "tempo supplementare", queste belle giornate settembrine, ancora calde e soleggiate ma con una luce già tutta particolare, tra l'altro con la gradita visita della nostra amica S. che ha dato il tocco da maestra al nostro murales.

Mai colti tanti fichi come quest'anno anche perché non abbiamo mai avuto la possibilità di esserci in questo periodo quando i deliziosi frutti sono al massimo della maturazione e non hanno ancora subito gli acquazzoni di fine estate che li fanno marcire. Quasi trenta barattoli di ottima marmellata! Oltre alla lussuria di mangiarne a volontà direttamente dalla pianta. Senza contare il consueto abbondante raccolto delle nostre mandorle.

Ancora non ci credo mica...

Alla rottura dell'anticiclone, sotto un cielo grigio e una pioggia scrosciante è meno doloroso il distacco e il ritorno in città. Ora c'è da rimboccarsi le maniche.



domenica 1 settembre 2024

Il mio nuovo tempo libero

Da oggi non sono più una lavoratrice dipendente, non faccio più parte della cosiddetta "popolazione attiva".

Ho delle remore a definirmi "in pensione" perché ne avrò la certezza quando l'INPS risponderà alla mia domanda. Di sicuro domani non dovrò andare in ufficio, niente cartellino da timbrare, niente pratiche di acquisto, niente email da sbrigare, niente portali da imparare, niente consulenza ai colleghi ricercatori, niente pagamenti da firmare, niente riunioni.

Si volta pagina. Era questo era uno dei grandi cambiamenti in vista a cui accennavo ad inizio del 2024. Confesso che questo, per il momento, mi suscita incredulità ed eccitazione

"Incredulità" perché dopo quarantadue anni di lavoro (avevo diciannove anni quando, salendo la collina di Arcetri, andavo incontro alla mia prima giornata di lavoro), non ricordo più cosa vuol dire non avere i giorni irregimentati. Una sorta di "terzo tempo" della mia vita. Dopo il tempo della formazione, dopo il tempo della "produzione", viene ora il tempo della "libertà". E adesso è tutto da inventare finché la salute me lo permetterà.

"Eccitazione" perché, dopo l'inaspettata emozione del congedo dai miei colleghi, mi vengono continuamente idee di cose da fare, da imparare, da seguire, più o meno impegnative. So già che avrò delle delusioni ma qualcosa di sicuro nascerà. Non mi sento affatto "collocata a riposo", anzi, se mi conosco bene devo stare attenta alla mia tendenza a riempire troppo le mie giornate. Devo imparare a tollerare i tempi vuoti, i ritmi blandi, devo imparare a sopportare anche la noia.

"Verso nuovi orizzonti" mi ha scritto la mia cara amica S., già in pensione da qualche anno.

 

giovedì 22 agosto 2024

L'ingrato compito della manutenzione, ovvero, l'eterna lotta contro l'entropia

E così le vacanze volgono al termine. Siamo qui (tranne brevi intervalli) da metà luglio e, come tutti gli anni, abbiamo impiegato questo nostro tempo nella manutenzione della nostra casa e del nostro podere in campagna.

  • Tagliata l'erba sui pianelli del podere  
  • Ripulite le piccole piante dalle erbe infestanti
  • Svuotata più volte la grondaia dalle foglie secche che la ostruiscono
  • Contenuta la pergola del glicine tagliando i rami che si espandono continuamente sia verso l'alto che sul terreno
  • Tagliate acacie e rovi che spuntano continuamente da tutte le parti
  • Riverniciata la balaustra di cemento che le intemperie dei mesi invernali e i muschi cercano di sbriciolare
  • Restaurati e riverniciati i due portoni delle cantine
  • Puliti i marmi dei muretti e del tavolo sui quali si formano d'inverno i licheni che li corrodono
  • Ritoccate le ringhiere delle finestre nei punti dove si affacciava la ruggine
  • Scartato, imbiancato e ritoccato il grande murales della terrazza 
  • Pulita la terrazza da licheni e muschi
  • Riverniciate le due sedie di cucina
  • Potate le siepi grande e piccola di lauro ceraso
  • Potati e ripuliti i cespugli di salvia e rosmarino
  • Puliti vetri e persiane delle tredici finestre
  • Lavati teli parapolvere, cuscini e copripoltrone
  • Areati e soleggiati tutti i materassi

La casa, ma soprattutto, il podere sono come un universo regolato da una vita propria. Noi ce le mettiamo tutta per mantenerli come piacciono a noi, per tenere a bada l'entropia, consapevoli che, col tempo, essa si riprenderà il suo spazio.

E noi ricominceremo daccapo perché il gioco è questo. Ci sarà di nuovo da svuotare la grondaia, tagliare l'erba, ridurre la pergola, riverniciare, potare, pulire, ecc.

 

giovedì 15 agosto 2024

Grigio luce

 "Consigli per il colore delle porte delle cantine? Che ne dite del grigio?"

Parenti e amici storgono il naso. Il grigio non piace. Chissà, per i più è associato alla tristezza, all'indecisione (la zona grigia), al brutto tempo, alle malinconiche giornate autunnali. Ma alla fine, una volta finito il lavoro, il risultato sta piacendo a tutti:


A parte che si accosta bene con il portone rosso veneziano, a parte che si collega alla balza della facciata ma soprattutto il colore RAL 7035 non è affatto un colore triste. Non per niente si chiama "grigio luce" (light grey in inglese, gris luminoso in spagnolo).

E che grigio sia il colore di questa vacanza "con il pennello in mano" come ormai lo sono da anni i mesi di agosto trascorsi nella nostra casa di campagna: restauro di porte, portoni, balaustre, ringhiere, muretti e del grande muro perimetrale della terrazza, gli ottanta metri quadri di superficie che mi aspettano ogni anno.

Anche su questi, ho deciso di recuperare e sfruttare la vernice di avanzo della facciata e così il nostro "albero degli ospiti" quest'anno avrà il suo cielo grigio, che poi è anche il colore del cielo di oggi, finalmente piovoso.

domenica 28 luglio 2024

Ferie particolari

 Ho ceduto la stampante alla collega che ne aveva bisogno. Ho regalato i manifesti con le foto degli operai negli anni Venti ad un ragazzo che probabilmente li butterà e riutilizzerà le cornici. Ho buttato via montagne di carta dei miei quarantanni di lavoro. Ho staccato le foto dei miei viaggi a piedi che ravvivavano gli sportelli dell'armadio. Ho portato via, la mantella di lana, preziosa per quando in ufficio non funziona il riscaldamento, le cornici con le foto dei miei amici partigiani e la piantina grassa regalo di mio figlio. Ho salutato tanti che passavano davanti alla mia stanza e che non ci saranno a fine agosto, quando chiuderò davvero bottega.

E sono andata in ferie, nella mia adorata casa in Lunigiana, con le mie piantine, i miei alberelli, le cene in terrazza, le sagre, il murales da restaurare. Sono ormai trent'anni che passo qui le mie ferie, in fuga dalla città rovente. Ma quest'anno hanno un sapore particolare. 

Lavorerò ancora tre o quattro giorni a fine agosto, per le ultime consegne alla collega che prenderà il mio posto, l'ultimo saluto a chi ci sarà e per portare via le ultimissime cose, come la foto di me piccola in braccio a mio padre.

Intanto mi godo queste quattro settimane assaporando il fatto che non devo necessariamente fare tutte le manutenzioni estive perché ci sarà ancora possibilità. Intanto registro questa piacevole sensazione.

mercoledì 19 giugno 2024

#allavoroinbici

 Mi mancherai argine del Mugnone, con le tue pozze che mi riempiono di fango, la polvere bianca che mi impasta gli ingranaggi, con i timidi raggi di sole flebile ristoro dei gelidi mattini di inverno.

Mi mancherai giovane donna che tutte le mattine, armata di sacchettone, guanti e pinze porti via i rifiuti con dedizione e grande senso civico.

Mi mancherete ragazzi del Professionale di Agricoltura con i vostri capannelli in attesa della campanella e anche voi solitari che aspettate appartati, a capo chino sul cellulare.

Mi mancherete coppie che con grande costanza ogni mattina, con il freddo e con il caldo, fate la vostra marcia di mantenimento. E anche tu tenera signora anziana che cammini incerta, un po' storta, con aria sofferente e con magliette improbabili, tipo quella con la scritta Erasmus. Si capisce che te l'ha ordinato il dottore di farti la tua camminata ogni giorno. Davvero ammirevole!

Non mi mancherete venditori ambulanti di strane verdure cinesi che occupate con le vostre cassette tutta la pista ciclabile a disprezzo di ogni regola (compreso, immagino, il possesso di regolare licenza, figuriamoci il rilascio di scontrino fiscale).

Mi mancherai pista ciclabile tra i campi coltivati e l'aeroporto, con il canneto, le albe spettacolari e gli uccelli acquatici di tutti i tipi, garzette, aironi, ibis, cavalieri d'Italia.

Mi mancherà la mia pedalata mattutina (forse più di quella del ritorno). Quella decina di chilometri a buon ritmo che mi dà lo sprint per la mia giornata di lavoro.

domenica 16 giugno 2024

Decluttering: medaglie e distintivi


 Abbiamo tutti in casa: targhe, medaglie, coppe, trofei. Fa piacere riceverli ma poi rimangono lì e la memoria dell'occasione in cui ce li hanno consegnati si perde nel tempo.

Principalmente le mie sono medagliette di tornei di pallavolo, sport che praticavo da ragazza, tra i sedici e i ventidue anni. Non ho mai vinto niente di prestigioso e infatti queste sopra sono sicuramente di piccoli tornei amatoriali, per i quali una medaglietta non si nega a nessuno. Poi c'è la scuola di sci di chissà quale settimana bianca e la medaglietta della mia prima comunione. Mia madre aveva persino conservato i guantini di pizzo e la borsettina di tulle. Non butta via niente la mamma!

Ma, per quanto mi riguarda, questi ricordi sbiaditi, simboli di un pezzetto della mia vita, possono rimanere una semplice foto sul computer.

Forse terrò i distintivi delle due associazioni di sangue per cui ho donato, perché mi pare di essermeli meritati. Per il momento li conservo, poi ci penserò quando saremo in procinto del trasloco.

Meteora

Alle sei del mattino di domenica la mia città è bella e deserta. L'attraverso con te per accompagnarti al bus per Roma. 

E così riparti con la tua valigina ormai scassata, figlio mio così ermetico e così sfuggente. Due settimane di ferie a casa nostra e ti abbiamo visto sì e no per tre cene. Sempre così parco di parole, sempre distratto dalle tue cose. Una meteora. E non si può neanche dire "arrivederci a..." perché il tuo futuro è così sospeso e precario che neanche tu sai quando ritornerai in Italia.

Non ce la faccio ad aspettare il pulman che parte. Ti bacio, ti abbraccio e mi rincammino verso il sole giallo che sta nascendo sulla periferia cittadina, ingoiando il solito magone.

A presto, ragazzo mio! 💜

martedì 11 giugno 2024

Ciao, zia Giovanna

  Eri la più grande delle numerose sorelle e del fratello di mia madre. Per questo da ragazza devi esserti un po' sacrificata aiutando la nonna nella difficile gestione della famigliona. Mi sa che ti sei divertita poco da giovane. Per fortuna questo non ti ha impedito di trovare un marito affettuoso e presente fino all'ultimo dei tuoi giorni e di avere due figlie e tre nipoti.

Ricordo che ti piaceva tanto cucinare e avere tavolate di ospiti a casa. C'era infatti un periodo in cui invitavi continuamente tutti a pranzo.

Una persona semplice e gentile, timida, riservata, una donna del sud. Voglio ricordarti come in questa foto, ben prima dei lunghi anni di decadenza cognitiva e fisica e della lunga agonia.

Addio, zia Giovanna. Riposa in pace. 😢