venerdì 10 aprile 2020

Primo mese di quarantena

"Ciao Oscar, visto l'ultimissime disposizioni del governo, io domani starei a casa. Ho riguardato tutte le missioni, firmato tutti i mandati e non ho bisogno di nulla di fisico dall'ufficio. Inoltre ho diverse ore di recupero e giorni di ferie. Mi collegherò da casa per la posta e SOL. Per i giorni dopo vedrò via via. Teniamoci in contatto (da lontano)"
Questo il messaggio scritto al mio capo il 9 marzo sera. In realtà quella sera la zona rossa non era stata ancora estesa a tutta Italia, ma già dal giorno dopo il rettore ha proibito l'accesso al dipartimento. 
Un mese di quarantena interrotta solo da un'uscita settimanale per la spesa, con annessa coda e carrello strapieno. 
Posso essere sincera? Il fatto di non poter girare per Firenze non mi manca per niente se non, forse,  il camminare nel parco che però mi è già precluso da mesi a causa del dolore all'anca.
Non mi manca per niente neanche l'ufficio e nemmeno i colleghi. Lavoro da casa. Faccio un po' più di fatica perché ho uno schermo ben più piccolo, la rete è più lenta e io sono più maldestra nel muovermi tra un portale e l'altro. Tuttavia niente telefono che squilla né visite di utenti ad interrompermi. Tanti messaggi email, whatsapp, skype, teleriunioni, qualche telefonata al cellulare (poche).
Sono contenta di stare molto di più con mio marito ed anche con mio figlio minore (il grande è a casa sua e ci sentiamo sporadicamente). La convivenza stretta per ora non crea nessun problema, anzi.
Mi godo la mia casa e la curo come non ho mai fatto. Sto attuando un inedito programma di pulizie straordinarie, che non ho mai avuto il tempo, l'energia e la voglia di fare: finestre, vetri, persiane, mobili di cucina dentro e fuori, pulizia e riordino cantina, cera sul parquet, pulizia armadi, libri e librerie, termosifoni, ripostigli, lavaggio dei coprimaterassi, copricuscini e ormai anche dei maglioni e delle giacche pesanti.
Sono contenta anche perché sto riuscendo a mantenere la forma fisica grazie a tre sedute alla settimana di cyclette (benedetto il giorno in cui ho deciso di comprarla!) da 45 minuti a ritmo sostenuto (125-130 battiti al minuto) e tre sedute di ginnastica di mantenimento la settimana (immensa gratitudine per mio figlio che ha realizzato in camera sua un ottimo angolo palestra pieno di attrezzi). Mantengo anche il peso grazie all'ottima App Fitatu che mi aiuta a tenere d'occhio le calorie. L'accoppiata cyclette/Fitatu mi permette ormai da qualche mese di mantenermi addirittura 2 kg sotto il mio peso consueto (a novembre sono partita da 2 kg sopra).
Insomma tutto bello?
Non proprio. Mi mancano gli amici a cui voglio bene. Mi dispiace di non poter vedere la mamma (ci videochiamiamo tutti i giorni ma non è la stessa cosa) e di non poterla portare un po' a passeggiare magari al mare, che a lei piace tanto.
E poi mi manca la mia Lunigiana, la mia casa in campagna, le mie piantine, i miei alberi. Mi sono persa diverse fioriture, soprattutto la splendida fioritura del glicine sulla terrazza; non so se le numerose rose che abbiamo piantato hanno radicato e sono sicura che molte piantine sono soffocate dall'erba alta. Non vedo l'ora di avere il via libera per andarci. Mi andrebbe bene anche un po' di quarantena lì.Intanto, sperando di riavere presto tutti la nostra libertà, mi godo i primi fiori delle mie calle fiorentine.

lunedì 6 aprile 2020

Se n'è andato un uomo speciale

Hai lasciato un segno nella vita di tanti tuoi alunni, come lo hai lasciato in me. Temevo il tuo giudizio perché sapevo che non era sul rendimento scolastico ma sulla mia maturità di adolescente tormentata e sapere di essere apprezzata da te era per me un orgoglio incredibile. Finché un giorno ti ho visto nella tua fragilità degli anni che passano. E da allora non sei stato più il professor Gaddi, ma Virgilio. Ci vedevamo raramente ma tutti gli anni, cascasse il mondo, alla vigilia di Natale mi telefonavi per gli auguri. Sono contenta che almeno quest'anno a Natale sono riuscita a venire a trovarti nella tua casa strapiena di libri, di oggetti dei tuoi viaggi, di quadri, di conchiglie e di persone, tanti amici e tanti tuoi ex allievi a dimostrarti affetto e gratitudine. Per questo mi stringe il cuore pensare che sei morto da solo, in ospedale, attaccato ad un respiratore, stroncato da questo maledetto virus. 
Che la terra ti sia lieve, Virgilio. Non ti dimenticheremo.