sabato 10 aprile 2021

"Con che coscienza un giovane salta la fila?"

 

Lo ammetto: non ho ancora sessant'anni e mi sono vaccinata contro il Covid19.

Ho ricevuto la prima dose di vaccino AstraZeneca il 5 marzo scorso come personale universitario.

In effetti ho avuto un attimo di titubanza perché per la mia età (58 anni) non sono tra i soggetti più a rischio e nemmeno per il mio lavoro, essendo impiegata. Mi sono chiesta se sarebbe stato meglio non prenotarsi e lasciare il posto a chi ne aveva più bisogno di me.

Tuttavia, non solo non mi sento di "aver saltato la fila" perché, secondo le indicazioni della mia regione, ne avevo diritto, ma, tutto sommato, penso di aver fatto bene.

Prima di tutto, la mia copertura serve anche a coprire in parte i miei familiari che per il momento non hanno avuto questa possibilità. Secondo, il mio vaccino non sarebbe stato destinato né ad un ultraottantenne né ad una persona fragile, categorie che giustamente ricevono i vaccini migliori. Mi ha confortato sapere che il costo della mia dose è meno di tre euro contro i 15/16 Euro di un Pfizer o ancora di più per un Moderna. Terzo, un mese fa ero davvero convinta che le consegne avrebbero preso il volo e che, questione di poco, tutti avrebbero avuto diritto alla propria dose. Infine, l'ho fatto anche per incoraggiare mia madre, ottantenne vittima degli sciagurati canali no-vax che frequenta sui social. Volevo darle il buon esempio e tranquillizzarla.

No, non mi sento di aver "saltato la fila".

In realtà tutta questa faccenda non sarebbe dovuta essere nelle mani di privati:

Nessun profitto sulla pandemia