venerdì 29 agosto 2008

Dalla vostra inviata alla festa nazionale del PD

Il nome. Penso di interpretare il pensiero di molti dicendo che mi sento orfana della Festa de L'Unità perché l'associo ad un'atmosfera che non c'è più e il fatto di vederne cambiato il nome mi costa lo sforzo di prenderne atto. Non è dovuto al caso lo scaturire di fantasiose soluzioni che si sono viste in giro per la penisola: da chi ha caparbiamente mantenuto il vecchio nome, a chi ha scelto il bipartisan "Festa democratica de L'Unità"; al ligio "Festa comunale del Partito Democratico" passando per il goliardico "Democratici in festa", per arrivare a chi non ne ha fatto di nulla e la festa non l'ha fatta proprio.

Il luogo. Ricordo una bellissima festa nazionale de L'Unità negli anni ottanta che, pur avendo assestato un colpaccio al povero parco delle Cascine, era grande, viva, piena di ristoranti insoliti tipo quello della DDR, quello dell'Ungheria, ecc. Va da sè che andare alla festa nazionale del PD con questo tipo di ricordi, fa sì che ci venga da fare dietrofront appena entrati. Basti pensare che la Fortezza da Basso, l'attuale sede, è molto più piccola delle Cascine e, nonostante questo, è mezza vuota, come vedremo più avanti.

La musica. Come vi potete immaginare, non c'è una bandiera rossa, niente canzoni degli Intillimani o di Giovanna Marini. "Farebbero tenerezza" dice l'articolo di Luca Sofri sul sito della festa ed elenca una bella playlist fatta di brani per me sconosciuti. Insomma, ne deduco che bisogna essere "ggiovani" a tutti i costi.

L'edonistico. Già da diversi anni il lato commerciale e soprattutto mangereccio aveva avuto la meglio sul politico. "Qui è tutto un magna magna" commentavamo sempre io e mio marito, citando Benigni. Eh sì, i'culturale ormai non va più e rimane recluso nell'angolino e i' ricreativo la fa da padrone.
Tra gli stand gastronomici però mi sarei aspettata che ci fosse almeno qualcosa proveniente da altre regioni d'Italia, visto che siamo nientepopodimenoche alla festa nazionale, almeno avrei assaggiato qualche specialità nuova. Ed invece ci sono esattamente gli stessi identici ristoranti e bar della festa commerciale Infortezza che si era tenuta a luglio tra l'altro collocati nello stesso identico posto, cioè non hanno nemmeno smontato. Almeno la festa commerciale non aveva nessun ambizione politica! Era schiettamente edonistica.

I dibattiti. Scusate ma dissento da questa formula, in voga peraltro da alcuni anni, che scimmiotta la televisione: in ambiente appunto da studio televisivo con cameramen che girano e riprendono tutto e tutti, maxischermo, ecc., un giornalista nel mezzo dei due "contendenti" fa finta di fare domande. Fa finta perché la risposta di solito dura un quarto d'ora e spesso esula dal tema della domanda. Ergo non e' una risposta. In più la pensata di quest'anno è di metter su dei faccia a faccia tra un esponente del governo e il suo omologo del governo ombra. Io mi chiedo: a che serve andare ad assistere ad un surrogato di Porta a porta o di Ballarò? Alla festa di un partito io mi aspetterei il dirigente del partito, che posso finalmente vedere in faccia, a cui posso fare domande ed eventualmente manifestare il mio dissenso. Non ce lo voglio quello dello schieramento avverso! Se devo assistere ad uno pseudo salotto televisivo, me ne sto a casa e lo guardo in televisione!

Gli stand. E' stato entrando nel padiglione commerciale che mi è preso lo sconforto: pochissimi stand e "diluiti" in modo da cercare di riempire l'ampio spazio e far notare meno il deserto. Ovviamente in mostra auto e moto ma anche mobili. Qualche rivenditore di cianfrusaglie e stop. La mia massima delusione riguarda gli stand dell'associazionismo collocati in un angolo e ridotti all'ARCI, la LAV e l'ANPI (che per fortuna almeno c'è!). Cosa avrei voluto? Per esempio lo stand di Libera, di Trekking Italia, dello UAAR, una bottega del commercio equo e solidale, un'associazione ambientalista, Slow Food ed altri che non mi vengono in mente? Alcuni di questi erano alla festa nazionale dell'anno scorso a Bologna. Che ci voleva? Forse hanno chiesto prezzi esosi?

Una domanda vi sorgerà spontanea: che ci sono andata a fare? Per curiosità e anche, perché no, per raccontarla a voi che non siete a Firenze. Se avete altre curiosità, fatemelo sapere che cercherò di soddisfarle. E raccontatemi anche le vostre esperienze locali.

Mi sono un po' consolata ascoltando Oscar Luigi Scalfaro parlare della Costituzione con tanto amore e con tanta fermezza. Questa povera Costituzione, una fanciulla di sessant'anni, che stanno rosicchiando giorno per giorno nei suoi contenuti visto che la forma, almeno per ora, siamo riusciti a difenderla.

martedì 26 agosto 2008

Imparare, che passione!

Sono golosa ma non ho un gran culto per la buona tavola e forse non sono nemmeno in grado di cogliere molte differenze tra le cose che mangio. C'è un appetito però che provo continuamente. Anzi, una fame da lupi. Un'ingordigia. Una bulimia. Imparare nuove cose (ohè, non avrete mica pensato a cose piccanti?!).
Adoro imparare, immagazzinare informazioni, saperne di più. Di tutto e su tutto. Certo, ci sono cose che mi interessano di più, altre che mi attraggono meno. Però credo che non esista argomento che non mi attiri se mi viene posto in modo accattivante.
Non ho idea di quanti condividano questa ingordigia. I miei figli, tanto per ricascare nel solito esempio, sono molto selettivi in questo campo. A parte le due o tre cose di cui sono appassionati, il resto potrebbe non esistere. Capita che mi metta a parlare, parlare, parlare con entusiasmo di una cosa ho appreso recentemente cercando di coinvolgerli nel mio entusiasmo. Improvvisamente mi fermo e li guardo come per dire: "Beh! Ho finito. Non vi sembra sensazionale?" Silenzio seguito da: "E allora? E chissenefrega!" :-( Posso sbagliarmi, anzi, sicuramente mi sbaglio ma non mi pare di essere stata così da adolescente.
Alla faccia loro io continuo imperterrita a caccia di nuove cose da sapere.
Anche nel mio noiosissimo lavoro quando c'è da imparare ad usare un nuovo programma o una nuova procedura mi si risveglia l'interesse sopito dalla routine.
Non c'è esperienza, anche se mirata ad altri scopi come rilassarmi o divertirmi, che alla fine non mi abbia fatto imparare qualcosa che prima non sapevo e questo mi dà una soddisfazione enorme. Nei trekking, oltre a godermi la natura, l'aria e la compagnia, mi piace prendere appunti sulle piante che incontriamo e su tutto cio che la guida spiega. Così sono tornata dall'Elba contenta di sapere cos'è un batolite, dall'Abruzzo di apprendere che l'orso ruglia, dall'Engadina di aver imparato a distinguere il pino cembro dal pino montano. Ma sì, lo so che si vive bene lo stesso anche senza sapere queste cose. Hanno ragione i miei figli: e chissenefrega della batolite e del pino cembro! Ma io sono un'inguaribile secchiona. Che ci volete fare?
Talvolta vado a letto la sera stanca non fisicamente ma di testa. Mentre mi addormento mi ripasso le cose che ho immagazzinato durante la giornata trascorsa: i video che ho visto, gli audio che ho ascoltato, gli articoli, i post, le parole che ho letto. E mi ripasso con soddisfazione tutte le cose che ho cacciato in questa mia testolina.
Quante di queste cose ci resteranno? Chi lo sa, ma questa è un'altra faccenda.

domenica 24 agosto 2008

Malinconia da fine vacanza


Cima del Monte Sagro (Alpi Apuane), 22 agosto 2008

Tramonta il sole dietro il golfo di La Spezia. Ultimo giorno di vacanze.

Domani si torna a casa. Lunedì si ricomincia.


Intanto mi godo questa dolce e malinconica vista che spazia dalla Versilia,


alla Liguria,


all'Appenninno Tosco-Emiliano.

venerdì 8 agosto 2008

Pedalando verso l'uffico e... saluti di nuovo!

Questo mese non ho rinnovato l'abbonamento all'autobus e così ho deciso di venire in ufficio in bicicletta. Si tratta di una decina di chilometri all'andata e altrettanti al ritorno ma tutti in piano. Cerco di evitare il più possibile le strade con il traffico.
Vi propongo il foto racconto del mio viaggio mattutino che, pur attraversando anche un quartiere periferico, un po' triste e anonimo come tutte le periferie, per chi sa cercare, offre degli sprazzi di natura. Niente a che vedere con le Alpi però fa tenerezza scoprire che la natura c'è anche dove non te l'aspetti.

Il racconto che fa il paio con quello invernale di sei mesi fa.

Comincio percorrendo il noto Parco delle Cascine con i suoi alberoni giganteschi che mi rassicurano e rinfrescano il mio pedalare:


Attraverso poi il quartiere di Quaracchi (detto China Town perché effettivamente si incontrano più Cinesi che occidentali), pieno di capannoni industriali, e passo su uno stretto ponticino che attraversa un canale costellato di bottigliette di plastica, lattine ed altre schifezze. Ma ecco che tra i rifiuti scorgo una colonia di gallinelle d'acqua che saltella sull'acqua melmacciosa:


Sfidato il pericolo dell'attraversamento di via Pratese, passo sopra l'autostrada e percorro una pista ciclabile che costeggia da un lato campi di grano e dall'altra l'aeroporto. Il filo spinato mi evoca sensazioni un po' lugubri:


E questione di pochi metri, però, e mi si apre la vista che preferisco. Un paesaggio bucolico. Una distesa di fiori viola dell'umile malva, cavalli del vicino maneggio che pascolano tranquilli, balle di fieno e il sole radente che comincia il suo giorno.



Il tempo di ammirare queste bellissime piante palustri, che, se non erro, si chiamano Thyphe e sono pure protette, e arrivo al lavoro. C'e quasi da dire: "Che peccato!"


Con questo foto racconto, vi saluto di nuovo e vado un paio di settimane nel mio
Buen Retiro.
Un caro saluto e un abbraccio a tutti,

Artemisia

PS Forse non a tutti e' noto che per ingrandire le foto basta cliccarci sopra.

martedì 5 agosto 2008

Potenza degli ormoni

C'è qualcosa che circola dentro di noi e che ci può cambiare la vita senza che noi lo sappiamo: gli ormoni. Io non cesso di stupirmi di quante cose siano riconducibili a queste sostanze dai nomi difficili. Premetto: non ho alcuna conoscenza scientifica in materia e quindi scusatemi fin da ora per le castronerie che mi capiterà di dire. La mia curiosità in merito nasce dall'esperienza.
Quando si parla di ormoni tutti pensano alle sostanze che prendono gli sportivi per aumentare le loro prestazioni (la qual cosa mi fa orrore) oppure agli effetti delle tempeste ormonali che sconvolgono alcune fasi della nostra vita. Io ho sotto gli occhi le trasformazioni incredibili e repentine dei miei figli adolescenti e le guardo come una specie di magia della natura.
Chi avuto gravidanze sa quanti cambiamenti subiamo al di là della semplice pancia che cresce. Io che sono freddolosa, sempre con le mani e i piedi freddi, ricordo che in gravidanza non avevo mai freddo e il sangue mi circolava che era una meraviglia. Inoltre la cosiddetta depressione post-partum non è una bufala. Almeno per quanto mi riguarda non si è trattato di una vera e propria depressione quanto una sorta di fragilità di nervi che mi portava sbalzi di umore e a piangere per un nonnulla. Poi, non so se dipenda sempre dagli ormoni o se è una cosa psicologica, ho notato che dopo le gravidanze mi capita di commuovermi per una sciocchezza. Talvolta mi viene da piangere per delle cose un po' stupidamente melense.
E ancora che dire degli sbalzi di umore legati al ciclo mestruale? Da ragazza mi infuriavo quando mi dicevano che ero nervosa perché ero in fase premestruale. Rifiutavo categoricamente che il mio corpo avesse la meglio sul mio cervello. Ora invece noto, con un po' di preoccupazione, che, a parità di condizioni esterne, in certi giorni vedo tutto nero mentre in altri mi sembra che il mondo mi sorrida. Lungi da me dipingere il mio sesso come umorale, però bisogna prendere atto serenamente che non affrontiamo la realtà sempre con lo stesso spirito. Fatemi sapere la vostra esperienza, care amiche blogger.
Ma gli effetti magici degli ormoni sono tanti altri.
Pare che morire d'amore non sia solo una credenza romantica ma anche colpa degli ormoni, come pare sia colpa di un ormone anche il fatto di ingrassare per il nervoso. E che dire del cosiddetto colpo di fulmine che pare scatenarsi proprio a causa di una tempesta ormonale?
Un ormone portentoso è l'adrenalina e i suoi affini la cui funzione è quella "è quella di predisporre l'organismo ad affrontare situazioni di emergenza sul piano fisico ed emotivo" (Sapere.it). Fin qui tutto più o meno noto ed anche utile, ma l'adrenalina può giocare dei brutti scherzetti.
Recentemente soffro sempre di più di insonnia iniziale (difficoltà ad addormentarmi che spesso si traduce in "impossibilità" cioè notte in bianco). Talvolta c'è un motivo evidente di disagio, ma talvolta no e la cosa mi fa innervosire alquanto. Durante il recente trekking era previsto di dormire in camerate sia in rifugio che in alberghetti. Sapevo già che questo avrebbe significato una bella serie di notti in bianco ed infatti le prime tre notti ho dormito pochissimo (2/3 ore) e molto superficialmente. Inaspettatamente però dalla quarta notte ho dormito profondamente e la situazione al contorno non era affatto cambiata. Anzi, una notte ho dormito placidamente accanto ad uno sconosciuto ragazzo tedesco. Dove era finito il livello di adrenalina che mi faceva stare "in allarme"? Mistero! In ogni caso sono quasi sicura che tanta parte nella mia insonnia la giochi proprio questo prezioso ma micidiale ormone che sfugge completamente al mio controllo.

domenica 3 agosto 2008

Engadina

Il fiato manca risalendo la Val Sesvenna verso il Piz Lischana. Lo zaino pesa sulle spalle. Ma la vista mi riconcilia con la vita. Accarezzo con lo sguardo il contorno delle cime rocciose che, stagliate contro il cielo azzurro, mi guardano silenziose dall'alto. L'unico rumore è quello del torrente che scorre verso S-Charl. L'aria è così leggera che, anche se sudi, non hai mai caldo. Salendo lentamente conquisto metro dopo metro la vista vertiginosa della valle in fondo alla quale giace quasi incastonato S-Charl. Vorrei essere una di quelle aquile che abbiamo avvistato qualche giorno fa. Tentazione irresistibile di librarsi giù in volo.
Dopo gli ultimi passaggi un po' difficoltosi arrivo in cima e il paesaggio cambia totalmente. Diventa quasi lunare. Qui, a quasi a 3000 metri sul livello del mare, regna il silenzio. Mi circonda una distesa di sassi intervallata da laghetti alpini e chiazze di neve. Girandosi a 360 gradi non si vedono altro che cime, cime svizzere, cime italiane, pizzi rocciosi e ghiacciai. Penso all'aria pesante di Firenze e mi dico che devo fare scorta di queste sensazioni per tutto il resto dell'anno. Sì, finché potrò, una settimana all'anno da qualche parte sulle Alpi non me la leva nessuno.





Parco dell'Engadina e Gole dell'Uina