giovedì 25 febbraio 2016

Quella tessera la può buttare


Questa tessera fu una delle trovate del nostro nostro ex sindaco, attuale presidente del consiglio.
Fu lanciata per invogliare i cittadini fiorentini a visitare i luoghi pubblici della città. Il sindaco apriva Palazzo Vecchio ai fiorentini che, gratuitamente, potevano fare questa tessera che avrebbe dovuto dar loro accesso ad altre iniziative ed eventi promossi dal Comune.
La settimana scorsa ho tentato di vedere gli arazzi del Pontormo e del Bronzino in Palazzo Vecchio ma non sono riuscita ad entrare. 
Un po' per provocazione ho esibito questa tessera chiedendo se mi dava diritto a qualcosa, se non ad entrare alla mostra, almeno ad un qualche sconto nei musei comunali.
"No, signora" mi risponde l'addetta, "la può buttar via quella tessera."
Piccolo esempio del modo di fare del personaggio, mago del marketing, degli spot e dell'immagine.
"Ma che te ne importa?" mi dicono in casa, "Tanto era gratuita!"
Per me sì, certo, ma per le casse del Comune (e quindi di noi tutti) l'operazione non è stata certo gratis.

NB Il sito unbacioneafirenze.net punta ad un sito turistico per visitare Firenze.

venerdì 12 febbraio 2016

Le onde gravitazionali esistono

 
Questa scoperta è anche un po' "mia". Anche solo per aver svolto in questi anni le pratiche amministrative relative agli acquisti per l'esperimento VIRGO e ai rimborsi spese dei numerosi viaggi a Cascina dei miei colleghi ricercatori.
Ciò nonostante, non riesco a sentirmi coinvolta più di tanto. Mi dispiace e mi sento anche un po' un verme, ma sapere che le onde gravitazionali esistono, non mi commuove.

martedì 9 febbraio 2016

So' piezz'e core!


Oggi mio figlio maggiore è stato premiato dal Rettore dell'Università di Firenze come miglior laureato per la Scuola di Scienze Umanistiche anno accademico 2015-2016 (cioè massimo dei voti nel minor tempo possibile). Come non esserne orgogliosa? Anche se in realtà io non ho grandi meriti se non quello di averlo mantenuto economicamente e magari di averlo fatto crescere in un ambiente sereno dove potesse sviluppare le sue potenzialità.

La cerimonia complessivamente è durata un paio di ore perché venivano consegnati vari riconoscimenti soprattutto a docenti che andavano in pensione. E giù tutto un profluvio di baci, abbracci e sorrisi tra questi attempati professori. Un simpatico neo-emerito ha salutato i suoi ex colleghi dicendo loro: "Ci vediamo la prossima volta... sulle nuvole!"
Devo dire che mi è sembrato un evento un po' barocco e autoreferenziale, dai rappresentanti togati, all'apertura con l'inno dell'Ateneo (scopro solo ora, dopo che lavoro da più di trent'anni nei suoi locali, che l'ateneo ha anche un inno) agli interventi straripanti di "orgoglio accademico", come quello (pur bello) di Sergio Givone. Ma d'altra parte come ha esordito il rettore: "Non bisogna avere paura di pronunciare la parola orgoglio."