giovedì 31 dicembre 2015

Oggi la mia cara amica R. si sposa

Anni Ottanta a Villa Borghese, Roma
Le nostre vite si sono incrociate molti anni fa, quando, da piccolissime, giocavamo insieme in quello che, nella nostra periferia desolata, si chiamava "il campino". Ma io non me lo ricordo e forse nemmeno tu.
Poi ci siamo ritrovate nella stessa classe alle scuole superiori. Fosti tu a riconoscermi e da allora non ci siamo mai perse di vista. Ricordo alcuni momenti in cui hai saputo toccare la parte più tenera e profonda di me.
Come quando, all'ospedale reduce da un'operazione, mi presentasti come "la tua più cara amica", io che non pensavo proprio di meritarmi questo titolo, essendo del tutto incapace di esserti di aiuto e di conforto in un momento maledettamente difficile per te.
Come non dimenticherò mai quella mattina, durante una gita scolastica, in cui tu mi svegliasti accarezzandomi il viso. Non l'aveva mai fatto nessuno e fu per me una cosa bellissima.
E così sono stata contenta di aver fatto da testimone al tuo matrimonio oggi. Contenta di apporre la mia firma per testimoniare che sì, siete davvero due persone in gamba e che finalmente ti vedo serena accanto a quest'uomo. Ti meriti davvero un po' di serenità, cara R., tu che di fortuna non ne hai avuta granché nella vita, tu che al momento del brindisi ci hai fatto piangere tutti ricordando tuo padre morto quando eri bambina.
Auguri, cara amica mia.

lunedì 28 dicembre 2015

Danza della pioggia

Per quanto la pioggia sia noiosa e provochi le imprecazioni dei più, per quanto impedisca o intralci i miei propositi di cammino, guardando la mia città dalle colline, mi rendo conto che ci vorrebbe proprio un bel lavaggio di quest'aria mortifera. 
Mentre camminavo con questa vista negli occhi, ascoltavo il presidente dell'autorità idrica toscana affermare che le riserve d'acqua nell'invaso del Bilancino ancora ci sono, ma il livello comincia a preoccupare, visto che questo è il periodo nel quale dovremmo accumularle e non consumarle.

venerdì 25 dicembre 2015

Oggi ho cinquantatre anni

Oggi compio cinquantatre anni. Tanti? Pochi? Non lo so. Sono quelli che mi sento. 
Non ho molto da dire della mia vita di questo periodo e sono arrivata ad una fase in cui mi viene da pensare che sia una fortuna non avere niente da dire, perché vuol dire che va tutto bene. In questa fase mi colpiscono soprattutto le cose che non vanno bene, chi si ammala, chi muore, ecc. Quindi è meglio che non scriva quello che mi frulla nel cervello, che non racconti le mie ansie sempre più invadenti.
Se poi guardo un po' più in là vedo sempre più ingiustizie e sempre più cose che mi fanno arrabbiare. Quindi è meglio che non guardi. Lo so che è da struzzi, lo so che non fa onore al mio senso civico, ma purtroppo mi sento talmente impotente che apprendere le notizie vorrebbe dire solo stare ancora più male. Quindi è meglio non saperle. Tanto comunque le notizie ti arrivano. Siamo talmente bombardati che ci arrivano anche se le evitiamo (e ci arrivano quelle che vogliono che si sappiano e nel modo in cui vogliono che passino).
Cinquantatre anni. Me li tengo volentieri, insieme ai miei acciacchini, ai miei indolenzimenti, alla mia ecografia al seno negativa e ai quindici chilometri percorsi stamani insieme al mio compagno (mio figlio dice che camminare "è da vecchi").
Va bene così. Grazie.

mercoledì 23 dicembre 2015

Tornando a casa

Itinerario 1

e

itinerario 2

Entrambi cominciano in ambiente rurale, con uccelli migratori che fanno compagnia e lo sguardo che spazia all'orizzonte. Entrambi purtroppo hanno tratti nella periferia trafficata.
Sono comunque i due migliori che sono riuscita a mettere a punto.

domenica 20 dicembre 2015

Odia i padroni, non gli immigrati, coglione!

Una mattina aspettando l'autobus ho visto questa scritta che mi ha colpito:



La scritta è stata presto cancellata come è giusto che sia. La seduta di una piazza non è un taccuino che chiunque può imbrattare a suo piacimento. Anche se la frase è, a parer mio, assai più acuta di tanti articoli sull'immigrazione.

(Consigliato: video di Saverio Tommasi e Giulio Cavalli: Dialoghi sull'umanità e sul terrorismo)

sabato 12 dicembre 2015

Il mio non è pessimismo, ma senso di concretezza

"Il mio non è pessimismo, ma senso di concretezza." Questa frase è scritta a grossi caratteri un cartello che mio padre ha appeso sulla sua scrivania. Non ho mai avuto occasione di chiedergli perché ha sentito il bisogno di difendere il suo carattere tendente al pessimismo in modo così esplicito. Probabilmente è frutto di una querelle con mia madre.
Che c'è di male ad essere pessimista? Anch'io lo sono tendenzialmente in quanto tendo a notare le cose che non mi vanno bene e non riesco a credere che miglioreranno.
Con le dovute proporzioni, mi sono rivista nel pensiero di Pasolini, ricordato di recente perché sono passati quarant'anni dalla morte.
Pasolini forse ha idealizzato troppo il mondo rurale pre-boom economico, però davvero  aveva capito tutto, prima e meglio degli altri. 
In questo famoso articolo sul Corriere della sera del 1 febbraio 1975 denunciò l'estinzione della vecchia cultura popolare uccisa dall'omologazione e da una nuova insidiosa forma di regime: la società dei consumi che Pasolini definì il più repressivo totalitarismo che si sia mai visto.
Ed oggi sappiamo quanto è calzante quel suo chiamare il fenomeno "la scomparsa delle lucciole".
Mi viene in mente quel passaggio del documentario  La forma della città, di cui ho pubblicato un brano in questo post, dove è anticipato e riassunto proprio quello che non riesco ad accettare del mondo che mi circonda: l'omologazione che la società dei consumi impone in modo subdolo ma potente. 
"Ho visto dunque "coi miei sensi" il comportamento coatto del potere dei consumi ricreare e deformare la coscienza del popolo italiano, fino a una irreversibile degradazione."
E siccome a me pare di avvertirla di continuo questa spinta all'omologazione, non è per snobbismo che rifiuto di stare sui social network o di comprarmi lo smartphone (con buona pace di whatsapp che pure, ammetto, è assai comodo). E' solo un piccolo esempio, ne potrei fare altri, eppure sento un'irresistibile voglia di resistere. Lo so che non servirà a nulla. Il mondo va da quella parte. 
Il "paleofascismo" di Mussolini voleva cambiare gli Italiani ma si arrestò alla superficie, mentre la società dei consumi ha guastato le radici della nostra identità, ha minato l'anima delle persone tanto che oggi si desidera tutti le stesse merci, tutti lo stesso tipo di vita. La massa si lascia corrompere e va dove il capitale vuole. 
E quindi non serve lamentarsi poi se le disuguaglianze sono sempre più ampie, i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, i diritti dei lavoratori, faticosamente conquistati, smantellati, come viene smantellata la Costituzione e la democrazia, pezzo per pezzo, giorno per giorno, decreto su decreto, finché ci accorgeremo di non avere più strumenti per contrastare il potere e ci troveremo impotenti con il nostro smartphone in mano.

"Adesso, risvegliandoci da questo incubo e guardandoci intorno, ci accorgiamo che non c'è più niente da fare." diceva Pasolini in "La forma della città"


"Il mio non è pessimismo, ma senso di concretezza," direbbe mio padre.

PS Qui la puntata su Pasolini del Tempo e la Storia che ha fatto da spunto a questo post.






venerdì 20 novembre 2015

Camminando


L'autunno mi mette tristezza, l'inverno mi deprime, le notizie dal mondo ancora di più, l'ansia ha bisogno di essere tenuta a bada, l'associazionismo è fonte di delusioni.
E così ho deciso di investire le mie energie camminando. Troppo complicato fare escursioni domenicali con annessi viaggi in macchina e poi sarà sempre più freddo e non ho voglia.
La mia amica R, che partecipa ad un programma per monitorare lo stile di vita e la salute, dice che il metabolismo si intacca solo dopo aver camminato almeno 40-45 minuti e almeno tre volte la settimana, meglio tutti giorni.
Oggi ho cominciato e sono tornata a piedi dal lavoro: un'ora e 20 minuti di buon passo, un bel tratto iniziale tra la natura della piana fiorentina. Voglio provare ad essere costante e ritagliarmi questo tempo per me, per la mia salute, per dare una scossa al mio metabolismo, per ascoltare i numerosi podcast che ho scaricato. La mia amica R invece non si porta niente con sé ed ascolta i suoi pensieri. I miei sono troppo pallosi e finirei per arrovellarmi sui problemi.
Ci proverò. Scriverlo qui è già un impegno.

sabato 7 novembre 2015

Oggi abbiamo piantato quattro nuovi alberi

In questo splendido sabato autunnale, abbiamo messo a dimora:

Un tiglio


un gelso

un melograno

e un corbezzolo.
Manca all'appello un sorbo, che è in arrivo.
Per il momento fanno poca figura con i loro rami spogli (tranne quelli del corbezzolo) ma speriamo che a primavera ci diano delle soddisfazioni.
Altro che guerrilla gardening

PS grazie alla nostra amica S. per i suggerimenti.

domenica 1 novembre 2015

La terrazza dei partigiani e il ricordo dei nostri morti


Domenica mattina. Tempo discreto. Decido di fare un giro in bicicletta fino al Cimitero di Soffiano, cosa che mi ero ripromessa di fare da quando ho letto questo piccolo libretto sui numerosi partigiani fiorentini che sono sepolti là: dall'amato comandante "Potente", al coraggioso Bruno Fanciullacci, a Tina Lorenzoni ed altri.
Periodo questo in cui i cimiteri vanno per la maggiore. Come a Natale va mangiato il panettone, a Pasqua la colomba, a Capodanno va stappato lo spumante, così il 2 novembre (e dintorni) vanno portati i fiori ai morti. Così oggi, il cimitero fa orario continuato ed è affollato come non mai durante l'anno, persino da famiglie con i bambini che giocano a nascondino intorno alla tomba del nonno o della nonna. 
Mi chiedo se ha senso tutto ciò quando per il resto dell'anno ci si dimentica dei nostri morti, "perché la vita continua" eccetera eccetera. Sono sempre stata allergica alle tradizioni e penso anche che i morti andrebbero commemorati nel nostro intimo. 
Ciò nonostante, mi sembra che sia un dovere civico ricordare chi è morto una settantina di anni fa, combattendo per la liberazione o colpito da un franco tiratore o saltato su una mina, e per questo ho pubblicato questo album con le lapidi dei caduti sepolti in questo grande cimitero di Firenze.
Per quanto riguarda la corrispondenza di amorosi sensi, penso che essa sia espressa meglio nella bella poesia che ha pubblicato Marina, che ringrazio.

domenica 18 ottobre 2015

All'alba con i cervi nella riserva

Ore 4:45 suona la sveglia. Veloci preparativi e alle 5:20 siamo già in macchina alla volta di Prato, Vaiano, Cantagallo. Arriviamo al paese alle 6:30 ed è ancora buio. Qualche incertezza nel trovare l'attacco del sentiero CAI 36-38 anche perché, al buio, i segnali bianco-rossi non si vedono. Non ci ricordavamo che bisogna attraversare il Centro Visite della Riserva Acquerino-Cantagallo perché i sentieri cominciano al di sotto di esso.
Ci incamminiamo passando un ponte sul torrente mentre sentiamo lontano un bramito. Saliamo vedendo a stento dove mettiamo i piedi mentre sono già quasi le sette e il cielo sopra le montagne sta già schiarendo. Non si sentono più bramiti ma molti uccelli dai versi più svariati. Maestosi e bellissimi castagni, dal tronco enorme e muschioso e le foglie multicolori, ci accompagnano nella nostra salita.
Mio figlio avvista quattro cerve che silenziose scappano prima che io riesca a riprenderle con la telecamera. Di nuovo un bramito, ma molto lontano.
Dopo circa 45 minuti arriviamo alla radura del bivacco di Cerliano e un raggio di sole appena spuntato sopra la catena dei monti ci regala uno scenario bellissimo.

Il bivacco è deserto ed è esattamente come sette anni fa. La radura è in gran parte arata dai cinghiali. Le cerve, che speravamo di sorprendere a pascolare, non ci sono. Però l'atmosfera è davvero magica. Non c'è traccia di essere umano tranne (purtroppo) alcuni colpi di fucile lontani. Sono solo le otto ed il cielo, a parte una striscia sopra le montagne, è coperto. Camminiamo ancora un po' sopra il tappeto di ricci dei castagni e poi torniamo sui nostri passi. Sul sentiero di ritorno mio figlio avvista ancora tre cerve che stanno abbeverandosi. Speravamo di incontrarne di più, però quest'alba è stata davvero un momento speciale.

martedì 13 ottobre 2015

Giulio, sempre con noi

Un anno da quella telefonata nella notte.  
Un anno che te ne sei andato.

La roverella che volevamo dedicarti purtroppo si è seccata. Peccato! Ci sembrava incarnasse così bene il tuo carattere forte, tenace, spesso testardo. 
Ma il tuo ricordo è con noi, Giulio, come la tua foto nel portafoglio del tuo nipote più giovane, che ti somiglia così tanto.


sabato 10 ottobre 2015

Oggi ho fatto guerrilla gardening

Cos'è guerrilla gardening? E' una cosa fantastica, a parer mio. 
Ecco come si definiscono su loro sito:

"è un gruppo aperto a tutti, un gruppo di appassionati del verde che ha deciso di interagire positivamente con lo spazio urbano attraverso piccoli atti dimostrativi, quelli che noi chiamiamo "attacchi" verdi. L'attività principale del gruppo è quella di rimodellare ed abbellire, con piante e fiori, le aiuole e le zone dimesse o dimenticate della città."

E così, a forza di trapiantare pezzi della tenace palma, che ho scoperto chiamarsi yucca e che continua a ributtare sempre e in qualsiasi condizione, ho pensato che, piuttosto che affollare il mio microgiardino già costipato di piante, avrei potuto "infestare" il vicino giardino pubblico (sì, quello che contribuisco ad aprire/chiudere) in uno dei vari angolini un po' desolati senza un filo d'erba né una pianticella.

Ed ecco qua il mio "attacco verde" di stamattina all'alba:


Se questi "tronchetti troncati" non attecchiranno, non sarà un problema. Se invece prenderanno, vorrà dire che tra qualche anno ci sarà un angolino "tropicale" nel giardinetto pubblico.

“L’erbaccia è una pianta di cui non si conoscono ancora le proprietà” (R.W. Emerson)

venerdì 9 ottobre 2015

Viva internet! Viva facebook! E viva "Lavoro Anomalo"!


A mio figlio diciannovenne, che comincia quest'anno l'università, piacerebbe trovare un lavoretto part-time per guadagnare un po' di soldi e non essere sempre costretto a chiedere ai genitori.
Giusto! Bravo! 
Ha messo un po' di domande e inviato il CV di qua e di là.
Un tempo era più facile. Si aveva meno paura di assumere a nero. C'era meno concorrenza ed era tipico assumere studenti per lavori saltuari o nel finesettimana o in orario serale.
L'altro giorno mi dice che è stato chiamato per un colloquio. L'annuncio parlava di "due addetti al magazzino ed alla gestione degli ordini, volenterosi, anche prima esperienza".
L'ho visto un po' timoroso. In effetti un po' d'ansia l'ho provata anch'io. "Dove sta la fregatura?" ci siamo chiesti. 
Ho pensato però che è bene che si faccia esperienza anche di fregature, di colloqui perditempo con relativa sensazione di sfruttamento. "Vai," gli ho detto, "non firmare nulla, non ti sbilanciare, se non sei convinto puoi sempre dir loro che ci penserai." Ma lo vedevo titubante.
Poi mi è venuto in mente di aver sentito a Controradio l'intervista di un giovane che, arrabbiato per tanto tempo perso, fregature e ingiustizie subite, ha messo su un sito di segnalazioni per svelare gli annunci civetta. Purtroppo non mi ricordavo il nome di questo sito.
Pochi minuti dopo mio figlio mi chiama: "Mamma, ho trovato! E' una fregatura!" E mi mostra un post di Facebook dove si mette in guardia proprio da questa società (con tanto di indirizzo) che lo aveva chiamato per il colloquio. Nella pratica si trattava di vendite porta a porta ma questo lo avrebbe scoperto solo ben dopo.
Il sito si chiama Lavoro Anomalo e si definisce "un servizio a supporto di chi cerca lavoro e non vuole perdere tempo e soldi dietro a false inserzioni". Pubblicizziamolo! I banditi che si approfittano della buona fede e dell'ingenuità dei ragazzi e della disperazione di chi ha bisogno di lavorare devono essere perseguiti. Di Lavoro Anomalo per fortuna ne hanno parlato ancora in radio così come ho sentito un utile sportello del sindacato che si chiama SOL CGIL (Servizio Orientamento al Lavoro).
Ai ragazzi di oggi lasciamo un mondo che va alla deriva, ma almeno hanno dalla parte loro il progresso tecnologico. Il tam tam di internet aiuta.

lunedì 5 ottobre 2015

Raccolto di autunno (2015)


Fine settimana in Lunigiana. 
Raccolto tutto quello che la natura ci ha fatto trovare: fichi piccolini ma dolci, mandorle con un guscio a prova di martello, noci ancora un po' fresche, cachi metà acerbi e metà marci, tante mele rotelle.
Grazie, natura!

domenica 27 settembre 2015

Adotta un passaggio ciclopedonale

Lungo il mio percorso in bicicletta per raggiungere la palestra, oltre all'argine restituito dopo sette anni, c'è un piccolo passaggio situato tra un campo da calcio ed una scuola elementare. Si tratta di pochi metri asfaltati. Alla riapertura della palestra i primi di settembre, ho trovato questo piccolo passaggio (che serve ai pedoni e ai ciclisti per scappare da una strada molto trafficata verso il tranquillo argine del Mugnone) completamente invaso da alte erbacce che rendevano difficile il passaggio in bicicletta o a piedi. 
Dopo tre settimane in cui ho sperato ogni volta di vedere ripulito il breve tratto, mi sono scocciata. Ho coinvolto il marito e siamo andati, armati di forbicione tagliasiepi (un po' arrugginite purtroppo) a sfoltire queste erbacce. Mentre facevamo questo lavoro sono passate delle persone, chi con il cane, chi accompagnando un bambino con una piccola biciclettina e chi con il passeggino. Appreso che non eravamo del Comune ma semplici volontari, ci hanno tutti ringraziato e una signora ci ha persino detto: "Ma siete degli angeli!" Ma davvero queste piccole banali manutenzioni devono essere affidate alla buona volontà di cittadini incavolati?
E' quello che ho chiesto all'ufficio relazioni con il pubblico del comune di Firenze:
"Buon giorno,
scrivo a proposito del passaggio ciclo-pedonale tra l'argine sul Mugnone e via Corelli (situato tra il campo sportivo del Novoli e la scuola Colombo).
Non so se la manutenzione di questo passaggio sia di competenza del Comune, del Quartiere 1 o 5 o di quale altro ente.
Da almeno un mese a questa parte questo passaggio era quasi ostruito di erbacce alte circa un metro con disagio soprattutto per i bambini e i passeggini.
Oggi, stanchi di attendere lo sfalcio di chi di competenza, io e mio marito ci siamo armati di forbicione e abbiamo sfrondato le erbacce per facilitare un po' il transito. A noi l'operazione è costata circa una mezz'ora ed una bella sudata. Agli operai che fanno la manutenzione del giardino di Piazza delle Medaglie d'oro (per fare un esempio) sarebbe costato (con risultato assai migliore) 10 minuti con il tagliaerba professionale.
Va bene i tagli alla spesa pubblica, ma perché queste piccole manutenzioni devono essere lasciate alla buona volontà dei cittadini?
Segnalo infine che le canne stanno invadendo la pista ciclo-pedonale lungo l'argine del Mugnone, inaugurata, se non erro, da appena un anno.
Grazie per l'attenzione."

Dubito che mi risponderanno. Ma ecco che, cercando l'indirizzo di un giornalino di quartiere a cui rivolgere lo stesso quesito, ho trovato un episodio molto simile risalente all'anno scorso.
Morale della favola, non rimane che adottare ciascuno il suo pezzetto di suolo pubblico che gli sta a cuore (un po' come ha fatto l'Associazione Giardino di San Jacopino). 

giovedì 24 settembre 2015

Bello di mamma tua!



Che soddisfazione un figliolo "cervellone"! Dopo anni di liceo passati in compagnia del "seino tattico", sempre con la promozione sul filo del rasoio. Che bello vederlo sempre con un libro in mano! Caspita: ammesso alla Normale! E costretto persino a rinunciare ad un posto alla scuola superiore di Pavia! Come si fa a non essere orgogliosi.

"Sentite," fa una sera a cena il giovane promettente filosofo, " a me ci vorrebbe un PC portatile buono..."

Beh, sì in effetti va a studiare a Pisa, un bel portatile gli ci vuole.

"... se no a Pisa come faccio a vedere le partite della Fiorentina in streaming?"

Ah, ecco.

lunedì 21 settembre 2015

Fare politica in cucina



"Allora, tu prendi un capo d'aglio, per gentilezza ("per gentilezza" te lo dico ora poi un te lo dico più). Tu ne sbucci 4 o 5 spicchi e tu me li sdadolini..."
Comincia così la mia esperienza in cucina alla festa Firenze rossa e solidale con il gruppo che si autodefinisce Cucinorum. Sono quasi tutti uomini. L'età è più o meno la mia, cioè gente che lavora ma non giovanissima: un geometra, un direttore di scuola elementare, un addetto alla segnaletica stradale, ecc. Accomunati da uno spirito goliardico del tipo "Amici miei" e una passione enorme per il cibo, per la cucina e annessi e connessi.
Mi sono fatta delle belle risate in questi pomeriggi in cucina ma soprattutto mi sono divertita a spiare le loro discussioni sulle pietanze. "Nelle patate ci si potrebbe mettere (un po' alla maialona) dei dadini di pancetta, che ne dici?" fa uno mentre gli sbrillano gli occhi. "Boja! Già, ma allora i vegan non ce le mangiano..." "E' vero! Che palle, questi vegan!!" "Se no, mettiamoci dei pezzi di cipolla, come faceva mia madre" fa un altro di origine napoletana. 
E ogni tanto partivano anche discussioni di politica che facevano dimenticare loro la roba che cuoceva in forno, finché si sentiva odor di bruciato e allora giù imprecazioni colorite.
Ammirabili questi instancabili ragazzoni, in piedi dalla mattina fino mezzanotte, senza seguire neanche un dibattito della festa. In effetti, alla fine, i dibattiti non li ho seguiti nemmeno io, intenta a sbucciare, spalmare, affettare (roba facile vista la mia scarsa attitudine per la cucina). Però va bene anche così, perché in definitiva, come mi ha detto uno di loro: "Io faccio politica in cucina".

mercoledì 9 settembre 2015

L'irresistibile impulso della volontaria

Che sarà questa agitazione perenne che mi porta a non stare mai ferma? Che sarà questo surplus di energia che devo assolutamente impiegare in una qualche attività? Che sarà questo bisogno di dover fare per forza qualcosa, questa droga del fare, questo non essere capace di rilassarmi? Questo terrore della domanda cruciale: "Oddio, e ora che faccio?"
Paura della noia? Paura dei miei pensieri? Paura del vuoto?
Se non faccio qualcosa mi sento morta. Se non mi sento utile, soprattutto agli altri, mi sento un nessuno. Non lo faccio per la gratitudine, né per sentirmi dire "grazie" (che certo fa piacere). No, è un bisogno proprio intimo, indipendentemente dal risultato.
E, se possibile, mi piace fare le cose insieme agli altri, condividere, confrontarsi per raggiungere uno scopo comune, anche se so che quello che fanno gli altri spesso non mi soddisferà, però lo preferisco al farlo da sola, all'essere l'unica protagonista.
Ecco perché quando fiuto quelle paroline chiave, quegl'ami buttati da qualcuno, non resisto. Quando sento/leggo frasi del tipo "c'è bisogno di qualcuno che...", "si cercano volontari per...", "urgente richiesta per..." Non resisto. E' più forte di me. Talvolta mi pento, ma spesso no. Spesso torno stanca ma divertita o arricchita. E poi comunque mi dico: "Ho fatto anche questo."
E così apro o chiudo il cancello del giardino pubblico vicino a casa mia. E così faccio il turno al banchino di Libera alla Festa dell'Unità (anche se, a dire il vero, alla festa dell'Unità non ci volevo proprio mettere piede). E così mi lascio coinvolgere nel gruppo cucina della festa "Firenze rossa e solidale". E così mi feci coinvolgere anni fa nell'ANPI e poi nel libro per l'ANPI e poi nella festa provinciale dell'ANPI. E così via.
Perché tanto se non lo faccio, succede, come in questi giorni, che mi metto a dare la cera al parquet e poi magari dopo mi fanno male le ginocchia e le spalle. E poi fare le cose in casa non mi diverte. Sì, sono utili, ma non le condivido con nessuno e ciò non mi piace.
C'è bisogno di me per caso?

Volontari in cucina alla festa provinciale ANPI

giovedì 27 agosto 2015

Oggi ho stampato un libro


L'ennesimo libro sulla faccia della terra? Altra carta stampata? Ce ne sarà davvero bisogno?
Più o meno questi i dubbi che mi sono venuti in mente, quando i compagni della sezione ANPI vicina alla mia mi chiesero di collaborare ad un libro con allegato DVD contenente testimonianze degli ultimi partigiani e antifascisti rimasti in questa parte della città.
Tuttavia, poiché non so dire di no alle nuove esperienze, ho accettato. In realtà pensavo di occuparmi solo delle riprese e del montaggio del video ed invece presto ho constatato che, al solito, eravamo davvero pochi a dedicarvi tempo ed energie, anzi, eravamo solo in tre. Quindi mi sono ritrovata a trascrivere le interviste (con tutti i dubbi stilistici su come riportare per iscritto il linguaggio popolare e dialettale dei testimoni), a scrivere le note improvvisandomi storica, a procurare immagini per arricchire sia il video che il libro, oltre al difficile compito di fare una cernita tra tutti i ricordi che ci avevano donato.
Le interviste sono state l'attività più emozionante. Mattinate e pomeriggi del finesettimana con questi anziani e i loro ricordi, anche dolorosi, spesso un po' confusi. "Questo mio amico ucciso dai tedeschi io ce l'ho sempre negli occhi... tutto trivellato di colpi... perdeva sangue... lo penso sempre quando vado a letto." "Il nostro capitano morì a pochi giorni dalla fine della guerra. Prese due medaglie ma io gliene avrei date dieci!" (e, a distanza di settant'anni, scoppia di nuovo in lacrime). "Il fascismo è stato una persecuzione per la mia famiglia. Ricordo i pianti della mi' mamma."
Poi i primi di luglio lo shock della morte di Francesco, uno di noi tre curatori. Il dolore e lo smarrimento: e ora come facciamo senza di lui? E allora le corse per finire il libro, il raccomandarsi in tipografia che ce lo stampassero prima della chiusura per ferie, altrimenti non avremmo potuto presentarlo alla festa di fine agosto come programmato. 
Così, quando venerdì pomeriggio 7 agosto, ho ritirato le mille copie (proprio all'ultimo minuto prima delle ferie), ho guardato questa "creatura", con la sua bella copertina fatta da due amici di Francesco su sua indicazione, e ho pensato che forse sì, valeva l'ansia e la fatica di questi mesi, il tempo dedicatovi, le sere dopo cena e le domeniche pomeriggio, i giorni di ferie. Poi, alla presentazione, ho visto più gente di quanto potessi sperare, il partigiano protagonista così felice e lo storico parlarne così bene.
Beh, insomma, allora forse valeva la pena di avere un ennesimo libro sulla faccia della terra.

domenica 16 agosto 2015

La magia del tramonto dal Monte Sagro (Alpi Apuane)


Esperimento provato diversi anni fa (2008? Così tanto?) e che tutte le estati ci ripromettevamo di replicare. Ecco che oggi, grazie ai nostri amici A&A, che ci hanno aiutato a vincere la pigrizia, cogliamo l'attimo di una giornata dall'aria tersa post-temporale e saliamo su a Campo Cecina verso le 19. 
La salita al Sagro ci regala da subito un panorama che, salendo, si apre sempre di più: la Versilia, Bocca di Magra, il golfo di La Spezia, Portovenere, Viareggio, Pisa. La luce si fa dorata e colora di oro anche il paleo apuano sotto i nostri piedi. Ogni tanto un uccellino ci svolazza intorno. Qualche nuvola si rincorre. Speriamo che non si attacchi proprio sulla cima. 
Arrivati su, lo spettacolo è magnifico. Dalla cima la vista di allarga anche al Pizzo d'Uccello e al Pisanino che si colorano sempre più di rosa e poi, laggiù, l'Appennino.
Fa un gran freddo quassù ma questo momento è davvero magico.
Da rifare. Magari non tra altri sette anni!



martedì 11 agosto 2015

Relax agostano con cicale


11 agosto. Ore 14. Nell'ora della canicola mi piace rilassarmi su una sdraio in terrazza, all'ombra della casa. Oggi poi la temperatura è piacevole grazie ai temporali di ieri. Il cielo è sereno ma una brezza ancora fresca impedisce di uscire dalla temperatura di comfort. 
L'ossessivo frinire delle cicale è il suono che associo inevitabilmente dell'estate. Nessun rumore "umano" tranne qualche rara automobile che passa sulla provinciale.
Un piccolo uccellino cinguetta tra i rami dell'olivo che sta proprio sulla mia testa. Deve essere assai carino. Chissà cosa sta dicendo!
Così, da sdraiata, il mio sguardo può spaziare nella fetta di cielo tra la casa e l'olivo e scorgo una scia di aereo e un rapace che volteggià lassù in alto.
Che pace! Sono momenti semplici che però ho imparato con gli anni ad apprezzare sempre di più. Voglio farlo mio questo momento, metterlo insieme a quando, nella notte, sento l'aria fresca che arriva dalla finestra unita al canto dei grilli e ricordarmi di entrambi, come preziosi cammei, nelle frenetiche giornate invernali in città.

mercoledì 5 agosto 2015

Oggi ho comprato un libro in libreria

Lo so, non è questa grande notizia, ma... 
Dopo tutte le puntate di Fahrenheit sulla crisi dell'editoria, la "tragedia" delle librerie che chiudono, gli Italiani che leggono troppo poco, gli ebook che minacciano il futuro dei libri su carta, eccetera eccetera, tutto sommato è un gesto significativo.
Se poi mettiamo che la sottoscritta è una lettrice tartaruga, che non è affatto interessata al "possesso" dei libri che legge ma solo al loro contenuto, estimatrice di quelli presi in prestito oppure degli ebook che risolvono alla grande il problema di trovare posto in casa, senza parlare della palla di spolverarli, il gesto acquista ancora più significato.
E se poi teniamo conto di Amazon che tratta male i lavoratori, delle librerie indipendenti che scompaiono, del fatto che quella in questione è, per l'appunto, una libreria indipendente aperta vicino a casa mia su iniziativa dei poveri dipendenti della ex libreria Edison che si sono trovati per strada, beh, allora diventa quasi un gesto politico. 
Ma allora, con tutto questo carico simbolico, mica si vorrà comprare un libro qualunque! Un romanzetto per l'estate? Sia mai! Ho comprato "Sola con te in un futuro aprile" di Margherita Asta, dove la giovane donna trova il coraggio di raccontare il suo dolore di bambina, e poi di adulta, alla quale la mafia ha polverizzato madre e fratelli in un attentato a Pizzolungo (Trapani).

P.S. In realtà il gesto risale ad un mese fa ma non avevo ancora trovato il tempo di scrivere questo post. Oggi posso aggiungere che il libro mi è piaciuto molto: l'ho trovato scritto bene e non angosciante come si può pensare. Riguardo alla libreria, tutto il mio affetto e la mia solidarietà, ma ci è voluto un bel po' e un paio di viaggi perché me lo procurassero. Con Amazon probabilmente in tre giorni lo avrei avuto senza muovermi di casa. Comunque sia, viva le librerie indipendenti!

venerdì 31 luglio 2015

Se il cetriolo si nasconde

Che trovata simpatica l'orto sul balcone! Certo però, non bisogna essere ambiziosi. Finché ci si limita, come abbiamo fatto negli anni passati, al basilico, al prezzemolo o all'insalatina, tutto bene.
Quest'anno invece il marito ha puntato in alto, anzi, "in largo" e ha piantato tre piantine di zucchine e tre di cetrioli.
Le zucchine hanno fatto solo qualche fiore e poi sono seccate. I cetrioli hanno sparso i loro tralci per tutta la terrazza senza produrre niente.
Abbiamo scoperto così che trattasi di piante che hanno bisogno di superficie ed allora abbiamo provato a legarle per permettere loro almeno di arrampicarsi in alto.


Ma con grande rammarico del marito dei cetrioli solo striminziti embrioni finché un giorno....
... per caso, rovistando tra le foglie... eccolo là!


Il nostro primo cetriolo dell'orto! Ora abbiamo imparato che il cetriolo non ama palesarsi. :-)

giovedì 23 luglio 2015

Campo di Libera ad Ottaviano

"E' il primo campo di Libera che fai?"
"No, veramente, sono al sesto campo..."
Immancabilmente l'interlocutore sgrana gli occhi: "Accidenti! Il sesto campo!"
Ebbene sì, mi sento un po' marziana, ma alla mia veneranda età di 52 anni mi sono fatta il sesto campo antimafia ad Ottaviano, paese alle pendici del Vesuvio, tristemente noto come patria di Raffaele Cutolo.
Un campo diverso dai precedenti per vari motivi. Innanzitutto non si trattava di collaborare con una cooperativa agricola, ma con i volontari del Parco Nazionale del Vesuvio e soprattutto di Legambiente. Il parco è molto bello ma purtroppo deturpato da continui abbandoni di rifiuti, che in parte abbiamo contribuito a ripulire. I volontari sono veramente eroici nella loro quotidiana lotta contro le ditte illegali che abbandonano scarti di lavorazione ma anche semplici cittadini che buttano di tutto tra i bei boschi di lecci, querce e sughere.
Un'altra sopresa è stato il gruppo. Dopo un paio di campi overage, mi sono toccati una ventina di adolescenti dai 15 ai 21 anni. Adoro i giovani e li preferisco senz'altro ai pensionati, ma inevitabilmente il gap generazionale si sentiva, anche se mi divertivo a spiare le loro personalità e i loro comportamenti nel gruppo. Mi ha colpito come affrontassero nelle loro conversazioni temi difficili e profondi, tipo sull'esistenza di Dio o sul senso da dare alla vita.
Infine il campo è stato particolarmente pesante per il caldo (altri campi nello stesso periodo non erano così), e per la logistica infelice.
Insomma, torno stanca e tormentata da una noiosa nevralgia, però contenta di avercela fatta e poi... alla fine... mi mancano i "miei" ragazzi con le loro facce pulite e i loro sguardi aperti sul mondo.


lunedì 13 luglio 2015

Anche la ragioniera vuole il figlio dottore


Ti ho visto agitato stamattina. Tu che cerchi sempre di mostrare autocontrollo, rivelavi un sovraccarico di adrenalina che, comprensibilmente, premeva dentro di te e ti faceva trovare bello sveglio alle sette. Ti ho visto sudare (e non solo per il clima) in giacca e camicia davanti alla commissione, mentre un bel pubblico di parenti e amici alle tue spalle faceva il tifo per te. Ti ho visto raggiante all'annuncio del tuo 110 "al quale la commissione ha aggiunto la lode" (come ha detto il tuo professore). 
Che emozione, figlio mio! Sono proprio orgogliosa di te!

sabato 11 luglio 2015

E sono 1000!



Caro mio vecchio blog,
compagno di gioie, dolori, speranze e arrabbiature da oltre otto anni. Scusami se ti trascuro da un po' di tempo a questa parte. Ti penso spesso e sovente mi riprometto di scrivere post, ma poi il tempo che scorre spietatamente si mangia il mio proposito e quell'idea, quello spunto che avevo pensato non lo ricordo più o comunque non è più attuale. 
Ma sappi che ci tengo a te e sono contenta di festeggiare con questo

il post numero 1000!

Cin cin!

mercoledì 8 luglio 2015

Troppo caldo per il amico Francesco


"oggi sono stato a letto col ventilatore soffitto al massimo per me è troppo caldo"
Queste le ultime parole che mi hai scritto qualche giorno fa. Ti conoscevo poco, ma quanto basta per apprezzare la tua intelligenza, la tua simpatia, il tuo senso dell'umorismo, il tuo sguardo buono. La tua morte mi ha spiazzato, Francesco. E mi ha fatto rimanere molto male. Avrei voluto approfondire la tua conoscenza, sapere di più del tuo passato di musicista, di attivista politico. Mi avevi promesso di raccontarmi del tuo paese sul Pollino e di darmi consigli per escursioni in quella zona, che deve essere bellissima.
Non te ne dovevi andare, Francesco, e soprattutto non così... da solo... davanti al frigo aperto in cucina...
Non ci dovevi lasciare, Francesco. Ci mancherai!

martedì 30 giugno 2015

Metti tutta la forza che hai nei tuoi fragili nervi


L'esame di maturità è una di quelle cose che gli antropologi definiscono “riti di passaggio”. 

E oggi tocca a te, ragazzo mio,affrontare la prova più ansiogena: quella dell'orale. 

Ti aspettano prove anche assai più dure di questa. Tuttavia ti vorrei regalare la mia canzone “da esame” per farti sentire quanto ti sono vicina. 

Comunque vada, al di là del voto che otterrai oggi o di quello complessivo, direi proprio, dai segnali che dai, che la maturità tu l'abbia conquistata. 

Sei davvero in gamba, tenero e ostinato figlio mio!


 

giovedì 18 giugno 2015

Adorabile piccola cinquantenne


Nelle famiglie ciascuno si ritaglia un ruolo e a te toccava quello de "la piccola". Mi faceva un po' arrabbiare questo dover cedere, nelle banali liti infantili, perché io ero "la grande" e tu "la piccola". Nello stesso tempo, sapevo quanto eri compagna essenziale della mia infanzia e della mia adolescenza. Negli eterni pomeriggi estivi mia unica compagna di giochi che spesso subiva la mia regia ma talvolta "osava" persino ribellarsi. E dopo, mia complice nei sotterfugi coi genitori.
Ed ecco che oggi, tu, la piccola, ci raggiungi il mezzo secolo e ci spiazzi. Come già ci spiazza scoprire la tua bella grinta nel difendere i tuoi diritti sul lavoro. Eppure, nonostante gli anni (anche faticosi) mantieni quella dose di candore che ti rende così adorabile.
Buon compleanno, sorellina mia! E ricordati che, se anche il periodo è difficile, puoi contare su di me come io so che posso contare su di te.

martedì 2 giugno 2015

Alla cena resistente tra il serio e il faceto con i ragazzi della Val di Cecina


Cena sociale al festival resistente di Montemaggio (bella iniziativa che tutti gli anni i giovani dell'ANPI Valdelsa organizzano a Casa Giubbileo, luogo della battaglia del 28 marzo 1944 conclusasi con la fucilazione di 19 partigiani). 
Mi trovo a tavola accanto a dei compagni della Val di Cecina (luogo per me del tutto inesplorato) che già mi stanno simpatici per la loro parlata. 
Il discorso cade inevitabilmente sull'ennesima delusione elettorale alle regionali e, complice il buon vino offertoci, si fa a chi la spara più grossa quanto a provocazioni tra il serio e il faceto:
"Ma lo volete capire che a sinistra siamo troppo pallosi, sempre con questi discorsi seri, tristi, noiosi...?"
"Per me era meglio Berlusconi! Almeno lui lo diceva chiaramente che era contro gli operai. Questi qui ti dicono che sono dalla parte degli operai ma poi te lo tirano in c..o lo stesso."
"Basta! So io cosa bisogna fare. L'unica è buttare via i libri, non leggere più, guardare solo la televisione, ancora più puttane e più partite di calcio... fino all'abbrutimento totale. Allora forse si comincerà a reagire..."
"Io metterei un esamino per esercitare il diritto di voto. Mica roba difficile... una domandina di educazione civica, tipo: 'per chi stai votando?' 'Per il governo.' 'Sbagliato! Per il parlamento! Ripresentati alla prossima votazione!"
A luglio quasi quasi vado a trovarli alla festa della loro sezione.

giovedì 28 maggio 2015

Grande Traversata Elbana

Ce la mette tutta la natura su questa bella isola a farmi dimenticare il tempo incerto, il malessere e la debolezza che mi porto dietro da giorni, le voglie cementificatorie di chi non rinuncia a farsi la villetta, per poi lasciarla disabitata gran parte dell'anno, o la trascuratezza dei sentieri conditi di bossoli lasciati dai cacciatori.
La Grande Traversata Elbana in quattro tappe, da Cavo a Porto Azzurro, Procchio, Pomonte per finire a Marciana camminando tra un trionfo di fiori e di profumi: eliocriso, ginestra, cisto, corbezzolo, lecci, asparagi selvatici e chi più ne ha più ne metta, con vista sul mare azzurro dove si staglia un'isola sempre diversa, Capraia, Montecristo, Pianosa, Giglio, Corsica.
Grazie natura generosa dell'Elba e grazie ai miei due compagni che mi hanno sostenuto nella fatica e accompagnato in questi quattro giorni.

venerdì 22 maggio 2015

Alla ricerca della voce

Ammorbata da un cattivo virus parainfluenzale, che mi ha portato prima febbre e debolezza e poi mi ha tolto completamente la voce (senza contare altre piccole magagne), mi accingo a tornare nel più grande batolite d'Europa: l'affascinante Isola d'Elba, sperando di trovarla altrettanto fiorita e profumata come otto anni fa. Soprattutto spero che la sua salubre aria ricca di iodio faccia bene alle mie corde vocali.

PS Comunque non poter parlare ha i suoi vantaggi e porta a riflessioni interessanti che purtroppo non ho tempo di trascrivere.

mercoledì 13 maggio 2015

Il camino e la rabbia

Ieri sera assemblea pubblica del comitato mammenoinceneritore, un giovane gruppo di mamme che, preoccupate per l'impatto ambientale di questo impianto su una zona già molto compromessa, cerca di fermarne la realizzazione, che pare essere imminente. Mi consulto con la mia amica R., con la quale spesso ci sfoghiamo a vicenda il nostro "scoglionamento civile": "Che si fa? Sono stanca, ma andiamo. Su, non possiamo rassegnarci all'andazzo generale."
Sala strapiena. Caldo. Zanzare. Si inizia con un servizio di Scala Mercalli dove si vede quanto sono bravi a Treviso a fare la raccolta differenziata porta a porta. Si passa poi ai cosiddetti "esperti": un rappresentante di Rifiuti Zero (intervento di buon senso), un medico che mostra delle brutte e illeggibili slide citando vagamente studi su tumori e malformazioni, un altro medico che invece si limita a illustrarci la sua posizione di contrarietà "a questa follia" e infine un avvocato che al solito la prende larga senza spiegare con chiarezza a che punto siamo con l'inizio dei lavori.
Alle 23 passate tocca ai "politici": passerella di candidati alle imminenti elezioni regionali, tutti, guarda caso, contrari all'inceneritore. La leghista sbandiera la sua recente leucemia. Il rappresentante di Fratelli d'Italia sottolinea come dietro l'operazione ci siano le cooperative rosse. L'esponente di "Popolo Toscano" dichiara che loro sono contrari all'inceneritore ma appoggiano Rossi (che invece è favorevole). L'unica rappresentante del PD (di area civatiana) si prende gli insulti dalla sala dichiarando che "il suo partito è a favore ma lei personalmente è contraria". Ce ne andiamo al momento degli interventi dal pubblico nei quali faccio in tempo a sentire che si continua a parlare di tumori.
Ora, io sono contraria alla realizzazione dell'inceneritore, non tanto per il timore delle emissioni (credo che con le nuove tecnologie queste siano paragonabili alla fila di auto che tutte le mattine è ferma in coda sull'autostrada accanto al mio ufficio, senza contare gli aerei che atterreranno nella pista che vogliono realizzare sempre lì!), quanto perché la ritengo una non-soluzione del problema rifiuti che serve solo a qualcuno per fare soldi. I rifiuti prodotti in Toscana non arrivano, a detta di tutti, alla quantità per la quale l'impianto viene realizzato. Una volta costruito questo avrà bisogno di essere alimentato (e soprattutto gli investitori pubblici/privati ci vorranno riprendere i soldi). Quindi ci scorderemo ogni impegno a ridurre i rifiuti (primo obiettivo che come società dovremmo avere) e ogni incentivo verso la raccolta differenziata. 
Detto questo, ad essere sincera, dopo una serata come questa dove si tocca con mano lo scarso livello generale di serietà e di razionalità, la superficialità e l'emotività con la quale si affronta questo tema (come tanti altri), sinceramente verrebbe quasi voglia di essere a favore di questo camino che sorgerà davanti alla finestra del mio ufficio.

mercoledì 6 maggio 2015

Sogno inquietante del mattino

E' un giorno di festa o comunque una di quelle occasioni in cui ci si ritrova in famiglia. Siamo all'aperto, in un parco o un giardino. Ci sono mio marito, i miei figli, i miei nipoti, mia sorella con un nuovo compagno, un ragazzo più giovane di lei. Vedo che c'è anche mio suocero (che è morto l'Ottobre scorso). Vengo così a sapere che ai morti è data la possibilità, in occasioni particolari e per breve tempo, di tornare tra i vivi. Mio suocero appare molto sciupato, quasi scheletrico, cammina zoppicando e appoggiandosi ad un bastone, però sembra lieto di partecipare ad una giornata in famiglia.
Ad un certo punto viene il momento di tornare a casa e mio marito si mette alla guida di un mezzo (un pulmino o qualcosa del genere) per riaccompagnare tutti. Per primo mio suocero. Siamo in un bel cimitero con alberi e tanta gente. Mio suocero scende, saluta e si avvia zoppicando verso il suo loculo che è aperto (nella realtà invece è stato cremato). Prima di uscire dal cimitero mio marito si ferma di nuovo e mi dice: "Adesso tocca a te scendere."
Così improvvisamente capisco che anche io sono morta ed anche a me è stata concessa una di quelle "vacanze dall'aldilà". Tutti sembrano accettare la cosa tranquillamente ma io invece sono atterrita. Scendo e mi chiedo come fare per trovare la mia tomba. Ma improvvisamente mi dico che io non voglio trovarla perché non voglio vedere sulla lapide scritta la data della mia morte!
In preda all'angoscia decido di uscire dal cimitero a costo di vagare per il bosco che lo circonda come una vera e propria anima in pena. "Tanto sono già morta! Cosa mi potrà succedere?"
Mi sveglio agitata.

giovedì 30 aprile 2015

Argine restituito




Dopo ben sette anni, l'argine del torrente che percorrevo in bicicletta per recarmi in palestra mi è stato restituito. Devo dire che mi sembra sia venuto un buon lavoro. Ora è percorribile a piedi e in bicicletta su entrambi i lati ed è collegato con il parco delle Cascine creando così un percorso sicuro e piacevole per le bici. 
Ho sentito che qualche abitante della zona non è contento: vorrebbe panchine, cestini e soprattutto lampioni la sera. Certo, tutto è migliorabile, però penso che ci si possa accontentare, salvo sottolineare il fatto che, nonostante questi lavori siano forniti da RFI per "compensare" la TAV, rimango contraria alla TAV e soprattutto a quella cattedrale sotterranea che dovrebbe essere la stazione Foster.


domenica 26 aprile 2015

25 Aprile sempre

Luigi* ha novant'anni. Fisico asciutto, carnagione scura, il suo bell'apparecchio acustico che ogni tanto emana un fischio ed un'energia invidiabile. Lo vado a trovare alla sua sezione ANPI e lo trovo al telefono con un altro partigiano con cui concorda un intervento per stasera ad una casa del popolo: "Vacci tu che sei più bravo a raccontare episodi di resistenza." Riattacca ostentando l'aria un po' scocciata: "Mi tocca andare a me anche stasera, stamani sono stato in una scuola elementare e domani [25 aprile n.d.A.] devo essere in tre posti." 
Vivono giorni frenetici da protagonisti questi ragazzi degli anni Venti in questo settantesimo anniversario della liberazione dal nazifascismo. Sono rimasti in pochi e soprattutto sono pochi quelli in grado di muoversi e di raccontare. Luigi è uno di questi. Una miniera di ricordi. Figlio di comunista della prima ora, era già sui monti all'indomani dell'8 settembre 1943. Fu uno dei primi ad entrare in Firenze nell'agosto del 1944 e poi, non contento, partì anche come volontario per il Nord combattendo con la divisione Friuli.

Per questo 25 aprile si dovrebbe avere il dono dell'ubiquità: ogni sezione ANPI, ogni casa del popolo, ogni paese ha preparato qualcosa. Ed anch'io, che non sono una testimone ma che sento il dovere della memoria, mi divido in tre posti come Luigi.
Al mattino atto di presenza alle celebrazioni ufficiali del Comune:


di corsa poi alla Manifattura Tabacchi dove accogliamo un gruppo in bicicletta che fa una "pedalata partigiana".


Nel pomeriggio, ricambio la visita alla Zona Altamente Partigiana (presso il popolare quartiere delle Piagge da cui erano partiti i ciclisti)


ma poi mi precipito a vedere il bel film di Samuele Rossi: La memoria degli ultimi.



Doverosa giornata piena quindi, anche se... provo una certa avversità per questo "dovere della celebrazione" che oggi, 26 aprile, è già messo dietro le spalle e i partigiani già dimenticati. Non oso pensare cosa succederà quando i ragazzi e le ragazze degli anni Venti non ci saranno più.


* nome di fantasia

giovedì 23 aprile 2015

Giorni frenetici


Ora e sempre Resistenza!

sabato 11 aprile 2015

Il sabato dovrebbe essere di 48 ore

Giornata piena oggi. Sveglia alle 7. Spesa settimanale alla Coop a tempo di record. Via in sella allo scooter per essere entro le 10 al Cimitero delle Porte Sante (il bellissimo cimitero monumentale sulla collina di San Miniato) dove si ricorda un partigiano fiorentino fucilato dai fascisti a Montemaggio, Franco Corsinovi "Fernandel".
Qui altre foto della commemorazione.
Cerimonia semplice, non retorica. "Non è per questo paese fatto di corruzione e di precariato che è morto questo ragazzo" ha detto il nostro impagabile Silvano Sarti.
Un salto poi alla bottega di Libera salutare la mia amica A. che stamani era di turno e per comprare qualche prodotto da regalare.
Dopo un pranzo leggero, di corsa a prendere il bus per andare alla periferia di Firenze dove parte la manifestazione contro l'inceneritore e contro l'ampliamento dell'aeroporto, promossa da più di venti comitati. (Incredibile leggere quanti comitati, apparentemente doppioni, ci sono sulla piana fiorentina; sfugge perchè non si mettano insieme e uniscano così le forze). Un bel corteo si snoda lungo il percorso che passa vicino al luogo dove vogliono costruire l'inceneritore, vicino all'aeroporto, per finire nel parco accanto al palazzo di giustizia. 

In testa gli studenti e i giovani con il furgone che spara musica a palla, poi i comitati con megafoni e capelli grigi, poi le mamme e i bambini che, sventolando i loro striscioni colorati, si divertono a gridare slogan e le bande musicali.


Qui altre foto della manifestazione
Termino la giornata cucinando zucchine, sgranando i piselli, stendendo i panni e con una semplice ma gustosa cena innaffiata dal Placido Rizzotto bianco (sì, è pubblicità).
Avrei da fare diverse cose con il computer ma purtroppo il sabato ha solo 24 ore e quindi sono costretta a rimandarle a domani.
Buona notte!