giovedì 25 dicembre 2025

63

E così in questa giornata piovosa e fredda, compio sessantatré anni. In questa giornata che ho sempre detestato, giornata di mangiate, di sprechi, di produzione esagerata di rifiuti, di riunioni familiari dove tutti si parlano uno sull'altro e nessuno riesce a comunicare, c'è anche questa particolare attenzione nei miei confronti. Che dire? So che si tratta di affetto ma in verità ho sempre desiderato di essere nata in un giorno normale dell'anno, un giorno tranquillo, possibilmente estivo. Ma tant'è...

Comunque ora il problema è la cifra che ormai è altina... E c'è questa fastidiosa sensazione del tempo che accelera, dei giorni, delle settimane, dei mesi, degli anni che scorrono a velocità sempre più elevata. Sarà una sensazione soggettiva, ma so che la provano tutti. 

Da giovani il tempo non passa mai e si teme la noia. A dire il vero, io la noia la temo ancora, ma talvolta vorrei chiedere all'arbitro un time out e riuscire a fare quelle cose tranquille, un po' monotone, tipo fare ordine nei ricordi, nei file sul computer, nei messaggi di posta elettronica, nei segnalibri nel browser, insomma quelle cose lì che si rimandano sempre. 

Ed invece do sempre la precedenza alle novità, alle cose più accattivanti, cose che mi possono regalare emozioni a cui non voglio rinunciare. Non ci posso fare nulla, sono curiosa, avida di imparare, golosa di emozioni. Per il tranquillo riordino c'è tempo... forse... e se non ci sarà, pazienza!

Che post sconclusionato!

(PS chissà perché i compleanni con il "3" mi ispirano la civetteria di pubblicare una mia foto!)

martedì 16 dicembre 2025

Ben ritornato a casa, figliolo!

E così sono passati questi tre anni. Sembra tanto che sei partito per la tua esperienza lavorativa oltreoceano, con il tuo bagaglio di paure e la nostra zavorra di ansie, con la curiosità di metterti alla prova e le nostre chiamate sempre troppo brevi e troppo laconiche.

Quando sei partito, a fine ottobre 2022, si parlava di un anno, poi sono diventati tre e poi il grande paese "delle opportunità" ti ha restituito al mittente. Peggio per loro. Per te è stata un'esperienza preziosa. Sei tornato un po' più vecchio, sicuramente più maturo e più ricco.

Ora tuo futuro è di nuovo un punto interrogativo, ma sono sicura che ti saprai fare apprezzare.

Intanto ritrovo di nuovo le tue cose per casa ed il nostro gioco delle parti, il tuo ricalarti nel ruolo di "figlio accudito" e il mio rispolverare quello di "madre accudente". Un po' mi mancava e ora che so che puoi benissimo accudirti da solo, mi fa anche piacere.

lunedì 8 dicembre 2025

Primo pomeriggio di giorno di festa

Primo pomeriggio di un giorno di inverno. L'alta pressione regala un bel cielo azzurro. Il sole è già vicino all'orizzonte. Sono le giornate più corte dell'anno. Mi piace ricordare che questo è il periodo delle luci umane nel buio dell'universo. Non c'entra nulla la nascita di Gesù Bambino né tanto meno l'ubriacatura consumista dei centri commerciali. E' il periodo in cui l'essere umano ha paura del buio e quindi accende: le luci sul balcone, l'albero di natale, le luminarie nelle strade, accende tutto quello che può per scongiurare la morte. E la nascita del Cristo è solo una versione della speranza dell'uomo che ci sia ancora una primavera e ancora nuove vite.

Va beh lasciamo stare questi pensieri filosofico-antropologici e godiamoci questo sole tenue e questo silenzio da giorno di festa. Nella casa dove vivo da un anno a questa parte si è sempre a contatto con il cielo, con i tramonti, con gli azzurri, con le nuvole, con la luna piena, con le stelle. C'è un discreto silenzio. Il traffico è lontano. Si sente solo qualche aereo che passa.

La sensazione è sempre quella: disperato bisogno di fermare il tempo. Fermare i granelli di sabbia che inesorabilmente diminuiscono nella parte superiore della clessidra, perché la vita è maledettamente troppo corta. Tra poco compirò sessantatre anni e penso che il tempo davanti a me, comunque vada, sarà sempre troppo breve in confronto a tutto quello che voglio fare. Per questo continuo in un certo senso "a correre", anche se certamente non come quando lavoravo. 

Mi godo le notti riposanti. Finalmente dormo bene e talvolta anche a lungo. Non ho mai avuto dubbi che gran parte della mia insonnia fosse dovuta a quella maledetta sveglia puntata che mi faceva salire l'ansia.

Mi godo i ritmi giornalieri e i pasti tranquilli ad orari scelti da me e dal mio compagno. 

Mi godo attività nuove, possibilmente anche un po' sfidanti ma senza essere competitive. Aerobica, ballo, canto, lezioni e conferenze, visite guidate alla scoperta di luoghi della mia città, giri in biciletta approfittando delle giornate belle come questa, film serali senza troppi colpi di sonno.

Mi godo l'affetto del mio compagno di vita e di lotta contro la vecchiaia che incombe, con la sua ironia, il suo scetticismo, i nostri battibecchi da anziani.

Mi godo anche la compagnia della mamma, che per quanto pesante con tutte le sue paure, le sue sicurezze infondate e le sue idiosincrasie, difende con le unghie la sua autonomia e si autoaccudisce, lasciandomi il solo compito di farle compagnia una volta alla settimana. 

Mi godo l'autonomia e l'affetto distante dei miei figli che ormai sono uomini e non hanno più bisogno di me (per fortuna ancora non ho bisogno io di loro). Tra poco dovrei anche godermi la rinnovata vicinanza del maggiore che torna dagli Stati Uniti dopo tre anni. 

Il tempo è una convenzione. L'umanità lo misura in secoli, anni, mesi, minuti, perché non riesce a dominarlo. Il tempo non ci basta mai. Il tempo non mi basta e quello che ho lo riempio avidamente di parole e di incontri. Tanto avidamente che non riesco mai a fermarmi, come ho fatto adesso, per buttar giù qualche impressione sul mio vecchio blog.