giovedì 6 giugno 2024

Casa mia, casa mia, per vecchiotta che tu sia...

 

Oggi sono trent'anni che abito in questa casa. Ci ho cresciuto due figli. Ci ho trascorso il lockdown del Covid.

E' un terratetto dei primi del Novecento, in una zona semiperiferica molto servita e non lontana dal centro. In un quarto d'ora a piedi si raggiunge la stazione centrale. In dieci minuti si raggiungono ben due linee di tranvia. I miei figli sono sempre andati a piedi a scuola, dalla materna al liceo.

Ha un cantina, un piccolo giardino sul retro, due piani ampi e una mansarda abitabile dove dormo da trent'anni, una piccola terrazza a tasca sul tetto e i pannelli fotovoltaici. 

Certo, l'abbiamo un po' trascurata. Avrebbe bisogno di diverse riparazioni e di un bel po' di lavori di restauro e ammodernamento.

Ma noi amiamo questa casa e ci piange davvero il cuore doverla vendere.

D'altra parte, le esigenze di vita cambiano. I miei figli adesso hanno la loro casa, noi invecchiamo e prima o poi avremo difficoltà a fare le scale e comunque per noi due sarebbe una casa troppo grande.

Così l'abbiamo messa in vendita. Tanti vengono a vederla, diversi l'apprezzano ma offrono troppo poco. Speriamo di trovare qualcuno che si innamori di lei come noi lo siamo.

Intanto dal piccolo balcone a tasca mi godo per l'ultima volta lo splendido ligustro in fiore. 😢



martedì 4 giugno 2024

Se 41 anni (e 10 mesi) vi sembran pochi...

 
Venerdì scorso ho maturato 41 anni e 10 mesi di servizio. Ciò significa che, dopo tre mesi di cosiddetta "finestra" posso andare in pensione. Potrei lavorare ancora qualche anno e metter su una pensione un po' più alta. Ma il tempo è il bene più prezioso che ho e la pensione maturata oggi dovrebbe essere dignitosa, non alta, ma dignitosa.

E così oggi ho fatto domanda di pensione e ho dato le dimissioni dal mio lavoro. Un po' di magone era previsto dato che lavoro nello stesso ente da quando avevo diciannove anni. Sono stata fortunata. Ho trovato da giovanissima un buon posto di lavoro, sicuro, abbastanza stimolante per essere un posto da impiegata diplomata in ragioneria, non certo ripetitivo (o meglio ho sempre cercato compiti ed incarichi che non lo fossero). Ho imparato tante cose, soprattutto a rapportarmi con le persone. E' stata una bella palestra e quella che io sono oggi lo devo in gran parte al mio lavoro presso questo ente pubblico di ricerca. Ho passato anche periodi faticosi e impegnativi ma ho sempre sentito la stima dei colleghi, soprattutto dei ricercatori e dei direttori che si sono succeduti. Meno idilliaco il rapporto con le colleghe e collaboratrici dell'ufficio che ho diretto.

Insomma dopo più di quarant'anni sento che andare al patronato e apporre la mia firma è stato un po' come andare a divorziare, un divorzio sereno, ma pur sempre doloroso

Mi preparo a questa grande svolta nella mia vita e all'inizio del "terzo tempo"...

domenica 2 giugno 2024

Ci credevamo... (Decluttering: ritagli di giornale)

C'era un tempo (e questo blog lo sa bene) in cui non mi perdevo una manifestazione, una raccolta firme, una petizione per protestare contro lo status quo, contro i poteri forti, contro il governo che non era mai quello che avrei voluto.

Ci sentivo parecchio e, soprattutto con la mia amica R, abbiamo fatto diverse levatacce per andare a Roma e anche per tutte le manifestazioni nazionali di Libera in giro per l'Italia (Napoli, Milano, Genova, Latina). Il giorno dopo, la corsa in edicola per vedere cosa avrebbero detto i giornali. Sì proprio quelli su carta, da vere boomer...

Poi si invecchia, si diventa più ciniche e disincantate, più stanche e demotivate e non si partecipa più. Peccato! Ma forse fa parte del ciclo della vita.

E così oggi, declutterando come sempre nel fine settimana, mi è capitata per le mani la cartellina "ritagli di giornale" e buttandone via il contenuto, un po' di magone mi è venuto.

"Auguri alla nostra malandata Repubblica!" mi scrive giustamente R.

giovedì 23 maggio 2024

Posata la prima pietra, anzi, tolta

Dopo due mesi di marcatura ad uomo ai vari artigiani, carpentieri, venditori di infissi e di condizionatori, finalmente si mette mano ai lavori della nuova casa. E il primo passo, ahinoi, è la demolizione di alcuni inutili muretti e di un camino imponente che toglieva prezioso spazio.

Non una gran soddisfazione ma accontentiamoci. Almeno si comincia!



sabato 11 maggio 2024

Decluttering: la cantina

Avere una cantina, un garage, una soffitta o qualsiasi altro luogo di deposito e conservazione è una gran comodità ma che si porta con sé un pericolo. Gli spazi disponibili tendono a riempirsi e si finisce per conservare cose assurde, di improbabile utilità e di cui spesso non abbiamo neanche consapevolezza. Grande ammirazione per le persone che sanno tenere questi spazi in ordine, con contenitori comodamente accessibili, magari dotati di etichette parlanti e suddivisi per argomenti, così da trovare sempre tutto a colpo. Un sogno... 

La prigrizia fa riporre gli oggetti a caso, in modo ipocritamente "provvisorio". In realtà la roba si stratifica e ci dimentichiamo di averla. A me succede che, il giorno che devo trovare qualcosa in cantina, devo fare le contorsioni per cercarla, mi prende il nervoso e parto con grandi riordini. Poco tempo dopo la roba è di nuovo accumulata e in disordine. 

Durante il lockdown del COVID fu l'unica occasione in cui riuscii sia a liberarmi di tanti oggetti sia a fare una sorta di inventario in liste chiamate "trovaroba". Ed è stata una fortuna perché ora che tocca il decluttering pre-trasloco la cantina è sì di nuovo in disordine ma almeno ci si accede.


Non rimane che un'ulteriore selezione severa tra quello che posso destinare al mercatino Svuotacantina o a Manitese e ciò che invece merita di essere traslocato.

E lo zoccolo duro del decluttering è fatto!


domenica 21 aprile 2024

Decluttering: armadi pieni

Il surplus di capi di abbigliamento che abbiamo nel mondo ricco occidentale, frutto della coazione all'acquisto indotta dalla pubblicità, mi ha colpito e angosciato sin dagli anni novanta. Ricordo che il corso organizzato dalla associazione Abiti Puliti e che seguii una ventina di anni or sono mi cambiò la vita. La stessa sensazione di preoccupazione e di impotenza me l'ha data la serie "Junk - Armadi Pieni" visibile su YouTube. Il mercato del tessile ha un impatto enorme sul pianeta, sia per la sua produzione basata sullo sfruttamento dei lavoratori sia per l'enorme quantitià di rifiuti che genera. Nella bella docuserie si dice che la soluzione non è smettere di acquistare. Può essere. Fatto sta che da anni non compro quasi più nulla e mi metto sempre gli stessi vestiti incrementati ogni tanto da quelli dismessi da mia sorella (che non si fa tanti problemi) o da qualche capo comprato all'usato.

Ed ecco che ora, per il decluttering in vista trasloco, ho fatto un piano. In questi giorni, tempo di cambio di stagione inverno-estate, abbatto la mia dotazione di abiti invernali a circa un terzo, destinando il resto ad una delle tante associazioni umanitarie che li raccoglie. Ad esempio di queste giacche:


ne salvo solo tre (due tailler e una giacca). 

Il prossimo inverno mi aspetta un altro grande cambiamento nella mia vita (che non voglio anticipare) e non penso che avrò necessità di mostrare tanti capi diversi come accade ora. Idem per i golf. Via anche diversi pantaloni. Lascio i più comodi e anche i più caldi.

Ed ecco il primo dei sacchi che prende il volo.

Operazione analoga il prossimo autunno al cambio di stagione estate-inverno. Negli ultimi anni ci ho fatto caso e ho constatato che l'estate è finita prima che io facessi il giro di tutti i capi di vestiario a disposizione (eccetto le magliette per il tempo libero). Troppa roba quindi. Armadi troppo pieni. Ci si può lavorare molto...


lunedì 25 marzo 2024

Decluttering: opere di artisti in erba

 Oggi tocca alle cartelline sopra l'armadio. Contengono i ricordi dei figli, dagli scarabocchi del nido, alle foto della loro attività calcistica giovanile. Ovviamente prima di buttarli li consulto ma loro sono faciloni, soprattutto il minore, e si separerebbero facilmente da quasi tutto. Eppure io faccio fatica con le loro cose, soprattutto con le cose legate alla loro infanzia e che conserviamo ormai da quasi trent'anni. Me li rivedo lì a pasticciare con i colori. Come mi ricordo quanto tempo abbiamo giocato per fare queste specie di tazebao:

Ma cerchiamo di essere razionali. Gli album fotografici del nido sono intoccabili


ma le pitture di quel periodo potrebbero essere di qualsiasi loro coetaneo e quindi si possono buttare.

Invece ho deciso di tenere quelle realizzate quando erano più grandini. Un domani forse farà piacere anche a loro rivederle.