domenica 19 settembre 2010

Pomarium

Mela Zittella (frutto medio, buccia cerosa di colore verde brillante e guancia rossa, polpa molto croccante e particolare, maturazione invernale); Pera Bugiarda (frutto oblungo, non molto grosso, buccia verde, più scura a maturazione, polpa morbida e fine, sugosa e molto dolce, la più gustosa delle pere estive); Pesca Poppa di Venere (molto vigorosa a frutto molto grosso di bell'aspetto, polpa bianca e profumatissima, matura in settembre); Susina Coscia di Monaca (antica varietà a frutto allungato tendenzialmente giallo, con maculature bruno rossastre, polpa soda e saporosa); Ciliegia Napoleone I (bel durone chiaro con guancia rossa di maturazione medio tardiva, buona pezzatura, sapore ottimo); Fico Buzzone Nero (frutto di buona pezzatura, nero violaceo, con doppia produzione annua).
Sono alcune varietà antiche di piante da frutto che ho estratto dal catalogo dei Vivai Belfiore dove in questi giorni si è svolta la manifestazione Pomarium (Mostra mercato di piante da frutto antiche e rare). Ricordando quanto mi era piaciuta intervista all'agronoma di Archeologia Arborea che ho sentito la primavera scorsa, sono andata a vedere la mostra Pomarium e ho seguito l'ottima visita guidata fatta del responsabile della manifestazione dal quale ho imparato un sacco di cose di questo mondo per me sconosciuto e affascinante che è la frutticoltura.
Una varietà antica da frutto è un cultivar che non ha subito intervento umano di selezione posteriore all'avvento della chimica, corrispondente all'ultimo dopoguerra. Dai tempi antichi infatti l'uomo ha comunque operato una selezione tra le piante da frutto selvatiche per moltiplicare le specie più produttive, più buone e anche più resistenti (domesticazione) ma lo faceva con i metodi tradizionali dell'innesto (nella maggior parte dei casi) o della talea. Il boom economico e le richieste del mercato hanno fatto sì che si spingesse al massimo questa selezione per ottenere frutti che 1) siano belli a vedersi, 2) siano facilmente conservabili in frigo o sottovuoto, 3) siano resistenti alla manipolazione. Le varietà selezionate in modo spinto però perdono in resistenza alle avversità parassitarie e climatiche ma a questo si è sopperito con la chimica. Il problema però è che in questo modo non si conserva il patrimonio genetico delle altre innumerevoli specie che si finiscono per estinguersi.
Di qui nasce il lavoro di ricerca e di salvaguardia che, analogamente ad Archeologia Arborea, il Vivaio Belfiore fa grazie anche ai finanziamenti della Regione Toscana attraverso l'ARSIA.
Questo lavoro ha una parte di ricerca teorica che consiste nello studiare su libri e dipinti le specie di frutti che esistevano nel passato. Famosissima la Pomona Italiana, un catalogo di immagini e descrizioni di varietà di frutta fatta da Giorgio Gallesio nell'800. Importanti sono anche i dipinti che i Medici fecero fare della loro collezione di frutti da Bartolomeo Bimbi e che sono conservati nella Villa di Poggio a Caiano.
La parte pratica invece consiste nel girare le campagne o intervenire su segnalazione per scovare l'esistenza di piante rare, riprodurle e farle mappare geneticamente. E' così che oggi possiamo conservare la Mela Nesta di cui parlava Plinio o la Pera Volpina nota anch'essa dall'epoca degli Antichi Romani.
Durante la lezione mi si è aperta una finestra su un mondo sconosciuto ma probabilmente notissimo a chi vive in campagna. Per esempio, ho capito che per la maggior parte delle piante si ricorre all'innesto perchè solo così siamo sicuri di ottenere una pianta con le stesse caratteristiche di quella che vogliamo (praticamente un clone) mentre attraverso il seme avremmo un patrimonio genetico in parte sconosciuto e potremmo avere delle sorprese. Inoltre ci sono alcune piante che è impensabile riprodurre per seme perchè hanno una giovinezza improduttiva troppo lunga, come l'olivo la cui fase giovanile può durare anche 90 o 100 anni. Infine ci sono piante che non si riesce a riprodurre con l'innesto, come il fico (considerato pianta della fortuna dagli antichi) e che invece dobbiamo riprodurre per talea.
Per chi ha la possibilità, il vivaio è visitabile anche durante l'anno e organizza anche corsi di potatura, innesto e difesa delle piante. Intanto mi segno sull'agenda l'appuntamento primaverile "Orti e Horti".

Qui alcune foto che ho fatto alla mostra Pomarium.

5 commenti:

  1. Sempre alla ricerca di mostre o panorami che possano arricchirti,vero Arte?
    Diventerai anche tu un'Arca,come quella che custodisce tutte le semenze,costruita in Norvegia.
    Cristiana

    RispondiElimina
  2. Bello.
    Peccato che in queste cose, come sappiamo, sei dichiaratamente negata ;-)

    Interessanti le cose che dici tu. Ad esempio sull'innesto. Sono riuscito (e' abbastanza facile, invero) a far germogliare e crescere (ormai ha circa 5 anni) un nespolo. Mi dicono che pero' il nespolo non fa frutti se non innestato, e come portainnesto in genere si usa un cotogno. Mi chiedo come farebbe in natura il nespolo a sopravvivere, visto che non credo che sia in grado di innestarsi su un cotogno senza l'intervento umano. Boh.
    Interessantissimo anche il corso di potatura. Io mi sono fatto dare qualche dritta dai vivai e dai contadini della zona, ma piu' che altro vado avanti per esperienza personale anno dopo anno. Questo tipo di esperienza e' certo il migliore, ma richiede tempi faraonici per riuscire ad avere una buona conoscenza dell'argomento. Il vivaio che citi credo di averlo gia' sentito nominare. Ce n'era uno anche dalle nostre parti, che coltivava varieta' storiche, ma ora mi ha chiuso... sono sempre alla ricerca di tipi come quello, ma vicini a casa.

    Come immaginerai, anche noi stiamo inseguendo i cultivar, o specie storiche, o, come si dice nella mia famiglia bilingual "heirloom". Quando la stagione sara' finita postero' un resoconto del mio orto. Quest'anno raccolto eccezionale!

    RispondiElimina
  3. Bravo Dario! Penso che ti sarebbe piaciuta la mostra. Tra l'altro l'agronomo ha citato il Nespolo proprio come pianta abbastanza robusta da non aver bisogno dell'intervento dell'uomo. Pensa te!

    Alla fine della visita ci era venuto proprio voglia di cimentarsi ma nel nostro fazzoletto di terra umido e buio ci vengono solo le specie tropicali ;-). Invece nella casa in Lunigiana ci sarebbe da sbizzarrirsi. Chissa' magari quando andremo in pensione... LOL!

    RispondiElimina
  4. Si', credo che mi sarebbe piaciuto anche se, in vertia', non mi piacciono le mele.

    Senti, se vuoi facciamo un patto. Io mi trasferisco nella vostra cascina in lunigiana, metto su' un'attivita' tipo Bed and breakfast agriturismo e a voi vi do' la meta' del raccolto. Che ne dici? :-)

    RispondiElimina
  5. Potrebbe essere un'idea. :-)
    Scherzi a parte, se volete venirci a trovare una volta siete i benvenuti. Dico sul serio. In genere ci andiamo nelle vacanze di Natale e ad agosto. Magari anche se c'e' un ponte...
    Fammi sapere via mail.

    RispondiElimina