sabato 16 luglio 2011

Viva l'Italia!

Probabilmente sono obsoleta e anche un po' ingenua. Eppure come mi piacerebbe che gli individui dimenticassero ogni tanto "il proprio particulare" e si comportassero mossi disinteressatamente da premura verso il prossimo o verso il bene comune, o anche solo da senso del dovere o scrupolo morale! Si', sono proprio obsoleta, forse anche un po' patetica.
Riflettevo su questo, ascoltando una puntata di "Tre Colori" di Radio3, una trasmissione molto carina che racconta "150 storie della storia d'Italia". In questa puntata su Giuseppe Verdi, il musicologo Marco Spada racconta come, alla morte di Gioacchino Rossini avvenuta nel 1868, Verdi si fece promotore, con l'editore Ricordi, di un progetto per una grande messa per celebrare il musicista scomparso. Essa doveva raccogliere pezzi di vari compositori italiani e Verdi si mise un po' da parte non volendo apparire come l'autore principale. Naturalmente scoppiarono delle polemiche e il progetto fallì (come troppo spesso accade quando si deve fare qualcosa di "collettivo"). Verdi scrisse amaraggiato: "Abbiamo provato una volta di più che noi compositori ci adoperiamo soltanto quando l'interesse e la vanità nostra son paghi, quando veniamo incensati, adulati spudoratamente in articoli e biografie, quando i nostri nomi sono schiamazzati nei teatri, trascinati nelle vie come ciarlatani in piazza. Ma quando la nostra deve sparire sotto un'idea e un'opera nobile e generosa, allora ci dileguiamo sotto il manto del nostro egoistico indifferentismo che è il flagello e la rovina della nostra Patria." Anche Giuseppe Mazzini denunciava in quegli anni l'intorbidarsi della politica italiana post-unitaria: "Il vero e il giusto non sono ignoti. E' ignoto il dovere che ci dice di tradurlo in fatti. L'Italia non è monarchica né repubblicana né altro. E' opportunista."
Parole di straodinaria attualità che corrispondono proprio al mio sentire di questi anni. Possibile che (fatte salve alcune pagine gloriose, probabilmente scritte da una minoranza illuminata) noi Italiani siamo sempre i soliti opportunisti ed egoisti del "Franza o Spagna purché se magna"?
Il tema dell'orgoglio di appartenere al nostro Paese è stato anche al centro della puntata di Le Storie - Diario Italiano nella quale erano ospiti gli storici Giovanni De Luna ed Emilio Gentile. Ho sentito diverse volte interventi di Emilio Gentile (del quale è uscito ultimamente "La grande Italia") e mi è sempre piaciuto il suo approccio schietto e "disincantato" (come egli stesso si definisce) nei confronti della storia del nostro paese.
Afferma lo storico nella trasmissione di Augias: "Non ho la presunzione di giudicare gli Italiani e di definire il carattere degli Italiani. Come si fa a giudicare un popolo che è passato da 22 milioni del 1861 ai 60 milioni di oggi attraverso due rivoluzioni industriali, una rivoluzione antropologica, due guerre mondiali, una dittatura, una guerra civile? Non possiamo essere rimasti gli stessi. Quella di definire il carattere degli Italiani è una favola che va smontata e che di solito viene usata per disprezzare gli altri ed esaltare se stessi."
Il professore punta il dito però sulla schizzofrenia delle celebrazioni di questo centocinquantenario in quanto alla commozione della riscoperta del tricolore e dell'inno nazionale, non corrisponde altrettanto orgoglio di "essere cittadini dello Stato Italiano coerenti con i principi costituzionali sui quali si fonda questo Stato". Dovremmo dimostrare la nostra appartenenza a questa comunità chiamata Italia esercitando quotidianamente il nostro senso civico a cominciare dalle piccole cose, come, per esempio, raccogliere le deiezioni del nostro cane dal marciapiede.
Temo che anche Emilio Gentile sia un obsoleto moralista come me e che non abbia capito che un conto è cantare "Fratelli d'Italia" con la manina sul cuore prima della partita della nazionale, altro è investire un po' di tempo, di energia o di soldi per qualcosa che è per il bene dell'Italia.

1 commento:

  1. Però allarga il cuore constatare che esistono ancora persone obsolete e ingenue come te e Gentile.
    Il guaio è che saranno sempre meno e preverranno i cinici e gli egoisti.
    Un caro CIAO
    Cristiana

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