domenica 18 agosto 2013

Cacca e nanna

A partire da un bel giorno di questi trascorsi in campagna il computer portatile del mio tempo libero (quello con il quale scrivo i post, leggo i blog, guardo i video, ecc.) ha deciso di non accendersi.
Premendo il tastino di accensione ruglia un secondo e non parte. Un tempo, quando ero molto più rete-dipendente, l'avrei presa molto male. Per fortuna sul quel PC non ho file di cui non conservi copia altrove, però lì sopra c'è una cartellina chiamata "DAPOSTARE" dove metto da parte le puntate radio e TV che ritengo interessanti e sulle quali, appena trovo il tempo di riascoltarle, ci faccio un post. Inoltre, non avendo internet in campagna, avevo anche in file di testo una bozza di post su una puntata di Fahrenheit che mi era piaciuta con un giovane economista, Emanuele Ferragina, che ha scritto il libro "Chi troppo, chi niente", dove cerca di dimostrare che il concentrarsi sempre di più della ricchezza in poche mani non sia solo ingiusto ma anche dannoso per la società nel suo complesso. Il riascolto della puntata e la trascrizione dei brani più significativi mi era costato quasi un'oretta del mio tempo (mentre il roastbeef cuoceva). Ma il fato ha voluto così e così sia. 

Attingerò quindi alla mia esperienza personale, anzi personalissima, in questo post di ritorno in città e parlerò di cacca e nanna. Le mie vacanze ideali comporterebbero emozioni nuove, sfide, viaggi, esperienze inedite ed anche impegno fisico. Trascorrere un paio di settimane in campagna non è niente di tutto questo (tranne forse l'impegno fisico perché al solito non sono mai stata ferma). Tuttavia le ferie sono anche recupero psicofisico ed ho capito in questi giorni che, se ci sono due funzioni sacrificate nella nostra vita frenetica, sono proprio il sonno e l'evacuazione. Sul cibo, con la volontà, si interviene a piacere ma sul sonno e sull'intestino la volontà può fare poco.
Addormentarsi e svegliarsi secondo quanto richiede il nostro organismo è un lusso che normalmente non ci possiamo permettere (che per me significa andare a letto verso mezzanotte e svegliarmi tra le 8.30 e le 9, oltre non mi riesce e non mi serve). Devo dire che il corpo non si adatta subito al nuovo ritmo. Dopo la prima notte di sonno ristoratore, sono rimasta imbambolata come se non mi fossi mai svegliata bene. Ma dal secondo giorno in poi mi sono sentita molto lucida e senza dover ricorrere al caffé (droga essenziale invece nei giorni di lavoro nei quali è la sveglia a buttarmi giù dal letto).
Lo stesso dicasi per l'intestino. Le difficoltà evacuatorie durante i viaggi sono note. E' un classico argomento del terzo giorno dei campi e dei viaggi di gruppo allorché vengono fuori gli espedienti più fantasiosi (dalle classiche prugne secche, al bicchiere di acqua calda a digiuno, alla citrosodina, alla sigaretta, ai semi di lino e chi più ne ha più ne metta). Nella fretta di tutti i giorni le esigenze del nostro intestino sono troppo spesso sacrificate, soprattutto quel naturale riflesso gastro-colico della mattina appena alzati. Poterlo assecondare sarebbe una delle cose più salutari che ci siano. Le ferie sono anche questo. Lo so, l'argomento è considerato poco nobile. Tuttavia ho la sensazione che costringendo queste due importanti funzioni, il sonno e la cacca, dentro i ritmi innaturali ai quali siamo per forza di cose tenuti, prima o poi il nostro corpo ci presenti il conto. Spero di sbagliarmi.

5 commenti:

  1. Sarà poco nobile, ma assolutamente necessario.
    Non so se tu sai che traslocai:

    http://pincocri.blogspot.it

    Ciao carissima.
    Cristiana

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  2. Mah, per quanto riguarda la cacca, non ho quasi mai alcun problema, sia in periodi di ferie, sia nei giorni lavorativi.

    Per quanto riguarda la nanna invece, durante le ferie riesco a concedermi di dormire mediamente un po' di piu', si'. Ma molto di piu' influisce lo stress e gli stati d'animo.
    E' un periodo nero, da questo punto di vista, e non certo per ragioni di lavoro. Quindi ho passato una settimana di ferie (a casa) con notti quasi insonni.

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