mercoledì 22 ottobre 2014

Spazi di democrazia da difendere


Bazzicando la scuola pubblica come genitore ormai da sedici anni, mi ha sempre colpito la scarsa partecipazione alle elezioni dei rappresentanti dei genitori nel consiglio di classe (non parliamo poi di quelle per il consiglio di istituto). Se decente alle elementari, essa subisce un tracollo alle medie, per diventare sparuta alle superiori. 
Quest'anno, con la classe di mio figlio minore (quinta liceo) si è toccato il fondo: mio marito si è trovato solo, faccia a faccia con l'insegnante coordinatrice.
E' vero che questo tipo di riunioni sono alle cinque del pomeriggio e tanti non possono assentarsi dal lavoro a quell'ora.
E' vero che i ragazzi sono rimasti solo in dodici (a causa della fuga generale dovuta "al troppo studio richiesto").
E' vero che l'avviso della riunione è passato durante l'autogestione e in classe vi erano pochissimi alunni.
Quindi l'assenza di molti è dovuta alla mancanza di informazione più che al disinteresse. Eppure... eppure non riesco a non vedere un segnale pericoloso in questa parabola. Prima di tutto si può leggere come un messaggio di disinteresse per il lavoro degli insegnanti. Non tanto nei confronti del proprio figlio o della propria figlia, perché i colloqui individuali sono sempre affollatissimi, anche in orari lavorativi.
Probabilmente riflette quanto sta diventando individualista la nostra società. Mi preoccupo di mio figlio o di mia figlia, mi vado a raccomandare con l'insegnante perché abbia un occhio di riguardo, però dei problemi della classe come "comunità" me ne frego.
E' vero che quest'anno sono quasi tutti maggiorenni ma, anzi, questo mi farebbe rinunciare piuttosto ai colloqui individuali perché ho fiducia sappia gestire da solo lo studio (come dovrà fare all'università), mentre di ciò che succede nella scuola pubblica italiana vorrei almeno essere informata.
Il fatto di avere dei rappresentanti dei genitori (ed anche degli studenti) in consiglio di classe (e poi anche in consiglio di istituto) non è una prerogativa scontata, ma uno spazio di democrazia partecipativa conquistato negli anni Settanta e della cui importanza ci accorgeremo quando non ci sarà più.

"Al fine di realizzare […] la partecipazione della gestione della scuola dando ad essa il carattere di una comunità che interagisce con la più vasta comunità sociale e civica, sono istituiti, a livello di circolo, di istituto, distrettuale, provinciale e nazionale, gli organi collegiali."(articolo 1 del D.P.R. 416/1975)

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