mercoledì 4 gennaio 2017

A ciascuno il suo pane

A Ceserano hanno aperto un nuovo forno. Nella mia piccola patria di adozione tra la Toscana e la Liguria, questo è un avvenimento e quindi se ne discute un po'. Passandoci in una delle mie camminate quotidiane, vi sono entrata ma, per me che vengo da una grande città, è stata un po' una delusione: eccetto qualche pezzo di schiacciata, di pane pronto non ce n'era. In realtà nel forno di Ceserano si fa un solo tipo di pane.
Ciò ha scandalizzato una mia vicina (anche lei di provenienza cittadina) che ha pronosticato vita breve per la piccola attività artigiana.
Tuttavia tra quelle montagne è una cosa molto comune. Se entriamo in una qualunque pizzicheria della zona (ma anche al supermercato) e chiediamo del pane, non ci viene chiesto se lo vogliamo all'olio, cotto a legna, integrale o a lievitazione naturale, pagnotta, ciabatta o filoncino, ma ci viene chiesto di scegliere tra pane di Vinca, di Agnino, di Fivizzano, di Tendola, di Po, ecc. Insomma ogni frazione fa il suo pane.
Infatti il pizzicagnolo del mio paesello di adozione non era affatto scandalizzato che il nuovo forno facesse un solo tipo di pane, anzi, per lui è la scelta giusta per specializzarsi e farne una gran quantità. "Ha fatto persino un corso di formazione a Firenze!" mi ha detto con ammirazione.
Penso che abbia ragione e spero proprio che il giovane fornaio provetto di Ceserano abbia successo. In tutta franchezza però il suo pane non era nulla di eccezionale. Preferisco quello del mio "fornaio casalingo" che è diventato davvero bravo. Ecco la sua ultima creatura appena sfornata:


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