lunedì 10 aprile 2017

Sulla mia pelle il vaffanculo che non riesco a dire

Ricordo un inverno di molti anni fa quando, attraversando  un periodo di particolari ansie procurate da tensione sul lavoro, scoprii sulla mia pelle macchioline rosse che squamavano. Mi dissero che si trattava di dermatite atopica, una specie di sorella minore della psoriasi.
Da allora evito saponi e bagnoschiuma e mi ungo con creme non profumate ogni volta che faccio la doccia. Nell'estate di quell'anno presi il sole al mare e la dermatite mi lasciò in pace per diverso tempo.
Poi però da alcuni anni è ricomparsa in punti sempre diversi: sotto gli avambracci, sul fianco, sulla nuca. Durante l'ultimo inverno mi ha tormentato costantemente con il suo insopportabile prurito e recentemente sta dando il meglio di sé intorno alle orecchie e sotto il mento.
So che con una crema al cortisone sparirebbe in brevissimo tempo ma so anche che, per l'effetto rebound, me la vedrei tornare implacabile e magari potenziata. Quindi evito di intossicarmi. Tanto pare che sia una malattia cronica dovuta ad un mix di genetica (mia madre ne ha sofferto per anni), di ambiente e di reattività autoimmune da stress.
Purtroppo ora è particolarmente evidente e mi fa sentire a disagio. 


Va beh, diciamo che mi faccio abbastanza schifo. Ma siccome pare che non sia una malattia pericolosa, né contagiosa, mi sono detta che alla fin fine forse è inutile farsene un cruccio. E così la pubblico a memoria di questo periodo di particolare tensione che spero non si ripeta.
In fin dei conti, mi sono detta, probabilmente la mia pelle esprime il disagio che io, per educazione, non riesco a tirar fuori di me. E quindi è bene che si veda!

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