venerdì 29 agosto 2025

Tempesta notturna

Giovedì 28 Agosto 2025, ore 21.30. Sto guardando su RAIplay un vecchio film giapponese degli anni cinquanta, in bianco e nero con i sottotitoli. Non mi sta entusiasmando, ma ha dei giudizi molto buoni su FilmTV e quindi vorrei arrivare in fondo. Stiamo aspettando il passaggio di una perturbazione che dovrebbe essere intensa. Aria calda scioroccale si scontrerà con il fronte freddo di provenienza atlantica generando temporali forti.

Improvvisamente va via la corrente. Quindi niente WIFI e niente film giapponese. Va beh, non ho perso molto. Guardo fuori ed è tutto buio. Saltato anche il grosso lampione della strada, la cui luce di solito illumina quasi a giorno la nostra terrazza (impedendoci, tra l'altro, di vedere le stelle cadenti d'estate). Meglio. Il paesaggio è più bello così al buio. I fulmini si susseguono a brevi intervalli e sono l'unica fonte di luce fuori e dentro casa. 

Il problema è che, oltre alla pioggia piuttosto intensa, c'è un forte vento che fa oscillare i nostri alberi, soprattutto con forti raffiche. Temiamo per le nostre mele che cadranno non ancora mature e temiamo anche per le vecchie acacie i cui rami secchi propendono sulla strada. Per fortuna, non sta passando anima viva.

Apro il telefono per vedere il sito delle fulminazioni (Blitzortung.org) o Meteo&Radar e cercare di capire quanto è grossa la linea temporalesca e quanto potrà durare questa tempesta, ma niente rete dati! Siamo al buio ed isolati. Una sensazione strana, anche affascinante, ma di certo inquietante. Ci si rende conto solo in questi casi di come siamo ormai dipendenti dalla elettricità e dalla rete internet.

Non rime che andare a letto. Per fortuna sull'e-reader la batteria mi basta per leggere un po' e ci addormentiamo sperando che riparino presto la rete elettrica perché altrimenti i cibi in freezer si deterioreranno.

Ma la corrente tornerà solo verso le sei del mattino. Passato il temporale non ci rimarrà che constatare i danni del vento: un ramo piuttosto grosso del fico e due rami piccoli dell'albizia spezzati, ma soprattutto uno dei nostri grandi abeti caduto e altri tre scapitozzati. Impieghiamo diverse ore per liberare il campo del vicino sul quale era atterrata una di queste cime (si parla di tre o quattro metri di albero). E dire che avevo proprio in programma di sfrondare un po' questi alberi ma la forza della natura ha fatto da sé. A suo modo.





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