Nelle nuove edizioni dei dizionari ci aspettiamo di trovare i cosiddetti neologismi. E infatti nell'ultimo Zingarelli fanno la loro entrata 1200 parole nuove come videofonini, cartolarizzazione, bipartisan. Fin qui niente di speciale. Apprendo invece, con una punta di apprensione, che lo Zingarelli ha deciso di contrassegnare con un fiore (nel senso di seme di carte da gioco) 2800 parole "da salvare", dette anche "parole panda". Nella puntata di Fahrenheit Radio3 "Le parole tra noi leggere", il prof. Mario Cannella, lessicografo e responsabile delle revisioni del noto dizionario, spiega che non si tratta di ripescare parole in disuso o arcaiche come guardavia o dozzinante, bensì di salvaguardare la glottodiversità. In effetti nel linguaggio veloce odierno la lingua italiana si sta appiattendo e impoverendo con l'uso delle solite due o tremila parole rinunciando così alle sfumature e alla ricchezza che il nostro idioma può avere.
Ecco allora l'invito a non accontentarsi della prima parola che ci viene in mente ed ecco perché impegnarsi ad utilizzare termini come: beffardo, sardonico, ondivago, sornione, smargiasso, vanesio, sciatto ed altre che trovate nell'esilarante articolo di Paolo Foschini su Corriere.it.
Voi le avreste considerate parole a rischio di estinzione? Io no, francamente, ma se è così diamoci da fare (in attesa che alla nostra amica Marina torni la voglia di regalarci altri post sull'argomento).
Ecco allora l'invito a non accontentarsi della prima parola che ci viene in mente ed ecco perché impegnarsi ad utilizzare termini come: beffardo, sardonico, ondivago, sornione, smargiasso, vanesio, sciatto ed altre che trovate nell'esilarante articolo di Paolo Foschini su Corriere.it.
Voi le avreste considerate parole a rischio di estinzione? Io no, francamente, ma se è così diamoci da fare (in attesa che alla nostra amica Marina torni la voglia di regalarci altri post sull'argomento).