martedì 12 novembre 2024

Ecco perché si chiama "età libera"

Prima lezione per l'Università dell'Età Libera. In realtà l'avevo frequentata quando ero giovane e lavoravo, trascinata dalla mia capuffico che cercava una complice per seguire un corso di psicologia che interessava a lei. A parte la sua compagnia, l'esperienza mi era piaciuta e l'avevo trovata molto interessante. Poi le passò la fantasia e croce sopra sulla U.E.L., che rimase comunque un desidero nel cassetto.

Così quest'anno mi sono finalmente ho potuto iscrivermi e ho scelto ben sei corsi, tre da remoto e tre in presenza. Sono corsi di dieci ore, cioè cinque lezioni da due ore, e spalmati un po' per tutto l'inverno. Niente di particolarmente impegnativo dal punto di vista tempo. Gli orari ovviamente sono calibrati per persone di una certa età (dalle 10 alle 12 o dalle 16 alle 18). Io ho scelto argomenti vari: storia, urbanistica, filosofia, psicologia e botanica.

Oggi la prima lezione su "Firenze svelata", cioè monumenti e aspetti della mia città poco conosciuti o comunque cambiati nel tempo. La prima lezione è stata sul Codice Rustici, un libro scritto da un orafo intorno alla metà del Quattrocento con bellissimi disegni che riproducono chiese e monumenti della Firenze dell'epoca. Soprattutto bravi i due relatori, appassionati e appassionanti.

Il corso è in videoconferenza. Ero curiosa di vedere come se la cavavano i miei anziani compagni con queste "diavolerie" moderne. Ed invece sono stati bravi, qualche microfono aperto ma poca roba. 

Perché seguire questi corsi? Per passione ovviamente: niente esami, niente diplomi, niente obbighi. La libertà di approfondire ciò che ci ha sempre incuriosito o ciò che ci ha stuzzicato in tarda età e con tutta la comodità di orario che il nostro tempo di pensionati ci permette. Ecco perché "età libera", finalmente l'ho capito.

giovedì 31 ottobre 2024

Avanti tutta

Risolto il problema delle infiltrazioni di acqua piovana, si prosegue a gran passo verso il concretizzarsi della nostra nuova dimora. Dopo le finestre, è in corso l'imbiancatura. Questa settimana finalmente è arrivato il piano cottura a induzione (sogno da sempre del mio compagno). Ma soprattutto il pezzo forte di questi giorni: la posa in opera del parquet. In effetti ora la casa ha tutto un altro aspetto e, pur vuota, pare già calda ed accogliente tanto che il mio primo istinto è stato quello di sdraiarmi sul pavimento.

Ci rimane adesso da studiare qualche mobile per aumentare lo spazio di stoccaggio nel ristretto cucinotto e risolvere il problema della cappa aspirante, un enorme corpo a forma di camino ma assai poco funzionale.

Intanto approfittiamo di qualche giorno di alta pressione per goderci il cielo azzurro della Lunigiana e il nostro modestissimo foliage del sorbo e dell'acero americano. 

Prima del rush finale...


 



sabato 19 ottobre 2024

Pezzi del puzzle

Cercare, trovare, comprare, ristrutturare casa e trasferirvisi. Vendere e svuotare casa. Imballare, traslocare, sballare e sistemare.

Per tanti è una cosa quasi ordinaria, soprattutto per chi nella sua vita ha cambiato città o addirittura paese. Ma conosco persone che comprano e vendono casa e traslocano con grande frequenza e disinvoltura. Per queste il trasloco è quasi un evento ordinario.

Per me e il mio compagno invece è un evento epocale. Anche solo coordinare muratore, elettricista, idraulico, fornitore di serramenti, acquisto di mobili, ditta di traslochi per noi è faticoso. Sarà che abbiamo una certa età, sarà che non ci piace affatto fare acquisti, sarà che della nostra casa ci piacciono sono gli aspetti pratici e di confort, mentre abbiamo sempre trascurato ambizioni da interior designer.

Senza contare l'ansia quando l'abile gioco di incastri sembra bloccarsi. Finalmente installate le sospirate finestre, ha cominciato a piovere dal soffitto in sala. Come immaginare quindi di chiamare l'imbianchino e il montatore di parquet? Tutto fermo. Disperazione.

Ecco il muratore condominiale ha l'intuito di far ispezionare lo scarico delle acque pluviali e, ancora più fortuna, la ditta di spurghi è programmata per lo stesso giorno. Videoispezione (quante cose si imparano!) e individuazione del problema che (ancora la fortuna ci ha baciato) non è sul tetto ma sulla terrazza. Provvedimento tampone. Grandi piogge di questi giorni: soffitto asciutto. Sollievo.

Ecco che l'imbianchino si è precipitato a fare il suo lavoro e in settimana il montatore piazzerà il parquet.

Così procediamo ad ordinare letto e tavolo e a fissare con il traslocatore una data possibile tra circa un mese.

Quando i pezzi del puzzle si incastrano, ti senti più leggera e la fatica del cambiamento ti sembra più sopportabile.

Di nuovo dita incrociate e avanti tutta...

martedì 8 ottobre 2024

Il punto

Giorni e settimane frenetiche. Ho sempre preso in giro chi, in pensione, dice "non ho avuto tempo" eppure mi ritrovo a dirlo spesso. E' chiaro che bisognerebbe dire "non ho avuto abbastanza tempo" o, meglio ancora, "ho avuto altre priorità".

Se ci penso adesso che sono riuscita a fermarmi un attimo davanti al PC, mi rendo conto che ne ho fatte tante in queste cinque settimane.

Sono stata dietro ai lavori in casa nuova. Abbiamo fatto installare i condizionatori nuovi, abbiamo tolto, trattato e imballato la canna fumaria, installato lo Wifi e comprato il frigo. Infine in questo momento stanno montando le sospirate finestre, che in effetti sono molto belle.

Abbiamo organizzato già qualche evento con amici in questa casa in progress: un drink dopo cena in terrazza, una cena, una merenda con té e pasticcini, un rinfresco con gli ex colleghi.

Ho cercato anche di seguire, incastrandolo un po' a fatica, qualche evento culturale: un paio di visite guidate, un paio di conferenze e qualche evento in occasione della liberazione di Firenze.

Ho gettato le basi per un paio di attività che spero siano di lungo corso: sto facendo formazione per una attività di volontariato in una associazione che si occupa di accogliere i migranti e sto cominciando a seguire un coro.

Ho continuato lo svuotamento della vecchia casa, liberandomi di un blocco di libri in inglese e vendendo un paio di oggetti tramite FaceBook.


Ed eccomi qui, nell'angolino che ho puntato da quando abbiamo comprato questa casa: una veranda con panorama a 180 gradi. Un posto magico, circondato da alberi. So che per buona parte dell'anno non sarà vivibile. Troppo calda d'estate e probabilmente troppo fredda di inverno. Ma intanto ci sto in questa giornata grigia di autunno, con la pioggia che batte forte sul tetto di plexiglass e il PC portatile su un tavolino di recupero che avevo persino pensato di buttare.

Ho diverse ansie per le cose che sembrano non incastrarsi ma anche qualche fibrillazione per questo grande cambiamento: cambiare casa dopo trent'anni, alla mia età. Incrocio le dita e mi ributto nella mischia. Stay tuned!

venerdì 20 settembre 2024

Premio per chi oggi va in bici!

Ho sempre fatto del volontariato, anche se sporadicamente, ma ora che campo alle spalle della comunità vorrei rendermi utile anche in maniera più continuativa.

Intanto oggi, giorno in cui si conclude la settimana europea della mobilità, mi sono offerta di aiutare a distribuire la colazione (succo di frutta e merendina o cracker) per chi oggi va al lavoro o a scuola in bici, iniziativa promossa da Legambiente e Firenze ciclabile con il contributo di Coop.

Così dopo tanto tempo mi sono alzata che era ancora buio e ho inforcato la bici mentre una bellissima alba dorava le nuvole. Appuntamento al circolo della mia zona per ritirare il materiale (sarebbe stato utile venire in scooter ma non ho avuto il coraggio di farlo per non passare da incoerente) e trasporto di vettovaglie e banchino fino alla piazza dove passa una bella pista ciclabile.

Sono stata piacevolmente impressionata nel vedere quanti si muovono in bicicletta, vanno al lavoro, portano i bambini a scuola anche ingegnandosi (come padre e madre ciascuno con un figlio sul seggiolino o madre con una bella bicicletta munita sul retro di due comodi seggiolini). E' vero la stagione è quella più favorevole e il meteo ha aiutato, tuttavia credo che per molti non sia stata un'eccezione.

E poi le reazioni alla nostra offerta "oggi un premio per chi va in bici". Molti sembravano diffidenti e probabilmente hanno pensato che volessimo vendere loro qualcosa ("uhm, dove starà la fregatura?"). Alcuni invece piacevolmente sorpresi. Molti altri schizzavano via di fretta quasi arrotandoci. Un giovane ha persino afferrato al volo la colazione senza fermarsi!

Un'ora e mezza circa in compagnia di una simpatica ragazza di Legambiente che ho aiutato poi a riportare il banchino e il materiale avanzato. Fa piacere (e fa bene) ogni tanto avere a che fare con i giovani (accostandosi a loro con umiltà e curiosità, senza salire in cattedra) perché altrimenti si finisce con circondarsi sempre di coetanei boomer o di anziani. E si sa, la considerazione della vita e del mondo alla nostra età è sicuramente più grigia e buia.

mercoledì 11 settembre 2024

Decluttering: il bambino lontano

 E' dal 1996 che sostengo un bambino a distanza. Si tratta di fare una donazione ad una associazione che opera principalmente in Africa permettendo a bambini di famiglie povere di frequentare la scuola (dove tra l'altro usufruiscono forse dell'unico pasto completo della giornata) e di conseguire, se tutto va bene, un titolo di studio.

"Adottare un bambino a distanza" in realtà è un modo di dire solo per fare presa. Sì, ti assegnano un bambino (nella maggior parte dei casi, ahinoi, maschio; in tanti anni mi sono capitate solo due bambine che presto hanno lasciato la scuola), ti mandano la sua scheda e alcune foto. Ti arrivano poi "letterine" che perlopiù sono disegni con qualche frase di circostanza scritta in francese di solito dal maestro, spesso incomprensibile a causa della calligrafia. Ti arriva anche ogni anno la pagella e quella è più interessante: ci sono bambini che hanno appena la sufficienza, ma va bene lo stesso. Uno dei miei invece ha sempre avuto ottimi voti ed infatti ha terminato il ciclo di studi (mi pare fino a 14/15 anni).

 Anche noi tutori dobbiamo scrivere a questi bambini ed io l'ho fatto, anche se sporadicamente. Non c'è un vero e proprio "dialogo". Noi scriviamo le solite frasi "fai il bravo", "impegnati a scuola che è importante", "come sei carino nella foto", "buon Natale","tanti saluti alla tua famiglia", ecc. E loro dall'altra parte (ma, secondo me, scritto appunto dai maestri) "grazie tutore", "sto bene", ecc.

In realtà, se ho capito bene, non è che la mia donazione va a quello specifico bambino, ma è all'associazione, la quale porta avanti i suoi progetti indipendentemente da quel versamento in particolare.

Quanti bambini in tutti questi anni! Con i loro visini smunti, i loro occhioni, le loro ciabatte di plastica ai piedi o le maglie da calcio. Congo, Burkina Faso, Mali. 

Nella mia operazione di decluttering ho trovato inutile conservare i loro disegni "di circostanza". Ho scansionato le schede e le foto e mi tengo con minimo ingombro le loro digitalizzazioni.


 

martedì 10 settembre 2024

Primo cielo grigio

 

Stamani parto con la mia bici per il solito giro ma il cielo è grigio, non minaccioso, ma nebbioso. E tutto mi sembra negativo. I tasselli del puzzle non stanno andado al loro posto.

Sono passati dieci giorni di settembre e nella nuova casa abbiamo fatto poco. Più che altro per molte cose, al solito, siamo bloccati dalla mancata disponibilità altrui e questo smorza il mio entusiasmo e mi dà un senso di impotenza.

Non sono ancora usciti gli annunci del Comune per alcune attività a cui volevo partecipare.

Insomma mentre pedalo ho un momento di malinconia che è normale ma doloroso dopo i picchi di entusiamo dei giorni scorsi.

Ma ho fatto bene a inforcare la bici e ad andare. Arrivata fino alla fine della pista ciclabile (oggi più deserta del solito) le nubi si sciolgono e il sole fa capolino.

Mi fermo. Non c'è  nessuno. L'Arno scorre tranquillo e silenzioso alla mia destra. Gli uccellini cinguettano a tutto spiano. Chissà se hanno consapevolezza che l'estate è finita e che arriveranno giornate ben più grigie, fredde e umide di questa. Sotto i maestosi pioppi l'animo si rasserena e l'umore migliora.

Riparto e sono già più ottimista.