domenica 21 ottobre 2007

Soldi ben spesi /1

Ho concluso il mio post Spilorcia o parsimoniosa affermando che una delle cose in cui spendo volentieri i soldi sono le buone cause (non mi piace chiamarla beneficenza).
Da circa 10 anni "adottiamo" un bambino a distanza tramite una delle numerose associazioni con le quali questo si può fare. A suo tempo abbiamo scelto, un po' istintivamente devo dire, la Reach Italia .
Riguardo a questa esperienza, vorrei sfatare una leggenda. Non ci si sente affatto come avere un altro figlio che vive lontano. Il rapporto con il bambino si riduce a una paio di lettere l'anno, scritte per lo più dal maestro, qualche disegno, la pagella una volta l'anno. Ai bambini ci dicono di scrivere in francese o portoghese che non è ovviamente la loro lingua madre e così la corrispondenza è più che altro un insieme di frasi standard.
Inoltre spesso i bambini cambiano e non si fa a tempo ad affezionarcisi.
A noi hanno assegnato:




- Umou, 7 anni, Guinea Bissau, dal 1996 al 2001 quando, ci hanno scritto che la sua famiglia si era trasferita in un altro territorio;






- Arielle, 4 anni, Capo Verde, da novembre 2001 a marzo 2003, quando ha "deciso volontariamente di abbandonare la scuola".











- Salia, 12 anni, Mali, da marzo 2003 a ottobre 2005, quando, essendo stato bocciato due volte, non è stato possibile fargli continuare la scuola perchè il ministero dell'istruzione del Mali non permette che uno studente frequenti la stessa classe per più di due anni consecutivi. E' anche vero che Salia ci scriveva che a lui non piaceva affatto la scuola e che preferiva lavorare nei campi.






- Kambale, 7 anni, Congo, da novembre 2005 ad oggi.
Ogni tanto sul giornalino della Reach Italia ci sono le foto di ragazzi e ragazze che sono arrivati alla laurea ripresi riconoscenti accanto ai loro tutori. Sono però casi rari. I bambini frequentano queste scuole più per avere un pasto al giorno assicurato che per imparare. Alla fine più che di "adozione" parlerei di "tutela" (questa è la definizione che dà anche Reach Italia).
Racconto tutto questo non certo per scoraggiare ma perchè è bene eliminare il pathos che c'è intorno a queste cose.
Ritengo comunque che sia una buona causa in cui spendere soldi (20 euro al mese: meno di un euro al giorno) perchè la Reach Italia, come anche altre associazioni simili, contribuisce ad alleviare la sorte di qualcuno dei tantissimi bambini più sfortunati dei nostri.
Per quanto mi riguarda, in attesa di poter fare di più magari partecipando in prima persona a qualche progetto, mi fa piacere intanto pensare che un bambino di un paese lontano stia un po' meglio grazie a me.

5 commenti:

  1. potrei proporre uno scambio link? io ti inserisco nel mio elenco amici e tu lo fai cn me? ho appena riaperto il mio vekkio blog e lo voglio rinnovare alla grande!

    http://blogvalentini.blogspot.com/

    nn vederlo cm è adesso, nn so nemmeno se ci lascio qll skin...

    se va bn posta un commento qui, io ogni tnt tornerò a vedere! ciao

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  2. Che triste... Bambini che non possono avere un futuro nemmeno se noi intendiamo davvero darglielo...

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  3. Io ho avuto un'esperienza simile, anche se ridotta. L'associazione era Mais. La bambina era Tatiana. Io le scrissi due volte in uno spagnolo poverissimo e lei rispose con dei disegni. A Natale mandò degli auguri e noi un piccolo regalo. Al termine dell'anno la pagella e io risposi con una lettera poverissima. Il secondo anno chiesi di rateizzare in seguito a dei problemi economici. Pubblicarono il mio nome sul giornalino dell'associazione nella lista degli "irresponsabili" trattandomi come una sciocca "modaiola" col trip dell'adozione a distanza. Un anno costava circa 1200 euro e tutti insieme erano diventati pesanti per me, ma riuscirono lo stesso a farmi sentire male.
    ciao marina

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  4. 1200 euro l'anno sono davvero tante! La Reach è una delle più economiche ma anche altre associazioni chiedono circa 50 euro al mese. Davvero una brutta esperienza la tua, Marina.

    Per Gabriele: non sono disponibile allo scambio di link finalizzato ad aumentare gli accessi come ho spiegato in un mio precedente post:
    Grazie anche a
    Mi dispiace!

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  5. Mi è molto piaciuto il tuo post perchè mette nella giusta luce l'adozione a distanza che non dovrebbe essere chiamata così, perchè essere figli adottivi vuol dire essere figli a tutti gli effetti e non bisogna creare confusioni soprattutto per i bambini adottati. E' bello sostentere qualcuno, contribuire in qualche modo a farlo crescere o dare un po' di sollievo, tanti piccoli gesti che in qualche modo arrivano. L'importante è però che i soldi che mandiamo non finazino "istituti" dove i bambini non vivono bene tanto che in Italia abbiamo combattuto per questo. Scusa se mi sono dilungata... Giulia

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