giovedì 3 gennaio 2008

Mamma frustrata /3

Giorno di vacanza di fine dicembre. Il sole splende, l'aria è frizzantina, il cielo terso. Quale migliore occasione per farsi una bella escursione sulle colline della Lunigiana, lontano dal traffico e dalla folla dei centri commerciali? Perchè non percorriamo un tratto dell'antica via Francigena immaginando quanti pellegrini ci sono passati ai tempi in cui non c'erano quelle assurde scatolette di metallo che hanno invaso il pianeta?
Forza ragazzi, oggi venite anche voi. Non potete passare questa bella giornata tra il calcio sul computer e quello sulla terrazza di casa!
I ragazzi si rifiutano ma io insisto. Mi dico che fanno così per partito preso ma che poi alla fine non dispiacerà loro così tanto una giornata all'aria aperta tutti insieme.
Dai su, almeno per un giorno prendete un po' d'aria buona, muovete un po' le gambe e ci fate contenti.
Il grande dimostra subito di aver chiaro il concetto di resistenza passiva mettendo in atto atteggiamenti che lo ricordano all'età di ,due anni. Fa lo stupido, si oppone a tutto, fa dispetti al fratello, si mette persino a bere da un torrente visibilmente inquinato. Il piccolo comincia con un atteggiamento più collaborativo ma dopo un paio di nostre indecisioni sul percorso da fare, perde la pazienza e comincia con la litania del "Torniamo a casaaaa???"
Il marito poveraccio, impreca maledicendosi per averli portati. Io invece mi sento una missionaria che prende pesci in faccia ma continua nel suo intento catechizzatore perchè vuole che il bene si affermi sulla terra.
Alle due del pomeriggio, dopo l'ennesima volta che se le stanno dando con dei bastoni, la mia pazienza cede. "Va bene, torniamo indietro. Va bene, non vi trascinerò più dove non volete. Va bene: esperimento fallito, ma non vi aspettate sia disposta a condividere con voi quello che piace a voi ed a me no".
Mentre cammino furente lungo la strada di ritorno penso a quanto sono zuccona. Ma perchè non prendo atto che non abbiamo niente da dirci? Perchè non mi arrendo mai? Perchè continuo a pensare che "sì al momento non apprezzano quello che noi gli proponiamo ma che un domani se lo ritroveranno come ricchezza" e tante altre amenità? Perchè non la smetto di inseguire il mio ideale di madre e soprattutto il mio ideale di figli? E allora non mi sento più una missionaria ma solo una cogliona che si è rovinata una splendida giornata d'inverno.

24 commenti:

  1. Povera Arte.. mi dispiace molto. Soprattutto perchè penso che tutto quello che gli proponi è per loro, per donargli il meglio della vita.. ma come vedi purtroppo l'anestetizzatore dei mass media è ben radicato nei giovanissimi. Non demordere però.. e, se posso dare un piccolo consiglio, cerca sempre di accostare (cosa non facile lo so...) a queste attività qualcosa che possa stuzzicare la loro fantasia e la novità tanto da farli discostare dal loro quotidiano...

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  2. Pace in terra agli uomini (e/o donne) di buona volontà...buon anno Arte, e che ti vadano meglio le prossime uscite!
    PS: se ti può consolare, anch'io mi annoiavo alla morte quando uscivo coi miei, ma adesso, dopo anni...qualcosa rimane sempre davvero, fidati delle tue speranze.
    So long.

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  3. Trovo questo tuo post una bellissima testimonianza di mamma... Poni problemi veri, seri con la rara capacità che hai tu della semplicità. Ci permetti di postarlo nel blog l'isola sconosciuta? Se sì me lo dici? Grazie. Giulia

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  4. Cara Artemisia, fermo restando che il tuo modo di passare una bella giornata di festa, sulla Francigena con i tuoi cari mi ha fatto invidia, resta in me una grossa perplessità. te la dico senza pensarci troppo se no poi ci ripenso: non sarai un po' troppo catechizzatrice con i tuoi figli? Pronta a rimangiarmi tutto, ma, non sarà che vuoi offrire ai tuoi figli il meglio del mondo e della vita e del nostro paese, dopo che lo hai selezionato con la tua esperienza? predigerito insomma? come gli davi gli omogeneizzati? Io punterei più sulla libertà. Concedigli credito, quello di pensare che sapranno scoprire la Francigena da soli o qualche altra cosa che anche tu apprezzi, che sapranno riconoscere le cose positive e di valore che tu oggi vuoi che apprezzino. Limitati a segnalargliele, buttandole là, con leggerezza; non gliele imporre mai; usa più subdola astuzia, le esperienze sono intrasmissibili; e il buon gusto nel vivere ce lo facciamo da soli. Io mi sento di doverli difendere i tuoi figli, che descrivi come zucconi monomaniacali e sono solo due normalissimi ragazzini di oggi; ma vedi anche tu che continuamente e nonostante tutto nel nostro paese continuano a venir su splendidi giovani, intelligenti, curiosi, aperti. Io non ho il MINIMO dubbio che i tuoi saranno così; PER CONTATTO CON TE, non perché li avrai portati, MALVOLENTI sulla Francigena. Imporre ogni tanto una propria scelta può servire sul piano dell'affermazione dell'autorità, ma meno su quello del contagio di interessi; mi imporrei su altre cose. Inoltre così ti eviti delusioni che ti fanno male.
    Con mia figlia e con i miei alunni ho usato sempre molta astuzia. Mai detto "devi leggere questo libro, è stupendo. Lo mettevo lì, ne raccontavo un minuscolo episodio per incuriosire, poi lo dimenticavo. E speravo.Io penso che si trasmetta per contatto, esempio e testimonianza. E' la sola pedagogia che funzioni secondo me. Io so per certo che i tuoi figli SENTONO i tuoi entusiasmi e questi puoi essere certa che non li dimenticheranno; ma ne diverranno nemici se glieli imponi.
    Forse sono solo un grillo parlante. Te ne ne chiedo già scusa. ho parlato con affetto e senza censura, perdonami
    ti abbraccio marina

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  5. Io se fossi in Te non mi darei della c....hai fatto quello che come Mamma e giusto fare, con i ragazzi di oggi è difficile avere un approccio costruttivo,capiranno in futuro i tuoi insegnamenti,non demordere sarai ricompensata.
    Un saluto
    Roberto

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  6. Grazie a tutti per l'attenzione, la comprensione, la solidarieta' ecc.
    Lo immaginavo che questo post avrebbe suscitato commenti interessanti.

    @Heike: anch'io mi rompevo e molto quando uscivo con i miei ma non osavo mettere i bastoni fra le ruote come fanno loro. Mi portavo la mia radiolina e sentivo le partite della Fiorentina per non sentire le loro chiacchiere. Mi accontenterei!

    @Giulia: naturalmente si'.

    @Marina: hai perfettamente ragione ed infatti il mio proposito e' proprio quello di non catechizzarli piu'!! In ogni caso di liberta' ne hanno tanta (tanto per citare un esempio siamo tornati in citta' il 30 giusto per permettere loro di andare con i loro amici a sparare i petardi in piazza l'ultimo dell'anno, sai che divertimento per noi!). Inoltre, non si pretende che siano contenti ma solo che "ci facciano contenti" cioe' di poter condividere qualcosa una volta tanto visto che per il resto dei giorni fanno sempre quello che vogliono (eccetto andare a scuola).
    In ogni caso la "zuccona" SONO IO NON LORO!

    Mi piacerebbe ricevere il parere della Lettrice Silente, grande camminatrice e mamma catechizzatrice!

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  7. Cara Artemisia, mi sembrava di leggere la cronaca di alcune giornate di anni fa quando i figli erano ancora piccoli. Il problema di noi genitori è duplice: da una parte vorremmo essere dei genitori perfetti, ma poi facciamo un mucchio di errori (e della maggior parte non ce ne rendiamo neanche conto); dall'altra vorremmo dare il massimo ai nostri figli, senza considerare che il nostro "massimo" non è detto che sia il "massimo" per loro.
    E così si arranca, sperando di gettare semi che un domani daranno frutti, e sforzandoci di accettare che la coltivazione di quei semi non la dobbiamo fare noi, ma la debbono fare i nostri figli.
    Anche a noi piaceva andare a fare comminate in campagna/montagna con i figli, e anche per noi è arrivato il momento in cui i figli hanno rifiutato di venire. Ma poi il tempo passa e a noi è capitato addirittura che un giorno sono stati i figli a chiedere a noi di andare a fare una camminata in montagna!
    Come vedi non disperare.
    Ripensando alla mia esperienza di figlio, e alla mia esperienza di padre, quello che conta per un figlio, quello che rimane, è il fatto che il genitore sia soprattutto sé stesso. Non sono importanti le "cose" che gli comunichi, l'importante è che tu gli comunichi te stessa.
    Pace e benedizione. E auguri di Buona Anno a te e alla tua famiglia.
    Julo d.

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  8. Meno male che non ti ho offesa!
    Stavo sulla graticola!

    ti abbraccio marina

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  9. vivendo in mezzo ai campi, ai boschi e alle montagne ho la fortuna di far ammirare ogni giorno ai miei ragazzi questi splendidi scenari... forse se gli proponessi di andare in citta' magari farebbero questa solfa che tu hai simpaticamente descritto
    Dona

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  10. io non ho molto da dire anche se capisco la tua frustrazione (anche se non mamm!), ma sono dell'idea che i figli, almeno qualche volta, possono adattarsi alle proposte dei genitori senza ostacolarle tanto. Forse un giorno saranno un po' più grati, ora è l'età peggiore.

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  11. Coto: i figli devono sbagliare. So che per un genitore è difficile accettare l'idea che passino un intera giornata a rinc...davanti al computer e la domanda sorge spontanea:" ma li ho fatti io?".Anche quando la mia cara pergoletta andava in giro in pieno inverno con l'ombellico di fuori ,perchè così dettava la moda, io non dicevo niente, mi dicevo" sentirà freddo prima o poi". Quest'anno si copre di più, mette persino la cannottiera!.

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  12. Marina: ci mancherebbe! Averne di commenti cosi'!

    Per tutti: forse non mi sono espressa bene nel mio sfogo. Sono da tempo rassegnata al fatto che ai miei figli non piaccia camminare e preferiscano rincoglionirsi ai videogiochi. La rabbia nasce perche' sono cosi' egoisti che non sono disposti a sacrificare nemmeno un giorno per noi. Nemmeno come buona azione! Non parliamo poi per affetto. Questa e' la cosa che mi fa male e che mi fa ripromettere di violentarmi ed essere un po' piu' egoista anch'io d'ora in poi.
    Pace e benedizione anche a voi!

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  13. Ciao ho letto il tuo commento,devi sapere che quando Tu scatti una foto su una pellicola e la mandi a sviluppare il laboratorio la coregge,per dare più consistenza al colore e alla cromaticità,ora quello che faccio io con il digitale e quello che praticamente il laboratoro fa quando riceve dei file fotografici per stamparli su carta,e vero io qualche volta esaspero le mie foto,poi sono daccordo con Te quando una foto riesce bene senza nessun ritocco e sempre una gran soddisfazione.
    Grazie per la tua domanda e spero di essere stato chiaro nella risposta.
    Un caro saluto
    Roberto

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  14. Hei, ma non hai più scritto niente! "Sfrustrati", mamma frustrata e dacci il nostro post!
    ciao marina

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  15. Cara arte... sono un ex pessimo figlio (nonchè pessimo studente, pessimo adolescente, etc.). Ora sono un babbo ansiosissimo, dubbiosissimo, stucchevolmente affettuoso (in questi guiorni mamma non c'è e sono riuscito a far dormire con me, nel lettone, il piccolo, quindici anni, m. 1,87 di altezza).
    Cerco di andare al sodo, chè sennò speoloquio fino agli estremi limiti della galassia.
    - Marina dice cose che condivido in grandissima parte. Mi permetto di sottolineare: i figli sono persone diverse da noi. Eppure sono perfetti. Magari ancora non si è capito per cosa e forse non si capirà mai, ma, ti assicuro, sono perfetti. :-) E noi genitori? Beh... siamo meno perfetti. Oppure, come ha scritto Bettlheim, siamo "genitori quasi perfetti". Non possiamo essere perfetti. Non esistono due persone che si incastrano alla perfezione. l'uno nell'altra... o, per lo meno, sono cose molto molto molto rare e non sempre sono il massimo della salubrità. Ergo per cui: siamo persone differenti. I miei due figli sono diversissimi fra loro e diversissimi da me: uno suona la chitarra ed uno è tuttosport; io mai riuscito ad accordare una chitarra e mai visto una partita di calcio. Cosa, come, come cacchio fare a superare 'sta cosa? Personalmente cerco di saltare lo steccato con la reciproca stima. Nè noi possiamo negare quel che siamo, nè loro.
    Il mio stile non è "libertario", faccio un casino di errori, me ne accorgo e li rifaccio. Poi ogni tanto metto una tacca sul calcio del fucile: oggi a tavola avevo appena terminato una delle mie lectio magistralis (volgarmente definite "paternali"), in cui, arditamente, ho fatto un parallelo fra il piacere dello studio ed il piacere sessuale. Ho ingoiato senza masticare una fetta di prosciutto e sono rimasto in fremente attesa delle reazioni, pensando di aver detto una montagna di cazzate.
    L (figlio piccolo quindici anni): "Se eri professore saresti stato il bersaglio preferito degli gli studenti...."
    (sudore freddo e copioso ma centellinato giccia a goccia a contare ogni singola mia vertebra)
    D (figlio grande diciotto anni): (scuote con decisione il capo ricurvo sul mandarino) "No... non è vero"
    L: "...intendevo degli studenti più coglioni..."
    D: (annuisce) "mmmmh... al massimo dei più piccoli... non di tutti"
    L: "...vero..."
    Tacca sul calcio.

    Dimenticavo, arte: qualche scoppola di tanto in tanto non fa' poi tanto male... :-)

    Concludo con una mia massima (inesorabilmente invecchio e mi autocito con patetici aforismi che vanno presi con il filino di autoironia che li filigrana): ai figli si parla con i sentimenti, non con le parole.

    ...non ammazzatemi che ci penso già da me.

    Ciao

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  16. Visto che l'argomento pare interessare molto, vi comunico che un altro po' di discussione continua sul blog del L'isola sconociuta grazie all'iniziativa di Giulia.

    Non so chi ci ha fatto caso ma questa è la terza puntata della serie "Mamma frustrata". Per chi fosse interessato le altre sono:
    Mamma frustrata
    Mamma frustrata /2

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  17. Anchio se i miei mi offrono di fare una passeggiata nel verde rispondo di no.
    Tutto cambia ( almeno per me ) se la passeggiata è con miei amici.
    Forse unendo la passeggiata che volevi fare con un'altra famiglia ( famiglia di qualche amico dei tuoi figli ) magari, qualcosa riesce...

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  18. Questa situazione mi è capitata migliaia di volte, soprattutto quando ero ancora piccolo e non potevo restare a casa da solo. Capisco sia te che i tuoi figli. Di più quest'ultimi, sinceramente. In te riconosco mia madre (anche "lo mi' babbo", però), che vuole sempre farmi provare esperienze nuove a scapito della mia felicità. Naturalmente, in tuo marito riconosco perfettamente mio padre, che sta sempre a brontolare.
    Io sono come i tuoi figli. Appena mi dicono di uscire mi viene una fitta al cuore, e comincio a inveire e imprecare contro i miei "oppressori". Un po' è che la natura non mi ha mai attirato, un po' perché preferisco di gran lunga la pioggia al Sole, ma soprattutto per la mia estrema pigrizia. Comunque, non c'è niente da fare. Noi giovani d'oggi siamo tutti testardi, non vogliamo sentire ragioni!
    Io, e lo dico da adolescente, ti consiglierei d'essere un po' più paziente con i tuoi figli! Non si può incolpare qualcuno perché ha gusti diversi dai propri.
    Ciao, Lorenzo

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  19. cara Arte io ho passato anni ad andare in montagna con i miei genitori
    ma anche con un mio amico d'infanzia e con la ragazza che abitava qui di fronte
    ci divertivamo molto
    poi da grande quando dovevo andare con i miei quasi x forza mi rompevo sempre
    ma sicuramente adesso ricordo quei tempi con nostalgia
    secondo me , e lo vedo con i miei alunni, oggi i genitori "abbandonano" i propri figli troppo presto e li lasciano soli , anche con amicizie fasulle e pericolose
    prova a portare anche qualche amico dei tuoi figli la prossima volta, ma non rinunciare ad averli assieme e a fare le gite di famiglia
    come dovrebbero fare tutti e non solo tu!!!
    un abbraccio erica

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  20. Grazie a Fabio e Lorenzo di aver raccolto il mio invito e di aver fatto sentire la campana dei figli.
    Fabio ed Erica: è noto che in compagnia di coetanei tutto è più facile, purtroppo non è facile trovare ragazzi che vengano con noi e naanche .... adulti!

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  21. Per pandoro e Lorenzo: dico cose che dico anche ai miei figli. Boys, guardate che non si può comunque opporre un "ma io mi rompo!" come bastante giustificazione a qualsiasi cosa non si vuol fare: nella vita ci toccherà fare tante cose che "rompono". Spesso sono cose che servono per raggiungere però bei risultati. A me ad esempio rompe un casino zappare l'orto, ma se non zappo non posso divertirmi a seminare l'insalata. La famiglia è anche un "laboratorio di futuro" in cui si sperimentano (in area protetta) rapportualità, noie, scassamenti di palle che abbonderanno in futuro.
    Vorrei dirvi tante altre cose, ma poi potrei finire con il fare il babbo... :-) Ho 'sta sindrome babbistica terrificante: mi affeziono come un imbecille alle ragazzine dei miei figli... mi preoccupo anche per loro mo'...
    Ciao

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  22. La mia nipotina Carolina -8 anni- è un'entusiasta e si diverte ovunque.
    Martina -10 anni- non è mai entusiasta di niente e s'immusonisce.

    Forse,fra qualche anno, le parti s'invertiranno:l'adolescenza fa' degli scherzi!

    Un carissimo saluto

    Cristiana

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  23. Tranquillizzati. Siamo in due, in questo. E non penso che sia brutto! Anzi!

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  24. La mia riflessione è che uno dovrebbe riuscire ad accettare senza per forza " modificare " i figli , forse non devi pensare ad una sconfitta ecc.. ma ad una cosa che a loro non piace e che voi invece non vedete l'ora di fare , una fatica per loro , un piacere per voi ecc. Credo che importante sia non perdere il "contatto " nel senso cercare trovare una cosa che ti fa e li fa sentire in sintonia in tono con te .Sai pensavo a quando mi raccontavi di D. e la scuola durante le medie e vedi ora come è cambiata la situazione , forse non vale la pena continuare a forzare la porta da quel lato , ma guardare se c'è un altro modo di fare delle cose insieme , certo non ti dico di vedere la partita (mica parlo di sacrifici !) ma trovare una cosa da condividere , senza fretta e senza la rassegnazione che il "santo calcio" è sempre al primo posto.
    Non so se sono riuscita a farti capire quello che penso e quello che spero di riuscire a fare in situazioni simili, ma credo sia importante non imprigionare dei momenti ma lasciare che si trasformino ,far si che possano cambiare con la voglia e la fiducia che possa succedere.
    Troppo romantica? Un abbraccio a presto A.

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