martedì 25 maggio 2010

Dalla mela ciucca alla pera briaca estiva

Umbria, San Lorenzo di Lerchi nei pressi di Città di Castello. Qui opera da più di 20 anni l'associazione "Archelogia arborea" che ricerca e salva specie e varietà locali di piante, soprattutto alberi da frutto. Concretamente l'associazione, portata avanti dall'agronoma Isabella Dalla Ragione che ha raccolto la passione del padre Livio, ricerca, soprattutto nei luoghi abitati dagli anziani agricoltori, piante che stanno scomparendo e le riproduce, tramite la tradizionale tecnica dell'innesto nell'azienda di famiglia creando così una "collezione" che ha lo scopo di preservare quella specifica varietà di pianta.
Stavo pedalando verso la palestra e dopo questa introduzione alla relativa puntata di Questioni di stili di Controradio confesso che stavo cancellando il file perché l'argomento mi sembrava di modesto interesse. Ed invece soffermandomi ad ascoltare l'intervista ad Isabella Dalla Ragione sono rimasta incantata da quello che ho sentito. Un mondo per me completamente sconosciuto.
L'agronoma e suo padre hanno iniziato questa attività in tempi in cui non si parlava affatto di "erosione genetica" o di perdita di biodiversità. Il loro intento era più che altro quello di salvare, insieme alle piante, le proprie radici culturali, agronomiche, gastronomiche, ecc. che erano legate ad un certo di tipo di agricoltura.
Questa diversità, dice Isabella Dalla Ragione, si ottiene anche mantenendo l'equilibrio tra la presenza dell'uomo ed il rapporto con gli insetti, buoni e cattivi, con le api e gli uccelli cioè preservando il cosiddetto "agroecosistema". Gli insetti utili, come per esempio le coccinelle, arrivano solo se ci sono le afidi. Così si mette a dimora l'assenzio che attrae l'afide nero, il primo ad arrivare. La coccinella arriva e trova questa specie di "colazione" che le è stata preparata. Una volta che è nel frutteto, più tardi nella stagione, arrivano gli afidi della frutta ma la coccinella è già presente e trova in essi il suo "pranzo". Quindi anche gli insetti dannosi fanno parte dell'equilibrio.
Così per avere gli uccelli nel frutteto, gli unici che eliminano le larve minatrici delle foglie, si deve lasciar loro mangiare un po' di frutta.
Isabella Dalla Ragione passa a spiegare il grande lavoro dei preziosissimi bombi che cominciano ben prima delle api ("le mie operaie di fiducia") e sono utili per i fiori precoci come quelli dei mandorli che si hanno a fine febbraio quando le api non sono ancora attive. E i bombi si attirano con striscie di piante selvatiche e di leguminose.
L'agronoma di Archeologia Arborea non usa prodotti chimici (salvo un po' di rame e di zolfo) "perché l'equilibrio si romperebbe subito" ma soprattutto sistemi agronomici (potature, areazione delle piante). "Una pianta non può essere sfruttata al massimo ma bisogna lasciarle la sua vigoria".
Incuriosita dalla trasmissione sono andata a vedere il loro sito e sono rimasta stupita dalla varietà di mele e pere che essi hanno in collezione e che è solo una piccola parte di quello che esisteva. Così penso alle insipide mele golden che si mangiano tutto l'anno e che vengono tenute in frigorifero e maturate a comando tramite l'etile perché la grande distribuzione richiede così. Frutta impoverita di sostanze nutritive e di sapore. Penso alla frutta lasciata marcire sugli alberi o buttata via perché in sovraproduzione.
E penso a come Isabella Dalla Ragione parla del terreno come "il più grande tesoro dell'agricoltore", un tesoro che va rispettato e che non va impoverito con un uso massiccio di concimi minerali o con l'uso casuale ed esagerato del trattore che uccide tutti i microrganismi.
L'agronoma indica la Valle del Tevere, un territorio coltivato per cinquanta anni in intensivo per il tabacco e che è ormai completamente sterile. "E' questo il prezzo che vogliamo pagare?", chiede.
Pensare che nel mio pellegrinaggio sulle orme di San Francesco sono passata vicino a Lerchi. Pensare che volevo cancellare il file.


Isabella Dalla Ragione è stata intervistata anche da Radio3

3 commenti:

  1. cara Arte questo tuo post è un meraviglioso capolavoro ...
    io sono sempre alla ricerca di piante da frutta antiche e tratto la mia terra con grande amore; non uso prodotti chimici dannosi e non taglio neppure più l'erba del prato con il decespugliatore perchè rovina tutto
    quello che tu hai scritto è la conferma che anche altri come me, pochi in effetti, amano ancora la natura ed il nostro passato
    erica

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  2. Cara Erica, ti rigrazio davvero per l'apprezzamento (anche se io non ho nessun merito tranne quello di aver raccontato un'intervista che ho sentito e che mi pareva interessante).
    Sai, Erica, una delle cose che mi piacciono di te e' che sei una persona su cui si puo' contare. Lo si capisce dal fatto che leggi i post con metodo, con calma ma con metodo e non in modo estemporaneo e impulsivo come fanno tutti. Anch'io sono cosi' e fa piacere ogni tanto ritrovarsi in qualcuno.

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  3. Queste storie mi mettano di buonumore e fiducia , mi rincuora sempre sapere che c'è chi "resiste" e non per moda _ naturale , ma per tradizione , per rispetto , per gusto ecc... Brava Isabella e grazie ad Artemisia.
    Angela

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