sabato 1 gennaio 2011

Oggi come ieri, domani come oggi

Non è per spocchia, ma davvero trovo abbastanza poco sensato il rito degli auguri per il nuovo anno. Se serve per dirsi "ci siamo ancora e ci vogliamo ancora bene", allora ci sto. Ma perché dovrebbe cambiare qualcosa con l'inizio di questo anno o di questo nuovo decennio? E poi il mondo è grande e non siamo più nell'anno Mille. Ci sono tante persone su questa terra per le quali la data di oggi non ha nessun particolare significato.
In questi giorni mi è tornato in mente il grande Leopardi e la sua impeccabile logica del Dialogo di un venditore d'almanacchi e di un passeggere. Quando lo studiai a scuola da ragazza, mi colpì quel suo smontare i luoghi comuni legati al nuovo anno.
Rileggendolo oggi mi accorgo di quanto sono invecchiata, tanto che adesso non vorrei affatto che il nuovo anno fosse diverso da quello passato. Con la consapevolezza di avere solo da perdere, metterei la firma a diversi anni come quelli appena trascorsi.

DIALOGO DI UN VENDITORE D'ALMANACCHI E DI UN PASSEGGERE

Venditore. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?
Passeggere. Almanacchi per l'anno nuovo?
Venditore. Si signore.
Passeggere. Credete che sarà felice quest'anno nuovo?
Venditore. Oh illustrissimo si, certo.
Passeggere. Come quest'anno passato?
Venditore. Più più assai.
Passeggere. Come quello di là?
Venditore. Più più, illustrissimo.
Passeggere. Ma come qual altro? Non vi piacerebb'egli che l'anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
Venditore. Signor no, non mi piacerebbe.
Passeggere. Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?
Venditore. Saranno vent'anni, illustrissimo.
Passeggere. A quale di cotesti vent'anni vorreste che somigliasse l'anno venturo?
Venditore. Io? non saprei.
Passeggere. Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?
Venditore. No in verità, illustrissimo.
Passeggere. E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?
Venditore. Cotesto si sa.
Passeggere. Non tornereste voi a vivere cotesti vent'anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?
Venditore. Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
Passeggere. Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?
Venditore. Cotesto non vorrei.
Passeggere. Oh che altra vita vorreste rifare? La vita ch'ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l'appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?
Venditore. Lo credo cotesto.
Passeggere. Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?
Venditore. Signor no davvero, non tornerei.
Passeggere. Oh che vita vorreste voi dunque?
Venditore. Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz'altri patti.
Passeggere. Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell'anno nuovo?
Venditore. Appunto.
Passeggere. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest'anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d'opinione che sia stato più o di più peso il male che gli è toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Venditore. Speriamo.
Passeggere. Dunque mostratemi l'almanacco più bello che avete.
Venditore. Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.
Passeggere. Ecco trenta soldi.
Venditore. Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.

da "Operette Morali" di G. Leopardi.

8 commenti:

  1. un saluto ed un pensiero di pace e di speranza per un nuovo anno che verrà
    erica

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  2. Leopardi non è mai stato la mia passione. Ad ogni modo, senza voler nulla togliere agli anni trascorsi che devo comunque ringraziare per avermi reso, nel bene e nel male, quello che sono , l'anno che verrà sarà un anno diverso anche se apparentemente uguale, perché ogni anno è diverso ed ogni momento lo è. E anche se, per assurdo, ogni anno fosse uguale al prevedente, saremmo noi ad essere diversi ci farebbe guardare con occhi diversi anche anni uguali. Non so, mi sembra di leggere un po' di pessimismo nelle tue considerazioni mentre io sono un inguaribile ottimista. Ad ogni modo ti auguro che l'anno prossimo sia esattamente come tu lo vorresti, e se lo vorresti uguale agli anni trascorsi, che lo sia.

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  3. Sì, 1di5, sono sempre stata pessimista (per questo mi trovo bene con Giacomo :-) ) ed ultimamente al pessimismo di aggiunge l'ansia di ciò che potrei perdere (che sicuramente è più di quello che potrei guadagnare). Per questo dico che preferisco un anno dello stesso livello qualitativo (non uguale ovviamente, che è impossibile) di quello trascorso piuttosto che "migliore". Migliore di che? Ho tutto quello che posso desiderare e spero solo di poterlo mantenere.

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  4. Ci siamo ancora e ci vogliamo ancora bene...
    Un bacio.
    Giorgio

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  5. bello questo pezzo, mi aveva colpito molto a scuola e mi viene in mente ad ogni capodanno.
    però devo dire che ci sono cose belle che ricordo degli anni passati e un anno in particolare che fu bello tutto: zero problemi esterni, feci tutti gli esami dell'anno più uno (abbastanza raro ad ingegneria del v.o.) dedicando al contempo molte energie e tempo alle attività personali e alla coppia (una sacco di soddisfazione e gioia, in sunto). me lo ricordo come una anno fantastico e ogni anno mi dico devo riuscirci di nuovo.

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  6. Troppe convenzioni... Io penso di essere una di quelle persone a cui il capodanno non interessa affatto, ma che poi si ritrova a mezzanotte a brindare... Ho letto su un blog di amiche un bel pezzo di gramsci sul capodanno. Magari meno pessimista di giacomino... Un saluto

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  7. Concordo con te, Artemisia. Va bene quello che è passato o magari anche quello pima...
    Un abbraccio

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  8. Anche se in ritardo auguri, cara. Il pessimismo non aiuta, mentre la speranza in un cambiamneto rende le difficoltà meno gravi: quando si è propositivi si hanno più energie.
    affettuosità
    annamaria

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