giovedì 5 maggio 2011

I numeri sono neutri? Ma quando mai!

I numeri sembrano la cosa più obiettiva e asettica che ci sia. Quante volte si cita la massima: "la matematica non è un'opinione". Niente di più falso. Le cifre, escludendo la possibilità di truccarle in modo fraudolento, possono essere usate in modo così diverso da influenzare pesantemente chi ci ascolta dando nel contempo ad intendere di essere neutrali. E' un giochetto comunissimo per chi fa informazione e per chi vuole influenzare l'opinione pubblica.
Faccio un paio di esempi tra i tanti che se ne potrebbero fare.
Le cifre sparate con enfasi sugli sbarchi dei profughi, anche nel caso riportino numeri realistici riguardo al singolo sbarco, danno un messaggio apocalittico ("assalto", "tsunami umano", "orda", "sbarchi di massa"), che viene percepito, dall'uomo comune frettoloso e distratto, come un'emergenza. "Ma quanti ne arriva! Dove li potremo mettere?", mi fa giusto l'altro giorno la mia pizzicagnola. Eppure a guardare il totale degli arrivi si vede che siamo ben al di sotto delle migliaia di persone che partecipano ad un evento come una manifestazione o una partita di calcio allo stadio.
Carlo Gubitosa fa parte di "Giornalisti contro il razzismo" e porta avanti campagne per il corretto uso delle parole sui media, come per esempio "emergenza". Intervistato a Controradio, Gubitosa ci spiega che se si leggono le statistiche con un'idea preconcetta si possono fare grandi disastri. "Se affermo che il 50% degli Italiani ha un quoziente di intelligenza al di sotto della media, dico una verità matematica ma trasmetto all'ascoltatore l'immagine degli Italiani come un popolo di deficienti. Viceversa posso dire che la metà degli Italiani ha un'intelligenza al di sopra della media, che è la stessa identica cosa, ma dà tutto un altro messaggio." Così se si afferma che "il numero di crimini commessi dagli immigrati è aumentato", si può dare l'idea che siamo invasi da un'orda di delinquenti, mentre, se si va a controllare, si scopre che l'aumento dei crimini è inferiore all'aumento dei permessi di soggiorno, cioè i crimini aumentano di meno degli arrivi. Se poi si va a vedere che il numero dei crimini commessi dagli immigrati sono una parte minima di quelli commessi in Italia, le cose prendono le loro proporzioni.
Un altro esempio. "Nel 2009 sono stati intercettati sette Milioni di Italiani" è il messaggio utilizzato da coloro che voglio mettere un freno a questo strumento di indagine. Nicola Gratteri a Le Storie spiega con estrema chiarezza che, se il dato fosse stato vero, avremmo dovuto avere l'irrealistico numero di 250.000 ascoltatori. Il numero si riferisce probabilmente alle richieste di utenze da intercettare. Bisogna considerare che, se dobbiamo indagare una persona sospetta, dobbiamo mettere sotto controllo il telefono di casa, dell'ufficio, la microspia in macchina e mediamente due cellulari (cinque richieste per una persona). Il trafficante di droga normalmente ogni 48 ore butta la SIM del cellulare. Ecco perché, dice Gratteri, per indagare una cinquantina di persone in due anni si arriva ad intercettare oltre 10.000 numeri di telefono. "Se sono onesto", afferma il magistrato, "parlo di numeri di telefono messi sotto controllo, se sono in malafede parlo di persone intercettate".
Insomma, non solo la matematica può essere eccome un'opinione, ma comincia a starmi veramente antipatica.

7 commenti:

  1. C'è un bellissimo capitolo di "Momo" di Michael Ende che si chiama "Conti falsati e risultati giusti" , se non l'hai letto dacci un'occhiata (e dai un'occhiata anche al mio ultimo post, che è in tema ;-))

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  2. Mah, io la matematica la amo e la difendo a spada tratta ;-)

    Non e' lei da odiare, ma quelli che ne abusano. Lei e' solo una vittima innocente.

    Ad esempio la storia del 50% degli italiani che ha una intelligenza sotto la media. Detta cosi' sembra che si tratti della media dell'umanita', mica di quella degli italiani. Se precisassimo che il 50% degli italiani ha una intelligenza al di sotto della media degli italiani la diremmo giusta, perche' verrebbe letta per quello che e', cioe' che la meta' degli italiani e' meno intelligente dell'altra meta' (e quindi l'altra meta' e' piu' intelligente di questa).

    Dire invece che la meta' degli italiani ha una intelligenza inferiore alla media di tutta l'umanita', significa che alla fine non siamo un popolo di intelligenza superiore, come si tenderebbe a credere.

    Direi che il problema sta nel come si dicono le cose, e non nelle cose che si dicono. Ma questo vale per tutte le cose, mica solo per i numeri...
    ...ad esempio ieri Obama ha detto che BinLaden stava progettando una serie di attentati ai treni americani. Il che fa pensare che l'averlo ammazzato ha scongiurato il pericolo. E quindi e' stato giusto ammazzarlo. E quindi Obama e' stato bravo. E quindi sarebbe bene rieleggerlo.
    A me pare che l'uccisione di BinLaden sia invece un motivo in piu' per i suoi fedelissimi di fare quegli attentati, e come me penso che molti altri la pensino. Ma il messaggio e' stato lanciato e recepito lo stesso.

    No, io credo che ci sia proprio un problema di comunicazione in tutto il sistema mediatico, ecco.

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  3. E certo che e' cosi', Dario! Non e' colpa della tua "amica" matematica ma di quelli che la strumentalizzano per apparire piu' "obiettivi".

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  4. :-) gia'... quando mi si attacca il mio amore io divento una furia ahahah!

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  5. Il tutto è sempre voluto, per getterci polvere negli occhi.
    Cristiana

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  6. anch'io difendo la matematica. il problema è che da noi i numeri vengono usati impropriamente.
    un esempio recente:
    quasi il 30% del giovani tra i 16 e i 24 anni è disoccupato.
    che vuol dire?
    niente.
    se non dai altre specifiche non vuol dire niente.
    tante cose sono così, sono le parole che ingannano.
    e i giornalisti dovrebbero essere un po' più specifici e "tecnici" nello scrivere.
    insomma, concordo in piena con Dario.
    (scusa la foga ma è una cosa che mi fa girare...)

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  7. Ma figurati, Liber. Fa girare le palle anche a me questo uso distorto dei numeri (la mia ovviamente era una battuta).

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