sabato 4 agosto 2012

Il sogno di scrivere

Non ho focalizzato bene quali siano gli ingredienti di un libro che fanno scattare in me quella scintilla particolare che potrei sintetizzare nella formula "goderne della lettura". Sono rarissimi i libri che mi danno piacere nel leggerli. Molti li ritengo interessanti e istruttivi, altri invece mi irritano, altri ancora blandamente gradevoli, ma è raro che che li legga con avidità senza guardare, più o meno frequentemente, quante pagine mancano alla fine.
Per l'ultimo libro di Massimo Gramellini, "Fai bei sogni", (che per inciso ho letto in versione digitale), questa scintilla è scattata. Gli ingredienti? Scrittura immediata e scorrevole ma curata, contenuto reale ed intimo (ho sempre adorato biografie ed autobiografie e non è rilevante se può essersi inventato qualcosa), capacità di raccontarsi con ironia, leggerezza e semplicità, l'inserimento di considerazioni generali che possono anche non essere originalissime (ci sarà sicuramente chi lo ha detto prima e meglio, saranno forse "aforismi da smemoranda" come li ha definiti qualcuno su aNobii) ma possono toccare tasti sensibili dentro di noi e portarci a riflettere.
Faccio un paio di esempi:

pag. 84 "Le donne non si conquistano con le corde vocali, ma con gli orecchi. Noi maschi sprechiamo tempo a rintronarle di battute memorabili quando l'unica cosa che ci chiedono è di prestare attenzione ai loro pensieri." (E' proprio così ma credo che valga anche per gli uomini).

pag. 76 "I se sono il marchio dei falliti. Nella vita si diventa grandi nonostante." (Frase che egli attribuisce ad un educatore religioso ma che finisce per riassumere la sua evoluzione nei confronti del suo complesso di orfano.)
"I mostri del cuore si alimentano con l'inazione. Non sono le sconfitte a ingrandirli, ma le rinunce." (Dolorosaamente vero).

La frase che mi ha colpito di più per il tasto che tocca dentro di me:

pag. 82 "Il sogno di scrivere si era materializzato in forma imprevedibile, quando avevo creduto di non desiderarlo più. Se un sogno è il tuo sogno, quello per cui sei venuto al mondo, puoi passare la vita a nasconderlo dietro una nuvola di scetticismo, ma non riuscirai mai a liberartene. Continuerà a mandarti dei segnali disperati, come la noia e l'assenza di entusiasmo, confidando nella tua ribellione."

Parlare dello scrivere come "il sogno per cui sono venuta al mondo" è sicuramente eccessivo. Tuttavia da grande ho capito quanto scrivere sia per me un bisogno irrinunciabile. Non so nemmeno alla fine se mi sarebbe piaciuto farne la mia professione, come invece ha scoperto Massimo Gramellini riguardo a se stesso, però grazie al blog ho capito quanto sia importante per me l'atto di esternalizzare i pensieri e le emozioni su un testo scritto, bello o brutto, curato o tirato via, destinato alla lettura di terzi oppure intimo e personale, non fa poi tanta differenza. Giorni fa in un particolare momento di sconforto ho pensato di non scrivere più sul blog ma un secondo dopo mi era già venuto in mente di continuare a scrivere in modo più privato (diario o lettera o qualcosa del genere).
A New York in attesa del volo che ci avrebbe riportato a Roma mi sono messa a buttar giù su un taccuino la prima bozza di quello che sarebbe stato il post sul viaggio. Mio figlio accanto a me sgranava gli occhi per la velocità con cui scrivevo (pensieri comunque elaborati nei giorni precedenti): "Ma come fai? Quando faccio un tema ci metto un secolo prima di scrivere tutte quelle righe!"
Eh, i sogni... i sogni...

8 commenti:

  1. Che bel post! (Non posso scriverlo tutte le volte ma lo penso quasi sempre, purtroppo leggo troppo spesso da cellulare da cui, secondo me, è molto difficile commentare).
    Mi hai convinto a leggere questo libro ma soprattutto vorrei dirti che adoro il tuo modo di scrivere e mi dispiacerebbe molto non leggerti più perché preferisci la forma privata.
    Purtroppo i blog hanno un po' perso la loro "attrattiva" perché sostituiti dai social network che sono più immediati e superficiali (così è per le persone, del resto), qualcuno si è trasferito di là e qualcuno ha proprio mollato tutto.
    Io spero che tu rimanga.
    Con tutto il cuore.
    A presto!

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    1. Grazie Alchemilla. Non ti preoccupare, il momento di sconforto non era legato al blog in sè ma alla mia serenità personale e per fortuna è passato. Quindi penso di continuare a scrivere sul blog. Nessun problema se non ce la fai a scrivere i commenti. Anch'io leggo sempre i blog ma commento sempre meno. Comuque ci sono!
      Un abbraccio.

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    2. Confesso: l'ho letto e forse perché consigliato da te (Artemisia-mentore) mi aspettavo un libro indimenticabile e invece non mi è piaciuto...
      E' sempre così, lo continuo a ripetere: tutta una questione di aspettative!
      Vivere senza aspettative credo sia meraviglioso!

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    3. Mi dispiace. Comunque non ho mai detto che sia un libro meraviglioso. Semplicemente mi ha fatto provare il piacere della lettura cosa che io non provo praticamente mai!
      Dai, vivere senza aspettative, no! Sai quanti libri deludono. E pazienza!

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  2. Mah.... credo anche io che sia piu' importante ascoltare le donne (ma anche gli uomini), piuttosto che dire. Credo pero' che non si conquistino affatto in questo modo. :-)

    Quello che dice Gramellini sul sogno di scrivere e' valido anche per me, magari su altri tipi di sogni. Cioe' e' una debolezza per me reprimere i miei sogni prima ancora di farli arrivare allo stato di "vaghi progetti", perche' e' piu' facile catalogarli come "irrealizzabili" piuttosto che come "difficilmente realizzabili" (una mia espressione ricorrente e' "ma dove diavolo voglio arrivare?!").
    Fortunatamente ho al mio fianco una persona che mi stimola a buttarmi giu' dal precipizio, quando vede che ci sia una possibilita' di riuscire a volare.

    Io un libro di aforismi non credo riuscirei mai a leggerlo (non oltre la terza o quarta pagina, almeno). Moltissimi libri mi appassionano; di molti addirittura controllo quanto manca ad arrivare alla fine: nel mio caso perche' vorrei che ce ne fosse ancora da leggere.
    Pero' leggo quasi esclusivamente romanzi.

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    1. Per inciso, NON è un libro di aforismi bensì un romanzo (autobiografico).

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    2. oh, avevo capito male, allora :-)

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  3. Sai che Gramellini mi ha delusa col suo libro?
    Mi aspettavo qualcosa di più approfondito per quanto riguarda la sua amara scoperta che, sembra, lo abbia fatto cadere in depressione.
    I tuoi post sì che sono sfaccettati e appassionanti. Non ne perdo uno, anche se non sempre commento.
    Cristiana

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