domenica 25 novembre 2012

E' ora di fare qualcosa

Nel 2011, in Italia, sono state 137 le donne uccise dal partner o ex-partner. Quest'anno abbiamo già superato quota 100 ma tale dato nasconde migliaia di donne che subiscono, all'interno della propria famiglia, sopraffazione e violenze fisiche e morali.
Riccardo Iacona, con la sua consueta bravura, ha raccolto alcune testimonianze su casi di donne uccise da mariti e compagni e le ha pubblicate "perché queste donne non siano un numero tra i tanti" nel libro "Se questi sono gli uomini". Intervistato a Fahrenheit Radio 3, il giornalista sottolinea quanto casi come quello di Vanessa Scialfa, uccisa dal fidanzato per molti minuti, siano impietosi e feroci ma anche conosciuti da tempo dai vicini, dai parenti e talvolta anche dai Carabinieri. Un'Italia arretrata che sembra quella degli anni Cinquanta. Ragazze giovani che si "consegnano" al loro fidanzato e pur di stare con lui litigano con tutti, rinunciano agli amici e spesso anche al lavoro (come aveva fatto Vanessa). 
"Non sono epiloghi di un amore sfortunato," dice Iacona, "sono storie impastate di odio". Non sono raptus, ma omicidi preparati. La follia statisticamente c'entra molto poco. Una criminologa intervistata da Iacona rivela che solo nel 6% dei fascicoli relativi a sentenze definitive che ha studiato è stata accertata la mancanza di facoltà di intendere e di volere.
Non è vero nemmeno che si tratti di un fenomeno tipicamente dell'Italia Meridionale, anzi, la maggioranza delle donne uccise sono al Centro Nord. Si tratta di donne indipendenti, che lavorano, eliminate spesso perché hanno avuto uno scatto di ribellione, lasciando o denunciando il loro uomo.
Spesso siamo davanti ad un'estrema reazione degli uomini che di fronte all'indipendenza della propria donna non sanno usare altra arma. Un uomo ex maltrattante, un professionista, intervistato nel libro, parla di un momento in cui "la luce si spenge" e non si ragiona più: "Usavo la violenza come l'unica cosa che mi era rimasta perché lei era più avanti di me, aveva la lingua più veloce della mia." La luce si spenge e dopo la prima martellata ne seguono tante altre.
Riccardo Iacona si ribella all'etichetta, troppo spesso applicata, di "liti in famiglia" ed afferma la necessità di rompere questo involucro ipocrita che consegna alla famiglia, proprio il luogo dove nascono queste situazioni, il compito di recuperare. "E' lo Stato che con la forza della legge deve entrare dentro queste case-prigioni e liberare le donne e i loro figli prima che vengano uccise." Da queste case-prigioni sbuca un'ondata di sofferenza che investe anche i figli e i parenti. 
C'è ancora molto da fare nel rapporto tra uomo e donna per trovare un equilibrio che non comporti la sopraffazione dell'uno sull'altro o che uno dei due debba rinunciare alla propria vita. 
Per questo per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne vorrei lasciare la parola agli uomini. Uomini che non si ritrovano nella cultura del possesso e del controllo. Uomini che dicono



2 commenti:

  1. nè ho appena parlato anch'io perchè la violenza sulle donne è un dramma umano che coinvolge tutta la società ed è terribile assitere a questi orrori quotidiani ormai con così troppi omicidi. Quello che viene denunciato è comunque solo la punta di un iceberg enorme che coinvolge donne e figli troppo spesso

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  2. A parer mio c'è un aspetto che spesso viene trascurato ma che credo sia fondamentale: la violenza degli uomini sulle donne si presenta molto spesso non solo a livello fisico, bensì anche psicologicamente. Seppur giusto - anzi, sacrosanto - condannare e ricordare eventi tragici quali omicidi, stupri o torture (vedasi le sorelle Mirabal), si dovrebbe dar maggiore risalto a quanto tantissime donne siano succubi dei loro mariti, compagni o chi per loro.
    Tante volte non ci si rende conto che quella che si subisce è una vera e propria violenza, oppure si lascia passare per svariati motivi. Per paura di ritorsioni, per la complessità di una denuncia, per un presunto biasimo della famiglia o della comunità (biasimo che, purtroppo, non è sempre solo presunto). Mi viene in mente una frase di De André (se non sbaglio tratta da "Una goccia di splendore"): "Voi donne dovreste essere tutte femministe: siete delle soggiogate".

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