lunedì 7 ottobre 2013

Fine settimana all'oasi, tra raganelle, iris d'acqua e usignoli di fiume

Il tenerissmo rospo smeraldino occhieggia preoccupato dalle mani del responsabile dell'Oasi WWF di Focognano. Come si fa a dire "brutto come un rospo"? Questa creatura è stata appena salvata da uno di quegli stagni che si formano nelle buche lasciate dai lavori di escavazione quando essi subiscono un'interruzione e, alla ripresa dei lavori, sarebbe stata triturata dalle ruspe insieme a piccoli tritoni, salamandre, ecc. che i volontari del WWF si preoccupano appunto di salvare e di trasferire negli stagni dell'oasi.
L'Oasi di Focognano non è nata per salvaguardare qualcosa di naturale che esisteva ed era minacciato, bensì è stata creata su un territorio devastato da autostrade, capannoni industriali, discariche, orti abusivi, campi desertificati dall'agricoltura intensiva e canali cementificati dal Consorzio di Bonifica. Oggi i suoi 65 ettari, grazie all'amore dei volontari con in testa Carlo Scoccianti che li coordina, sono un piccolo paradiso con i suoi cinque bacini lacustri, tappa di uccelli migratori e non, con i suoi canneti e la flora autoctona, gli usignoli di fiume e le raganelle, ecc.
Un fine settimana piacevole e interessante questo appena trascorso, prima tappa di un corso organizzato da Libera e dal WWF nel quale si imparerà come recuperare alla natura un territorio compromesso come spesso sono quelli sequestrati alle mafie.
Carlo trabocca di passione quando ci illustra il lavoro fatto in quindici anni, cercando di farci immaginare il deserto che era questo posto, quando ci racconta di come passi il suo tempo a convincere enti e istituzioni (Comune, Provincia, Regione, Consorzio di Bonifica, Università, ecc.) ad abbandonare progetti invasivi e irrispettosi della flora e della fauna per altri favorevoli all'ambiente.
La canalizzazione con argini in cemento sempre più alti, per esempio, in caso di piena sposta solo il problema più a valle, dove l'acqua arriva ancora più violenta e devastante, mentre invece al fiume va semplicemente ridato lo spazio che gli è stato tolto, attraverso casse di espansione nelle quali si può benissimo creare stagni naturali, habitat privilegiato di uccelli, anfibi e pesci.
E' stata divertente anche la parte pratica del corso durante la quale abbiamo travasato piantine di iris d'acqua e potato la vegetazione dei vialetti dell'oasi, selezionando accuratamente, sotto la guida di un esperto, le piante da tagliare da quelle da proteggere. 
Corona l'esperienza la piacevole compagnia, varia di età e provenienza geografica, ma tutta femminile! Cari uomini, com'è che non si riesce a stanarvi da casa? Paura della pioggia? Pigrizia? E com'è che le donne non le ferma niente?

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