mercoledì 19 febbraio 2014

Il vero costo delle promozioni

Da quando sono una consumatrice critica (si parla ormai di qualche anno) guardo con sospetto le offerte speciali, le promozioni, i 3x2, i supersconti. A parte il dubbio che sotto ci sia la fregatura (anche solo banalmente spingerti a comprare cose in più di quelle che ti servono) ma soprattutto se qualcosa costa palesemente meno bisognerebbe sapere quali costi si sono tagliati. Il profitto? Assai difficile. La pubblicità? Sarebbe uno dei pochi motivi accettabili ma è raro che accada. Il più delle volte invece il risparmio è sui lavoratori che hanno prodotto quella merce o sull'impatto ambientale della sua produzione o sulla qualità degli ingredienti.
Mi ha fatto piacere quindi notare che anche Altroconsumo, rivista a cui sono abbonata da anni ma che talvolta mi ha convinta poco per la sua estrema ricerca della convenienza per il consumatore a tutti i costi, stia cominciando invece a pubblicare articoli dove si indaga anche il comportamento etico e sociale delle aziende produttive come questo.
In sintesi l'articolo spiega che le promozioni e le offerte speciali si riflettono in peggiori condizioni praticate ai fornitori ai quali vengono imposti prezzi all'osso. Così questi non possono garantire salari equi ai propri lavoratori oppure diminuiranno la qualità del prodotto (per esempio con ingredienti più economici) oppure andranno in fallimento diminuendo così la concorrenza.
L'articolo prosegue confrontando la trasparenza e il comportamento sociale e ambientale delle sei grandi catene di distribuzione che fanno il bello e il cattivo tempo sul mercato tenendo in mano le sorti di migliaia di produttori.
Altroconsumo invita quindi a mettere nel carrello anche l'etica. Operazione affatto banale.

2 commenti:

  1. Naturalmente sono d'accordo con te, pero' il ragionamento mi confonde un po'. Faccio un esempio.

    Mia mamma gestiva un piccolo negozio di abbigliamento. Ha sempre tenuto prezzi competitivi per attrarre clienti in una zona della citta' poco favorevole a questo tipo di attivita'.
    Quando qualche articolo, anche di buona qualita', rimaneva inspiegabilmente invenduto a lungo (nel campo della moda un articolo invenduto diventa una zavorra), paradossalmente, alzando ingiustificatamente il prezzo, riusciva a venderlo (evidentemente il ragionamento era: costa di piu' quindi deve essere di migliore qualita').
    Io trovo che sia un po' disonesto, tuttavia nei casi in cui mamma applicava la piu' ragionevole strategia opposta (cioe' abbassare il prezzo di vendita per invogliare l'acquisto), l'offerta era ignorata, il che costituiva un costo per l'attivita' di mamma.

    Questa storia mi convince che in genere il prezzo di vendita di un bene di consumo non e' in alcun modo legato al suo valore, quanto piuttosto a bizzarre politiche di marketing.

    Mi verrebbe da dire che se da un lato la contrazione del prezzo potrebbe comportare la diminuzione della qualita' del prodotto e della retribuzione dei lavoratori impiegati a produrlo, dall'altro questo rischio non e' sventato da un prezzo piu' alto.
    Anzi, pagare di piu' un prodotto spesso significa aumentare il profitto dell'azienda che lo produce.

    Credo che per assicurare una migliore qualita' e una giusta retribuzione occorra uscire dalla logica del consumismo. Per esempio facendo la spesa ai GAS.
    Ma anche da questo punto di vista sono un po' deluso. Da tempo non ci riforniamo piu' al GAS perche' il risultato di una spesa maggiore non corrisponde ad un miglioramento della qualita' del prodotto: i produttori preferiscono piazzare i prodotti migliori alla grande distribuzione, dove i peggiori vengono rifiutati (lasciando quindi gli "scarti" ai GAS), e utilizzando i ricavi migliori delle vendite al GAS per compensare, almeno parzialmente, la contrazione dei profitti nella vendita alla grande distribuzione.
    In sostanza mi sono accorto che andare a fare la spesa al GAS paradossalmente contribuisce a diminuire i prezzi e aumentare la qualita' dei prodotti sui banchi della grande distribuzione.

    Non avendo una alternativa migliore, per adesso preferisco acquistare prodotti migliori a prezzo inferiore.

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  2. Le leggi del marketing sono roba molto complicata in cui ci studiano in tanti.
    Mi spiace per l'esperienza del GAS. Io ho abbandonato l'idea di aderirvi perché non ho proprio tempo. Ecco forse il problema è proprio il tempo, per esempio, nel tuo caso di andare spesso da fornitore a chiedere conto della qualità delle merci che vi sta fornendo. Non so.
    Non ho niente in contrario con la grande distribuzione ma proprio all'interno della sua offerta secondo me non bisogna farsi guidare solo dal prezzo. E' questo che volevo dire.

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