sabato 24 ottobre 2020

Ci risiamo

 


Una decina di giorni fa chiedo aiuto ai miei colleghi informatici per un'operazione al computer. Viene nel mio ufficio il borsista, una ragazzo bravo e volenteroso. Facciamo brevemente l'operazione, entrambi indossando la mascherina FFP2, finestra semiaperta, porta aperta. Lunedì mi telefona il mio capo: il ragazzo è positivo al COVID. Quello che pensava fosse un semplice raffreddore si è rivelato il terribile virus che sta mettendo in ginocchio l'umanità. Il nostro non si può definire un contatto stretto e quindi non disturbo il mio medico, non affollo i laboratori dove si fanno i tamponi, ma, per prudenza, me ne sto a casa in smartworking per tutta la settimana.

Ci risiamo. Impennata di contagi che raddoppiano giorno dopo giorno dopo un'estate in cui abbiamo riassaporato il ritrovarsi liberi e rilassati. Ci risiamo con l'ansia da bollettino. Non c'è verso, l'essere umano è sociale, non ci sa stare senza gli altri, senza parlarsi, abbracciarsi, assembrarsi.

L'altra notte ho sognato che ero in ufficio ed entravano diverse persone ed io, vedendo che erano senza mascherina, entravo in agitazione. Mi capita di guardare video di anni fa e automaticamente pensare: "Ma quelle persone stanno parlando troppo vicine!" Questo virus ci sta cambiando e sicuramente non in meglio.

Eppure bisogna stringere i denti, incrociare le dita e.....

 .... arrivare alla prossima primavera.

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