giovedì 16 febbraio 2023

Magagne tecnoburocratiche

Negli anni ho dovuto imparare ad usare le piattaforme telematiche più disparate e sono convinta che la tecnologia ci abbia davvero migliorato la vita. Sono anche una fautrice della cosiddetta "transizione digitale".

E però....

Tra le sacrosante verifiche che devo fare sulle imprese come funzionaria di una stazione appaltante, c'è il certificato di ottemperanza della legge 68 del 1999, secondo la quale le imprese con più di 15 dipendenti devono aver assunto un certo numero di disabili o di altre categorie protette. Il certificato va chiesto ai centri per l'impiego della città o della regione in cui ha sede l'impresa, tradizionalmente via PEC, ma alcuni C.P.I. si sono dotati di un canale online.

Poichè dal loro sito web non sembra esserci altra possibilità, mando richiesta via PEC alla regione dove ha sede l'impresa sulla quale sto facendo le verifiche e mi rispondono, dopo una settimana con tanto di lettera protocollata, che le richieste vanno fatte online. Così mi accingo a capire come funziona questo portale e scopro che mi devo registrare prima io come cittadina, con tutti i miei dati personali (stiamo parlando di una regione ben lontana da quella in cui vivo), poi devo registrare il mio ente con tutti i suoi dati e solo alla fine riesco ad arrivare alla schermata dove fare richiesta.

Il sistema però mi blocca l'invio a causa un carattere speciale "nel campo indirizzo". Ma quale indirizzo? Dopo diversi tentativi alla fine telefono al call center e scopro che il carattere speciale è nell'indirizzo dell'impresa (un maledetto "cappellino", cioè un accento circonflesso). A chi  sarà venuto in mente di scrivere "seconda traversa" così "2^"? Chiedo all'operatrice dell'assistenza di modificarlo ma lei indignata mi dice che non possono toccare i dati e che va chiesto al centro per l'impiego. Telefono al centralino del CPI: "mandi una mail". Alla mail nessuna risposta. 

Dopo qualche giorno contatto l'impresa nel caso che loro potessero fare qualcosa. "Ma come?" mi dice la referente "Un altro ente ha incontrato lo stesso problema mesi fa. Pensavo avessero risolto!" Chiamo quest'altra stazione appaltante e mi dicono che hanno penato un bel po' per questa faccenda finchè, insistendo, hanno ottenuto il certificato ma via PEC. E il famigerato "cappellino" è rimasto scolpito nella roccia... Per fortuna il loro certificato, che mi hanno gentilmente passato, è ancora valido.

Certo se la transizione digitale deve essere questa... povera Italia! Per completezza, l'efficientissimo portale regionale in questione è stato realizzato grazie ai fondi POR (fondi europei per le regioni). Complimenti!

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