martedì 3 dicembre 2024

Tempo di badare a me stessa

In questo periodo mi sento come se godessi di privilegi immeritati.

Ogni mese arriva sul mio conto una pensione dignitosa, non esagerata, ma sufficiente per vivere con tranquillità. Ho potuto comprare una casa a ciascuno dei miei figli. Ho la mia macchina e il mio scooter per muovermi. Godo di buona salute ed ho una discreta forma. Vivo in una città in cui ci sono tutti i servizi, in un quartiere tranquillo, in un palazzo borghese con vicini educati. Ho vissuto in una casa grande e confortevole e adesso abito in una casa più piccola ma più bella, alla quale ho fatto fare gli abbellimenti che ho ritenuto opportuni. Ho le vacanze assicurate in una bella casa in campagna dove posso dormire al fresco d'estate e respirare aria buona. Posso fare le attività che mi divertono: cantare in un coro, iscrivermi a scuola di ballo, migliorare la mia cultura con corsi e conferenze. Ho una buona connessione alla rete internet con tutte le possibilità che ne conseguono.

Pensavo a questo percorrendo a piedi la distanza tra casa nuova e casa vecchia (40 minuti circa, un po' meno di quattro chilometri) in una giornata splendida, con un cielo fantastico sul quale di stagliavano i bellissimi colori dei ginko biloba. Purtroppo sono stata sempre vittima di un senso del dovere gigantesco. Prima di me e delle mie esigenze ho sempre messo il resto: i genitori, i figli, la famiglia, il lavoro. E non cesso di stupirmi che, arrivata a questo punto, posso mettere me stessa al centro dell'attenzione.

Finché durerà, e ci vuole poco perché il vento giri, finché starò in salute e finché la mia mamma sarà autonoma, posso davvero preoccuparmi solo di me stessa e di cosa ho voglia di fare in questo mio nuovo tempo libero? Chissà per quale benevola sorte mi è toccato. Quindi ne approfitterò il più possibile, perché la vita è breve e la morte, ma anche la malattia e la sfortuna, sono sempre in agguato.

Carpe diem...

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